Dicevano i mangiapanini...
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shinycage,
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Voglio correggere una imprecisione nell'articolo di Travaglio. Non mi pare che Conte abbia preso posizione a favore del tunnel sottomarino nello Stretto di Messina. Ha semplicemente ventilato questa interessante possibilità in alternativa al costoso e problematico ponte sospeso, rinviando a ulteriori studi e valutazioni tecniche. Bisognerebbe però precisare di che tipo di tunnel sottomarino si parla. Esistono infatti due possibilità. Travaglio ha parlato di 4 km di lunghezza dello "scavo", contro i 60 km della faraonica e inutile Torino-Lione. Se si parla di "scavo" ci si riferisce evidentemente al tunnel subalveo, ovvero a un tunnel scavato nelle rocce sotto il fondale marino. L'esempio più grande e famoso è l'Eurotunnel sotto il Canale della Manica che collega (solo via ferro) la Gran Bretagna alla Francia e al continente. Nel nostro caso però lo scavo sarebbe molto più lungo dei 4 km indicati da Travaglio. È vero che lo Stretto di Messina è molto più stretto della Manica, ma è anche più profondo, inoltre le automobili e soprattutto i treni hanno limiti di pendenza massima superabile in condizioni di sicurezza e di scorrevolezza del traffico. L'Eurotunnel è lungo 50 km e mezzo, e nel tratto più profondo è scavato a 75 metri sotto il fondale e a 115 metri sotto il livello del mare. Lo Stretto di Messina è largo circa 3,5 km e raggiunge i 120 metri di profondità quindi il tunnel subalveo andrebbe scavato ad almeno 150-200 metri di profondità sotto il livello del mare. Di conseguenza, per evitare pendenze eccessive, gli scavi dovrebbero partire da ambo i lati diversi km prima della linea di costa, cioè da punti sopraelevati s.l.m. Si stima che il tunnel autostradale non dovrebbe essere lungo meno di 16 km, che salgono ad almeno 34 km per il tunnel ferroviario. In altri termini, un ipotetico viaggiatore che usasse il tunnel subalveo solo per spostarsi da Reggio Calabria a Messina o viceversa, dovrebbe tornare indietro di almeno 6-7 km per imboccare il tunnel in auto e di almeno 15-16 km se usasse il treno, dopodiché una volta uscito dal tunnel dovrebbe tornare indietro di altrettanti km per raggiungere la sua destinazione. Quasi quasi gli converrebbe il vecchio traghetto. Anche perché il pedaggio sarebbe presumibilmente salato. Un doppio tunnel subalveo, autostradale e ferroviario ad AV, avrebbe costi di costruzione del tutto paragonabili a quelli del ponte sospeso, e forse problematicità non meno pesanti stante l'elevata sismicità del territorio.
Molto più interessante e innovativa, a mio avviso, è l'idea del tunnel di Archimede (o SFT: Submerged Floating Tunnel) che in sostanza è un tubo sommerso a 30-50 metri di profondità (in modo da non essere disturbato dalle turbolenze superficiali e dal passaggio delle più grandi navi) e stabilizzato medianti cavi collegati a pontoni galleggianti o ancorati al fondale. In questo secondo caso la spinta archimedea deve risultare un po' maggiore del peso totale della struttura in modo che questa tenda sempre a galleggiare tenendo i cavi in tensione. Oltre a ridimensionare il problema della pendenza e della lunghezza, questa struttura flottante sarebbe intrinsecamente antisismica. Il tunnel sarebbe costituito da vari tronconi facilmente montabili e smontabili e realizzati con materiali riciclabili alla fine del ciclo operativo dell'infrastruttura (mentre non sono semplici lo smantellamento di un grande ponte sospeso, anch'esso di durata limitata, e lo smaltimento dei materiali ferrosi corrosi). Probabilmente il tunnel archimedeo sarebbe la soluzione meno costosa, tenuto anche conto dei costi di manutenzione e di dismissione. Esistono vari progetti nel mondo, in particolare in Norvegia per l'attraversamento di un grande fiordo. Questo ed altri progetti sono curati da una società italiana specializzata, la Ponte di Archimede S.p.a., sotto la direzione dell'ing. Arianna Minoretti.
https://www.ingegneri.***/tunnel-archimede-autostrada-subaquea.html
Modificato da fosforo311Crea un account o accedi per commentare
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Coerenza non vuol dire certo immobilismo e questo illuminante articolo di Travaglio mostra che se c'è stato qualche cambiamento nel M5S, esso non ha intaccato i capisaldi storici di un movimento nato per cambiare un paese immobile. Al contrario di quanto avvenuto, per esempio, nella Lega, trasformata da Salvini da movimento federalista, o addirittura secessionista, e con qualche sfumatura sinistrorsa, in partito conservatore, nazionalista e sovranista di estrema destra. La cosa più importante che non è cambiata per il Movimento è il fatto, ben dettagliato da Travaglio, che esso resta pesantemente sullo stomaco del "sistema" gattopardesco. Oggi più che mai, visto che è al governo e lo è con un leader e uno statista non ricattabile dai poteri forti e che tutta l'Europa e tutto il mondo libero ci invidiano. Ciò basta e avanza, a tutti i grillini sinceri della prima ora e ai tanti nuovi aggregati, per mantenere intatta la fiducia in un movimento fondato sui principi di onestà, legalità e partecipazione dal basso, e sull'interpretazione della politica come servizio e non come mestiere. Io credo che l'unico cambiamento sostanziale nella linea politica del Movimento sia stato quello del 2018 quando, dopo avere stravinto le elezioni ma senza ottenere la maggioranza assoluta, Di Maio (sbagliando) si alleò con Salvini invece di ribadire l'impegno elettorale: monocolore grillino sostenuto da eventuali appoggi esterni o elezioni anticipate. Queste ultime sarebbero state un azzardo: io non so se i 5S avrebbero conquistato la maggioranza assoluta in parlamento, ma di certo avrebbero bipolarizzato radicalmente il sistema. Il Movimento da una parte e tutti gli altri, da un Matteo all'altro passando per il delinquente Silvio, dall'altra parte.
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