
fosforo311
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Tecnicamente Putin non può essere definito un dittatore ma il capo di una repubblica presidenziale. Ha vinto le elezioni e il parlamento ha il potere di destituirlo. È chiaro tuttavia il carattere autoritario del suo regime, oggettivamente più vicino alla dittatura di quello di Erdogan o di Orban. A questi ultimi paragonerei invece Zelensky che con il pretesto della guerra ha sospeso tutti i partiti di opposizione (11) e ha preso il controllo di tutti i canali tv. Di certo la propaganda occidentale fin dall'inizio della guerra tende ad abbruttire l'immagine di Putin e ad abbellire quella di Zelensky. Un esempio, l'ennesimo, della dinformazione sulla guerra l'abbiamo avuto ieri con la distruzione della diga di Kherson e la conseguente inondazione che avrebbe frenato la (per ora) fantomatica controffensiva ucraina. Mi sono indignato anch'io per quello che sembrava un atto di terrorismo più che di guerra da parte dei russi. Poi in serata è arrivato Lucio Caracciolo dalla Gruber che ci ha spiegato che senza quella diga la Crimea rischia di morire di sete, e sarebbe un grosso problema per Putin. Quindi o è stato un autogol dei russi oppure la diga l'hanno minata gli ucraini.
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Titolo di oggi da Repubblica (edizione Genova): Liguria, scoppia la protesta contro la pianista filo-Putin Valentina Lisitsa invitata al Lerici music Festival a luglio. E l'organizzazione decide di cancellare il concerto. https://genova.repubblica.it/cronaca/2023/06/06/news/lerici_music_festival_esplode_il_caso_della_pianista_filo-putin_valentina_lisitsa_invitata_il_22_luglio_la_fenice_a_dicem-403368852/ Cari forumisti, ci sono dei casi in cui l'ignoranza è realmente una brutta cosa. Anche se non è mai peggiore della faziosità. Repubblica bolla la pianista Valentina Lisitsa con l'attributo (o il marchio d'infamia se preferite) "filo-Putin", ma omette (di proposito) due dettagli forse non del tutto marginali: 1) Valentina è la più grande pianista vivente; 2) Valentina è ucraina, è nata a Kiev 53 anni fa. Naturalmente (1) è un giudizio discutibile, sul web trovate centinaia di classifiche dei migliori pianisti e ognuno dice la sua. Io, che sono un fanatico di Liszt (assai meno discutibilmente il più grande pianista di tutti i tempi), stravedo per questa meravigliosa interprete delle sue sublimi quanto difficili composizioni. Forse devo correggermi e dire che Valentina è per me la più grande pianista in attività, perché Martha Argerich e Vladimir Ashkenazy sono due leggende viventi ma purtroppo e per ovvi motivi dopo gli 80 anni un pianista è l'ombra o quasi di se stesso (a meno che non si chiami Rubinstein). Certo mi piacciono molto anche Trifonov e Kissin (bannati anche loro in quanto russi?), mentre il gettonato cinese Lang Lang mi sembra quasi un robot (con tutti i pro e i contro del caso). Se poi trovate in una classifica Barenboim e il nostro sopravvalutatissimo Pollini, fate esattamente quello che farebbe il mitico e compianto critico musicale napoletano Paolo Isotta: mettetela al cesso. Molto scomoda per Repubblica e per tutti i "filo-Zelensky" è anche la nazionalità ucraina di Valentina. Perché induce a dubitare della vulgata dominante secondo cui quel paese, al di fuori della Crimea e del Donbass, sarebbe un unico blocco patriottico e antirusso. L'ucraina di Kiev Valentina Lisitsa celebrò con un concerto a Mariupol la "liberazione" della città riconquistata dai russi. E nel 2014 suonò davanti all'ambasciata ucraina a Mosca in segno di protesta dopo la terribile strage di stampo neonazista nella sede del sindacato di Odessa. Valentina è russofona ma si sente ucraina fino al midollo e si vanta di conoscere la lingua ucraina molto meglio del "cosiddetto presidente dell'Ucraina" (russofono pure lui). E ha su Twitter il profilo NedoUkrainka, che significa sub-ucraina, in segno di protesta contro il primo ministro del governo di Kiev, il nazistoide che ha definito "sub-umani" gli ucraini russofoni del Sud e dell'Est del paese: https://es-la.facebook.com/ValentinaLisitsa/photos/a.229765710457954/623464897754698/?type=3 Ovviamente la grande pianista si batte in difesa della Musica e della sua universalità contro le barriere alzate in decine di paesi dagli ignoranti e dai faziosi. Anche a Lerici le hanno cancellato un concerto. Poveracci, non sanno nemmeno cosa si perdono: https://youtu.be/LdH1hSWGFGU
