C'è o non c'è questa benedetta tendenza positiva?

Da qualche giorno, inclusa la giornata nera del 21 (793 morti), si intravede una tendenza positiva (non ho scritto trend, caro Dune/buggi) nel dato epidemiologico più significativo, ovvero nella velocità del contagio, pari all'incremento giornaliero relativo (o percentuale) dei casi di contagio. I dati rilevati sembrano indicare un rallentamento dell'epidemia, cioè un primo effetto tangibile delle rigide misure profilattiche in atto ormai da 12 giorni (ricordiamo che il tempo medio di incubazione dell'infezione è 5 gg con un max di 14 gg). Però dobbiamo essere cauti e ricordarci prima di tutto che questi dati sono, nella migliore delle ipotesi, una rozza approssimazione della realtà. Li stiamo ricavando testando per lo più i sintomatici gravi, ma questi casi positivi sono più un effetto che una causa. Chi ha febbre e tosse se ne sta a casa, non va a infettare suscettibili all'esterno. La velocità del contagio è determinata, in un dato istante, più dai portatori asintomatici o con lievi sintomi, ma questi casi purtroppo non li stiamo contando. Dunque dobbiamo usare le pinze ed evitare errori grossolani. Quasi tutti i tg e i siti d'informazione misurano l'incremento giornaliero dei contagi come incremento dei positivi. Ma il numero corrente dei positivi non dipende solo dai contagi accertati: dipende anche dai decessi (positivi che scompaiono) e dalle guarigioni (positivi che diventano negativi). Dunque i contagi giornalieri sono l'incremento del totale dei contagi (positivi+morti+guariti) e non dei soli positivi. Per es. i contagiati di oggi non sono i 3780 che leggiamo sul sito di Repubblica, bensì 4789, pari alla differenza tra il dato odierno e quello di ieri sul totale cumulato dei casi. Ne riporto un riepilogo per gli ultimi 5 gg, a partire cioè dal 17 marzo:

31.506 - 35.713 - 41.035 - 47.021 - 53.578  - 59.138 - 63.927. 

Riepilogo anche gli incrementi assoluti e percentuali a partire dal 18 marzo:

4207  -  5322  -  5986  -  6557  -  5560  -  4789

13,4% - 14,9% - 14,6% - 13,9% - 10,4% - 8,1%

Come si vede, l'incremento assoluto, raggiunge un picco il 21 marzo e poi decresce, mentre l'incremento relativo (cioè la velocità osservata del contagio) è in diminuzione fin dal 20. Orbene, 3 o 4 giorni sono ancora pochi per parlare di tendenza consolidata ma il segnale sembra incoraggiante. C'è però un altro dato di tendenza che sfugge ai media (non so quanto involontariamente) e che invece a mio avviso è rilevante. Riporto il dato dei test effettuati (tamponi) negli ultimi tre gg (21, 22, 23 marzo) nelle tre regioni più colpite dall'epidemia, dove al momento si concentrano il 67% dei casi nazionali e l'80% dei morti:

Tamponi Lombardia: 9556 - 3868 - 2644

Tamponi Emilia Rom: 3867 - 3402 - 3178

Tamponi  Veneto:       4354 - 4029 - 3444   

Si nota che negli ultimi tre gg il numero dei test è in calo in tutte e tre le regioni e in particolare in Lombardia che al momento è l'epicentro non solo italiano ma mondiale dell'epidemia (conta purtroppo più morti di tutta la Cina). Ma oggi sono stati fatti in Lombardia poco più di un quarto  dei test di ieri l'altro. Vediamo l'andamento dei contagi in Lombardia negli stessi giorni 21, 22 e 23 marzo.

Nuovi casi in Lombardia: 3251 - 1691 - 1555. 

In definitiva la domanda è: il rallentamento dei casi osservati di contagio su scala nazionale rispecchia il reale andamento del fenomeno o dipende (in parte o in tutto) dalla diminuzione dei test giornalieri nelle tre regioni più colpite, e in particolare in Lombardia? Ovvero, detto in termini equivalenti: in quelle tre regioni stanno facendo meno test perché l'epidemia rallenta e si presentano meno sintomatici gravi da testare, oppure stiamo contando meno positivi semplicemente perché, occasionalmente, è diminuito per tre giorni consecutivi il numero dei test?  Penso che lo capiremo nei prossimi giorni.  

 

 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

27 messaggi in questa discussione

Inviata (modificato)

Ieri sera su LA7 è andata in onda una drammatica video-inchiesta con le telecamere fin dentro le corsie dei reparti Covid lombardi. Una operatrice sanitaria ha risposto, per la Lombardia, alla domanda che ponevo alla fine del post precedente: "Stiamo facendo meno test in Lombardia perché scarseggiano i rifornimenti". Purtroppo la sensazione degli ultimi due giorni è che nelle province di Bergamo e Brescia stiano testando solo i moribondi. Riprendo qui un dato che deve far riflettere. Tre giorni fa, il nerissimo 21 marzo, si sono testati in Lombardia 9556 pazienti e si sono scoperti 3251 contagiati. Poi il numero dei tamponi è crollato e si è dimezzato il numero dei casi scoperti. Ieri se ne sono fatti solo 2644. Ma con 2644 tamponi sarebbe stato impossibile scoprire tutti i 3251 casi del 21 marzo. Ragione in più per andare molto cauti prima di parlare di tendenza positiva in calo dei contagi.

