capitali che vanno all'estero

Quando si parla di capitali Italiani che vanno all'estero si pensa generalmente solo a ricchi nababbi che portano i loro soldi fuori dall'Italia; in realtà esiste uno stillicidio di piccole cifre che dall'Italia vanno verso l'estero e impoveriscono l'Italia , si va dai pensionati alla ricerca di paradisi dove vivere con una tassazione più bassa http://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2017/07/23/fuga-allestero-dei-pensionati-lultima-vergogna-italiana/ agli immigrati che mandano i loro soldi all'estero  http://www.imolaoggi.it/2017/11/13/nel-2016-i-migranti-hanno-inviato-45-miliardi-nei-paesi-dorigine/  chi è che aveva detto che gli immigrati sono una risorsa?

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13 messaggi in questa discussione

dipende  da  come  li  mandano, se  li  mandano  per  vie  legali si  paga  e  come   ,  ma  non    è  certo  come    certi  capitali  che  finiscono  nei  paradisi  fiscali... certo  colpevolizzare  degli innocenti  per  salvare  i delinquenti  torna  comodo

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https://www.fiscomania.com/2016/04/trasferire-soldi-allestero-legalmente-metodi/

Se un soggetto ha lavorato, ha risparmiato oppure ha ricevuto un’eredità, ovvero ha avuto una vincita, o si è comunque procurato lecitamente un guadagno, costui ha legalmente il diritto di trasferire i propri soldi nel Paese che preferisce.

Se le somme di denaro di cui disponiamo sonolecite, ovvero derivano redditi o patrimoni correttamente dichiarati, e sui quali è stata regolarmente scontata la tassazione fiscale, non dobbiamo preoccuparci di dover spostare tali somme all’estero (rispettando la normativa che di seguito vi indicheremo), in quanto non dobbiamo dimenticare il principio secondo cui possiamo disporre come preferiamo dei soldi che sono di nostra esclusiva spettanza.

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Qui non si dice che i soldi sono portati all'estero illegalmente, i trasferimenti avvengono in maniera lecita, trasparente, legale, si tratta solo di prendere atto che queste fuoriuscite di denaro impoveriscono la nostra nazione;  prendi per esempio un pensionato che riscuote in Italia la propria pensione, ovviamente fa i propri acquisti qui, paga l'Iva su tutto quello che compera, da lavoro a chi fa il pane, al fruttivendolo, al macellaio . contribuisce nel suo piccolo all'andamento dell'economia;  prendi adesso in considerazione un pensionato che è andato a vivere all'estero, suo pieno diritto di farlo, i soldi sono suoi, però in Italia non spende un euro, lo stato non prende un centesimo dall'Iva dei suoi acquisti, sono soldi che vanno via dall'Italia e verranno spesi altrove;  una volta tanto tempo fa la nostra bilancia dei pagamenti era in attivo grazie alle rimesse degli emigranti, ai soldi cioè che gli Italiani che erano andati a fare i minatori e i manovali all'estero mandavano in Italia per il sostentamento delle famiglie che avevano lasciato qui e questa voce (le rimesse degli emigrati) erano una voce cospicua nella nostra bilancia dei pagamenti, adesso avviene l'esatto contrario, sono soldi che vanno via, che di fatto ci rendono più poveri.

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2 minuti fa, etrusco1900 ha scritto:

Qui non si dice che i soldi sono portati all'estero illegalmente, i trasferimenti avvengono in maniera lecita, trasparente, legale, si tratta solo di prendere atto che queste fuoriuscite di denaro impoveriscono la nostra nazione;  prendi per esempio un pensionato che riscuote in Italia la propria pensione, ovviamente fa i propri acquisti qui, paga l'Iva su tutto quello che compera, da lavoro a chi fa il pane, al fruttivendolo, al macellaio . contribuisce nel suo piccolo all'andamento dell'economia;  prendi adesso in considerazione un pensionato che è andato a vivere all'estero, suo pieno diritto di farlo, i soldi sono suoi, però in Italia non spende un euro, lo stato non prende un centesimo dall'Iva dei suoi acquisti, sono soldi che vanno via dall'Italia e verranno spesi altrove;  una volta tanto tempo fa la nostra bilancia dei pagamenti era in attivo grazie alle rimesse degli emigranti, ai soldi cioè che gli Italiani che erano andati a fare i minatori e i manovali all'estero mandavano in Italia per il sostentamento delle famiglie che avevano lasciato qui e questa voce (le rimesse degli emigrati) erano una voce cospicua nella nostra bilancia dei pagamenti, adesso avviene l'esatto contrario, sono soldi che vanno via, che di fatto ci rendono più poveri.

di  quelle  invece   che  arrivano  dai nostri  emigrati  che  sono  allora e  sono  ancora  tanti   ???  Resta  il  fatto    che   questi  pagano  le  tasse,  pagano  l'  Inps a  una   nazione  che  sta  diventando  di vecchi   perché  i  giovani  debbono scappare  e  questo  anche  grazie   ad  uno  che  hai  giovani  ha  detto dall'  Italia  non  aspettatevi  nulla  andate  all' estero e   ad  una   giovane  ha  risposto  sposati  uno  ricco   questa  è  la  politica  della  dx   del  pregiudicato  piduista.   A proposito    non era  anche  quello  che  in  quattro  anni  avrebbe   sconfitto  la  piaga  del  cancro  ??   Purtroppo  io  penso  che  il cancro  dell' Italia  sia  proprio lui.

 

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Io  credo  che  non  sia   quei   soldi  onestamente   guadagnati ad  impoverire  l'  Italia  anzi,  ma    penso   che  siano  tutti  quei  prenditori  che   dopo  aver  sfruttato benefit  e aiuti  siano  scappati  a  far  impresa    in  altri  paesi...

 

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C'è una emorragia di risorse nazionali verso l'estero molto più grave di quelle citate, probabilmente perfino più grave, viste le dimensioni che ha assunto, dell'esportazione illecita di capitali finalizzata all'evasione fiscale. Parlo ovviamente della cosiddetta delocalizzazione all'estero della produzione industriale. Intendiamoci, in una economia globalizzata le grandi aziende del pianeta sono molto incentivate per non dire quasi obbligate a delocalizzare una quota fisiologica della produzione, e a diventare di fatto delle multinazionali. Però per le aziende italiane il fenomeno è patologico: moltissime grandi e famose aziende, come l'ex gruppo Fiat, e ormai anche molte imprese medie, hanno trasferito o si accingono a trasferire ben oltre il 50% della produzione all'estero. Chiudono fabbriche in Italia e ne aprono all'estero, chiudono centri di ricerca in Italia (vedasi per es. le aziende farmaceutiche) e ne aprono all'estero. È una emorragia di capitali, di know-how, di lavoro e di valore aggiunto (cioè di PIL) oltre i nostri confini. Direi un emorragia di futuro che viene cancellato per i nostri giovani. Cosa ha fatto finora la politica per fermare e invertire questo trend disastroso? Poco o nulla. Direi anzi che la politica ci ha messo del suo con le privatizzazioni. Qualche giorno fa il presidente del Consiglio è andato a Bergamo per il Festival Città Impresa, e ha fatto visita alla Brembo, una delle eccellenze del (cosiddetto) made in Italy. Immancabili salamelecchi tra Gentiloni e Bombassei, che mi hanno ricordato quelli tra Renzi e Marchionne. Ma se io fossi premier, a imprenditori che delocalizzano i due terzi della produzione e del personale all'estero negherei pure il saluto. Lo Stato dovrebbe usare la leva fiscale per premiare chi resta in Italia e per penalizzare duramente chi porta la produzione all'estero. Introdurrei ex lege anche una semplice norma nella pubblicità. In ogni spot televisivo e su tutta la pubblicità cartacea dovrebbero comparire sempre ben visibili l'indicazione della provenienza del prodotto (es. made in Serbia per la Fiat 500L) e il dato della percentuale di dipendenti nazionali sul totale dei dipendenti del produttore. In modo che i consumatori che vogliono favorire il vero made in Italy, che è cosa ben diversa da un semplice marchio italiano, possano regolarsi di conseguenza.

