Buon anno

si fa per dire  O.o

https://www.youtube.com/watch?v=UAGJEym15Us

 

e augurando a tutti quelli che credono di essere nel pieno possesso di tutte le verità di avere nel corso dell'anno nuovo qualche dubbio, serebbe il primo sintomo di intelligenza.

 

auguri

 

Modificato da il.pignonista

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6 messaggi in questa discussione

Auguri pure a lei sig pignonista.

Le auguro che, nel corso dell'anno nuovo, le sorga il dubbio di essere il solo con tutti i sintomi che l'intelligenza comporta.

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Aspetto fiducioso di potere leggere i giornali del due gennaio … per le previsioni del tempo.?. certo che no. Per le previsioni del governo.?. ancora meno. Per le ricette di cucina.?. no di no. … ma allora per quale motivo aspetto i giornali del due gennaio … per leggere i fatti (i fatti, non i nomi. Ripeto i fatti non i nomi) assurdi e ridicoli degli infortuni dei fine/inizio anno. Era proprio così divertente sparare i petardi … ed adesso pagate di tasca vostra le spese ospedaliere. 

Modificato da dune-buggi
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Egregio d/b, io ho sempre criticato l'usanza dei botti di Capodanno. Mio padre, da napoletano verace, apparteneva a una (numerosa) famiglia di presepisti e di fuochisti. Mi ricordo che da bambino, la mattina del 31, mi portava con lui a fare il giro delle bancarelle che a centinaia spuntavano un po' dovunque in città, ma soprattutto nei mercati e mercatini affollati per gli acquisti per il cenone, quindi Forcella, Porta Nolana, Porta Capuana, Pignasecca, Rione Sanità. Per centinaia o forse migliaia di famiglie napoletane quella vendita occasionale di botti era la tredicesima che le loro attività irregolari non potevano garantire. Naturalmente un'attività pericolosa e in buona parte illegale. Specie per chi usava la propria abitazione come deposito di fuochi illegali, con grave rischio per l'intero condominio. Ai Quartieri Spagnoli una volta saltò in aria un'ala di un edificio con qualche morto. Ogni bancarella era double face. Una parte in bella mostra, con i botti legali e leggeri, e una nascosta e mimetizzata sotto il banco con i "tracchi", le "cipolle" e le "bombe" più esplosive e proibite. Mio padre, a differenza di un paio di suoi fratelli, non era un fuochista particolarmente accanito. La nostra provvista di San Silvestro, salvo annate speciali, si limitava al minimo sindacale. Una cinquantina di tracchi, qualche mezza cipolla e una cipolla per la degna conclusione: 'o finale. Più una dozzina di bengala lunghi da appendere al balcone, razzi, fischiabotti, e rotelle e stelline a volontà per i bambini. Tutta roba scelta e di prima qualità, per una spesa di circa 50.000 lire degli anni '60. Mi ricordo che ebbi il permesso di sparare il primo tric trac solo a 13 anni, a 16 la prima mezza cipolla, una cipolla intera solo a 18. Solo una volta, sparando a casa di uno zio, corremmo un serio pericolo. Eravamo in molti su una lunga  balconata quando si incendiò un cartone di tracchi, per fortuna già semivuoto. Una densa coltre di fiamme e fumo nero e acre tagliò fuori il gruppo dei bambini e dei ragazzi da quello degli adulti. Mio padre versò alcune secchiate d'acqua su una grossa coperta e spense l'incendio. Apparteneva al corredo matrimoniale di mia zia, ma pazienza. Francamente anche prima dell'episodio io, pur apprezzando come tutti i bambini lo spettacolo pirotecnico, trovavo esagerate quelle sparatorie di fine anno. Era l'epoca del sanguinoso conflitto nel Sud-Est asiatico, e alla mezzanotte del 31 alcuni quartieri napoletani diventavano una piccola Cambogia. Solo dopo un'ora abbondante il suono delle sirene delle ambulanze cominciava a prevalere sugli spari. I pronti soccorso degli ospedali del centro storico venivano intasati e grondavano sangue. Ma non c'erano solo i botti. In certi quartieri popolari dai balconi e dalle finestre si gettava in strada di tutto. Non solo calendari e piatti vecchi. Le famiglie napoletane veraci tengono molto all'igiene e cambiano spesso il water (ogni 5 o 6 anni). Immaginate l'effetto di questi pesanti sanitari scagliati da un quinto piano. Il mattino dopo i netturbini procedevano come sminatori. Il pericolo dei botti inesplosi era laltissimo. Ai morti e ai feriti del bollettino di guerra della notte si aggiungevano i feriti del mattino, soprattutto tra gli scugnizzi incoscienti a caccia di petardi inesplosi. Mentre uno spazzino finì sulla prima pagina dei giornali locali del 2 gennaio avendo raccolto, tra i cocci e la polvere nera, un dito umano. Già verso la metà degli anni '70 il fenomeno iniziò a ridimensionarsi, anche se conobbe un parziale revival con l'arrivo a Napoli del pibe de oro. Uno degli ordigni più potenti usati a Napoli aveva le dimensioni di un pallone da football regolamentare: la famigerata "bomba di Maradona". A casa mia, dopo la scomparsa di mia madre, non abbiamo più acceso nemmeno una stellina. Oggi anche a Napoli e dintorni i fuochi illegali e pericolosi sono in via di estinzione. Sostituiti da giochi pirotecnici più spettacolari ma assai meno pericolosi, di produzione nazionale o cinese. 

