I records impressionanti del Cazzaro di Napoli ...

  

 

26 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

 

.... I  numeri di Fibonacci, scoperti da un italiano, sono stati definiti "l'impronta di Dio sulla Natura". 40 anni fa acquistai alla libreria della Mir Mosca di Napoli un prezioso libretto del matematico russo Vorobiov. Che illustra e dimostra molte delle meravigliose proprietà di questi numeri. In primis la PROPRIETÀ AUREA....

 

Non c’è niente da fare !! Il Cazzaro di Napoli e’ un fenomeno inarrivabile . Non solo ha imparato a leggere e scrivere a 4 anni , a sei anni leggeva già 6/7 quotidiani , a 8/9 anni parlava già fluentemente il latino al punto che in tale lingua dava le indicazioni stradali ai turisti tedeschi in quella lingua , ma , tra un impegno e l’altro delle molteplici attività sportivo agonistiche praticate ,  tra una lezione di scacchi , tra due e trecento libri letti non meno di 10 volte cadauno , tra una riunione del Collettivo studentesco napoletano e l’altra , tra una occupazione di aule studentesche,  trovava pure il tempo di appassionarsi per la Proprietà Aurea correndo in libreria ed acquistare i libri del matematico russo Vorobiov . Urka !! Io credo che a Princeton si sono confusi ed hanno dato l’ufficio di Einstain al fratello sbagliato. 

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18 messaggi in questa discussione

Il cazzaro di Napoli è un fenomeno inarrivabile . Non solo ha imparato a leggere e scrivere a 4 anni , a sei anni leggeva già 6/7 quotidiani , a 8/9 anni parlava già fluentemente il latino al punto che in tale lingua dava le indicazioni stradali ai turisti tedeschi in quella lingua...

Il cazzaro fosforo31 ha fatto molto di più: grazie al suo inglese, che immagino sia fluentissimo, è riuscito nell'impresa di dare indicazioni stradali a un turista tedesco che, non parlando l'inglese, aveva chiesto in_formazioni in latino. BFODIDSAT

YES HE CAN !

 

 

 

 

Modificato da ilsauro24ore

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Oggi il diffusore di cultura e scienza, causa smaltimento fumi di vini, ha diffuso solo gossip.

Domani....non si sa!

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Capisco perfettamente le sue parole e non la biasimo affatto . Lei e’ a libro paga e ciò rientra perfettamente nelle sue mansioni. 

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20 minuti fa, mark222220 ha scritto:

Capisco perfettamente le sue parole e non la biasimo affatto . Lei e’ a libro paga e ciò rientra perfettamente nelle sue mansioni. 

Io anche capisco lei.

Il sig fosforo le irrita la ghiandola extramurale anfricrina, e allora cerca di sfogare le secrezioni come meglio può, sig maggiordomo.

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15 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

Il sig fosforo le irrita la ghiandola extramurale anfricrina

Mi sembra di capire che lei sia in grado di capire fosforo31.

Impresa non di poco conto, lo ammetto.

Mi spiega pertanto come sia possibile che fosfy abbia dato indicazioni in inglese ad un turista che non lo parla nemmeno in modo elementare (infatti ha chiesto in_formazioni in latino) e che il medesimo turista abbia capito?

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

 

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48 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

Io anche capisco lei.

Il sig fosforo le irrita la ghiandola extramurale anfricrina, e allora cerca di sfogare le secrezioni come meglio può, sig maggiordomo.

Urka !! Ed io che credevo che l’anficrina fosse un moderno metodo di mungitura ...!! Lei , Sancho , mi sorprende sempre più . Ne sa una più del diavolo . 

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43 minuti fa, ilsauro24ore ha scritto:

Mi sembra di capire che lei sia in grado di capire fosforo31.

Impresa non di poco conto, lo ammetto.

Mi spiega pertanto come sia possibile che fosfy abbia dato indicazioni in inglese ad un turista che non lo parla nemmeno in modo elementare (infatti ha chiesto in_formazioni in latino) e che il medesimo turista abbia capito?

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

 

Mi perdoni sig ilsauro ma non ho capito se devo capire il sig fosforo o dovevo capire il turista che parla latino che ha capito l'inglese  del sig fosforo senza capirlo?