 

Modificato da fosforo311

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

La domanda sorge spontanea: non si sente parlare ne di infettati ne di deceduti extracomunitari.

La cosa appare possibile?

O gli extracomunitari deceduti sono quelli trasportati con i camion militari?

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti
10 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

La domanda sorge spontanea: non si sente parlare ne di infettati ne di deceduti extracomunitari.

La cosa appare possibile?

O gli extracomunitari deceduti sono quelli trasportati con i camion militari?

Se cerchi nelle cronache locali qualche notizia la trovi   http://www.pisatoday.it/cronaca/morto-studente-universitario-pisa-coronavirus.html

 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Non credete alla balla che vi ha appena raccontato in diretta RaiNews24 e che leggete sul sito di Repubblica. Non è affatto vero che "per il terzo giorno consecutivo rallenta la crescita dei contagi". Purtroppo i nuovi contagi accertati oggi sono IN CRESCITA: sono 5249, pari alla differenza tra i 69176 casi totali a oggi e i 63927 di ieri. Mentre ieri avevamo contato 4789 nuovi contagi (63927-59138). Ed è in crescita anche se di poco anche l'incremento percentuale: (+8,2% contro il +8,1 di ieri). Repubblica e Rai calcolano l'incremento dei contagi come incremento dei positivi. Cioè 54030-50418=3612 che sono meno dei 3780=50418-46638 di ieri. Ma l'incremento dei positivi, come ho già scritto, NON È l'incremento dei contagi. Bensì è l'incremento dei contagi MENO l'incremento dei morti e MENO l'incremento dei guariti. Infatti oggi abbiamo: 3612=5249-743-894. 

Purtroppo, come avevo scritto e argomentato, il minitrend positivo dei giorni scorsi poteva essere INGANNEVOLE. Tuttavia ripeto: il campione dei positivi al test è talmente ristretto e non rappresentativo del REALE andamento dell'epidemia, che può darsi benissimo che i CONTAGI EFFETTIVI giornalieri stiano diminuendo mentre quelli contati aumentano. 

 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

E i nuovi casi totali accertati sono cresciuti anche in Lombardia: 1942 contro 1555 di ieri.

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Inviata (modificato)

Una giornata che definirei nel complesso positiva a giudicare dalle cifre, fermo restando che si tratta di cifre in parte rappresentative in parte no della realtà. I due dati "solidi" sono i guariti e i morti. Il primo, 1036 guariti, se non erro è il migliore dall'inizio dell'epidemia.  Mentre i morti (683) sono meno di ieri (743) ma più di ieri l'altro (601). I dati "liquidi" per non dire gassosi stante il numero del tutto inadeguato di test in relazione al grado di diffusione dell'epidemia, sono i positivi attuali e i casi totali, e i relativi incrementi. L'incremento dei positivi (3491) continua a scendere per il sesto giorno consecutivo, ma ciò non giustifica l'ottimismo dei media che continuano a travisare questo dato interpretandolo come incremento giornaliero dei contagi. In realtà i nuovi contagiati oggi sono 5210, un po' meno di ieri (5249) ma più di ieri l'altro (4789). Ribadisco in ogni caso che si parla di casi accertati e non certo di casi effettivi, che sono molti di più. Un dato sicuramente incoraggiante sono i 27481 tamponi di oggi, che dovrebbero essere il record. Una cifra degna della Corea, ma i coreani ne facevano tanti anche all'inizio dell'epidemia, riuscendo così a eliminare gli asintomatici dalla catena del contagio e ad arginare il fenomeno. Credo che  noi oggi dovremmo farne almeno 100.000 al giorno per intraprendere la via coreana. 

Modificato da fosforo311

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Si conferma anche oggi l'andamento altalenante dei dati: la tendenza positiva francamente per ora io non la vedo,  mentre la  vedono la Protezione Civile e i media "ottimisti" come Repubblica. E si conferma che il numero giornaliero dei contagi rilevati è direttamente correlato al numero dei tamponi effettuati nella giornata. Questo può sembrare ovvio e invece è una grave anomalia. Uno strumento di misura non deve influenzare il risultato della misurazione! I contagi ci sono a prescindere dai test, se quelli rilevati crescono al crescere dei test vuol dire che il rilevamento è molto indietro rispetto alla reale entità del fenomeno oggetto di misurazione. E allora oggi il patetico Fontana dice che in Lombardia ci sono stati oltre 2500 nuovi contagi perché si sono fatti più tamponi. Sembra quasi voler dire che se ne sono fatti troppi. E invece ne facciamo troppo pochi! In effetti oggi a livello nazionale abbiamo 6153 nuovi casi rilevati (e non i 4492 di Repubblica che continua a confondere l'incremento dei contagi con l'incremento dei positivi). Un numero inferiore solo al sabato nero 21 marzo (6657). Però oggi abbiamo fatto 36.615 tamponi, oltre 10.000 più del 21 e oltre 9.000 più del record di ieri. Ma non bastano! Alcune regioni stanno acquistando da un'azienda cinese un test che si fa con una punturina al dito e fornisce l'esito in soli 5 minuti. Facciamone almeno 100.000 al giorno e cominciamo a individuare gli asintomatici. Vere mine vaganti. Se ci affidiamo alle sole misure di contenimento, non ne usciamo, o ne usciamo tardi e con l'economia a pezzi. Basta pensare a quello che ha detto poco fa il sindaco Gori: "I contagi sono infinitamente di più di quelli che contiamo, e i morti molti di più". A Bergamo, secondo il Comune, ci sarebbero a marzo 212 decessi avvenuti in casa per polmonite e non considerati nelle statistiche. A livello nazionale oggi i morti sono 662, 21 meno di ieri, ma manca il dato del Piemonte dove ieri morirono in 75. Faccio mie le parole del direttore generale dell'OMS:

