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meloni e salvini contenti per averla votata al ballottaggio
Il fenomeno della chiusura dei negozi non riguarda solo Roma ma tutto il paese ed è legato a due cause: la crisi economica e la concorrenza (sempre più insostenibile) della grande distribuzione. Tra il 2008 e il 2016 ha cessato l'attività in Italia un negozio su 7. Un amico commerciante mi ha detto che pensa di fare come qualche suo collega: chiudere il negozio e mettersi a vendere in strada, come ambulante o su una bancarella. A Napoli, mi assicura, ci sono già decine di casi del genere. Molti altri suoi colleghi, invece, sono finiti a fare i dipendenti di supermercati. Il problema va affrontato a livello nazionale. I grandi centri commerciali andrebbero sottoposti a regole severissime. In primis sugli orari di apertura, che non dovrebbero superare neppure di un minuto quelli dei piccoli negozi. Ma dovrebbero essere penalizzati anche sul piano fiscale, nel rispetto del principio costituzionale di progressività della tassazione. Per esempio, voglio lanciare qui una mia proposta, che probabilmente sarà venuta in mente anche ad altri:
incrementare le aliquote IVA per la grande distribuzione e ridurle per la piccola.
Un'idea di sinistra che dovrebbe essere attentamente considerata da un governo di sinistra, coraggioso e non asservito alle lobby (cioè tutto quello che non è il governo Renziloni). Non è affatto un'idea campata in aria, è un'idea mirata a difendere il lavoro. Basta ricordare che, secondo una statistica della CGIA di Mestre su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, per ogni nuovo posto di lavoro creato nei centri commerciali se ne perdono 6 nel piccolo commercio. La piccola distribuzione forse non favorisce i consumi sul piano quantitativo, ma di sicuro ne migliora la qualità (in base al rapporto di fiducia che si instaura tra negoziante e cliente), non strozza i produttori e i fornitori (che oggi devono accettare il prezzo imposto dai grandi distributori o fallire) e favorisce il prodotto italiano.
Saluti
Modificato da fosforo319 minuti fa, fosforo31 ha scritto:Il fenomeno della chiusura dei negozi non riguarda solo Roma ma tutto il paese ed è legato a due cause: la crisi economica e la concorrenza (sempre più insostenibile) della grande distribuzione. Tra il 2008 e il 2016 ha cessato l'attività in Italia un negozio su 7. Un amico commerciante mi ha detto che pensa di fare come qualche suo collega: chiudere il negozio e mettersi a vendere in strada, come ambulante o su una bancarella. A Napoli, mi assicura, ci sono già decine di casi del genere. Molti altri suoi colleghi, invece, sono finiti a fare i dipendenti di supermercati. Il problema va affrontato a livello nazionale. I grandi centri commerciali andrebbero sottoposti a regole severissime. In primis sugli orari di apertura, che non dovrebbero superare neppure di un minuto quelli dei piccoli negozi. Ma dovrebbero essere penalizzati anche sul piano fiscale, nel rispetto del principio costituzionale di progressività della tassazione. Per esempio, voglio lanciare qui una mia proposta, che probabilmente sarà venuta in mente anche ad altri:
incrementare le aliquote IVA per la grande distribuzione e ridurle per la piccola.
Un'idea di sinistra che dovrebbe essere attentamente considerata da un governo di sinistra, coraggioso e non asservito alle lobby (cioè tutto quello che non è il governo Renziloni). Non è affatto un'idea campata in aria, è un'idea mirata a difendere il lavoro. Basta ricordare che, secondo una statistica della CGIA di Mestre su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, per ogni nuovo posto di lavoro creato nei centri commerciali se ne perdono 6 nel piccolo commercio. La piccola distribuzione forse non favorisce i consumi sul piano quantitativo, ma di sicuro ne migliora la qualità (in base al rapporto di fiducia che si instaura tra negoziante e cliente), non strozza i produttori e i fornitori (che oggi devono accettare il prezzo imposto dai grandi distributori o fallire) e favorisce il prodotto italiano.