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37 minuti fa, mark222220 ha scritto:

Urka !! Ed io che credevo che l’anficrina fosse un moderno metodo di mungitura ...!! Lei , Sancho , mi sorprende sempre più . Ne sa una più del diavolo . 

Non deve affatto sorprendersi, sig maggiordomo, da quando lei propaga scienza e cultura, anche i sassi cominciano ad evolversi.

 Permetta una domanda: come sono risultati questa mattina i prodotti metabolici finali delle escrezioni del rene di leopoldino? Erano limpidi oppure di colore giallo paglierino?

 

 

 

 

 

Modificato da ahaha.ha

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1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:

ma non ho capito se devo capire...

Non deve capire nessuno.

La questione è molto più semplice. Fosfy ha raccontato il simpatico aneddoto che segue:

1 - un turista tedesco chiede a fosfy in_formazioni in latino. Da cosa fosfy abbia dedotto che il turista fosse tedesco nessuno lo ha capito (forse indossava una maglietta con stampata la faccia della Merkel). Napul'è mille culure... nessuno si stupisca se Napoli sia l'unica città al mondo in cui sia possibile trovare un turista che parla latino;

2 - Il latinista fosfy, che non dubito abbia letto l'Eneide in latino, capisce il turista tedesco. Fosfy, che non dubito abbia letto il De rerum natura in latino, non sa però rispondere nella lingua dei Cesari. Risponde allora in inglese;

3 - il turista non parla inglese, a differenza di decine/centinaia di milioni di turisti in tutto il mondo. Questo non impedisce al turista di capire la risposta di fosfy.

Quello che cortesemente le chiedo è di spiegarmi quale meccanismo abbia permesso ai due di parlare lingue diverse e di capirsi.

La sola spiegazione che sono riuscito a dare è che, escludendo l'intercessione dello Spirito Santo, il simpatico aneddoto di fosfy sia inventato, al pari del fratello visiting professor a Princeton.

Va bene che fosfy ha imparato a leggere alla tenera età di quattro anni, come da lui raccontato.

Ma farsi capire in una lingua che l'ascoltatore non padroneggia mi pare impresa eccezionale perfino per fosfy.

Lei che ne pensa? BFODIDSAT

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Io invece non mi stupisco per niente . Fosfy Le Cazzeur e’ il miracoloso frutto della stretta parentela che il figlio di un cugino di suo padre , tal Francesco Marto , era un componente dei 3 pastorelli a cui apparve la Madonna in quel di Fatima (Portogallo ) dove zio Antimo era emigrato alla fine dell’1800.?

 
Modificato da mark222220

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A me sig ilsauro non sembra che il sig fosfy l'abbia raccontata come l'ha raccontata lei. Mi sembra abbia detto che ha parlato anche lui in latino, però mi posso anche sbagliare.

Mi sembra poi di aver letto da qualche parte che i tedeschi e gli inglesi studino il latino più degli italiani, ma anche in questo caso, potrei aver detto una corbelleria.

Comunque ricordo un giorno della mia fanciullezza: ero nella spiaggia di Cavazuccherina e mi si avvicina un ragazzino della mia età, sui quattordici anni, e mi parla in ostrogoto.

Io non capisco un kaxzo, allora questo cambia lingua e mi parla nuovamente; io che frequentavo ancora le elementari, non capisco un tubo anche questa volta, quindi lo guardo con la faccia da idi ota (come dice sempre il sig maggiordomo) per la seconda volta.

A quel punto interviene un signore con baffi e pizzetto, che se ne stava sdraiato lì vicino leggendo il giornale e mi fa: " ei ragazzo, ma che scuole frequenti, non studi il latino?"

Lo guardo storto e rispondo: " mi scusi signore che cosa è il latino, io conosco il latte perché alla sera mio padre mi fa mungere la Bisa che è il nome della mucca più buona di tutta la stalla."

"Ma che latte e latte, il latino è una lingua che parlavano i nostri avi, e il ragazzetto ti ha chiesto se vai a giocare al pallone con lui. Te lo ha chiesto prima in tedesco e poi in latino. Ma tu che scuole fai?" Disse l'omino con i baffi e il pizzetto.

"Faccio la quinta elementare"  risposi io.

