La Prescrizione ...

La fine della prescrizione e' la cosa piu' vicina alla pena di morte. Non fisica ma civile: la condizione di un malcapitato, magari innocente ( ognuno lo e' fino alla sentenza dei processi) cui si schiude l'abisso del processo mai. La posizione giustizialista dei 5 Stelle e' minoritaria in questo Parlamento. Dal 1 gennaio, pero', l'ingiustizia diventa legge: la prescrizione cade ma il tempo certo dei processi non c'e'. Questo governo, e mi dispiace molto per il PD,  passera' alla storia per aver consentito la controriforma piu' odiosa, illiberale e vessatoria della storia d'Italia. Voluta,  per di piu', da una minoranza del Parlamento e da un partito che, se si votasse oggi, sarebbe men che dimezzato. Apra gli occhi il Pd. Domani sara' imputata a lui la legge illiberale. Se non c'e' certezza di tempi per approvare i tempi del processo bisogna approvare subito il rinvio della fine della prescrizione. Come ? con il voto della maggioranza del Parlamento e isolando i 5 Stelle. Che non vogliono i tempi brevi del processo. Vogliono che intanto da gennaio il fine prescrizione diventi legge. E che il tempo dei processi diventi un braccio di ferro che serva solo ad allungare la durata del governo. Un ricatto !! Si vuole mettere il Pd con le spalle al muro. Si e' capito che nella maggioranza di governo tutti vogliono che il governo duri ma nella guerriglia permanente: ognuno, gli altri tre partiti di governo, cura il proprio interesse e visibilita' elettorale, Conte  gioca una sua partita di equidistanza, il Pd ha il cerino in mano e la guardia dei sacchetti dell’immonduzia. C'e' la possibilita' di andare ad una verifica a gennaio? Il Pd lo spera. Ma c'e' da essere pessimisti. Se il Pd non pone condizioni irrimunciabili per il prosieguo del governo, i partiti furbetti faranno a gennaio quello che hanno fatto ad agosto: una verifica melassa, programmi generici e inconcludenti, buone intenzioni e poi...tirare avanti per lucrare visibilita' ai danni del Pd, col suo logoramento. Caro Pd: si voti subito il rinvio della prescrizione e poi...togliersi  il dente così come voleva il miglior politico italiano : Matteo Renzi. 

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33 messaggi in questa discussione

i processi durano molto e per alcuni moltissimo.

Per il ceto medio e povero, che non hanno la capacità di resistere, i tempi della prescrizione spesso non servono. Il processo finisce prima.

Per i ricchi che invece hanno la capacità di resistere, la prescrizione è irrinunciabile. Più dura il processo più facile è interromperlo con la prescrizione.

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Leggevo tempo fa che il numero di avvocati a Roma è superiore al numero di avvocati dell'intera Francia e gli avvocati non sono tutti uguali, ci sono i luminari del foro, gli avvocati normali e gli "azzecca garbugli" di manzoniana memoria; può quindi accadere che quando un avvocato si ritrova un cliente che sa che sarà condannato perché colpevole usi come strategia difensiva quella di rinviare il più possibile il processo usando tutti i cavilli immaginabili e possibili per arrivare alla prescrizione; l'abolizione della prescrizione, rendendo inutile questa strategia difensiva contribuirà già di per se stessa a ridurre il numero e la durata dei processi e l'intasamento dei tribunali liberandoli da inutili pretestuosi ricorsi; occorre ovviamente informatizzare i tribunali, assumere cancellieri, dettare norme stringenti sulla durata dei processi al fine di evitare che un innocente resti indagato a vita ; a questo punto però mi pongo una domanda: quando anche in Italia la giustizia finalmente funzionerà come nel resto di Europa per efficienza e durata dei processi, cosa faranno per campare molti avvocati? già oggi molti "azzeccagarbugli" usano la strategia di portare comunque in causa i *** anche sa sanno che il cliente ha torto, perché un avvocato una causa civile o la vinca o la perda, la riscuote comunque.. in Toscana una volta si usava un detto: .. "mangia quanto un tribunale" .. e questo la dice lunga  sull'opinione che gli Italiani hanno sempre avuto sulla giustizia della nostra nazione.. 