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Kyoto Club, WWF e LIPU, con il contributo di varie altre associazioni e di un qualificato e multidisciplinare pool di esperti, hanno elaborato e pubblicato un articolato dossier sulle criticità irrisolte di natura economica, finanziaria, giuridica, ingegneristica e pratica che si oppongono al rilancio del vecchio progetto (2011) del ponte sullo Stretto di Messina, che il governo Meloni intende riaffidare senza gara al medesimo consorzio dell'epoca. Il dossier, dal titolo Lo Stretto di Messina e le ombre sul rilancio del ponte, si articola in 10 punti che a una prima e veloce occhiata mi sembrano molto interessanti e perentori. Potrò leggere le 50 pagine non prima di martedì, per ora accontentatevi di questa sintesi del FQ: https://infosannio.com/2023/05/28/la-tassa-del-ponte-dal-traffico-allimpatto-ecco-perche-e-inutile-e-impagabile/ Come vedete, gli esperti denunciano profili di illegittimità e di incostituzionalità nell'operato del governo. La cosa non mi sorprende affatto. C'è anche una critica per me nuova ma del tutto sensata e rilevante. Il progetto prevede un'altezza di 65 m dell'impalcato del ponte sul livello (medio) del mare (che sale con l'alta marea e con il riscaldamento globale). Ebbene, al contrario di quanto afferma il ministro Salvini, molte grandi e modernissime navi portacontainer e navi da crociera, le portaerei della classe Nimitz e perfino qualche barca a vela, non potrebbero passare sotto il ponte e sarebbero costrette a circumnavigare la Sicilia con grosse perdite di tempo e denaro. E il ponte dei record e dei miliardi ci farebbe una ben magra figura. Scaricate da qui il pdf del dossier: https://www.kyotoclub.org/it/media-e-documenti/2023/05/26/lo-stretto-di-messina-e-le-ombre-sul-rilancio-del-ponte/
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https://youtu.be/xdd8c9U37Pg
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Al momento in cui scrivo qesto articolo non è in chiaro ma quel poco che si legge è molto chiaro: siamo di fronte a un altro sfacciato venditore di aria fritta. La quale nella fattispecie sarebbe il gas da trivellare in abbondanza sotto l'Adriatico, e addirittura da esportare! Sic. Roba da matti! https://www.repubblica.it/politica/2022/11/03/news/tasse_cuneo_fiscale_gas_urso-372705893/ Il soggetto è già noto anche se, che io ricordi, in passato non ci aveva propinato deliri di simile portata. Ex missino, poi finiano, infine meloniano, Adolfo Urso era ministro di Berlusconi già nel 2001, oggi è senatore di FdI e ministro dello Sviluppo Economico, ovvero del ridenominato ministero delle Imprese e del Made in Italy. Purtroppo non basta una rinfrescata ai nomi dei ministeri per realizzare in tempi rapidi il sogno mussoliniano dell'autarchia, specie in campo energetico. Il ministro Urso sogna di raddoppiare entro un anno l'estrazione nazionale di gas. E intende farlo, a quanto pare, soprattutto con le trivellazioni marine. Specifica infatti che "trivelleremo nel centro dell'Adriatico", ovvero, se ben capisco, non intende toccare l'area del golfo di Venezia, dove una legge dello Stato vieta l'estrazione e la ricerca di idrocarburi per il rischio subsidenza. Deduco che saranno aperti o riaperti giacimenti di gas soprattutto nelle cd. Zone B e D. Potete leggere qui a quanto ammontano le riserve nazionali di gas accertate (nonché quelle probabili e quelle possibili) nelle varie zone di estrazione: https://unmig.mise.gov.it/index.php/it/dati/ricerca-e-coltivazione-di-idrocarburi/riserve-nazionali-di-idrocarburi Il totale di tutte le riserve accertate in mare (non solo nell'Adriatico) ammonta a 17,7 miliardi di m³: sfruttandole fino all'ultimo m³ (faccenda lunga e antieconomica) copriremmo circa 12 settimane di fabbisogno nazionale ai livelli del 2021, quando consumammo 76,1 miliardi di m³. Il MISE pubblica anche i dati parziali del 2022. Da gennaio a settembre abbiamo consumato 51,357 miliardi di m³, cioè solo il 3,2% in meno dello stesso periodo del 2021, nonostante la crisi energetica internazionale. Invece di sognare improbabili autarchie, il ministro Urso farebbe meglio a leggersi i dati del suo stesso ministero e a predisporre un serio piano di efficientamento energetico, di taglio dei consumi e di sviluppo delle fonti rinnovabili, le quali sono l'unica risorsa nazionale che sul lungo periodo può avvicinarci aell'autosufficienza, ma che già sul medio periodo può darci molta più energia di quella ricavabile dai modesti e quasi esauriti giacimenti nazionali di idrocarburi. Ovviamente le rinnovabili sono anche l'unica risorsa che può e che deve consentirci di raggiungere il prossimo e difficile obbiettivo europeo sulle emissioni di gas serra, fissato per il 2030. Mancano appena 8 anni e siamo in terribile ritardo, ma il ministro Urso sogna di fare dell'Italia un paese esportatore di gas. Roba da matti!
