SE PARLA GRAVIANO MA LA LEGA ?

Graviano  parla  e  gli avvocati del  pregiudicato  piduista  negano  ,  la  lega    con  la  padania   ancora  non  ha  ricevuto quelle famose   11  risposte    ma  intanto  però....si fa  lustro  con  questo...

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3 messaggi in questa discussione

Il 19 gennaio scorso Paolo Borsellino avrebbe compiuto 80 anni. Quel giorno quasi tutti i giornali commemorarono solo il 20simo anniversario della morte in latitanza di un ladrone della politica. Molti lo beatificarono. Solo il Fatto si ricordò di Borsellino, in prima pagina e con una lunga intervista all'interno al fratello Salvatore. Il Fatto si occupò anche di Craxi. Pubblicando un lungo e dettagliato editoriale di Travaglio dal titolo "IL BOTTINO DI BETTINO", con l'elenco di tutte le ruberie accertate e un accenno ai probabili tesori nascosti nei 6 paradisi fiscali che non risposero mai alle rogatorie del pool di Mani Pulite. Rispose solo la Svizzera sui 23 miliardi di lire dell'epoca (equivalenti a oltre 20 milioni di euro attuali) bonificati a rate da Fininvest sui conti personali del ladrone. Il Fatto ripubblicò anche l'intervista di 10 anni prima (fatta in occasione del decennale) al grande Giorgio Bocca. Il quale parlò del "bandito" Craxi. Che "rubava e che aveva bisogno dei ladri".

Ieri il Fatto ha dato ampio risalto alla deposizione shock di Graviano. E oggi è l'unico giornale che ne parla ancora, almeno in prima pagina. Mentre chi segue il Tg2 leghista non ne sa ancora nulla. 

https://infosannio.wordpress.com/2020/02/09/gravianoberlusconi-la-rai-censura-e-tutti-i-giornali-nascondono/

Modificato da fosforo311

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Capitani Coraggiosi: l'AUDACIA dei VILI FASCIONEROVERDEVOMITOFELPATI !!!!
CORRIERE.IT
 
Salvini prepara la difesa per il voto di mercoledì in Aula, dove i suoi potrebbero astenersi o uscire
Modificato da pm610

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22 ore fa, pm610 ha scritto:
Capitani Coraggiosi: l'AUDACIA dei VILI FASCIONEROVERDEVOMITOFELPATI !!!!
Salvini prepara la difesa per il voto di mercoledì in Aula, dove i suoi potrebbero astenersi o uscire

Consentimi una pignoleria. Nella notizia riportata dal Corriere sull'ennesima e ridicola giravolta della banderuola leghista c'è un'imprecisione. Salvini non ha cambiato strategia, ha cambiato tattica. Strategia è una parola grossa per un simile politicante. Nel linguaggio comune si fa spesso confusione tra i due termini ma c'è una bella differenza. Tattica è il doppio di Cavallo o la forchetta di pedone che ti consentono di guadagnare un pezzo (se l'avversario abbocca). O il bluff nel poker che ti consente di vincere un piatto con niente in mano (se nessuno viene a vedere). Strategia è Mattison-Nimzowitsch, Karlsbad 1929, dove il Nero paralizza l'avversario bloccando il centro con una formidabile coppia di Cavalli a coronamento di un piano lungimirante basato sul dominio delle case bianche. Salvini è un buon tattico: con la stessa fortuna che lo assiste da qualche anno (aiutata dai poteri forti e dalla pollagine endemica nel paese di Pulcinella) e se  fosse meno coniglio (secondo me ha una paura matta di finire al fresco) potrebbe non certo arricchirsi ma fare qualche soldo giocando a poker. Non è immune dagli svarioni tattici, vedasi la crisi di governo in agosto e la fantozziana citofonata di Bologna. Ma è pressoché incapace di elaborare una strategia, un piano lungimirante, di ampio respiro. Salvini è un abile comunicatore che vive alla giornata, la sua politica è una successione di tatticismi e di messaggi sui social. Quindi non potrà mai neppure avvicinarsi agli Scacchi, a meno che non si limiti a giocare con Maria Elena Boschi e Gennaro Migliore. I quali attuano una tattica elementare: qualsiasi cosa faccia e dovunque vada il pifferaio di Rignano, loro lo seguono.