TEST, TEST, TEST !!!

 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti
4 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Faccio mie le parole del direttore generale dell'OMS:

TEST, TEST, TEST !!!

SEI UN CIALTRONISSIMO CAZZARO SERIALE

Le parole "test, test, test" sono quelle del cialtronissimo cazzaro seriale fosforo31.

Il direttore generale dell'OMS ha detto

https://www.who.int/dg/speeches/detail/who-director-general-s-opening-remarks-at-the-media-briefing-on-covid-19---16-march-2020

We have a simple message for all countries: test, test, test.

Test every suspected case.

If they test positive, isolate them and find out who they have been in close contact with up to 2 days before they developed symptoms, and test those *** too. [NOTE: WHO recommends testing contacts of confirmed cases only if they show symptoms of COVID-19]

Ripeto a beneficio dell'asino fosforo31:

Test every

suspected case

La raccomandazione rimane la stessa:

TEST TEST TEST LA PIZZA DI MICHELE E FACCI SAPERE

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Infatti a Bergamo e provincia non testano più nemmeno i morti in casa (di polmonite)! Lo ha detto il sindaco Gori, lo ha confermato stasera al Tg2 uno del Comune. Un morto di polmonite sarà o no un suspected case

Vatti a fare subito il test: quello del Q.I.

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/03/26/gori-a-bergamo-212-morti-non-contati_c54cb283-4a0e-4f99-aa38-36cbb3e6b71f.html

https://www.leggo.it/italia/cronache/morti_bergamo_coronavirus_ultime_notizie_oggi_22_marzo_2020-5126392.html

 

 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Inviata (modificato)

Aggiorno il dato sui morti di ieri che purtroppo non sono 662 ma 712. Mancava infatti il dato del Piemonte. Il totale passa a 8215. Allego anche quest'articolo di cui dispongo solo del titolo e delle righe iniziali, ma ce n'è abbastanza per far saltare sulla sedia chi abbia minime conoscenze di statistica.  https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/03/26/news/coronavirus_la_paura_per_un_focolaio_a_milano_ma_scontiamo_l_aumento_dei_test_-252418140/

Repubblica (come la gran parte dei media) continua bovinamente a confondere l'incremento dei contagi con quello dei positivi. Un errore pacchiano. Per capirci, è come se un climatologo improvvisato dicesse che se si sciogliessero di colpo tutti i ghiacci del Mare Artico il livello dei mari e degli oceani si alzerebbe di metri. FALSO: il livello non si alzerebbe di un solo millimetro! Analogamente, se domani, per ipotesi, contassimo con i test 10.000 nuovi positivi, ma se avessimo 9000 guariti e 1000 morti, allora Repubblica direbbe trionfante che si è azzerato il numero dei contagi, cioè si è fermata l'epidemia (che invece galoppa con 10.000 nuovi casi). Nell'articolo si cerca in qualche modo di giustificare l'incremento dei casi di ieri come una fluttuazione statistica in un trend positivo e come una conseguenza del maggior numero di test effettuati rispetto ai giorni precedenti. "Scontiamo l'aumento dei test" è la posizione della Regione Lombardia. Come se fare più test fosse un danno. Roba da matti! I contagi aumentano INDIPENDENTEMENTE dai test, e i dati sono altalenanti non per fluttuazioni statistiche ma perché il campione dei testati (sintomatici gravi) è solo la punta dell'iceberg del fenomeno epidemico. I test non sono troppi, sono troppo pochi, perfino in relazione ai soli sintomatici (c'è addirittura chi muore in casa di polmonite specifica del Covid senza mai essere stato testato). Il campione non è rappresentativo e i dati fluttuano.  

Modificato da fosforo311

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Oggi mi limito a commentare il dato più triste e appariscente, quello dei decessi: ben 919. Un venerdì nero, ben più nero rispetto al record di sabato scorso (793 morti). Per il resto rimando al bollettino di oggi 27 marzo e a quelli giornalieri degli ultimi 20 giorni che trovate qui:

https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/tree/master/schede-riepilogative/regioni

Sulla base di questi dati ciascuno può rispondere come crede alla domanda che fa da titolo per questa discussione. Da parte mia, come dovrebbe essere chiaro dai post precedenti e come mi confermano i dati di oggi, la risposta è: non siamo in grado di dire se c'è la tendenza positiva. Questa potrebbe esserci ma facciamo troppo pochi test e li facciamo in modo troppo disomogeneo (limitandoci ai sintomatici gravi) per evidenziare un andamento positivo consolidato. 