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E ancora una volta il c o p p o l o n e napoletano fornisce prova di non capire una m a z z a di economia:

1 - NON PUOI ESSERE A FAVORE DELL'EURO E CONTRARIO ALLE DELOCALIZZAZIONI

2 - LE PRIVATIZZAZIONI CI AZZECCANO CON LE DELOCALIZZAZIONI ESATTAMENTE QUANTO IL C O P P O L O N E NAPOLETANO CI AZZECCA CON L'INTELLIGENZA.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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Come nel caso dei Panama Papers, nei #ParadisePapers troviamo i super ricchi, ma anche molti criminali che usano lo “scudo” dell’offshore per proteggere e nascondere le proprie tracce.
Alla fine le uniche persone che non troviamo nel mondo dei paradisi fiscali, sono le persone comuni. Che in genere sono quelli che pagano le tasse. Bisogna dire basta a chi non contribuisce alle spese dello stato perché significa privarsi delle cure, dell’*** degli anziani e dei più deb...oli. E finanche rapinarlo del futuro.

Le inchieste di #Report tornano lunedì prossimo.

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Gli imprenditori sfruttano ogni tornaconto fregandosene di chi perde come gli operai, vanno all'estero perchè la mano d'opera costa meno, poi portano i prodotti in Italia vendendoli come se fossero stati costruiti qui, i primi sconci sono loro, naturalmente i loro soldi rimangono all'estero, magari Svizzera o i paradisi fiscali...tipo offshore..

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16 ore fa, docgalileo ha scritto:

E ancora una volta il c o p p o l o n e napoletano fornisce prova di non capire una m a z z a di economia:

1 - NON PUOI ESSERE A FAVORE DELL'EURO E CONTRARIO ALLE DELOCALIZZAZIONI

2 - LE PRIVATIZZAZIONI CI AZZECCANO CON LE DELOCALIZZAZIONI ESATTAMENTE QUANTO IL C O P P O L O N E NAPOLETANO CI AZZECCA CON L'INTELLIGENZA.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Fai una cosa, invece di perderti in chiacchiere e in insulti, cerca di fornire tu una prova delle tue attuali cognizioni in economia (non posso escludere che tu abbia studiato e imparato qualcosa) provando per es. a giustificare il punto 1. E cerca anche di spiegare perché la Germania, che strapaga i suoi dipendenti del settore auto, resta il terzo produttore mondiale di automobili, mentre noi siamo precipitati al 20simo posto (fonte OICA 2016) grazie a Marchionne e alle delocalizzazioni dell'ex gruppo Fiat, e mentre in Spagna, che se non erro ha l'euro, si produce oltre il triplo delle autovetture che si producono in Italia. 

Sul punto 2 puoi fare un'altra cosa. Verificare quanti erano i dipendenti di Telecom Italia al momento della privatizzazione (erroraccio colossale di Prodi e del centrosinistra) e quanti sono oggi, ma soprattutto come è cambiato il rapporto numerico tra dipendenti nazionali ed esteri. Ma non hai mai parlato con un operatore TIM con l'accento albanese?

Modificato da fosforo31

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16 minuti fa, fosforo31 ha scritto:

Fai una cosa, invece di perderti in chiacchiere e in insulti, cerca di fornire tu una prova delle tue attuali cognizioni in economia (non posso escludere che tu abbia studiato e imparato qualcosa) provando per es. a giustificare il punto 1. E cerca anche di spiegare perché la Germania, che strapaga i suoi dipendenti del settore auto, resta il terzo produttore mondiale di automobili, mentre noi siamo precipitati al 20simo posto (fonte OICA 2016) grazie a Marchionne e alle delocalizzazioni dell'ex gruppo Fiat, e mentre in Spagna, che se non erro ha l'euro, si produce oltre il triplo delle autovetture che si producono in Italia. 

