Una dittatura di nome Democrazia
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vincent29264,
5 messaggi in questa discussione
3 ore fa, vincent29264 ha scritto:Non ho né letto che sentito quanto a scritto del presidente quindi non so dire fino a anche punto si possano definire offensivi, ormai la cosa è chiara, la libertà di stampa, questa si che è veramente la parte lesa. Basta un che di niente a ritrovarsi i carabinieri in casa a rovistare tra i cassetti,, la scusa è palese, basta nascondersi dietro al proprio lavoro o incarico che sia a far valere una autorità spesso, il più delle volte, immeritata, per non dire abusata.
siamo in italia? No, l'italia non centra più, il tutto si esercita in versione planetaria ormai, a nulla vale la globalizzazione? Basta far riferimento a quel giornalista rinchiuso in carcere per aver divulgato quello che i malfattori (volevo dire dittatori ma è la stessa cosa) volevano impedire che divulgasse. Si, perché sono loro a decidere quello che si deve scrivere nei giornali."Ha offeso il presidente della Repubblica sul web", leccese nei guai
È ora che qualcuno impari un po' di buone maniere ed educazione.
Anche con i Carabinieri.
Quanto alla differenza tra democrazia e dittatura, al tempo del mio avatar lei sarebbe già stato internato in un bel gulag siberiano, solo per ciò che ha scritto.
Il 8/8/2020 in 20:55 , cortomaltese-*** ha scritto:È ora che qualcuno impari un po' di buone maniere ed educazione.
Anche con i Carabinieri.
Quanto alla differenza tra democrazia e dittatura, al tempo del mio avatar lei sarebbe già stato internato in un bel gulag siberiano, solo per ciò che ha scritto.
Immagino a che a lei manchino, quei tempi, sono certo che farebbe carte false per infrangere le leggi della natura facendo scorrere il tempo all'indietro e ritornare in mezzo a quei amorevoli e socievoli comunisti
Il 8/8/2020 in 19:37 , fosforo311 ha scritto:
Perdonami Vincent, ma nel tuo post c'è una palese contraddizione, e non mi riferisco al titolo.Tu scrivi di non avere ancora letto né sentito le parole indirizzate a Mattarella da quel signore indagato per vilipendio al capo dello Stato. Ma subito dopo scrivi che ormai la cosa è chiara e che c'è una lesione del diritto alla libertà di stampa, o di espressione in genere. Come fa a essere chiara? Leggiamo prima queste parole incriminate e poi capiremo se la libertà di espressione è lesa o meno. Ti ricordo che la libertà di espressione, come tutte le libertà, non è assoluta ma ha dei limiti. Tutti hanno il diritto di criticare il presidente della Repubblica, io stesso l'ho fatto in questo forum (con Mattarella e soprattutto con Napolitano), ma nessuno ha il diritto di offenderlo né di insultarlo. Ogni persona merita rispetto ma al presidente della Repubblica si deve un rispetto particolare. L'articolo 87 della Costituzione dice che il presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità della nazione. Quindi insultare e offendere Mattarella equivale a insultare e a offendere l'Italia e tutti gli italiani. L'art.287 del codice penale punisce questo reato con la reclusione da 1 a 5 anni. Tu dici che siamo una dittatura, ma allora io ti dico che siamo una dittatura da operetta perché io in questo momento non ricordo un solo di caso di qualcuno che sia finito in galera per vilipendio del capo dello Stato. Umberto Bossi, nel 2011 durante un comizio, diede del "te.rrone" a Napolitano, accompagnando l'insulto verbale con il gesto delle corna. Fu condannato con sentenza definitiva a un anno e 15 giorni di reclusione. Una pena assurdamente mite. Se un uomo politico, un parlamentare, insulta il presidente della Repubblica dal palco di un comizio, questa deve essere considerata una circostanza aggravante: io avrei inflitto a Bossi quasi il massimo della pena. Nel 2018, dopo la sentenza, la procura di Brescia emise un decreto di carcerazione per il condannato, ma dato che Brescia si trova in Italia e dato che l'Italia è il paese di Pulcinella, emise contemporaneamente anche un decreto di sospensione della pena. Motivato dalle condizioni di salute del condannato, ma se Bossi può fare il parlamentare e fumare i suoi sigari, allora io dico che può anche farsi un anno di carcere. O almeno iniziare a scontarlo, poi si vedrà. L'anno scorso Mattarella, sbagliando di grosso (come vedi, esercito il mio diritto di critica), concesse la grazia al maleducato leghista. Aspettiamo di leggere le parole incriminate di quel signore di Lecce, ma secondo me qui non c'è un problema di democrazia o di dittatura: c'è un problema di serietà dello Stato. In uno Stato serio chi viola una legge e viene condannato al carcere, va in carcere. Sono le democrazie poco serie quelle che rischiano di trasformarsi in dittature. Saluti
non ci vedo questa contraddizione in quello che ho detto, per quanto riguarda la lesa libertà di stampa non facevo riferimento solo a questo caso, infatti qui non si parla di giornalista ma un comune utente di un social network. per quanto riguarda i messaggi offensivi, ho detto di non conoscerne il contenuto, infatti l'articolo non ne parlare del contenuto, quindi non so dire se si trattava di contenuto volgare o di, non so cosa. in ogni modo, non potete negare che negli ultimi tempi, ogni scusa è buona per imbavagliare il diritto alla libera espressione.
