fosforo311

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  1. Se posso muoverti una piccola critica, caro D/b, direi che ti piace essere un po' criptico nei tuoi post. Non è un difetto (almeno in questa sede) ma uno stile. In questo caso credo che tu ti riferisca alla cosiddetta "obsolescenza programmata". Che è uno dei paradossi del consumismo, del cosiddetto libero mercato e del modello economico lineare (in contrapposizione a quello circolare). Si mette in commercio un prodotto meno durevole e in genere meno valido di quanto potrebbe essere, più soggetto a guasti, difficilmente riparabile e riciclabile, ma ciò non abbassa i profitti del produttore bensì li incrementa (ma incrementa anche l'inquinamento ambientale causato dalla produzione e dalla rottamazione). L'esempio forse più famoso risale agli anni '40. La DuPont, colosso americano dell'industria chimica, aveva sviluppato una nuova fibra sintetica: il nylon. Ottimo per realizzare calze da donna al posto della seta (costosa e proveniente per lo più dal Giappone contro il quale si era in guerra). Queste calze in nylon vennero testate sulle dipendenti dell'azienda e si scoprì che erano molto resistenti e durevoli. Assai raramente davano luogo a smagliature ed erano così robuste da poter essere usate come cavo da traino per autoveicoli. Presto però i vertici dell'azienda capirono che una calza quasi indistruttibile mal si conciliava con le vendite e i profitti, e allora incaricarono i loro ricercatori e i loro tecnici, gli stessi che avevano sviluppato la fibra di nylon, di mettere a punto una versione più debole. Saluti
  2. Dubbi? Non vorrei apparire immodesto, ma che l'allievo ripetente di B. fosse di destra, e di una destra tutt'altro che moderata, io lo scrivo in questo forum dal 2014, ovvero dalla presentazione di quell'obbrobrio di legge elettorale, fascistoide e incostituzionale, denominato Italicum. Mentre l'allievo ripetente di Montezemolo lo vedo più che altro come una banderuola a caccia di poltrone: allearsi con Rifondazione o con FdI per lui è la stessa cosa. Avendo fatto il manager, si crede al di sopra della politica e dei suoi giochini. Le sue ultime scelte dimostrano che è molto al di sotto. La sua unica e vaga forma di coerenza sembrava l'odio viscerale verso i 5stelle e soprattutto Conte (dice che vuole prenderli a calci: è un sentimento che lo accomuna all'altro bulletto), ma in Abruzzo si è alleato pure con loro. Devo ammettere però che tra i due ex terzopolisti mi sembrava il più serio (e ci voleva poco), ma devo ricredermi. Travaglio, che lo conosce molto meglio di me, gli ha dedicato questo godibilissimo editoriale: https://infosannio.com/2024/03/15/vita-da-carlo/ (testo integrale nella risposta di infosannio)
  3. Tra le innumerevoli e colossali balle contenute nello scritto allegato dal pisano vi segna.lo questa: In definitiva l’onere a carico dello Stato per la realizzazione dell’opera sarebbe confrontabile all’onere che lo Stato dovrà affrontare per il risarcimento a seguito della rescissione contrattuale al Contraente Generale (Eurolink) ed al PMC (Parsons), stimabile in circa 1 miliardo di euro, oltre a quanto già speso da Stretto di Messina S.p.A. dal 1981 (circa 350 milioni di euro), ai 26 milioni di euro già spesi per lo spostamento della ferrovia dove interferiva con una delle torri del ponte (variante di Cannitello) ed a quanto da rimborsare ai proprietari dei terreni vincolati all’opera. Cioè, se ho ben capito, si sostiene che il ponte faraonico e inutile costerebbe allo Stato italiano appena 1 miliardo, più 376 milioni già spesi, più i rimborsi per gli espropri. Peccato che il conto incluso nel Documento di programmazione economica dello Stato italiano sia "lievemente" più salato: https://www.ilsole24ore.com/art/ponte-stretto-def-costo-aggiornato-servono-146-miliardi-AEzFUTHD A proposito di espropri, vorrei rivolgere un appello agli espropriandi, molti dei quali, in realtà, non ne hanno bisogno. Barricatevi in casa e tenete duro! Anche se non vi incoraggerò a resistere fino alla morte, come farei io per la mia casa. Mi permetto infine di far notare, a costo di ripetermi, che il ponte tra Copenaghen e Malmö collega due tra le città e regioni più ricche d'Europa; mentre il ponte sui Dardanelli, oltre a collegare le due parti di un'unica metropoli, Istanbul, di 16 milioni di abitanti e in grande espansione, collega addirittura due continenti! L'altro collegamento (via Caucaso e Russia) essendo al momento poco praticabile. Il ponte sullo Stretto dovrebbe collegare due regioni periferiche tra le più povere d'Europa e in calo demografico. Ma costerebbe ben più della somma dei costi attualizzati dei due suddetti ponti (circa 9 miliardi di euro).