I morti naturalmente ci dicono molto sulla drammaticità del momento ma poco o nulla sull'evoluzione futura dell'epidemia. Però ci dicono qualcosa sul passato, che i dati (scarsi e poco rappresentativi) delle settimane scorse non erano in grado di dirci. Nell'ultima settimana, cioè dal 21 marzo a oggi sono morti più di 5000 contagiati (5102 secondo le cifre uffi.ciali, ma nel bergamasco ormai si muore di polmonite specifica del Covid senza essere mai stati testati). Ammettiamo, per ipotesi semplificatrice, che questi 5000 e passa sfortunati si siano infettati almeno una settimana prima, cioè dal 14 marzo. Ma al 13 marzo contavamo circa 15.000 positivi. Anche ammesso che di questi non muoia più nessuno, la domanda è: come fa un virus a sterminare in due settimane più un terzo degli infetti? Nemmeno la meningite non curata, ripeto non curata, riesce a fare una strage del genere. Il 34% è all'incirca la mortalità della peste nella forma setticemica e in assenza di cure, ripeto: la peste in assenza di cure. È del tutto evidente che al 13 marzo i portatori del virus in Italia erano molti di più di 15.000. Questa è un'altra PROVA SCHIACCIANTE che confuta la bislacca tesi degli ultimi ingenui, incluso un forumista, che pensano che i dati sul contagio siano una rappresentazione fedele della realtà. Ma quanti potevano essere realmente, in Italia, i contagiati ancora in vita e non ancora guariti il 13 marzo? Per rispondere dovremmo conoscere la letalità effettiva del virus. Dovremmo cioè disporre di un campione rappresentativo della popolazione, sufficientemente numeroso e interamente testato, all'interno del quale l'epidemia sia finita, cioè chi doveva morire è morto e tutti gli altri sono guariti. Un campione del genere ce l'avremmo proprio in Italia ma purtroppo è numericamente scarso. Parlo di Vo Euganeo, il paesino veneto dove tutti i 3000 abitanti furono sottoposti a tampone. 89 risultarono positivi e 3 morirono. Numeri, questi ultimi, troppo esigui per estrapolare un parametro di mortalità. Un campione analogo, meno rappresentativo ma meno esiguo, ce lo fornisce la nave da crociera Diamond Princess. Su 3700 tra passeggeri e membri dell'equipaggio furono testati quasi tutti (alcuni passeggeri si rifiutarono), 712 risultarono positivi, 11 sono morti, quasi tutti gli altri al momento sono clinicamente guariti (anche se non tutti questi ultimi risultano negativi). Una nave da crociera è un campione rappresentativo di una popolazione nazionale o mondiale? Direi di no, ma non è nemmeno da buttare via. Gli elementi più distorcenti probabilmente sono l'equipaggio in gran parte maschile e i passeggeri mediamente anzianotti. Ambedue inducono sovrastimare il tasso di mortalità, come pure il fatto che molti contagiati non furono sottoposti alle migliori cure fino allo sbarco e al trasferimento in ospedale. Possiamo allora dire, in prima e grossolana approssimazione, che la mortalità osservata sulla Diamond Princess potrebbe indicare un limite superiore per il valore vero della letalità di Covid-19. Assumiamo per ipotesi questo valore: 1,54%. Applicandolo ai 5102 decessi che si erano presumibilmente contagiati prima del 14 marzo, troviamo per il 13 marzo una stima di circa 330.000 casi, 22 volte cioè i positivi contati a quella data. 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Inviata (modificato)

Noto che continui imperterrito a cialtroneggiare senza partire da alcun dato concreto.

Proprio cialtroneggiando sul dato della Cina hai confezionato la bufala galattica che segue:

" ... prepariamoci ad avere anche 100.000 casi in Italia e fino a 2 o 3mila morti. Teniamo conto che la normale influenza provoca ogni anno dai 300 ai 400 morti in fase acuta e tra i 4.000 e i 10.000 morti per le complicanze cardiopolmonari. Quindi non facciamo drammi e soprattutto evitiamo il panico ".

Vale appena i l caso di sottolineare che nella Corea del Sud sono stati effettuati 300.000 test che hanno confermato 9.332 casi.

I 330.000 casi italiani al 13 marzo esistono solo nel prepuzio che usi per separare le orecchie.