Saluti
Complimenti per la proposta , Fosfy O' Cazzaro. E' la stessa messa in atto in Venezuela da Maduro....!! Se vuoi ragguagliarci sui risultati te ne saremmo grati .. !!
trovo scritto:..."In primis sugli orari di apertura, che non dovrebbero superare neppure di un minuto quelli dei piccoli negozi"....
quello dell'orario di apertura è un punto controverso e da alcuni visto in modo puramente "ideologico" ; mi spiego meglio: nelle famiglie generalmente per tirare la baracca lavora sia l'uomo che la donna; l'unico giorno dove babbo, mamma, figli possono stare tutti assieme è la Domenica; ma i dipendenti dei supermercati la Domenica sono costretti a lavorare e c'è chi vorrebbe farli lavorare a turni 24 ore su 24 ore, Natale e altre feste comprese e tutto questo in nome del DIO DENARO ; anziché tariffe differenziate sull'Iva che sarebbe incostituzionale si potrebbe percorrere invece la strada di rendere non conveniente per i supermercati l'apertura festiva magari con una tassa comunale sule aperture festive; si potrebbero esentare da questa tassa i piccoli negozi nelle zone turistiche.
E' comunque ovvio che molti piccoli negozi sono imprese marginali che non possono resistere basandosi su un numero troppo piccolo di *** e si trovano a vivacchiare come negozi di vicinato vendendo merce ad anziani senza auto che non sono in grado di recarsi nei supermercati dove i prezzi sono comunque più bassi, senza considerare che non c'è solo la concorrenza dei supermercati, e degli ambulanti al nero, c'è anche la concorrenza di internet e del commercio in rete in grado ormai di consegnare entro 24 ore merce in tutta Italia
14 minuti fa, etrusco1900 ha scritto:trovo scritto:..."In primis sugli orari di apertura, che non dovrebbero superare neppure di un minuto quelli dei piccoli negozi"....
quello dell'orario di apertura è un punto controverso e da alcuni visto in modo puramente "ideologico" ; mi spiego meglio: nelle famiglie generalmente per tirare la baracca lavora sia l'uomo che la donna; l'unico giorno dove babbo, mamma, figli possono stare tutti assieme è la Domenica; ma i dipendenti dei supermercati la Domenica sono costretti a lavorare e c'è chi vorrebbe farli lavorare a turni 24 ore su 24 ore, Natale e altre feste comprese e tutto questo in nome del DIO DENARO ; anziché tariffe differenziate sull'Iva che sarebbe incostituzionale si potrebbe percorrere invece la strada di rendere non conveniente per i supermercati l'apertura festiva magari con una tassa comunale sule aperture festive; si potrebbero esentare da questa tassa i piccoli negozi nelle zone turistiche.
E' comunque ovvio che molti piccoli negozi sono imprese marginali che non possono resistere basandosi su un numero troppo piccolo di *** e si trovano a vivacchiare come negozi di vicinato vendendo merce ad anziani senza auto che non sono in grado di recarsi nei supermercati dove i prezzi sono comunque più bassi, senza considerare che non c'è solo la concorrenza dei supermercati, e degli ambulanti al nero, c'è anche la concorrenza di internet e del commercio in rete in grado ormai di consegnare entro 24 ore merce in tutta Italia
Ti ringrazio per la segnalazione: nella grande distribuzione oggi va inclusa ovviamente quella on line, e la mia proposta di incremento delle aliquote IVA va estesa anche ai centri commerciali "virtuali", i quali distruggono il lavoro perfino più di quelli tradizionali.
Saluti
Esistono poi realtà dove i piccoli negozianti sono vessati da persone che pensano di potere reagire impunemente, si va dalle richieste di pizzo così presenti in certe zone d'Italia alle rapine piccole e grandi che molti piccoli negozianti sono giornalmente: costretti a subire ; questo è uno dei tanti esempi che si trovano in rete e danno l'impressione di una situazione ormai allo sbando http://www.bolognatoday.it/cronaca/via-san-vitale-polizia-furto-118-pachistano.html
ma tutto quanto scritto cosa centra con il malgoverno della sindaca ??? Ah già non è mai colpa loro
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Inviata
Tanto votata e osannata come salvatrice.....sicuramente i ragazzi di casa pound non andranno in comune a gridare le dimissioni come a Milano......
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