napoli citta' in guerra

 rabbia dei parenti del 15enne di Napoli colpito durante una rapina da un carabiniere in borghese. I familiari dopo il decesso hanno devastato l’ospedale dei Pellegrini, dove il 15enne era stato portato d’urgenza e poi deceduto. È stato necessario sospendere l’attività di Pronto soccorso, così come affermato dall’Asl di Napoli. A essere danneggiati arredi e attrezzature.

 

Quando muore un ragazzo è sempre un dramma, ma nessuno può attaccare un Carabiniere che, aggredito, ha reagito per difendere la sua vita e la sua fidanzata.

 
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3 ore fa, director12 ha scritto:

 rabbia dei parenti del 15enne di Napoli colpito durante una rapina da un carabiniere in borghese. I familiari dopo il decesso hanno devastato l’ospedale dei Pellegrini, dove il 15enne era stato portato d’urgenza e poi deceduto. È stato necessario sospendere l’attività di Pronto soccorso, così come affermato dall’Asl di Napoli. A essere danneggiati arredi e attrezzature.

 

Quando muore un ragazzo è sempre un dramma, ma nessuno può attaccare un Carabiniere che, aggredito, ha reagito per difendere la sua vita e la sua fidanzata.

 
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La legittima difesa è legittima. Lo era anche nel 1950. Senza bisogno di capitoni.

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Inviata (modificato)

Napoli non è una città in guerra. È una città complicata e sfortunata dove lo Stato ha prima causato o aggravato e poi lasciato incancrenire problemi giganteschi. Questo fin dall'Unificazione scellerata seguita da un secolo e mezzo di politiche scellerate. Il Regno di Napoli non voleva unirsi al Regno dei Savoia, certo non alle condizioni imposte dai Savoia. Fu conquistato con una guerra, per giunta una guerra sporca in cui l'invasore, spalleggiato dalle potenze europee, corruppe i generali e gli ammiragli borbonici. Altrimenti il bandito Garibaldi e i suoi mille avanzi di galera sarebbero finiti in pasto ai pesci nelle acque di Marsala con i loro due modesti piroscafi rubati a un armatore genovese. Il cosiddetto plebiscito fu una farsa: il voto non era segreto e ogni seggio era presidiato da garibaldini e/o camorristi armati. Il Sud fu espropriato delle sue ricchezze. La rivolta popolare delle campagne fu soffocata nel sangue da macellai piemontesi i cui metodi fecero inorridire lo stesso bandito Garibaldi. I rivoltosi furono torturati e massacrati, e umiliati con il nome di "briganti". Il Sud fu trattato come terra di conquista. Anche culturalmente. Il primo atto del celebrato Francesco De Sanctis come ministro dell'Istruzione fu l'espulsione di decine tra i migliori professori dalla più grande e prestigiosa università italiana dell'epoca: la Federico II di Napoli. Eppure ci vollero alcuni decenni per ridurre i meridionali alla fame e per arricchire il Nord a loro spese. Nei primi decenni dopo l'Unità il fenomeno migratorio interessò quasi esclusivamente il Nord. La questione meridionale è come la questione femminile: non è mai stata risolta, le pari opportunità effettive mai raggiunte. La famigerata Cassa per il Mezzogiorno fece arricchire le imprese del Nord. Ovviamente con la complicità di politicanti e amministratori meridionali. Quei servitori dello Stato che ambirono realmente a estirpare le mafie, come Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, furono abbandonati dallo Stato. Il quale scese a compromessi indicibili sia con la mafia che con la camorra (Trattativa, liberazione di Ciro Cirillo), mentre il capitolo dei rapporti di un ex presidente del Consiglio con la mafia stragista è tuttora aperto. Ovviamente colpe gigantesche, gravissime, cadono anche sul popolo meridionale. Omertà, rassegnazione, scarsa coscienza dei propri diritti e dei propri doveri, scarso rispetto per il bene comune, inclinazione al disimpegno, al clientelismo e al voto di scambio, hanno fatto e fanno più danni di tutte le mafie messe insieme.