Forse perfino pm610 è meno coppoladiminchia di te.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Modificato da ilsauro24ore

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Inviata (modificato)

Il dato migliore di oggi (ieri per chi mi legge) è indubbiamente il record dei guariti (1434). Ma anche questo dato ha un andamento molto altalenante. Negli ultimi 10 giorni ha oscillato tra un massimo di 1434 e un minimo di 408. Non saprei come interpretare questo fatto se non con il caos che (comprensibilmente) regna negli ospedali. Un altro fatto positivo è che Repubblica sembra essersi accorta del suo errore pacchiano e oggi parla correttamente di diminuzione nel numero dei nuovi positivi e di aumento, sia pure lieve, dei nuovi casi cioè dei nuovi contagi accertati: 5974 contro i 5959 di ieri. Qualche ora fa il virologo Giorgio Palù dell'università di Padova diceva in TV che il tasso di riproduzione del virus in Veneto è sceso da un valore circa 3, anteriore al lockdown, all'attuale circa 2. Cioè ogni nuovo contagiato infetta circa 2 persone che a loro volta ne infettano 4 e così via. Se questa stima è corretta allora in Veneto l'epidemia è tuttora in fase espansiva. E il Veneto oggi è la regione di gran lunga messa meglio tra quelle del Nord (per decessi e nuovi contagi in rapporto alla popolazione). Nella stessa trasmissione un altro virologo veneto, il prof. Crisanti, ribadiva che al momento ci sono almeno 400.000 portatori non testati e annunciava che la Regione punta a effettuare 15.000 tamponi al giorno entro metà aprile. Questo vuol dire che in Italia ne possiamo fare oltre 180.000 al giorno. Arriviamoci al più presto! Crisanti rivelava poi un particolare inedito: fu minacciato di denuncia per danno erariale per la sua idea (contraria alla direttiva dell'OMS) di fare il test agli asintomatici. Ma, come ho scritto più volte, se il lockdown non dovesse funzionare, e se non si trovano cure o vaccini, lo screening di massa sarà l'unica alternativa all'ecatombe necessaria prima di raggiungere l'immunità di gregge. Due regioni, Veneto ed Emilia Romagna, si stanno preparando. Hanno cominciato a fare i test in strada agli automobilisti: il modello coreano. Ed è una buona notizia.

TEST, TEST, TEST !

 

 

Modificato da fosforo311

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

nella stessa trasmissione un altro virologo veneto, il prof. Crisanti, ribadiva che al momento ci sono almeno 400.000 portatori non testati

Sulla base di quali dati il luminare fa questa  affermazione?

E soprattutto

TEST TEST TEST LA PIZZA DI MICHELE

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Te l'ho già spiegato. Quando il test è stato fatto agli asintomatici si sono trovati molti positivi. Per es. in Norvegia e Islanda che sono tra i paesi con la mortalità osservata più bassa, ma sono anche, non a caso, i paesi con il più alto numero di test effettuati in rapporto alla popolazione. A Vo Euganeo fu testata l'intera popolazione e il prof. Crisanti dice che il 45% dei positivi guarì (cioè ritornò negativo) senza manifestare NESSUN SINTOMO. Inoltre il Covid non è la peste setticemica. Negli ultimi 8 giorni contiamo 6000 morti (ma probabilmente sono di più) e solo un patogeno con mortalità vicina al 30% poteva fare una strage del genere sui positivi contati fino a un paio di settimane fa. 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Francamente oggi vorrei proprio astenermi da ogni commento. Eppure le cifre *** e crude sarebbero in qualche modo "incoraggianti" (ferme restando le riserve fin qui espresse). In particolare i nuovi contagi (rilevati) sono in assoluto il minimo degli ultimi 4 giorni e la crescita relativa (5,6%) è la più bassa dall'inizio dell'epidemia. Purtroppo ogni giudizio é inficiato dal vistoso calo odierno del numero di tamponi. Ne abbiamo fatti 24.504: circa 11.000 meno di ieri (-31%), 8500 meno di ieri l'altro (-26%) e oltre 12.000 meno del record di giovedì (-33%). Male, molto male. Così non va. Se facessimo un numero costante di test al giorno, sia pure insufficiente ma non irrisorio (diciamo almeno 50.000), e notassimo un calo continuativo degli esiti positivi, potremmo estrapolare qualche timido segnale incoraggiante, ma così non va, così brancoliamo nel buio e i segnali incoraggianti sono infondate consolazioni per l'opinione pubblica. Fermo restando che oggi l'incertezza è tale per cui un trend positivo potrebbe effettivamente essere in atto, ma il punto è che non siamo in grado di rilevarlo. Anche le guarigioni, che in teoria dovrebbero costituire un dato più "solido", continuano il loro saliscendi apparentemente caotico. Dopo il record di ieri (1434) sono crollate alle 646 di oggi. È del tutto intuitivo, e i modelli matematici lo confermano, che nell'intorno del picco dei contagi le guarigioni dovrebbero crescere in modo più che lineare (crescita accelerata). Cioè in un dato punto la curva delle guarigioni dovrebbe crescere al di sopra della tangente. Alcuni giorni dopo il picco (in dipendenza del tempo medio necessario per guarire) la curva raggiunge un punto di flesso (dove viene tagliata dalla tangente: la derivata seconda cambia segno) dopo il quale la crescita diventa meno che lineare (crescita frenata), cioè la curva cresce sotto la tangente. Possiamo vederlo qui, dove in rosso c'è la curva degli infetti (quelli vivi al variare del tempo) il cui massimo corrisponde al picco dell'epidemia, e in blu la curva dei guariti che si flette poco dopo il picco:

 https://it.m.wikipedia.org/wiki/Epidemia#/media/File%3AModeloSIR-Continuo.png

I dati rilevati invece ci danno una curva dei guariti ondulante, che accelera e rallenta quasi a giorni alterni e che si flette più volte. L'unica spiegazione plausibile è che i test che facciamo giornalmente in questa fase dell'epidemia sono largamente insufficienti, non solo a tenere il passo dei contagi, ma anche per contare correttamente i guariti! Anche la guarigione, infatti, viene attestata da un tampone (negativo). Insomma, siamo in una fase di grande e angosciante incertezza. Nemmeno i morti (l'altro dato in teoria "solido") fanno eccezione. Spero di avere capito male, ma stasera il TG di LA7 parlava degli anziani morti di polmonite e non testati nelle case di riposo della sola Lombardia. La somma cumulata nelle varie province raggiungerebbe quota 1000 circa. Signori: non se ne esce! Per la via d'uscita, ammesso che esista, le parole d'ordine sono due (e non una):

STIAMO IN CASA ! 