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1 ora fa, etrusco1900 ha scritto:

Leggevo tempo fa che il numero di avvocati a Roma è superiore al numero di avvocati dell'intera Francia e gli avvocati non sono tutti uguali, ci sono i luminari del foro, gli avvocati normali e gli "azzecca garbugli" di manzoniana memoria; può quindi accadere che quando un avvocato si ritrova un cliente che sa che sarà condannato perché colpevole usi come strategia difensiva quella di rinviare il più possibile il processo usando tutti i cavilli immaginabili e possibili per arrivare alla prescrizione; l'abolizione della prescrizione, rendendo inutile questa strategia difensiva contribuirà già di per se stessa a ridurre il numero e la durata dei processi e l'intasamento dei tribunali liberandoli da inutili pretestuosi ricorsi; occorre ovviamente informatizzare i tribunali, assumere cancellieri, dettare norme stringenti sulla durata dei processi al fine di evitare che un innocente resti indagato a vita ; a questo punto però mi pongo una domanda: quando anche in Italia la giustizia finalmente funzionerà come nel resto di Europa per efficienza e durata dei processi, cosa faranno per campare molti avvocati? già oggi molti "azzeccagarbugli" usano la strategia di portare comunque in causa i *** anche sa sanno che il cliente ha torto, perché un avvocato una causa civile o la vinca o la perda, la riscuote comunque.. in Toscana una volta si usava un detto: .. "mangia quanto un tribunale" .. e questo la dice lunga  sull'opinione che gli Italiani hanno sempre avuto sulla giustizia della nostra nazione.. 

Da noi una delle peggiori bestemmie, se non la peggiore è "chi ti currada  sa giustizia" che vuol dire "che ti perseguiti la giustizia" perché si sa che, quando una persona ha a che fare con tribunali, avvocati e quant'altro, qualunque sia il suo ruolo, sa quando inizia ma non sa mai quando finisce.

Rinvii in continuazione e ogni rinvio sono mesi e mesi, basta un cavillo reale o creato ad arte per parlarne dopo mesi e mesi se non anni. Spese a non finire, marche da bollo dovunque. Posta, firma digitale, fax, posta certificata inesistenti, come ai tempi di Giulio Cesare. Uffici che per dare un documento fanno aspettare tempi biblici. 

Per cui il discorso della prescrizione, come principio in sé è giusto a parte il fatto che, fra indagini infinite e quant'altro, spesso e volentieri arrivare alla prescrizione è quasi un fatto naturale.

Prescrizione o non prescrizione i processi dovrebbero svolgersi in tempi umani. Il discorso è che però in merito alla lunghezza dei processi nessuno può fare niente (anche perché quando una indagine è ancora aperta nessuno può intervenire e sapere niente, sia che si tratti di imputato o parte offesa) e soprattutto...nessuno ha mai colpa di nulla.

 

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Un imputato innocente, cioè processato ingiustamente, ha tutto l'interesse a un processo breve. Chiederà al suo difensore di rappresentare espressamente, con forza, ai giudici questo suo desiderio, che per un innocente che collabora con la giustizia è anche un diritto. Come pure, ovviamente, è un diritto delle vittime dei reati. Il suo difensore non ricorrerà a tecniche dilatorie, farà anzi tutto quanto gli è possibile per favorire il corso della giustizia. Per esempio, andrà in aula anche con la febbre a 38,5 o quando c'è uno sciopero degli avvocati, una delle categorie che, a mio avviso, non dovrebbero avere il diritto di scioperare (le altre sono i magistrati, i medici, gli infermieri, i farmacisti, i politici eletti, i vigili del fuoco e le forze dell'ordine). Inoltre un innocente ha interesse ad essere assolto nel merito, sia per la sua onorabilità sia perché un imputato innocente non dovrebbe mai pagare una lira di spese legali, anzi dovrebbe essere sempre ampiamente risarcito, anche se non ha subito provvedimenti restrittivi, anche per il tempo che il processo gli ha sottratto e per le preoccupazioni, lo stress e il danno di immagine che gli ha procurato.