Sul punto 2 puoi fare un'altra cosa. Verificare quanti erano i dipendenti di Telecom Italia al momento della privatizzazione (erroraccio colossale di Prodi e del centrosinistra) e quanti sono oggi, ma soprattutto come è cambiato il rapporto numerico tra dipendenti nazionali ed esteri. Ma non hai mai parlato con un operatore TIM con l'accento albanese?

Perdonami Fosfy,

ti faccio notare che i dipendenti Telecom Italia non sono stati MAI privatizzati, semplicemente Perchè non esistevano.

La fusione tra Siptel, ASST (Azienda Statale Servizi Telefonici), ITALCABLE e altre aziende di stato che non ricordo tutte, confluirono in Telecom Italia. La privatizzazione nasce in quel momento.

Un vero pasticcio, per non dire altro.

Modificato da shinycage

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2 ore fa, fosforo31 ha scritto:

Fai una cosa, invece di perderti in chiacchiere e in insulti, cerca di fornire tu una prova delle tue attuali cognizioni in economia (non posso escludere che tu abbia studiato e imparato qualcosa) provando per es. a giustificare il punto 1. E cerca anche di spiegare perché la Germania, che strapaga i suoi dipendenti del settore auto, resta il terzo produttore mondiale di automobili, mentre noi siamo precipitati al 20simo posto (fonte OICA 2016) grazie a Marchionne e alle delocalizzazioni dell'ex gruppo Fiat, e mentre in Spagna, che se non erro ha l'euro, si produce oltre il triplo delle autovetture che si producono in Italia. 

Sul punto 2 puoi fare un'altra cosa. Verificare quanti erano i dipendenti di Telecom Italia al momento della privatizzazione (erroraccio colossale di Prodi e del centrosinistra) e quanti sono oggi, ma soprattutto come è cambiato il rapporto numerico tra dipendenti nazionali ed esteri. Ma non hai mai parlato con un operatore TIM con l'accento albanese?

già  meglio  avere   66  offshore alle  Caiman   come  il tuo  pregiudicato piduista   che   come  condannato  non  ha  nessun  diritto  e  sta    ormai da  parecchi anni,  per  interposti  personaggi , lui  si all'opposizione e  che  per  tornare   al   governo  dovrà allearsi  con  fascisti e  celoduri due  opposte  politiche   che  di  coerenza  hanno  il  nulla.

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Il 13.11.2017 in 15:44 , etrusco1900 ha scritto:

Quando si parla di capitali Italiani che vanno all'estero si pensa generalmente solo a ricchi nababbi che portano i loro soldi fuori dall'Italia; in realtà esiste uno stillicidio di piccole cifre che dall'Italia vanno verso l'estero e impoveriscono l'Italia , si va dai pensionati alla ricerca di paradisi dove vivere con una tassazione più bassa http://www.lavocedinewyork.com/news/politica/2017/07/23/fuga-allestero-dei-pensionati-lultima-vergogna-italiana/ agli immigrati che mandano i loro soldi all'estero  http://www.imolaoggi.it/2017/11/13/nel-2016-i-migranti-hanno-inviato-45-miliardi-nei-paesi-dorigine/   conto deposito ucraina https://it.clc.co.ua/conto-corrente-privato-ucraina/  chi è che aveva detto che gli immigrati sono una risorsa?

Secondo la situazione attuale, posso dire che, come i ricchi, portano via i loro soldi per nascondere le loro entrate e aprire le loro attività in paesi del terzo mondo come l'Ucraina, dove vengono accolti a braccia aperte o messi soldi nelle loro banche, dove nessuno è sicuro della loro esistenza impara. O sì, i poveri che cercano una vita migliore, ma non il fatto che la troveranno, soprattutto nel nostro tempo in cui il viaggio è limitato. Ancora una volta, penso solo ai poveri. Perché i ricchi possono facilmente pilotare jet privati o negoziare ai confini.

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