  4. Vero, ci vuole unità, ma "Stanlio & Ollio", ovvero i due politucoli più ridicoli e più inaffidabili della GALASSIA (con rispetto parlando per i due grandi comici), hanno abbandonato ogni residuo pudore (ammesso che ne abbiano avuto qualche milligrammo) e si sono alleati con la destra. E che destra! Perchè? Solo per raccattare qualche poltrona? No: al di là delle finzioni, delle ipocrisie e delle chiacchiere, questa destra che farebbe vomitare una capra ce l'hanno nel DNA pure loro. Da sempre. Ora sono finalmente a casa loro. Insieme agli eredi diretti o indiretti del fascismo, del delinquente Berlusconi e del peggiore populismo xenofobo, razzista e secessionista. Bravi! Tutti quanti gli danno il "benvenuti", se lo meritano! Finalmente questi due accattoni della politica sono nel loro elemento, con la peggiore destra della GALASSIA tolti i neonazisti. Meglio così, nel centrosinistra nessuno farà più confusione, a parte qualche pollo o qualche decerebrato. E i neonazisti di due regioni voteranno per la loro stessa coalizione. O magari - perché no - proprio per loro due. Il grande Indro Montanelli, che apparteneva a ben altra destra (in Italia ormai estinta), direbbe che si sono alleati, o meglio mischiati, con "la feccia che risale il pozzo". Hanno finalmente gettato la maschera e mostrano il bronzo delle loro facce. Sono feccia essi stessi, sono mestieranti e traditori da vomito, hanno la faccia come il kulo. L'escremento quotidiano del più anonimo dei politici della Prima Repubblica valeva più di loro due messi insieme.
  5. Il cameriere??! Forse non guardi Di Martedì o fai confusione con un cameriere berlusconiano pure lui di nome Alessandro. L'altro è uno dei maggiori artisti viventi e, come tutti i grandissimi artisti, è un antagonista puro.
  6. Grazie a te e a Tiberio per avere letto e apprezzato il mio post
  7. Lo so, quelli di voi che amano la Storia avranno pensato ad Alessandro il Grande (Magno) e a Ciro il Grande. E alla memorabile visita, descritta da Plutarco, del primo sulla tomba del secondo. Due giganti, due colossi, due titani della Storia. Del primo è superfluo parlare, del secondo lascio parlare Wikipedia, chi non conosce (o non ricorda) la maestra di vita resterà sorpreso: Liberò gli schiavi, dichiarò che ognuno aveva il diritto di scegliere la propria religione e stabilì l'uguaglianza tra le razze. Questi e altri decreti furono incisi su un cilindro di argilla cotta ... descritto come la prima carta dei diritti umani nella storia dell'umanità, anticipando la Magna Carta di più di un millennio. Ma io vi parlo di un altro Alessandro, ben conosciuto, e di un altro Ciro, meno conosciuto ma che vi sorprenderà. Due italiani, uno discendente dai Romani, uno dai Greci. Due ragazzi esemplari (uso questo termine paterno perché sarei stato orgoglioso di due figli così), difensori dei diritti e della pace, due combattenti con armi diverse, due grandi, grandissimi italiani che hanno perfino la forza di ridestare in me, e immagino in molti di voi, orgoglio e speranza. Qualcun altro avrà un versamento di bile fin dai primi minuti, sarò lieto di commentare il video insieme a chi arriverà alla fine. Ma una domanda consentitemela fin da ora. Guardate la faccia, o meglio la testa di Ciro: non notate anche voi una impressionante somiglianza fisica con un grande artista del Rinascimento? Per favore , aiutatemi a ricordare quale. https://youtu.be/SaS6zYYQp7E?si=DSwNOTvArvkd_81U
  8. https://youtu.be/X2gjbqpsIN8?si=98F_EuaWeEBm3m12 Mi ricordo che uno studente universitario del primo anno se ne andava in giardino con le clic clac per rilassarsi prima degli esami. Ricordo vagamente che un matematico le studiò con le equazioni di Lagrange. Qualcuno si fece anche i soldi: https://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2022/04/09/news/addio-a-clemente-martinelli-l-inventore-delle-palline-clic-clac-che-50-anni-fa-stregarono-una-generazione-1.41363292 In effetti era un gioco noioso, talora doloroso, preferivo di gran lunga il cubo di Rubik: https://youtube.com/shorts/gAd1I96Xhyk?si=5M9MObiQveuFcLkK
  9. La mia opinione, per quello che vale, è che molti (passeggeri dei treni, autoveicoli, veicoli pesanti, forse perfino carri merci) continuerebbero a usare i traghetti anche in presenza di un eventuale ponte. Potrebbero esserci varie ragioni, voglio qui focalizzarmi sull'aspetto economico. Si parla spesso del costo di costruzione dell'opera, il preventivo più accreditato è 14,6 miliardi (inclusi i raccordi ferroviari, non quelli stradali) poi vedremo eventualmente il consuntivo. Per ammortizzare questa cifra sui 200 anni di "vita utile" previsti (ipotesi molto ottimistica) bisognerebbe incassare 73 milioni l'anno (esclusi gli interessi sul capitale, leggasi debito pubblico). Ma non si sa niente o quasi sui costi di manutenzione