Al contrario, un colpevole in Italia ha tutto l'interesse all'allungamento dei tempi processuali, sempre che, ovviamente, sia in grado di pagarsi l'avvocato o gli avvocati. In questo caso gli dà implicito o esplicito mandato di usare tutti i mezzi e tutti i trucchi per allungare il processo fino alla prescrizione. Questo succede in Italia ed è una delle principali cause della lentezza e dell'inefficienza della giustizia. Di conseguenza, ogni riforma che renderà più difficile o più improbabile la scappatoia del proscioglimento per prescrizione, renderà il nostro sistema giudiziario più veloce e più efficiente. La riforma Bonafede, in cui il decorso della prescrizione si arresta alla sentenza di primo grado, è un buon passo avanti, e va difesa in Parlamento con le unghie e  con i denti contro la destra del pregiudicato e 9 volte prescritto Berlusconi e contro il suo amichetto infiltrato nella maggioranza, ma si poteva fare meglio. La prescrizione andrebbe bloccata, come è ovvio e come accade nei paesi seri, al momento del rinvio a giudizio. Se un processo inizia, esso DEVE chiudersi con una sentenza definitiva nel merito. Altrimenti è giustizia colabrodo da paese di Pulcinella o da repubblica delle banane. Non solo: la prescrizione dovrebbe decorrere, come è altrettanto ovvio, dal momento in cui è stato scoperto l'illecito, non dal momento in cui è stato consumato (per es. per una tangente pagata a un politico 5 anni fa e scoperta solo oggi, il corrotto in Italia ha ottime possibilità, se non la certezza di cavarsela).

Le vittime dei reati hanno il SACROSANTO DIRITTO di vedere condannati i colpevoli e di vederli espiare la pena. Ogni riforma che renderà più improbabile la scappatoia della prescrizione darà più concretezza a quel diritto e più credibilità alla giustizia in questo Paese.

Guardate con attenzione questo breve filmato di uno degli eroi di Mani Pulite:

https://youtu.be/GqtNH4wqvqw

 

 

Modificato da fosforo311

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Quale argomento, di cui non sappiamo un ozzac, vogliamo trattare oggi?

Trovato! Organizzazione della funzione giurisdizionale.

Svelo un segreto al panzanaro seriale fosforo31: gli avvocati NON HANNO IL POTERE di fissare la data delle udienze.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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12 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Un imputato innocente, cioè processato ingiustamente, ha tutto l'interesse a un processo breve. Chiederà al suo difensore di rappresentare espressamente, con forza, ai giudici questo suo desiderio, che per un innocente che collabora con la giustizia è anche un diritto. Come pure, ovviamente, è un diritto delle vittime dei reati. Il suo difensore non ricorrerà a tecniche dilatorie, farà anzi tutto quanto gli è possibile per favorire il corso della giustizia. Per esempio, andrà in aula anche con la febbre a 38,5 o quando c'è uno sciopero degli avvocati, una delle categorie che, a mio avviso, non dovrebbero avere il diritto di scioperare (le altre sono i magistrati, i medici, gli infermieri, i farmacisti, i politici eletti, i vigili del fuoco e le forze dell'ordine). Inoltre un innocente ha interesse ad essere assolto nel merito, sia per la sua onorabilità sia perché un imputato innocente non dovrebbe mai pagare una lira di spese legali, anzi dovrebbe essere sempre ampiamente risarcito, anche se non ha subito provvedimenti restrittivi, anche per il tempo che il processo gli ha sottratto e per le preoccupazioni, lo stress e il danno di immagine che gli ha procurato.