TEST, TEST, TEST !

 

 

 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

A parte gli 812 morti, i dati di oggi (30 marzo) sarebbero ancora una volta buoni e anche migliori di quelli di ieri. Abbiamo il nuovo record dei guariti (1590) e la più bassa velocità di crescita dei contagi rilevati (+4,1%), mentre l'incremento assoluto è di 4050 unità, il valore più basso delle ultime due settimane. Purtroppo devo ancora usare il condizionale perché c'è un ulteriore calo dei tamponi: 23.329, cioè 1175 meno di ieri. Si ripropone la solita domanda: i contagi rilevati calano perché calano quelli effettivi o perché facciamo meno test? Certo potremmo pensare che negli ultimi due giorni si sono fatti meno tamponi perché c'erano meno sintomatici gravi da testare, ma questi, come ho ripetutamente scritto, non sono che la punta dell'iceberg in questo fenomeno epidemico. Se facessimo per un certo periodo un numero costante di test, per esempio intorno ai 35.000 come nella seconda metà della settimana scorsa, e osservassimo una riduzione progressiva dei contagi giornalieri, potremmo estrapolare una qualche indicazione positiva, ma restringendo il campionamento non andiamo da nessuna parte. Per giunta tra ieri e oggi sono guariti 2236 pazienti e a ciascuno di questi sono stati applicati due tamponi, a distanza di 24 ore, per accertare la negatività. Quindi si sono ulteriormente ridotti i test per l'individuazione dei nuovi positivi. Oggi ne abbiamo trovati il 34% in meno rispetto a giovedì scorso (giornata record per i tamponi) ma abbiamo fatto il 36% dei test in meno. Oggi poi dalla Lombardia arriva un dato che potrebbe essere definito cruciale per una evoluzione favorevole dell'epidemia se il campionamento fosse abbastanza fitto da renderlo attendibile. Per la prima volta in Lombardia, la regione di gran lunga più colpita, è calato il numero dei positivi attuali, cioè dei portatori del virus: 25.006 contro i 25.392 di ieri. Ciò è avvenuto perché la somma dei morti e dei guariti (rimossa dal totale dei positivi) ha superato il numero dei nuovi contagiati. Questo è esattamente ciò che avviene una volta superato il famoso PICCO dell'epidemia. Possiamo allora dire che almeno per la Lombardia la strada è ormai in discesa? Purtroppo non possiamo dirlo con certezza, anzi molto probabilmente il picco lombardo è ancora distante. Infatti i contagiati effettivi sono molti di più di quelli rilevati e sottraendo morti e guariti il numero dei positivi attuali risulterebbe tuttora in crescita. La tesi della forte discrepanza tra rilevamento e realtà è corroborata da questo ulteriore studio che mette a confronto la situazione italiana al 23 marzo con i dati (ben più solidi) della Corea del Sud (dove l'epidemia è iniziata 4 settimane prima che da noi ed è in via di estinzione). Lo studio tiene conto della differente stratificazione per fasce di età tra le due popolazioni e conclude che i contagiati effettivi al 23 marzo erano quasi il quadruplo di quelli rilevati.

https://www.lavoce.***/archives/64469/quanti-sono-davvero-i-contagiati-in-italia/

