identikit delle belve
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director12,
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La giovane più volte ha chiesto ai medici e ai poliziotti che l’hanno sentita: “Per favore, non fate il mio nome, non voglio essere riconosciuta”. Dopo averla brutalmente stuprata su un pattino l’hanno gettata in mare: “Ridevano e si davano grandi pacche sulle spalle. Quando finalmente se ne sono andati, il mio primo pensiero è stato vedere come stava il ragazzo che era con me. L’ho visto riverso a terra, con il volto dentro la sabbia. Data la furia con cui l’avevano picchiato davanti a me, ho tenuto che fosse morto”.
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