L'episodio dell'assalto all'ospedale  Pellegrini è solo l'ultimo di una lunga serie. Qualcuno si chiederà perché un ospedale dove c'erano un piccolo criminale agonizzante e decine di parenti e amici con i nervi tesi, non era presidiato alle 4 del mattino da un'adeguata forza di polizia. Semplice: perché a Napoli simili fatti di sangue e di teppismo sono diventati quasi routine. È capitato perfino che dei camorristi, anche semplice manovalanza, siano morti non dopo una sparatoria ma dopo un incidente d'auto o una comune malattia, e che i loro parenti si siano sfogati sul personale e sulle attrezzature mediche. Per la verità è capitato anche con parenti di incensurati. E la polizia non può stare dappertutto. Se quel ragazzo si fosse salvato, non sarebbe successo nulla, anzi i parenti avrebbero baciato le mani ai medici e agli infermieri. Ovviamente parliamo di fatti gravissimi, intollerabili, cui non ci si può e non ci si deve abituare. Fossi stato al posto della guardia giurata di turno, io probabilmente avrei svuotato il caricatore per azzoppare almeno una mezza dozzina di quei teppisti, ma avrei rischiato il linciaggio e la galera. Siamo alle solite: il problema è il sistema giudiziario colabrodo e il plateale venir meno di ambedue le funzioni di deterrenza e repressione. Quindi questi episodi si ripeteranno. Per non parlare della prevenzione, cioè dei problemi socioeconomici. Non so se quel ragazzo frequentasse la scuola. Immagino che avesse studiato almeno fino alla terza media. Se io fossi suo padre mi sparerei un colpo in testa, ma se fossi stato un suo insegnante oggi non sarei sereno, mi sentirei in colpa. Come dovrebbero sentirsi in colpa tutti gli amministratori che gestiscono e hanno gestito la sanità in Campania. Gli assalti agli ospedali non nascono solo dalla rabbia cieca. Non date retta ai ciarlatani alla De Luca, bensì ai cittadini che vivono o hanno vissuto il problema sulla loro pelle o  su quella dei loro cari. In Campania la sanità pubblica funziona decisamente peggio che altrove. Certo non da oggi. Il più caro, più buono e coraggioso dei miei zii, che viveva in provincia e che fece del bene per tutta la vita, con un infarto in corso scese in strada, si mise al volante della sua auto e raggiunse l'ospedale più vicino. Non poté chiamare il 118, il resto d'Italia ce l'aveva la Campania ancora no. Arrivato al pronto soccorso, gli dissero che aveva sbagliato indirizzo: non avevano un'unità coronarica efficiente. Lo visitarono, lo caricarono su un'ambulanza e lo trasferirono al Monaldi di Napoli, dove giunse in fin di vita. Oggi abbiamo il 118 ma quell'ospedale, che serve tre grossi comuni del vesuviano, tuttora non è in grado di gestire un infarto. E neppure una frattura perché, incredibile ma vero, ho letto che il reparto di pronto soccorso non ha l'ortopedico!! UNO DEI PIÙ GROSSI OSPEDALI PUBBLICI  DELLA CAMPANIA IN CONDIZIONI DI EFFICIENZA DA TERZO MONDO!!!

https://www.metropolisweb.it/metropolisweb/2019/01/30/torre-del-greco-lospedale-maresca-a-rischio-chiusura-da-palomba-e-raia-solo-spot-e-passerelle/

Il signor De Luca e i suoi predecessori dovrebbero solo vergognarsi, e non solo per quella povera e anziana paziente assalita dalle formiche al San Giovanni Bosco. Se io avessi trovato mia madre in quelle condizioni, francamente non so se sarei riuscito a contenere la rabbia. 

https://youtu.be/hW8lakWrbLg

E le formiche poi sono pure tornate!