Buon 2020 a tutti.

 

Modificato da fosforo311

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Che fai Cazzaro di Napoli ? Scappi dal confronto ?? C’era un post dedicato sull’argomento e te ti “ rifugi” sotto un mite richiamo di un altro forumista ?? Sei un leprotto che scappa a gambe levate . Notevole , comunque , la lista , che te definisci modesta , delle risorse e della quantità di botti a cui si dedicava la tua famiglia . Si si , modesta ... da minimo sindacale. Ahahahahaha . Immagino quel che acquista qualche napoletano meno “parsimonioso “. Così come non poteva mancare O’episodio/i in cui veniva coinvolta/i qualche zia/zio della tua famiglia . Ma quanti zie/zii possiedi ...?? 

.     Fosforo 53 minuti fa  ha scritto              

... “Mio padre, da napoletano verace, apparteneva a una (numerosa) famiglia di presepisti e di fuochisti. Mi ricordo che da bambino, la mattina del 31, mi portava con lui a fare il giro delle bancarelle che a centinaia spuntavano un po' dovunque in città, ma soprattutto nei mercati e mercatini affollati per gli acquisti per il cenone, quindi Forcella, Porta Nolana, Porta Capuana, Pignasecca, Rione Sanità. Per centinaia o forse migliaia di famiglie napoletane quella vendita occasionale di botti era la tredicesima che le loro attività irregolari non potevano garantire. Naturalmente un'attività pericolosa e in buona parte illegale. Specie per chi usava la propria abitazione come deposito di fuochi illegali, con grave rischio per l'intero condominio. Ai Quartieri Spagnoli una volta saltò in aria un'ala di un edificio con qualche morto. Ogni bancarella era double face. Una parte in bella mostra, con i botti legali e leggeri, e una nascosta e mimetizzata sotto il banco con i "tracchi", le "cipolle" e le "bombe" più esplosive e proibite....La nostra provvista di San Silvestro, salvo annate speciali, si limitava al minimo sindacale. Una cinquantina di tracchi, qualche mezza cipolla e una cipolla per la degna conclusione: 'o finale. Più una dozzina di bengala lunghi da appendere al balcone, razzi, fischiabotti, e rotelle e stelline a volontà per i bambini. Tutta roba scelta e di prima qualità, per una spesa di circa 50.000 lire degli anni '60. Mi ricordo che ebbi il permesso di sparare il primo tric trac solo a 13 anni, a 16 la prima mezza cipolla, una cipolla intera solo a 18. Solo una volta, sparando a casa di uno zio, corremmo un serio pericolo. Eravamo in molti su una lunga  balconata quando si incendiò un cartone di tracchi, per fortuna già semivuoto. Una densa coltre di fiamme e fumo nero e acre tagliò fuori il gruppo dei bambini e dei ragazzi da quello degli adulti. Mio padre versò alcune secchiate d'acqua su una grossa coperta e spense l'incendio. Apparteneva al corredo matrimoniale di mia zia, ma pazienza. Francamente anche prima dell'episodio io, pur apprezzando come tutti i bambini lo spettacolo pirotecnico, trovavo esagerate quelle sparatorie di fine anno. Era l'epoca del sanguinoso conflitto nel Sud-Est asiatico, e alla mezzanotte del 31 alcuni quartieri napoletani diventavano una piccola Cambogia. Solo dopo un'ora abbondante il suono delle sirene delle ambulanze cominciava a prevalere sugli spari. I pronti soccorso degli ospedali del centro storico venivano intasati e grondavano sangue....”

 

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3 ore fa, fosforo311 ha scritto:

....Oggi anche a Napoli e dintorni i fuochi illegali e pericolosi sono in via di estinzione....

 

E poi vuoi mettere ?? Se lo dice il Cazzaro di Napoli che , a Napoli , i fuochi illegali,  sono in via di estinzione , come non credergli ...ahahahah

 
 Agenzia Ask 3 giorni fa :                              Oltre 52 tonnellate di fuochi pirotecnici clandestini o detenuti illegalmente sequestrate dalla Fiamme Gialle della Campania. Il risultato più grosso è frutto di una operazione interprovinciale tra Napoli e Caserta.

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