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Ti ringrazio per avere "riesumato" questa discussione, D/b. Un breve riepilogo. A inizio novembre scorso il ministro Urso prometteva di raddoppiare l'estrazione nazionale di gas nel 2023 e il governo varava l'ennesimo decreto sblocca-trivelle in Adriatico (abbassando da 12 a 9 miglia dalla costa il limite per le nuove trivellazioni nonostante il rischio subsidenza). Ebbene, nel 2022 si sono estratti appena 3,3 miliardi di m³, lo stesso valore del 2021 sebbene il prezzo del gas di importazione sia schizzato alle stelle per effetto della guerra e della speculazione (anche sopra i 300 dollari per MWh, oggi siamo a 25 dollari). Questo a mio avviso era già un chiaro indizio del fatto che in Adriatico stiamo ormai raschiando il fondo del barile. Ma com'è andata in questo inizio di 2023? Abbiamo i dati ufficiali del ministero per il primo quadrimestre: la produzione nazionale di gas non è raddoppiata rispetto allo stesso periodo del 2022 e non è nemmeno aumentata, bensì è diminuita del 7,1% (da 1.101 a 1.023 milioni di m³). È crollata l'importazione dalla Russia (meno 78,5%) ma c'è stato anche un netto calo del consumo interno: meno 20,3%. E questa è senza dubbio una buona notizia. Dobbiamo tagliare, e tagliare di brutto, i consumi di gas, petrolio e carbone se vogliamo contribuire ad arginare il riscaldamento globale e avere una sia pur piccolissima chance di centrare gli obbiettivi europei sul taglio delle emissioni.
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Dove sta scritto che un allocco non può partorire (involontariamente) un'idea brillante? Si potrebbe invitare Valentina al San Carlo per festeggiare con un concerto il terzo scudetto del Napoli. Sarebbe un pienone. Intanto allego un'altra magnifica performance: https://youtu.be/MD6xMyuZls0 (alzare il volume)
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Il governaccio Meloni riesuma oggi la Società Stretto di Messina S.p.A., la concessionaria costituita nel lontano 1981 per il progetto, la realizzazione e l'esercizio del ponte sullo Stretto. Era stata messa in liquidazione dal governo Monti, in quanto vetusto e inutile pozzo mangiasoldi (pubblici), ora immagino che verrà ricapitalizzata a spese dei contribuenti. Ce ne ha dato notizia il Tg1 delle 13:30 in un servizio su un convegno della CISL a Messina. Tra i partecipanti il ministro delle Infrastrutture Salvini, i governatori di Sicilia e Calabria Schifani e Occhiuto, e il segretario della CISL Sbarra. Il servizio non lo ha specificato, ma il convegno si è svolto a bordo di un traghetto privato in esercizio sullo Stretto e non su uno dei traghetti delle Ferrovie dello Stato. È stato invece specificato il costo dell'opera, stimato (nel Def) in 13,5 miliardi, ma il Tg1 si è "dimenticato" degli ulteriori 1,1 miliardi previsti per il raccordo ferroviario, mentre non è ancora stimato il costo del raccordo stradale. Salvini ha detto che l'opera è "strategica" (qualunque cosa significhi, nda ) e che "gran parte del denaro sarà pubblico, evidentemente, giustamente" (sic). Poi ha aggiunto: "Ma io son convinto che nei prossimi anni arriveranno tanti investitori privati, dall'Italia e sicuramente anche dall'estero". Già, magari anche dalla California, dove il gestore