Modificato da fosforo311

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Ecchequa’ l’idio ta !! Napoli non e’ una città in guerra !! E come no !! Una città che ha il primato ed il numero più’ alto delle cosche della camorra che si spartisce tuttocio’ che e’ illegale . Una città capostipite e che ha “inventato” il fenomeno delle baby gang , che ha il numero più alto di contrabbandieri dell’Europa , che ha , da sola , il primato dei parcheggiatori abusivi contro tutto il resto del mondo , dove si può entrare in una struttura pubblica ospedaliera come se fosse un saloon del Far West , dove non esiste il malaffare ma e’ il trionfo del malaffare , ecco che per il Cazzaro di Napoli , un episodio come quello di ieri , diventa un episodio si grave , ma dove le giustificazioni ed una quasi assoluzione sono prevalenti su un episodio che , purtroppo , poteva capitare solo a Napoli ed in altre 2/3 città italiane . Ed ecco che tutto viene fatto risalire a Garibaldi che il Cazzaro definisce un “bandito” ed i mille al seguito degli “avanzi di galera” . Che pena !! Ovvio che ci sono degli aspetti culturali ed etici che hanno responsabilità precise se la Campania e Napoli sono ridotte così , ma ridurre tutto solo a questo e’ demenziale come demente e’ colui che propugna questi discorsi . Ovvio che non tutti i napoletani sono così , ma e’ altrettanto vero che chi si comporta così e’ quasi esclusivamente napoletano . Ed il razzismo contro Napoli non c’entra niente . Si tratta solo di prendere atto di una realtà che non e’ smentibile pena essere considerati degli idio ti .  E quando qualcuno “tenta” di migliorare una realtà così come appare ora diventa un venduto , un poco di buono , un traditore . Uno come De Luca , considerato forse uno tra i migliori amministratori Italiani diventa un nemico . E lo diventa agli occhi partenopei perché chi tenta di togliere privilegi pluridecennali e guarentigie così e’ !! E De Luca e’ uno di questi . E’ riuscito dopo anni ed anni di commissariamento a portare la Sanità Campana ad uno standard decente . Certo , ci vorranno anni ed anni visto le condizioni in cui si trovava prima del suo avvento , ma se lo lasceranno lavorare in pace ci riuscirà . Garantito ed al netto degli Ebe ti come il Cazzaro Napoletano di cui , oggi , scopriamo un altro zio “eroe “ che , con un infarto in corso , girava, guidando la macchina ,  tutti gli ospedali napoletani in attesa di essere visitato. Cazzaro e Pallonaro !!!

 

La Campania vince la sfida: dopo 10 anni la Sanità non è più commissariata

Da RedazioneNov 29, 2019
 
 

sala operatoriaDopo ben 10 anni la Sanità in Campania non è più commissariata. La Conferenza delle Regioni e lo Stato centrale hanno premiato il percorso che la Regione Campania ha compiuto in questi ultimi anni. Il presidente Vincenzo De Luca, che ricopre anche il ruolo di assessore alla Sanità e continuerà a ricoprirlo, ha elencato gli obiettivi raggiunti.

– Risanamento finanziario delle Asl, alcune delle quali non avevano i bilanci approvati dal 2013.- Innalzamento dei Livelli Essenziali di *** da 106 del 2015 a 170 del 2018 (a proposito, i dati su cui ancora vengono costruite le classifiche che si pubblicano sono riferiti al 2016-17). E nel 2019 siamo già oltre 175.

– Abbiamo rilanciato la rete ospedaliera, le grandi eccellenze della nostra ricerca medica, ma anche molte realtà territoriali che erano state completamente abbandonate.

– Oggi la sanità della Regione Campania paga i fornitori a 38 giorni, prima in Italia, davanti alle Regioni del Nord. L’Asl Napoli 1 paga nel 2019 con una media di 32 giorni.

L’ok di oggi alla fine del Commissariamento della sanità campana e il ritorno alla gestione ordinaria non sono chiacchiere, ma è il frutto del lavoro di tanti e dei risultati concreti raggiunti. Molti altri ancora dobbiamo ottenerne.

Ma stiamo dimostrando con i fatti che cambiare in meglio la realtà è possibile con questo governo della Regione Campania.

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A me stupisce di più la linea soft dei leghisti in particolare, fosse successo al tempo del bossi si sarebbero alzati migliaia di scudi nel condannare e offendere il malissimo e sbagliato fatto di distruggere il pronto soccorso....le cose cambiano però, e oggi il salvi prende voti anche dà quelle parti, magari con l'aiutino di qualche boss....che sia anche per questo che i toni si sono moderati?....:D

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