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Un'altra giornata senza grosse novità, eppure ci si ostina a cogliere segnali positivi da dati apparentemente incoraggianti ma purtroppo fondati su un campionamento a dir poco inadeguato. È vero che il numero dei tamponi è tornato a crescere (oltre 6000 più di ieri) ma restiamo ben sotto i livelli della settimana scorsa. E quel che è peggio (e inspiegabile) è il crollo quasi verticale dei test in Lombardia, che in 10 giorni sono passati dai 9556 del 21 marzo ai 3556 di oggi. Ma la Lombardia è l'epicentro dell'epidemia: diradare il campionamento in Lombardia significa perdere il polso del fenomeno nazionale. Gli statistici dicono: garbage in, garbage out. Cioè se i dati in ingresso sono spazzatura, spazzatura sono anche le stime e le previsioni che ne ricaviamo. Infatti le cifre lombarde sono DEL TUTTO SBALLATE. La mortalità cruda è al 16,7%, cioè peggio che se ci fosse un gigantesco focolaio di meningite! E sarebbe anche maggiore se avessero testato i moribondi degli ospizi. Nella regione che ha il 58% dei morti nazionali è stato fatto meno del 23% dei test. Questo non è solo assurdo, è vergognoso! Addirittura ieri si parlava di raggiungimento del fatidico picco almeno in quella regione. Era infatti diminuito per la prima volta il dato assoluto dei positivi attuali. Ma era come se avessimo pensato di essere in cima all'Everest avendo scalato uno spuntone di roccia a quota molto inferiore (ma ignota). Infatti, oggi in Lombardia i positivi sono di nuovo cresciuti. Nondimeno oggi molti media parlano di picco già raggiunto addirittura su scala nazionale. Quando appena ieri l'altro il prof. Locatelli, presidente del CSS, diceva in conferenza stampa che il picco era ancora lontano. In realtà, continuando a fare così pochi test potremo dire di avere superato il picco solo quando i morti caleranno drasticamente e stabilmente (diciamo sotto i 200 al giorno) ammesso che riusciremo a testare almeno i morti. Come nota il prof. Galli, in Lombardia, in realtà, non stiamo misurando la letalità del Covid bensì la letalità di una malattia conclamata: una forma rara  (fino a ieri) e grave di polmonite. Ci si aggrappa al dato dei ricoveri giornalieri in terapia intensiva. Che in effetti è in calo, specie in Lombardia, ma chi ci dice che questo calo non sia dovuto alla saturazione dei reparti? Inoltre questo dato è pari alla differenza tra chi entra e chi esce, e le uscite (morti+guariti) sono in crescita. Come avevo previsto, la mortalità cruda è in crescita un po' dappertutto, oggi anche la Germania ha superato l'1%. Mentre noi ci avviciniamo a un abnorme 12%. Resiste solo la piccola Islanda che al momento conta solo 2 morti su 1135 contagiati. Potrebbe sembrare un'anomalia statistica, un caso fortunato. Ma l'Islanda, guarda caso, è il paese al mondo che ha testato la frazione più alta della popolazione. In altri termini, il dato islandese, per quanto parziale (i morti aumenteranno anche lì) potrebbe essere molto più significativo di quello dell'Italia. Che è un dato misurato sulla punta di un iceberg. Questo modestamente io lo scrivo da un mese, da qualche settimana lo dicono anche Borrelli, Brusaferro, Galli, Burioni, etc. E oggi c'è questo studio del prestigioso Imperial College britannico secondo il quale il pezzettino di iceberg che stiamo testando potrebbe essere ancora più piccolo, molto più piccolo di quello che tutti credevamo. Con quasi 6 milioni di contagiati (al 28 marzo quando avevamo 10.023 morti) il nostro tasso di mortalità scenderebbe allo 0,17%. Cioè molto vicino a quello dell'Islanda (ma è solo un caso):

https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_31/coronavirus-rapporto-dell-imperial-college-in-italia-salvate-38-mila-vite-61884e94-7329-11ea-bc49-338bb9c7b205.shtml

P.S. suggerirei al forumista Sauro24 di inviare il suo quotidiano test Z (test di Zucca vuota) all'Imperial College. Giusto per capire cosa ne pensano. 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Ti suggerisco di andare a leggere il report in quesione. Potrai leggere "there remains a high level of uncertainty in these estimates".

Come consolidata consuetudine, spacci ipotesi caratterizzate da "high level of uncertainty" per verità assolute.

TEST TEST TEST LA PIZZA DI MICHELE

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Ti suggerisco di andare a leggere il report in quesione. Potrai notare che DA NESSUNA PARTE viene stimato il tasso di letalità di Covid19.

Come consolidata consuetudine, inventi balle galattiche travisando notizie per allinearle alle tue alluinazioni. Impara a leggere e poi ne riparliamo.

Nel frattempo 

TEST TEST TEST LA PIZZA DI MICHELE

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

La fascia di incertezza nella stima dell'Imperial College per l'Italia va da 1,9 milioni a 15,2 milioni. I 92.472 casi al 28 marzo erano un dato-spazzatura esistente solo sulla punta dell'iceberg degli infetti italiani e nella tua zucca vuota. Impara a ragionare sui dati e poi ne riparliamo. 

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Inviata (modificato)