del Golden Gate Bridge di San Francisco lavora in perdita con un traffico che è 10 volte quello previsto sul ponte di Messina. In chiusura l'intervento del segretario della CISL che ha rilanciato con molta enfasi la panzana dei 100.000 posti di lavoro che saranno creati dal ponte. Dunque è ufficialmente ripartito, per l'ennesima volta, l'iter burocratico per questa opera fantomatica, nonché faraonica e inutile. I cantieri dovrebbero partire entro l'estate 2024. Ma gli auspici non sono proprio dei migliori. Guardate cosa accadeva ieri in India: https://youtu.be/_W0qcPHNfAc
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Valentina mentre aspetta l'aereo a Capodichino: https://youtu.be/d0KqsD9GBgk L'omaggio della pianista alla città di Napoli: https://youtu.be/DBH0rC684y4
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https://infosannio.com/2023/06/06/matteo-insiste-elogia-laereo-pagato-26-volte-il-suo-valore/
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Mi piace ricordare, e mi torna utile per questa discussione, questo illuminante articolo della compianta e indimenticabile professoressa Amalia Signorelli. Fine intellettuale, grande e vera italiana di sinistra che dedicò gli ultimi anni della sua vita a combattere la piaga del renzismo e la riformaccia che intendeva stravolgere la Costituzione per fare quello che vuole fare oggi la Meloni: il premierato forte (più praticabile, più subdolo e dunque perfino peggiore del presidenzialismo). https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/06/comunicazione-politica-renzi-e-b-i-maghi-del-linguaggio-assertivo/1145154/ L'antropologa sottolineava le differenze tra il linguaggio argomentativo, tipico di chi prova a convincere le persone con il ragionamento ed è anche pronto ad accogliere critiche e correzioni, e il linguaggio assertivo tipico dei demagoghi e che non ammette repliche. Del linguaggio assertivo il (cattivo) maestro fu Mussolini, allievi furono Berlusconi e Renzi, la professoressa non conosceva ancora bene Meloni. Ebbene, caro Los, mi dispiace constatare che in tutte le risposte che hai dato alle mie argomentazioni in questa discussione hai sempre usato un linguaggio assertivo. Il linguaggio di Mussolini, Berlusconi, Renzi e Meloni. Putin è un criminale, il resto è fuffa. Una mamma del Donbass che si è vista ammazzare i figli dai nazistoidi ucraini potrebbe dire la stessa cosa sostituendo Zelensky a Putin. A quanto pare hai esaurito gli argomenti. I pochi che avevi te li ho smontati uno a uno con il ragionamento. Putin può essere un criminale e nel contempo non avere tutti i torti. E se anche li avesse, perché noi dobbiamo armare l'Ucraina e non gli altri popoli ingiustamente aggrediti e invasi? E perché, per una questione territoriale tra due paesi (come ce ne sono e ce ne sono state almeno 100 negli ultimi 50 anni) noi dobbiamo rischiare la terza (e definitiva) guerra mondiale? Se gli F-16 chiesti e ottenuti da Zelensky andassero a bombardare Mosca e la Russia rispondesse con un'atomica tattica sulla base ucraina da cui sono partiti, noi cosa faremmo? Ti do la mia risposta, poi attendo la tua. Il governo Meloni farebbe esattamente, né più né meno, quello che gli ordinerebbe di fare la NATO, cioè Biden, cioè un inaffidabile semirincoglionito.