dell'opera. L'unica stima che ho trovato, in un articolo per il resto ottimistico sul ponte, parla di ben 3 miliardi l'anno (inclusi i costi di gestione e sicurezza): https://www.creditnews.it/ponte-stretto-messina-costi-pro-contro/ Mi sembra una cifra molto esagerata, almeno per i primi decenni quando la salsedine non avrà troppo corroso l'acciaio (e il cemento). Se fosse realistica, sarebbe più conveniente demolire il ponte che utilizzarlo. Per tentare una stima grossolana ho fatto riferimento al famoso Golden Gate Bridge di San Francisco, per il quale il gestore prevede 103 milioni di dollari di Operation and Maintenance costs nel 2024. Parliamo di un ponte inaugurato 87 anni fa, situato anch'esso in area sismica e ventosa, più volte ristrutturato con interventi radicali e costosi. Per es. sono stati sostituiti tutti i cavi verticali di sospensione (500), tutti i rivetti delle torri (1,2 milioni) e l'intero impalcato. Quindi questo ponte oggi potrebbe essere indicativo riguardo ai costi medi di manutenzione sull'intero arco di "vita utile" del ponte sullo Stretto. Però il Golden Gate Bridge non ha la ferrovia ed è assai più piccolo, almeno come luce della campata principale (1.282 metri contro 3.300), di conseguenza la struttura è assai meno sollecitata dagli agenti esterni e interni. Avevo già citato questo interessante articolo, scritto da un ingegnere, dove si sottolinea che i problemi strutturali legati alla portanza, alle deformazioni e agli effetti del vento su un ponte sospeso si aggravano in ragione della seconda, terza e quarta potenza della luce rispettivamente: https://www.lalampadina.net/magazine/2020/02/abbiamo-ospiti-ingegneria-il-ponte-sullo-stretto-di-messina-unavventura-tecnica-e-tecnologica/ Orbene, se il ponte di Messina sarà ben progettato e realizzato, possiamo immaginare, in prima e forse anche ottimistica approssimazione, di poter fronteggiare tutti gli effetti suddetti con una spesa media annua di manutenzione assorbita dalla seconda potenza del rapporto delle luci rispetto al ponte di San Francisco. Cosicché moltiplichiamo i 103 milioni di dollari per il fattore (3.300/1.282)² e ricaviamo una stima grossolana del costo medio di manutenzione pari a circa 627 milioni di euro al cambio odierno. Aggiungendo i 73 milioni per ammortizzare il costo capitale (interessi esclusi) concludiamo che il ponte sullo Stretto si ripagherebbe incassando una media di circa 700 milioni annui per 200 anni. Ma il Golden Gate Bridge nel 2023 ha realizzato 146 milioni di dollari di ricavi, equivalenti a circa 134 milioni di euro, con un traffico di quasi 90.000 veicoli al giorno, ancora lontano dai valori prepandemici (quasi 110.000 veicoli al giorno nel 2019). https://www.goldengate.org/bridge/history-research/statistics-data/annual-vehicle-crossings-toll-revenues/ È vero che i pedaggi sul Golden Gate Bridge sono molto più bassi delle tariffe sui traghetti nello Stretto. Per esempio, il pedaggio medio per le auto è circa 9 dollari contro i 40 euro circa riportati da Tiberio: https://www.goldengate.org/bridge/tolls-payment/ Ma al momento non si sa se i pedaggi sull'eventuale ponte saranno più o meno salati delle corrispondenti tariffe di traghettamento. Secondo il sito Strettoweb, quasi fanatico del ponte, esso consentirà un risparmio di un terzo, mentre altri pensano che il ponte sarà più caro di un 15 o 20%. In ogni caso nel 2019 venivano traghettati nello Stretto di Messina appena 7.000 veicoli al giorno, tra motoveicoli e autoveicoli leggeri e pesanti. A questi dobbiamo aggiungere il traffico ferroviario, che sul ponte di San Francisco non c'è ma che comunque fornisce ricavi inferiori a quelli generati da auto, moto e mezzi pesanti. Se anche il ponte quadruplicasse i volumi di traffico prepandemici, ipotesi a mio avviso inverosimile, i ricavi resterebbero lontanissimi dai 700 milioni di cui sopra. Mentre incrementare troppo i pedaggi sarebbe controproducente, inducendo la gente a ritornare sui traghetti o a preferire di gran lunga l'aereo, almeno da chi va in Sicilia partendo da Napoli in su. Secondo una tabella di ripartizione modale pubblicata nel 2011 dalla Società Stretto di Messina spa, il 60,3% degli spostamenti di lunga percorrenza da e verso la Sicilia preferiva l'aereo, il 19,2% la strada, il 10,3% il treno, il 10,2% la nave. Francamente non credo che un ponte, per quanto ardito e spettacolare, possa cambiare più di tanto questo quadro. Le proiezioni sull'indotto nel turismo e in altri settori mi sembrano alquanto fumose. Debellare le mafie e la malapolitica collusa gioverebbe alle economie di Calabria e Sicilia infinitamente più del ponte. Investendo 15 miliardi nelle rinnovabili in due regioni ricche di sole e vento forse si creerebbero davvero i 100.000 posti di lavoro di cui vaneggia il ministro Salvini.