Al contrario, un colpevole in Italia ha tutto l'interesse all'allungamento dei tempi processuali, sempre che, ovviamente, sia in grado di pagarsi l'avvocato o gli avvocati. In questo caso gli dà implicito o esplicito mandato di usare tutti i mezzi e tutti i trucchi per allungare il processo fino alla prescrizione. Questo succede in Italia ed è una delle principali cause della lentezza e dell'inefficienza della giustizia. Di conseguenza, ogni riforma che renderà più difficile o più improbabile la scappatoia del proscioglimento per prescrizione, renderà il nostro sistema giudiziario più veloce e più efficiente. La riforma Bonafede, in cui il decorso della prescrizione si arresta alla sentenza di primo grado, è un buon passo avanti, e va difesa in Parlamento con le unghie e  con i denti contro la destra del pregiudicato e 9 volte prescritto Berlusconi e contro il suo amichetto infiltrato nella maggioranza, ma si poteva fare meglio. La prescrizione andrebbe bloccata, come è ovvio e come accade nei paesi seri, al momento del rinvio a giudizio. Se un processo inizia, esso DEVE chiudersi con una sentenza definitiva nel merito. Altrimenti è giustizia colabrodo da paese di Pulcinella o da repubblica delle banane. Non solo: la prescrizione dovrebbe decorrere, come è altrettanto ovvio, dal momento in cui è stato scoperto l'illecito, non dal momento in cui è stato consumato (per es. per una tangente pagata a un politico 5 anni fa e scoperta solo oggi, il corrotto in Italia ha ottime possibilità, se non la certezza di cavarsela).

Le vittime dei reati hanno il SACROSANTO DIRITTO di vedere condannati i colpevoli e di vederli espiare la pena. Ogni riforma che renderà più improbabile la scappatoia della prescrizione darà più concretezza a quel diritto e più credibilità alla giustizia in questo Paese.

Guardate con attenzione questo breve filmato di uno degli eroi di Mani Pulite:

https://youtu.be/GqtNH4wqvqw

 

 

sono perfettamente d'accordo, però vorrei tornare sul tema degli avvocati "azzeccagarbugli" quegli avvocati cioè che una causa sia che la vincano che la perdano, la riscuotono comunque , pagata magari con i soldi pubblici.. faccio un esempio : prendiamo la difesa d'ufficio (cioè pagata con i soldi pubblici) degli extracomunitari che arrivano; supponiamo che arrivi un Tunisino, la Tunisia non è un paese in guerra quindi un immigrato Tunisino che entra clandestinamente in Italia è ovvio che non ha il  diritto a rimanere, però ha diritto a un giusto processo.. si fa la causa in tribunale e ovviamente la perde, però il suo avvocato d'ufficio la riscuote e a questo punto cosa fa il suo avvocato d'ufficio? fa ricorso e ovviamente riscuote anche la parcella per il ricorso, perde ovviamente anche il ricorso, ma il suo avvocato non si fa sfuggire il guadagno e ricorre in tutti modi possibili e così facendo intasa i tribunali di cause inutili, lui riscuote e un clandestino che dovrebbe andare via e che non si sa di che cosa campi rimane in Italia , stesso discorso per molte cause civili, un avvocato esaminata una pratica comprende subito se il suo cliente ha torto o ragione, ma anche se ha torto qualche avvocato "azzeccagarbugli" gli dirà:   si cerca di mettergli paura, si minaccia di farlo stare in tribunale per anni, si cerca di arrivare a un compromesso anche se ha ragione e così i tribunali sono pieni di cause civili inutili che intasano la giustizia; d'altronde se ci sono più avvocati a Roma che in tutta la Francia un motivo ci sarà....

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37 minuti fa, ilsauro24ore ha scritto:

 

Svelo un segreto al panzanaro seriale fosforo31: gli avvocati NON HANNO IL POTERE di fissare la data delle udienze.

E io non ho le competenze per prescriverti un farmaco contro le allucinazioni (posso solo consigliarti di non mangiare troppo la sera e di andare a letto presto). Non ho mai scritto che gli avvocati hanno il potere di fissare la data delle udienze. Ma hanno certamente la possibilità, il diritto e il dovere di invitare ESPRESSAMENTE i giudici a non andare troppo per le lunghe, a tenere costantemente conto del decorrere della prescrizione e della relativa spada di Damocle incombente sul processo e sul sacrosanto diritto alla giustizia degli imputati innocenti e delle vittime dei reati, e a interrompere quel decorso in tutti casi previsti dalla legge, motivando la richiesta laddove vi fossero dubbi interpretativi. Un mio stretto parente è parte civile in un processo penale in corso da diversi anni a Roma. In luglio la Cassazione ha rinviato in Appello una dura sentenza di condanna degli imputati. La Corte d'Appello di Roma tarda a fissare l'udienza. Gli avvocati delle parti civili hanno inviato a detta Corte istanza scritta per invitarla rispettosamente a non frapporre indugi di sorta. 