Il 8/8/2020 in 20:55 , cortomaltese-*** ha scritto:È ora che qualcuno impari un po' di buone maniere ed educazione.
Anche con i Carabinieri.
Quanto alla differenza tra democrazia e dittatura, al tempo del mio avatar lei sarebbe già stato internato in un bel gulag siberiano, solo per ciò che ha scritto.
la differenza tra Kom unismo teorico e kom unismo pratico
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Perdonami Vincent, ma nel tuo post c'è una palese contraddizione, e non mi riferisco al titolo.Tu scrivi di non avere ancora letto né sentito le parole indirizzate a Mattarella da quel signore indagato per vilipendio al capo dello Stato. Ma subito dopo scrivi che ormai la cosa è chiara e che c'è una lesione del diritto alla libertà di stampa, o di espressione in genere. Come fa a essere chiara? Leggiamo prima queste parole incriminate e poi capiremo se la libertà di espressione è lesa o meno. Ti ricordo che la libertà di espressione, come tutte le libertà, non è assoluta ma ha dei limiti. Tutti hanno il diritto di criticare il presidente della Repubblica, io stesso l'ho fatto in questo forum (con Mattarella e soprattutto con Napolitano), ma nessuno ha il diritto di offenderlo né di insultarlo. Ogni persona merita rispetto ma al presidente della Repubblica si deve un rispetto particolare. L'articolo 87 della Costituzione dice che il presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità della nazione. Quindi insultare e offendere Mattarella equivale a insultare e a offendere l'Italia e tutti gli italiani. L'art.287 del codice penale punisce questo reato con la reclusione da 1 a 5 anni. Tu dici che siamo una dittatura, ma allora io ti dico che siamo una dittatura da operetta perché io in questo momento non ricordo un solo di caso di qualcuno che sia finito in galera per vilipendio del capo dello Stato. Umberto Bossi, nel 2011 durante un comizio, diede del "te.rrone" a Napolitano, accompagnando l'insulto verbale con il gesto delle corna. Fu condannato con sentenza definitiva a un anno e 15 giorni di reclusione. Una pena assurdamente mite. Se un uomo politico, un parlamentare, insulta il presidente della Repubblica dal palco di un comizio, questa deve essere considerata una circostanza aggravante: io avrei inflitto a Bossi quasi il massimo della pena. Nel 2018, dopo la sentenza, la procura di Brescia emise un decreto di carcerazione per il condannato, ma dato che Brescia si trova in Italia e dato che l'Italia è il paese di Pulcinella, emise contemporaneamente anche un decreto di sospensione della pena. Motivato dalle condizioni di salute del condannato, ma se Bossi può fare il parlamentare e fumare i suoi sigari, allora io dico che può anche farsi un anno di carcere. O almeno iniziare a scontarlo, poi si vedrà. L'anno scorso Mattarella, sbagliando di grosso (come vedi, esercito il mio diritto di critica), concesse la grazia al maleducato leghista. Aspettiamo di leggere le parole incriminate di quel signore di Lecce, ma secondo me qui non c'è un problema di democrazia o di dittatura: c'è un problema di serietà dello Stato. In uno Stato serio chi viola una legge e viene condannato al carcere, va in carcere. Sono le democrazie poco serie quelle che rischiano di trasformarsi in dittature. Saluti
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