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Inviata
Toscana, una spiaggia della costa apuana.
Una madre accompagna al mare suo figlio sottoposto di recente ad un delicatissimo trapianto di trachea. Il mare, i bagni, l’aria aperta gli fanno bene, ma è immunodepresso e il Coronavirus per lui significa rischiare di morire.
Due donne stendono il telo a un centimetro da loro, senza mascherina né la minima attenzione e rispetto delle misure di sicurezza.
Quando la mamma chiede loro di fare attenzione, la risposta è sconvolgente:
“Il Covid non esiste” replicano schiumanti. “Se suo figlio è malato, lo tenga a casa”.
E in questa riga e mezzo c’è la fotografia esatta di quello che è diventato un pezzo enorme di questo Paese.
Il virus doveva renderci migliori.
Ha finito semplicemente per tirare fuori quello che milioni di persone sono sempre state: egoiste, ignoranti all’estremo, maleducate, complottiste, rabbiose, incapaci di provare la benché minima empatia.
Solo che, a un certo punto, è arrivato qualcuno e gli ha detto che non dovevano più nascondersi o vergognarsi.
E hanno chiamato tutto questo “libertà”.
La parola più bella, insudiciata per sempre.
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