Quest'ultimo sul piano tattico è quasi un pollo, di sicuro meno abile dell'altro Matteo. Tra i pochi più polli di lui ci fu Enrico Letta, il quale non andò a vedere il pacchiano bluff dello "stai sereno" anzi abbandonò il tavolo (cioè il governo e la politica) con la passività di uno spaghetto scotto. Quel rilancio sul referendum costituzionale, in cui il polletto di Rignano mise nel piatto la sua carriera politica, è già passato alla storia come una delle mosse tattiche più idiote di tutti i tempi. A mio modesto avviso, se Matteo Renzi si sedesse a un tavolo da poker serio, gli porterebbero via pure le mutande. In compenso, e a onor del vero, il Matteo toscano non è privo di strategia. Nel 2013-14 impostò un piano lungimirante ed estremamente ambizioso. Il suo obbiettivo erano quei "pieni poteri" cui il rozzo e impaziente Salvini l'anno scorso si illuse di poter attingere con una semplice mossa tattica (la sfiducia a Conte). Più razionalmente Renzi elaborò un articolato piano strategico di legislatura prevedendo i seguenti step: il mandato bis di Napolitano (o comunque un presidente "amico" al Quirinale, mentre un Prodi gli avrebbe rovinato i giochi sul nascere); la scalata alla segreteria del Pd; un patto costituente con Berlusconi; la scalata al governo (con la "pugnalata" a Letta); il controllo totale sulla Rai, la non belligeranza di Mediaset, l'amicizia di De Benedetti e dei suoi giornali; una legge elettorale senza precedenti in Italia e al mondo, con un ballottaggio nazionale che avrebbe dato la maggioranza assoluta alla Camera a un singolo partito; l'abolizione del Senato elettivo sostituito da un'assemblea di nominati provenienti da Regioni e Comuni (all'epoca in buona parte in mano al Pd). Un piano indubbiamente ingegnoso, direi quasi diabolico. Saltò a causa di alcuni punti deboli, di qualche imprevisto e di errori tattici. Ma alla fine direi soprattutto per la scelta del popolo sovrano che tra la Costituzione e un aspirante "caudillo" scelse la Costituzione. Il punto più debole era indubbiamente la palese incostituzionalità dell'Italicum. Per giunta prevedibile anche alla luce della precedente sentenza della Consulta sul Porcellum. Incredibile che Renzi (un laureato in giurisprudenza) e i suoi collaboratori abbiano sottovalutato la cosa. Non trovo spiegazioni. Azzardo un'ipotesi: potrebbe darsi, il condizionale è d'obbligo, che l'allora premier contasse su qualche giudice costituzionale "amico", o che sperasse in un trionfo al referendum e in una conseguente fortissima legittimazione popolare tali da condizionare in qualche modo il giudizio stesso della Consulta. Un altro punto debole del piano era la scrittura più che pedestre, direi pessima, del testo della riforma costituzionale. Tra gli imprevisti ci furono probabilmente le dimissioni di Napolitano (qualcuno pensò che fossero proprio un dispetto a Renzi) ma  soprattutto la rottura con Berlusconi che da pregiudicato interdetto dai pubblici uffici sentiva ancora più di Renzi l'esigenza un presidente "amico". Ma l'allora premier forse ritenne che l'elezione al Colle del candidato di Berlusconi avrebbe rinvigorito quest'ultimo più del dovuto (anche in prospettiva elettorale) e il patto del Nazareno si ruppe (non del tutto, vedasi Rosatellum). Altri imprevisti furono l'ostilità interna dei vari Bersani, D'Alema etc. che votarono NO alla riforma elettorale, nonché qualche giornalista serio e meno amico del previsto (Scalfari, Giannini, Damilano). Del resto, come tutti gli egoarchi Renzi sopravvaluta la fedeltà e il numero degli "amici". Ne hanno dato conferma i vari "renziani" rimasti nel Pd dopo la scissione di Italia Viva.  Imprevisti furono anche i tracolli elettorali che costarono al Pd Roma e Torino e sgretolarono l'immagine del Renzi vincente nelle urne. Dell'erroraccio tattico ("se perdo il referendum lascio la politica") ho già parlato. Ma anche l'eccesso di comunicazione, fino a livelli ossessivi in campagna referendaria, il trenino in giro per l'Italia (a raccogliere per lo più fischi e pernacchie), e altre trovate estemporanee (tipo le bandiere UE ammainate a palazzo Chigi), furono scelte tatticamente infelici. 

Tirando le conclusioni, sempre a mio personale e modesto avviso, in una partita a poker tra i due Matteo vincerebbe facile Salvini, in una partita a scacchi (salvo svarioni tattici in apertura) vincerebbe facilissimamente Renzi. Ma se giocassero contro il mio barbiere, ambedue finirebbero travolti, sia a scacchi che a poker.

Saluti

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