Ossignur, grande così fai ancora le elementari? Studia figliuolo, studia se vuoi combinare qualcosa nella vita. Studia mi raccomando" mi riprende l'omino.

Sono andato a giocare a pallone con il tedesco, non sapevo il latino, ma vinsi 19 a 2.

Ekkekaxzo!

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La cosa davvero "impressionante", anzi spaventosa, per quanto mi riguarda anche triste, è la degenerazione allo stato trogloditico di un forumista che solo pochi anni fa - ne sono certo - avrebbe elogiato con toni a dir poco entusiastici il mio breve cenno ai numeri di Fibonacci, peraltro tirati in ballo da un civile forumista cui stamane rispondevo. Oggi invece il troglodita coglie l'occasione e apre una discussione apposita per dileggiare e insultare il sottoscritto, ovvero per riaprire la consueta valvola di sfogo delle sue quotidiane frustrazioni. Signori, nemmeno un mentecatto semianalfabeta nativo di Pisa può ignorare certe cose, ma probabilmente questo cervello, corroso dalla faziosità morbosa e da quotidiane overdosi di droga leopoldina, ha rimosso il ricordo e l'orgoglio che ogni vero pisano dovrebbe nutrire per chi, dopo Galileo Galilei, è il più illustre e il più importante personaggio nato nella città della Torre. Leonardo da Pisa, detto Fibonacci, è stato, secondo il famoso storico della Matematica Howard Eves, il più grande matematico del Medioevo e uno dei più grandi di tutti i tempi. Il suo merito maggiore è l'avere riannodato il filo, spezzato nei secoli bui, con la matematica e la geometria dei Greci, e nell'avere condotto alla definitiva affermazione i numeri arabi. Leonardo da Pisa fu il primo a capire pienamente l'enorme, decisivo vantaggio della notazione posizionale indo-araba. La sua celeberrima successione numerica è una delle perle della Teoria dei Numeri. Le straordinarie proprietà non appagano solo il senso estetico dei matematici, ma anche quello dei fisici teorici della Teoria delle Stringhe, dei chimici, dei botanici, degli entomologi e dei naturalisti in generale, dei musicisti e degli artisti in generale, e perfino dei progettisti di microprocessori e dei microprogrammatori in linguaggio macchina. È semplicemente incredibile che la quasi totalità dei fiori esistenti in natura ha solo 8 possibili e ben precisi valori del numero di petali: 3,5,8,13,21,34,55,89. Questi sono per l'appunto 8 numeri consecutivi della successione infinita di Fibonacci (ciascuno è la somma dei due che lo precedono). Anche le foglie lungo i fusti  e lungo i rami degli alberi si dispongono secondo una regola ben precisa, strettamente legata ai numeri di Fibonacci. In questo modo le foglie si fanno ombra il meno possibile e assorbono nel modo migliore la luce solare. Senza questa regola la vitale funzione della fotosintesi clorofilliana di sottrarre carbonio all'atmosfera sarebbe meno efficiente e l'effetto serra renderebbe pressoché invivibile il pianeta.

Il mio odiatore pisano ritira in ballo la storiella del latino (lingua perfettamente conosciuta e parlata dal Fibonacci, insieme all'arabo), prontamente imitato dall'altro nullafacente Sauro24. Ripeto per le loro zucche vuote: io ho studiato il latino, ma purtroppo non sono in grado di parlarlo. Lo parlava un anziano turista tedesco che mi chiese *** in latino (probabilmente pensando che questa stupenda lingua venisse insegnata da noi come o meglio che nelle scuole tedesche). E io, da italiano, mi vergognai come un cane non sapendogli rispondere. Fossi il ministro dell'Istruzione, introdurrei nella prova orale degli esami di maturità classica e scientifica un breve colloquio in latino.

