grazie ai consiglio di un ministro...
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director12,
3 messaggi in questa discussione
46 minuti fa, director12 ha scritto:
Una balla a favore degli ebeti come il pifferaio... attento stoni e molto
Da 24 ore quest'uomo è sottoposto a una gogna mediatica violentissima perché - stando alla vulgata - avrebbe invitato le persone a trasformarsi in spie, delatori, agenti sotto copertura pronti a denunciare alle autorità il minimo movimento sospetto al di là del muro, in una specie di scenario distopico in bilico tra 1984 e Le vite degli altri.
Di fronte a un tale disegno, non si può che avere terrore di questo clima da Stasi, di questo Stato di psicopolizia teorizzato, come se nulla fosse, in prima serata da un ministro durante la trasmissione più seguita del servizio pubblico.
Solo che poi vai a vedere. Solo che poi vai a sentire. Solo che poi va a riprenderti le dichiarazioni esatte del ministro Speranza. E scopri che, di un'intervista di oltre 26 minuti, il passaggio incriminato è un frammento di non più di 30 secondi durante i quali avviene questo scambio esatto di battute.
Domanda di Fazio:
"Ma come si fa a vietare una festa? Chi è che va a controllare e a bussare alle porte degli appartamenti per vedere se c'è una festa?"
Risposta di Speranza (letterale):
"Intanto, quando c'è una norma, va rispettata. In questi mesi gli italiani hanno dimostrato di non avere bisogno di un carabiniere o un poliziotto a controllarli personalmente. Ma è chiaro che aumenteremo anche i controlli, ci saranno ***. Io mi fido molto anche dei genitori del nostro Paese. Nel momento in cui si dà un'indicazione di natura formale in un Dpcm e si pone un divieto, io sono convinto che la stragrande maggioranza delle persone seguirà l'indicazione che è stata data."
"Ci saranno ***".
Da 24 ore un ministro, un politico serio che ha dimostrato di saper gestire il dossier più complicato che qualunque ministro si sia mai trovato ad affrontare dal dopoguerra ad oggi, viene accusato di essere una specie di stalinista per queste tre, semplicissime, parole: "Ci saranno ***".
Una frase normalissima, persino ovvia, banale, in un Paese democratico. Se, alle tre di notte di una qualunque giornata, dall'appartamento di fianco sente provenire urla e musica a tutto volume, uno normale va a bussare alla porta per chiedere di smetterla. Se anche l'invito civile cade nel vuoto, alza il telefono e chiama i carabinieri. Fa quella che nel vocabolario italiano si chiama una "segnalazione" senza essere né uno psicopoliziotto né un agente della Stasi sottocopertura ma solo un povero cristo che la mattina dopo si sveglia alle sette per andare al lavoro.
Quando ciò accade, una festa privata diventa fatto e atto pubblico. E, come tale segnalabile e sanzionabile. È già così, è sempre stato così e sempre lo sarà in qualunque paese minimamente civile. Non c’è nessun delatore, nessuna dittatura politica o sanitaria. Tutte sciocchezze.
E invece, nel bel mezzo di una pandemia, con i contagi che salgono precipitosamente, i morti che aumentano, le terapie intensive che tornano a riempirsi, accade che organizzare una festa in casa con decine di persone - verosimilmente senza mascherina né alcuna norma di distanziamento - sia considerato un fatto privato, qualcosa che non ci riguarda, su cui "non mettere becco". E il motivo è semplice: perché ancora in pochi - troppo pochi - hanno chiaro che quel vicino non sta semplicemente dando una festa. Sta, consapevolmente o meno, fabbricando una potenziale bomba. Una bomba sanitaria che, se innescata, prima o dopo esploderà nel suo appartamento, deflagrerà nel condominio e i cui effetti si allargheranno a macchia d'olio nell'isolato, nel quartiere, fino all'ospedale più vicino.
Non è allarmismo. È la routine quotidiana di un virus.
Insomma, siamo di fronte all'ennesima fake news messa in giro ad arte da chi grida ai totalitarismi e alla "dittatura sanitaria" e tira in mezzo anche la goffa difesa della proprietà privata (mai messa in discussione da nessun governo) pur di continuare a fregarsene bellamente delle regole, della società, del prossimo.
Mentre guardate il dito della "segnalazione", ogni tanto preoccupatevi anche di dare un'occhiata alla Luna del virus.
Perché la libertà di dare feste in casa propria finisce dove comincia la nostra di non essere "invitati".
Modificato da pm610Crea un account o accedi per commentare
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Inviata
poche regole,dice .l'avvocatucculo
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