Saluti

Modificato da fosforo311

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In questo momento, fosforo311 ha scritto:

Ma hanno certamente la possibilità, il diritto e il dovere di sollecitare ESPRESSAMENTE i giudici a non andare troppo per le lunghe

Questa non puoi averla letta da nessuna parte.

Quindi i casi sono due:

1 - è farina del sacco della clientela del tuo barbershop di fiducia;

2 - è farina del sacco che usi per separare le orecchie.

In ogni caso è una ataznorts galattica.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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9 minuti fa, ilsauro24ore ha scritto:

Questa non puoi averla letta da nessuna parte.

 

E tu non puoi avere letto da nessuna parte che gli avvocati (difensori o di parte civile) non hanno quel diritto/dovere. 

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Infatti non ho letto da nessuna che gli avvocati hanno quel diritto/dovere per il semplice motivo che NON LO TROVIAMO SCRITTO DA NESSUNA PARTE.

Al contrario devi spiegarci dove hai letto che gli avvocati

32 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

... hanno certamente la possibilità, il diritto e il dovere di invitare ESPRESSAMENTE i giudici a non andare troppo per le lunghe...

in questa roba qua

https://www.altalex.com/documents/codici-altalex/2015/01/02/codice-di-procedura-civile

oppure in questa roba qua

https://www.altalex.com/documents/codici-altalex/2014/10/30/codice-di-procedura-penale

A occhio direi che stavolta la tua fantasia ha messo la freccia e ha superato le tue allucinazioni. Solo per una questione di smodata fantasia puoi pensare che in un'aula di tribunale, che è un luogo diverso dal tuo barbershop di fiducia, l'avvocato si possa rivolgere al giudice per dire: " ué, Giuvà, facimm'ampress ! "

Una domanda: non faresti meglio a parlare di come si prepara l'autentica pepata di cozze?

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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41 minuti fa, ilsauro24ore ha scritto:

Infatti non ho letto da nessuna che gli avvocati hanno quel diritto/dovere per il semplice motivo che NON LO TROVIAMO SCRITTO DA NESSUNA PARTE.

Al contrario devi spiegarci dove hai letto che gli avvocati

in questa roba qua

https://www.altalex.com/documents/codici-altalex/2015/01/02/codice-di-procedura-civile

oppure in questa roba qua

https://www.altalex.com/documents/codici-altalex/2014/10/30/codice-di-procedura-penale

Mi confermi che non esiste nessuna legge, norma, regola o disposizione scritta che vieti a un avvocato di invitare espressamente il giudice a fare tutto il possibile, ma proprio TUTTO, per evitare che il processo finisca miseramente in prescrizione e che la giustizia registri l'ennesimo fallimento. Ovviamente, per opportunità, deontologia professionale e buona educazione, l'avvocato generalmente inviterà il giudice a non perdere tempo usando le parole più rispettose o i giri di parole cui sono adusi i legulei, ma NULLA VIETA a un avvocato di alzare la voce in nome della giustizia e del suo cliente, e di essere esplicito anche rivolgendosi al presidente della Corte. Forse non lo conosci, ma quello che segue non è o non è solo un proverbio popolare:

TUTTO CIÒ CHE NON È VIETATO È PERMESSO.

È molto di più: si chiama principio di libertà e vale in tutti i paesi liberi. Puoi leggerlo per es. qui, un sito di consulenza legale analogo a quello cui hai linkato:

https://www.laleggepertutti.it/148544_tutto-cio-che-non-e-vietato-e-consentito

Modificato da fosforo311

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20 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

NULLA VIETA a un avvocato di alzare la voce in nome della giustizia e del suo cliente, e di essere esplicito anche rivolgendosi al presidente della Corte. Forse non lo conosci, ma quello che segue non è o non è solo un proverbio popolare:

TUTTO CIÒ CHE NON È VIETATO È PERMESSO

Ti sbagli.

