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“Da novembre – ricorda Anselmo – abbiamo allertato i tavoli con i rappresentanti di Acea sul territorio. Poi a marzo sono cominciate le riunioni periodiche in regione. Gli attori c’erano tutti, Acea, la Regione, l’unica sempre assente è stato la Città Metropolitana, che non si è mai presentata”. “Io ho avuto occasione di parlarle in un paio di occasioni di quello che stava succedendo sul lago – sottolinea Anselmo riferendosi a Virginia Raggi -. La situazione era visibile, c’erano anche le foto. L’ho invitata a venire a vedere con i suoi occhi”. E lei non è mai venuta? “Se è venuta, io non l’ho mai saputo. Non so se la cosa sia stata presa sottogamba, o se sia stata delegata Acea a gestire la situazione. Fatto sta che è stata gestita malissimo.
In Italia ha sede uno dei più importanti istituti mondiali di ricerca sul clima, il CMCC (Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) che tra l'altro dispone di uno dei più potenti supercalcolatori oggi esistenti al mondo (ubicato a Lecce). La cosa non è casuale. Infatti, i climatologi ce lo dicono da decenni, ce lo dicono i dati scientifici, ce lo dice lo scioglimento dei ghiacciai alpini e pirenaici, lo sperimentiamo tutti noi direttamente, ormai lo sanno anche le pietre, ma non quegli asini e quegli incompetenti dei nostri governanti: il Mediterraneo è un climate change hotspot, cioè una delle aree del pianeta dove si manifestano con maggiore intensità gli effetti del global warming. Dall'inizio delle rilevazioni (1880) a oggi la temperatura media in Italia è cresciuta di quasi il doppio della media mondiale. E le cose, ce lo dicono sempre i climatologi, andranno mediamente sempre peggio: da qui al 2050 avremo diverse altre estati simili a questa e alcune anche più secche, specie al CentroSud. Un problema epocale, un problema già grave (oltre 2 miliardi i danni della siccità all'agricoltura e all'allevamento stimati da Coldiretti per il 2017), che potrebbe diventare drammatico. E i nostri decisori politici che cosa decidono? Nulla. A parte qualche ordinanza emergenziale come quella del governatore del Lazio che blocca il prelievo idrico dal lago di Bracciano, o i tanti sindaci che si apprestano a chiedere lo stato di calamità naturale. Da qualche albergo della Toscana sono già scappati i turisti impossibilitati a usare la doccia e il water. Cosa aspettano i nostri politicanti ad avviare, oltre alle misure emergenziali, anche un grande piano di lungo termine, finalizzato soprattutto alla conservazione e alla gestione efficiente della vitale risorsa idrica, che metta il paese nelle condizioni di fronteggiare le siccità dei prossimi anni e decenni? Bisogna ridurre drasticamente gli sprechi, anche a livello domestico (io stabilirei un tetto ragionevole al consumo individuale oltre il quale triplicherei il prezzo a metro cubo), abbattere le dispersioni della rete di distribuzione (siamo oltre il 30% di media nazionale, contro il 6% della Germania), imponendo anche ai gestori privati di provvedere sotto pena del ritiro della concessione. E bisogna attuare e incentivare la realizzazione di invasi e bacini artificiali, piccoli, medi e grandi, per la raccolta e la conservazione dell'acqua destinata all'agricoltura (che è la frazione maggiore del consumo nazionale). Se avessimo un po' di coraggio e di lungimiranza penseremmo anche alla desalinizzazione. In Israele il 60% dell'acqua dolce consumata proviene dal mare. Il costo energetico ed economico oggi non è più un problema. L'ideale sarebbe dissalare l'acqua marina utilizzando l'energia rinnovabile e pulita di impianti eolici off-shore. In Israele hanno realizzato un dissalatore a osmosi inversa che produce 627.000 mc di acqua dolce al giorno (a titolo di confronto il prelievo idrico dal lago di Bracciano è 86.000 mc/giorno) al costo di mezzo euro al mc (contro oltre un euro al mc che è la tariffa che potete leggere sulla vostra bolletta). E come sottoprodotto dall'acqua di mare si ricava anche il litio, materiale prezioso e strategico per la green economy (es. usato per le batterie delle auto elettriche). Purtroppo il coraggio e la lungimiranza sono doti assenti nei nostri governanti.