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Gentile Uvabianca, grazie per gli apprezzamenti, ma devo confessare che sono abbastanza allenato a scrivere "coccodrilli". Parlo di quelli seri. Ne scrissi uno tre anni fa per un personaggio molto popolare della mia zona, l'ultimo "acquaiolo" del quartiere (gestore di un piccolo chiosco di bibite e spremute fresche), deceduto per il Covid. Qualche anno prima lo avevo intervistato per lo stesso settimanale locale. In precedenza avevo scritto il coccodrillo per un nostro vecchio e stimato parroco. Mia moglie, che all'epoca dirigeva il bollettino parrocchiale, lo aveva intervistato negli ultimi mesi di vita archiviando oltre 10 ore di audio in formato wav (autobiografia e testamento spirituale). Il parroco andò in coma e ci restò per un paio di settimane, durante le quali io sintetizzai da quei files un articolo di 600 parole, il massimo consentito dall'impaginazione, poi mia moglie e alcune sue amiche ci scrissero un libro. Mio padre era una persona abbastanza conosciuta nel quartiere e purtroppo mi toccò scrivere un articolo del genere anche per lui. Non un vero e proprio "coccodrillo" perché fu pubblicato un mese dopo il decesso. In occasione del "trigesimo" qui a Napoli teniamo molto alla cosiddetta "pagellina di lutto" distribuita a parenti, amici e conoscenti. Contiene la foto e un breve ricordo del defunto, che però talora sfora oltre le 100 parole, per la disperazione del tipografo. Mi è toccato scriverne almeno una decina e non solo per parenti. Sul web si trovano migliaia di dediche e pensieri preconfezionati per queste pagelline e per chi non vuole perdere tempo per i morti.
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Ecco un altro che pensa "storto". Putin ha atteso 8 anni prima di andare in soccorso dei russi del Donbass. Popolo che aveva scelto di autodeterminarsi perché deprivato dei suoi diritti e della sua autonomia dal governo golpista di Kiev. Gli ucraini quel colpo di stato oggi lo chiamano "rivoluzione". Benissimo, anche i russi del Donbass avevano fatto la loro rivoluzione. Ma gli mandarono contro i nazistoidi dell'Azov a massacrare la popolazione. Si era raggiunto un compromesso con gli accordi di Minsk, hanno violato anche quelli. L'invasione russa in effetti era matematicamente prevedibile. La NATO è andata ad "abbaiare fino alle porte della Russia". L'ingenuo Gorbaciov, sciogliendo il Patto di Varsavia, si era accontentato della parola d'onore di James Baker, segretario di stato americano : "La NATO non avanzerà di un solo pollice verso est" (not one inch eastward ). Oggi sappiamo, perché quei documenti sono stati in parte declassificati, che quella parola d'onore fu data non una ma tre volte: https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/russia-programs/2017-12-12/nato-expansion-what-gorbachev-heard-western-leaders-early Ma gli americani, come è arcinoto, sono un popolo senza onore. La NATO assorbì uno a uno TUTTI i paesi dell'ex Patto di Varsavia. Non solo: assorbì pure le tre repubbliche baltiche ex sovietiche. È un miracolo che la Russia abbia accettato pacificamente tutto questo, Cosa accadrebbe in una situazione simmetrica? Cioè se oggi il Messico decidesse democraticamente di allearsi con Putin e di ospitare basi missilistiche nucleari russe presso il confine con gli Stati Uniti? Te lo dico subito. Il governo messicano verrebbe eliminato fisicamente e sostituito con un governo fantoccio, in caso di resistenza l'intero paese verrebbe bombardato a tappeto e invaso prima dell'installazione di quelle basi. Non sarebbe infatti possibile circondare il Messico con un blocco navale come fu fatto con Cuba nel 1962. Krusciov voleva solo realizzare una condizione simmetrica (c'erano missili nucleari americani in Italia e Turchia puntati contro l'Unione Sovietica), Kennedy minacciò la guerra atomica. Durante il blocco una squadra di navi da guerra americane non esitò ad attaccare con bombe di profondità un sottomarino sovietico armato con due siluri a testata atomica, per costringerlo ad emergere. Il sottomarino era troppo profondo per ricevere comunicazioni da Mosca, il comandante credette che fosse scoppiata la guerra e ordinò il lancio dei siluri da 10 kiloton per incenerire la squadra navale nemica. L'ufficiale politico confermò l'ordine, l'ufficiale esecutivo, a costo di bruciarsi la carriera, lo negò. Il suo niet salvò il mondo dalla catastrofe. In seguito lo storico Schlesinger, all'epoca consigliere di Kennedy, scrisse che quello era stato non solo il momento più pericoloso della guerra fredda ma il momento più pericoloso della storia. Quell'eroe, figlio di contadini russi, era nato nello stesso giorno di mia madre, mi piace pensare che siano due anime del Paradiso.