Questo primo aprile è stato l'ennesima conferma di quanto vado banalmente scrivendo da oltre un mese: il numero dei contagiati individuati giornalmente più che all'andamento della popolazione degli infetti è correlato al numero di test effettuati. Oggi i tamponi sono cresciuti del 16,4% rispetto a ieri, ritornando sui valori della settimana scorsa. Puntualmente, i nuovi casi positivi sono cresciuti del 18%. Detto c il numero dei contagiati effettivi, t il numero di test giornaliero (esclusi quelli effettuati per verificare le guarigioni) e p il numero giornaliero di positivi rilevati, è facile verificare che se c è una frazione rilevante della popolazione e se t è piccolo rispetto a c, allora p risulta in prima approssimazione proporzionale a t (come si è verificato tra ieri e oggi). Se, al contrario, t fosse grande rispetto a c, allora p sarebbe proporzionale a c. Ma questa seconda ipotesi sembra proprio da escludersi. Infatti, anche ammesso che i contagiati effettivi (da un virus molto contagioso come Cov) e sconosciuti fossero solo la metà degli attuali positivi accertati, che oggi sono circa 80.000, sarebbero comunque più numerosi di t (oggi pari a circa 34.000). In definitiva, anche i dati di oggi avvalorano l'ipotesi t<<c (numero di test inadeguato a  contare i portatori  effettivi). Ipotesi suffagata dalle opinioni dei più autorevoli epidemiologi, da studi analitici (come quelli che ho citato nei giorni scorsi) e da tre fatti oggettivi: il patogeno è molto contagioso, gli infetti sono spesso asintomatici o hanno sintomi lievi, i test li facciamo solo sui sintomatici gravi. L'incremento giornaliero dei positivi conferma, inoltre, che non abbiamo affatto superato il picco come ci hanno raccontato ieri e ieri l'altro. O meglio, ribadisco, potremmo anche averlo superato (dato che ci è ignoto anche il numero effettivo dei guariti) ma i dati di cui disponiamo non sono in grado di dircelo. Dunque, se il momento non fosse tragico, verrebbe da ridere leggendo o sentendo parlare dalla mattina alla sera, anche da illustri cattedratici, di una non meglio identificata e fantasiosa "CURVA", che rallenterebbe o che si fletterebbe, o di un esotico plateau (che qualcuno traduce "pianoro") sul quale ci troveremmo appollaiati da giorni (il tratto quasi piatto della "curva" nell'intorno del massimo) nella speranza di avviarci all'agognata discesa. Signori, in realtà NON ESISTE NESSUNA CURVA. Nessuna cioè che descriva, anche con rozza approssimazione, il fenomeno epidemico in atto. La curva dei positivi attuali e accertati descrive una nicchia molto piccola e molto aleatoria del fenomeno, ovvero un conteggio di positivi tra i sintomatici gravi (febbre alta e dispnea) che hanno avuto la fortuna di essere testati in un giorno e in una regione in cui non mancano i tamponi. Gli statistici seri la definirebbero "curva spazzatura". Non a caso il presidente Conte, che è un premier serio, nella conferenza stampa di stasera non vi ha minimamente accennato, limitandosi ad allungare il lockdown fino al 13 aprile, senza dare spazio a nessuna illusione su quanto potrà accadere dopo. 

 

Modificato da fosforo311

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Inviata (modificato)

Il mio commento al bollettino di oggi 2 aprile va preso cum grano salis, ma è questo: a parte ovviamente i 760 morti (che continuano purtroppo a dirla lunga sulla enorme sottostima dei casi di contagio che avevamo 2-4 settimane fa) oggi abbiamo i dati migliori, o per meglio dire più incoraggianti, dall'inizio dell'epidemia. Con oltre 5000 tamponi in più di quelli di ieri abbiamo contato 114 nuovi casi positivi in meno. E i 39.809 tamponi di oggi sono il record giornaliero dall'inizio dell'epidemia. Naturalmente servono conferme e un po' di ottimismo, ma se da qui a lunedì prossimo riusciamo a stabilizzarci intorno ai 40.000 test (o più se possibile) e se i nuovi contagi accertati continuano a diminuire, potremo dedurre, senza certezza ma con ragionevole fiducia, di avere superato il famoso PICCO. Ovviamente contando sul fatto che le misure profilattiche in atto (ormai da 3 settimane contro un periodo di incubazione massimo di 2) stiano smorzando il contagio anche nella enorme massa di popolazione non testata. Come vado scrivendo da un mese, le armi migliori di cui disponiamo contro Covid-19 sono la profilassi e i test. In teoria, se potessimo testare tutti e separare i positivi dai negativi, per questi ultimi  non ci sarebbe nemmeno bisogno di profilassi. Ma ( per ora) non è possibile farlo e allora i due modelli, quello cinese e quello coreano, devono integrarsi. È confortante per me, sostenitore del modello coreano, vedere che da noi come un po' in tutto il mondo si prende sempre più coscienza dell'importanza dei test. In Italia e in altri paesi è finalmente iniziato lo screening di massa con i test sierologici rapidi per la rivelazione degli anticorpi.

TEST, TEST,TEST !

Ciò detto, spenderei due parole proprio sul resto del mondo. Prima del nostro bollettino delle 18 la Spagna ci tallonava nel conto dei casi accertati. È probabile che tra domani e dopodomani ci superi. Come potrebbe fare la settimana prossima anche la Germania che oggi ha superato la Cina. Quei due paesi fanno più test di noi. La Germania era partita lentamente, come gli USA, ma ora ambedue sono sopra il milione di tamponi. La mortalità cruda (cioè valutata sui dati uffi.ciali) è ovviamente in salita un po' dappertutto. Anche se noi e San Marino conserviamo questo triste primato con oltre il 12%. La Lombardia è addirittura sopra il 17%. Fa eccezione per ora la piccola Islanda. I vichinghi resistono con 2 sole vittime su 1220 casi. Le esalazioni vulcaniche potrebbero essere sgradite al virus, ma non è casuale coincidenza che proprio l'Islanda sia il paese al mondo che ha testato la percentuale più alta della sua popolazione (oltre il 5%).

Modificato da fosforo311

Condividi questo messaggio


Link al messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

È necessario essere registrati per poter lasciare un messaggio

Crea un account

Non sei ancora iscritto? Registrati subito


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.


Accedi ora