Modificato da fosforo312 ore fa, fosforo31 ha scritto:In Italia ha sede uno dei più importanti istituti mondiali di ricerca sul clima, il CMCC (Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) che tra l'altro dispone di uno dei più potenti supercalcolatori oggi esistenti al mondo (ubicato a Lecce). La cosa non è casuale. Infatti, i climatologi ce lo dicono da decenni, ce lo dicono i dati scientifici, ce lo dice lo scioglimento dei ghiacciai alpini e pirenaici, lo sperimentiamo tutti noi direttamente, ormai lo sanno anche le pietre, ma non quegli asini e quegli incompetenti dei nostri governanti: il Mediterraneo è un climate change hotspot, cioè una delle aree del pianeta dove si manifestano con maggiore intensità gli effetti del global warming. Dall'inizio delle rilevazioni (1880) a oggi la temperatura media in Italia è cresciuta di quasi il doppio della media mondiale. E le cose, ce lo dicono sempre i climatologi, andranno mediamente sempre peggio: da qui al 2050 avremo diverse altre estati simili a questa e alcune anche più secche, specie al CentroSud. Un problema epocale, un problema già grave (oltre 2 miliardi i danni della siccità all'agricoltura e all'allevamento stimati da Coldiretti per il 2017), che potrebbe diventare drammatico. E i nostri decisori politici che cosa decidono? Nulla. A parte qualche ordinanza emergenziale come quella del governatore del Lazio che blocca il prelievo idrico dal lago di Bracciano, o i tanti sindaci che si apprestano a chiedere lo stato di calamità naturale. Da qualche albergo della Toscana sono già scappati i turisti impossibilitati a usare la doccia e il water. Cosa aspettano i nostri politicanti ad avviare, oltre alle misure emergenziali, anche un grande piano di lungo termine, finalizzato soprattutto alla conservazione e alla gestione efficiente della vitale risorsa idrica, che metta il paese nelle condizioni di fronteggiare le siccità dei prossimi anni e decenni? Bisogna ridurre drasticamente gli sprechi, anche a livello domestico (io stabilirei un tetto ragionevole al consumo individuale oltre il quale triplicherei il prezzo a metro cubo), abbattere le dispersioni della rete di distribuzione (siamo oltre il 30% di media nazionale, contro il 6% della Germania), imponendo anche ai gestori privati di provvedere sotto pena del ritiro della concessione. E bisogna attuare e incentivare la realizzazione di invasi e bacini artificiali, piccoli, medi e grandi, per la raccolta e la conservazione dell'acqua destinata all'agricoltura (che è la frazione maggiore del consumo nazionale). Se avessimo un po' di coraggio e di lungimiranza penseremmo anche alla desalinizzazione. In Israele il 60% dell'acqua dolce consumata proviene dal mare. Il costo energetico ed economico oggi non è più un problema. L'ideale sarebbe dissalare l'acqua marina utilizzando l'energia rinnovabile e pulita di impianti eolici off-shore. In Israele hanno realizzato un dissalatore a osmosi inversa che produce 627.000 mc di acqua dolce al giorno (a titolo di confronto il prelievo idrico dal lago di Bracciano è 86.000 mc/giorno) al costo di mezzo euro al mc (contro oltre un euro al mc che è la tariffa che potete leggere sulla vostra bolletta). E come sottoprodotto dall'acqua di mare si ricava anche il litio, materiale prezioso e strategico per la green economy (es. usato per le batterie delle auto elettriche). Purtroppo il coraggio e la lungimiranza sono doti assenti nei nostri governanti.
Mi sembrava strano che per il Cazzaro Napoletano non c'avesse la colpa il governo Gentiloni e quindi il PD e Renzi . Notevoli ed interessanti , poi , le sue proposte per il superamento del problema da vero stato di terrore e Polizia , tse !! Aspetteremo ancora poco per vederle applicate , presto Montanari sarà il nuovo pdc e risolverà tutti u problemi nel giro di pochi mesi .
Incolpare la raggi di qualcosa non serve, è più di un anno che non fà nulla......ma cercare di difenderla è ridicolo......
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Inviata
http://www.unita.tv/focus/il-fuoco-amico-incastra-la-raggi-sul-lago-di-bracciano-la-sindaca-sempre-assente/
Il “fuoco amico” incastra la Raggi. Sul lago di Bracciano la sindaca sempre assente
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