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Balle??! Io ho riportato FATTI, e ti ho dimostrato MATEMATICAMENTE che Enrico Mentana ha sparato una BALLA MONUMENTALE quando, con sprezzo del ridicolo e con una spudoratezza che non avrei mai immaginato in un giornalista di solito serio e pacato, ha accostato i pacifisti ai no vax, anzi ha detto che per la "gran parte" le due categorie coincidono. Che faccia di bronzo! Se in Italia esistesse un movimento pacifista serio, coeso e organizzato, invece di una galassia di sigle, questo signore risponderebbe in tribunale della sua colossale menzogna! In una monumentale intervista al FQ Gustavo Zagrebelsky citava una frase di Federico II di Prussia: Se i nostri soldati pensassero con la loro testa, si rifiuterebbero di andare in guerra. E la commentava così: In guerra prima degli eserciti bisogna mobilitare i propagandisti, per impedire di pensare o per far pensare storto. È quello che fanno da 15 mesi Mentana e gli altri propagandisti che lavano il cervello degli italiani per convincerli che la ragione sta tutta dalla parte ucraina e il torto tutto dalla parte russa, e che è necessario violare la Costituzione e alimentare con l'invio incessante di armi una guerraccia per procura, per giunta senza prospettive (ci vuole altro per sconfiggere una superpotenza atomica), e dunque immorale secondo Norberto Bobbio (anch'egli citato da Zagrebelsky) https://ristretti.org/zagrebelsky-la-guerra-va-ripudiata-anche-quando-e-indiretta Sia detto senza offesa, ma mi pare che nel tuo caso Mentana e gli altri abbiano centrato l'obbiettivo di far pensare "storto". Per es. sei tu che scrivi una balla quando dici che il papa non è pacifista. LA CHIESA INTERA È PACIFISTA, dunque lo è anche il suo capo spirituale. Non lo dico io, lo dice un titolone dell'Osservatore Romano: https://www.osservatoreromano.va/it/news/2022-08/quo-181/la-chiesa-e-pacifista-perche-crede-e-lotta-per-la-pace.html Nell'articolo si specifica che in casi come la guerra in Ucraina la bussola da seguire è una sola: il Vangelo. E chi ha letto il Vangelo sa che il suo pacifismo è quello che oggi viene definito "radicale" o "integrale" o "assoluto" (Ama il tuo nemico... Porgi l'altra guancia...). Peraltro papa Francesco parla da pacifista abbastanza radicale quando dice che la Nato è andata ad abbaiare alle porte della Russia (assorbendo in violazione degli accordi tutti paesi dell'ex Patto di Varsavia e le tre repubbliche baltiche ex sovietiche). È un fatto che la Russia si dice pronta a negoziare senza precondizioni: https://www.italiaambiente.it/2023/02/11/ucraina-russia-pronta-a-negoziare-senza-precondizioni/ Mentre è Zelensky quello che detta le precondizioni (ritiro totale della Russia da tutti i territori occupati e annessi, Crimea inclusa) e gli alleati gli danno spago (per ora). In un caso non ho riportato un fatto ma un'ipotesi. Ho scritto che se l'America si fosse disinteressata a questa invasione (come aveva fatto con tutte le precedenti invasioni di URSS e Russia), Draghi e Meloni non avrebbero donato a Zelensky neppure una scacciacani. Se pensi il contrario, allora puoi credere di tutto.