L'ignorante pisano ironizza anche sui miei vecchi libri. Il trattatello di Vorobiov sui numeri di Fibonacci è una delle decine di meravigliosi libri di Fisica, Astronomia, Matematica e Ingegneria che acquistai in una libreria napoletana posta all'ultimo piano di un vecchio palazzo del centro antico universitario. Fu attiva negli anni '70 e '80, gestita da una cooperativa di studenti e di giovani  compagni del PCI locale. In pratica era una filiale estera della MIR di Mosca, casa editrice sovietica, famosa e prestigiosa nel mondo scientifico e universitario. Credo che all'epoca ci fossero sedi anche a Roma e Bologna, forse anche Firenze (o Pisa) e Padova, ma non ricordo bene. MIR in russo ha due significati: "mondo" e "pace". È anche il nome della famosa stazione spaziale orbitante. All'epoca la MIR traduceva in proprio molti suoi testi scientifici russi, soprattutto in inglese, ma anche in spagnolo, in francese e in italiano. Ne conservo gelosamente una ventina, in italiano e in inglese, ma diversi andarono perduti, prestati ad amici del politecnico che si laurearono dopo di me e mai più restituiti. Alcuni li regalai ad amici docenti e a figli di amici e cugini: tutti ci hanno studiato con profitto. Erano libri eccezionali, per due motivi: la qualità e il prezzo. La qualità era in relazione all'alto, in alcuni casi altissimo, livello scientifico e/o all'eccellente impostazione didattica. Due volumetti pionieristici sulla fisica e sulla tecnologia dei laser mi furono preziosi per la mia tesi sperimentale. Tuttora consulto frequentemente un manuale di fisica generale e uno di matematica generale risalenti agli anni '60, sul piano didattico hanno poco da invidiare agli splendidi libri di testo di Fisica e di Analisi adottati nelle università americane. Il prezzo era stracciato: meno di un terzo di quello degli analoghi testi dei migliori editori universitari italiani o stranieri (tipo McGraw-Hill e Prentice Hall). I più famosi di quei vecchi libri russi oggi sono nel catalogo degli Editori Riuniti. Per esempio il Gnedenko, che già all'epoca era un classico della Teoria della Probabilità, e la mitica e monumentale serie in 10 volumi di Landau e Lifsits, che all'epoca era la bibbia della Fisica Teorica, e che viene venduta in pacchetto superscontato a 259 euro. Per capirci, Lev Landau, colosso della fisica del '900, premio Nobel che lavorò con Pauli e Dirac (e non so se mi spiego), iniziò a scrivere la serie negli anni '30, nel carcere dove veniva "purgato" da Stalin e Lavrenti Beria. Io ho i due volumi di Meccanica Quantistica nell'edizione originale MIR. Il rigore e la profondità scientifica si sposano in un modo tuttora esemplare con la qualità didattica.

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Non dimentichiamo inoltre che fosfy ha fatto scuola guida da autodidatta all'età di sedici anni e mezzo, con la  Fiat 126 di una parente in un'area privata.

Il padre successivamente perfezionò fosfy su macchine più serie, of course.

All'epoca il mitico fosfy guidava già il non meno mitico Fantic Caballero e sulla 126 non ebbe difficoltà: evitava perfino la canonica "grattata" nell'inserire la prima (era il solo al mondo che ci riusciva, NdA).

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Modificato da ilsauro24ore

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Nella 126 la prima era già sincronizzata e non si grattava più come poteva succedere con la 500 se non si faceva la "doppietta", sig ilsauro.

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Ahahahahaha , lei Sanchino oltre ad essere idio ta e’ pure poco informato. Sulla 126 tutte le marce erano sincronizzate eccetto (ECCETTO) la prima . Praticamente l’opposto a quel che ha bovinamente affermato e che , grazie alla sua caga ta , ha ottenuto una gratificazione con il like del suo padrone . La prossima volta , invece del like, si faccia omaggiare di una carruba ...!! Ahahahahahaha 

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Quelle erano le 126 fornite ai Pisani.

La mia aveva 4 marce tutte sincronizzate.

Forse la prima serie aveva lo stesso cambio della 500.

Molti  amanti delle vecchie 500 hanno sostituito  il cambio installando quello della 126 proprio perché tutte le marce sono sincronizzate

 

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Lei e’ inverecondo bugiardo . Solo con la terza serie e’ stato montato il sicronizzatore . Le prime serie , la prima marcia  non si inseriva automaticamente . Fu commercializzato, poco prima che uscisse la terza serie , un kit a pagamento . Sennò’ se non eri completamente immobile , la prima marcia e la retromarcia non si inserivano e se forzavi sgranavi e alla lunga rompevi il cambio . 

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Vedo che bovinamente ha fatto retromarcia sig maggiordomo, e non ha mai imparato a fare la doppietta.

 

 

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