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PIANGIAMO UN EROE DEL NOSTRO TEMPO Le parole Estote parati, siate pronti, il motto del Movimento Scout di cui in gioventù fu fulgido rappresentante e attivista, hanno accompagnato l'ultimo respiro di questo grande italiano nelle aride lande d'Arabia. Il principe saudita ha proclamato 3 mesi di lutto nazionale per il fraterno amico che vi esportò il nostro Rinascimento. Di umili origini provinciali, sostenne la famiglia, perseguitata dalla giustizia, lavorando fin da ragazzo e sbancando un popolare telequiz. Abbracciò giovanissimo la missione della politica, nella quale profuse il suo incommensurabile talento in modo generoso e disinteressato. Solo post mortem i fedeli e affranti amici del suo storico circolo, il "Gelsomino magico", hanno voluto rivelare in tv, con il permesso della famiglia, l'estratto conto dello scomparso: appena 15.000 euro. Resta scolpito nei secoli il suo mirabile insegnamento: "Se vuoi fare i soldi, non fare il politico". Si racconta che un ricco imprenditore avesse voluto disinteressatamente omaggiarlo, intestandogli a sua insaputa una villetta sui poggi fiorentini. Ebbene, il Cincinnato del nostro tempo, venutolo a sapere, sdegnosamente la rifiutò. Ma la rinuncia più grande di questo eroico servitore della Patria, per la quale egli è e sempre sarà universalmente additato ad esempio, fu l'abbandono della politica attiva nel pieno di una travolgente carriera. Egli serbava in sé una concezione altissima della nobiltà dell'impegno politico. Non se ne vantò mai con nessuno, semplicemente la tradusse in pratica. I poteri forti, che lo corteggiarono a lungo senza ricevere da lui la benché minima concessione, si vendicarono della sua intransigenza e della sua probità scatenandogli contro una letale campagna di disinformazione che condusse alla nefasta vittoria del NO nel referendum che poteva finalmente cambiare l'Italia. Fu sventuratamente bocciata la riforma, grandiosa e cruciale, del suo ardito progetto politico, alla quale egli aveva legato la carriera stessa con un'intrepida promessa al popolo sovrano, sulla scia del grande De Gaulle, uno dei suoi illuminati maestri. Pagò l'errore di avere lasciato tutta la televisione pubblica nelle mani dell'opposizione. Caso unico nella storia della Rai, fulgido esempio di democrazia e di leadership basata sulle idee e non sulle poltrone. E l'errore di avere lasciato al loro posto tutti i suoi acerrimi oppositori interni nel partito. Un leader cinico e spregiudicato li avrebbe rottamati senza pietà. Estote parati, siate pronti, ed egli fu pronto al sacrificio estremo. Il giorno stesso delle votazioni si dimise da tutte le cariche e abbandonò per sempre la politica. Resistendo negli anni a tutti quelli, e furono milioni, che lo implorarono di rientrare. In una politica ridotta a squallido carrozzone di mestieranti, traditori e pugnalatori alle spalle, perfino i leader degli altri partiti rimpiangono un avversario di specchiata onestà e lealtà. Splendide e commoventi le parole dell'amico fraterno Enrico Letta: "Oggi dovrei piangere, vorrei piangere, eppure sono sereno: mi dà forza e coraggio l'esempio fecondo che hai lasciato a tutti noi". Questo politico esemplare, questo statista straordinario, oggi vive nella memoria e nel cuore degli italiani tutti. Egli ha affermato l'italianità nel mondo, la cultura italiana gli deve tantissimo. Basta ricordare che è stato l'unico italiano che in questo secolo è riuscito a introdurre neologismi nella dominante lingua inglese (da lui padroneggiata). Per esempio il bellissimo shish. Oggi lo piangono tutti, anche quelli che gli votarono contro. La prematura scomparsa ha suscitato un'ondata di commozione nel paese. Forse con un unico precedente, ma nella sola città di Napoli: la morte di Maradona. Tutti i veraci napoletani, come è noto, espongono in casa una o più foto del fuoriclasse argentino. C'è addirittura chi ha una foto del pibe de oro perfino in bagno. E queste foto "da bagno" vanno a ruba sulle bancarelle di Spaccanapoli. Lo stesso accade oggi per il nostro compianto e inimitabile fuoriclasse della politica. Le spoglie mortali torneranno in Italia con un volo di Stato da Riad dell'Airbus A-340, quello che fu l'unico piccolissimo e innocente lusso concessosi in vita da quest'uomo umile e morigerato, peraltro non per sé ma per il prestigio del nostro paese nel mondo. Le solenni esequie di Stato si svolgeranno alla presenza di tutti leader mondiali, inclusi Putin e Zelensky. I quali per l'occasione hanno concordato una tregua. Se essa sfocerà nella pace agognata, chi scrive il presente coccodrillo non può non immaginare l'attivazione in Vaticano di una causa di beatificazione. Sarebbe a nostro avviso e in ogni caso un atto dovuto nei riguardi di questa straordinaria, luminosa e cristianissima figura del nostro tempo (indimenticabile il suo comizio in una chiesa), sulla scia di un altro suo maestro, democristiano come lui ed ex sindaco di Firenze come lui: Giorgio La Pira. Le spoglie saranno traslate nel mausoleo di Arcore, annesso alla villa dell'anziano statista che oggi lo piange come un figlio e che insieme al padre naturale, un sant'uomo manco a dirlo anche lui, gli trasmise i valori dell'onestà e del disprezzo del denaro.
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