A vietare di fare una ataznorts del genere è l'istinto di conservazione.

Nel caso in cui l'avvocato fosse carente di istinto di conservazione ci penserà la rimbalzata del giudice a instillare nel malcapitato avvocato questa virtù fondamentale per un rapporto conciliante con la durezza del vivere.

In un'aula di tribunale il solo risultato che otterrà il geniale avvocato che si rivolga al giudice in termini tipo " ué, Giuvà, facimm'ampress ! " sarà quello di farsi prendere sulle scatole dallo stesso. 

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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Fosforo, non funziona così.

Dopo ogni udienza il Giudice non consulta nessuno. Aggiorna ad una nuova data e tutti prendono esclusivamente nota senza commentare. Non esiste che un avvocato si azzardi a dire al Giudice "questa data non va bene". Il problema non si pone neanche.

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39 minuti fa, ildi_vino ha scritto:

Fosforo, non funziona così.

Dopo ogni udienza il Giudice non consulta nessuno. Aggiorna ad una nuova data e tutti prendono esclusivamente nota senza commentare. Non esiste che un avvocato si azzardi a dire al Giudice "questa data non va bene". Il problema non si pone neanche.

Mai scritto né pensato quello che mi attribuisci. Ho scritto che un avvocato (ma può farlo anche il pm) ha tutto il diritto di ricordare al giudice, nel corso del dibattimento, che sul procedimento in corso incombe la prescrizione. E ha tutto il diritto di invitare esplicitamente il giudice a fare il suo dovere, ovvero scongiurarla onde garantire pienamente il diritto di imputati e parti lese ad avere giustizia. Se hai seguito qualche udienza penale dal vivo (io ne ho seguite almeno una dozzina), forse ti sarà capitato di vedere un avvocato difensore o di parte civile o il pm chiedere espressamente al giudice di respingere la richiesta della controparte di escutere un testimone o di far effettuare una perizia e simili. La motivazione più frequentemente addotta è che quella testimonianza o quella perizia sarebbe una perdita di tempo, un intralcio alla giustizia. Nel caso poi in cui un organo giudicante, nel passaggio da un grado di giudizio all'altro, tardasse nel fissare l'udienza di un procedimento a rischio prescrizione, gli avvocati delle parti lese possono inviare una doglianza scritta, in sostanza un sollecito, all'organo ritardatario, come hanno fatto gli avvocati delle parti civili per il processo rinviato in Appello cui accennavo in un precedente post.

Saluti

Modificato da fosforo311

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5 ore fa, etrusco1900 ha scritto:

sono perfettamente d'accordo, però vorrei tornare sul tema degli avvocati "azzeccagarbugli" quegli avvocati cioè che una causa sia che la vincano che la perdano, la riscuotono comunque , pagata magari con i soldi pubblici.. faccio un esempio : prendiamo la difesa d'ufficio (cioè pagata con i soldi pubblici) degli extracomunitari che arrivano; supponiamo che arrivi un Tunisino, la Tunisia non è un paese in guerra quindi un immigrato Tunisino che entra clandestinamente in Italia è ovvio che non ha il  diritto a rimanere, però ha diritto a un giusto processo.. si fa la causa in tribunale e ovviamente la perde, però il suo avvocato d'ufficio la riscuote e a questo punto cosa fa il suo avvocato d'ufficio? fa ricorso e ovviamente riscuote anche la parcella per il ricorso, perde ovviamente anche il ricorso, ma il suo avvocato non si fa sfuggire il guadagno e ricorre in tutti modi possibili e così facendo intasa i tribunali di cause inutili, lui riscuote e un clandestino che dovrebbe andare via e che non si sa di che cosa campi rimane in Italia , stesso discorso per molte cause civili, un avvocato esaminata una pratica comprende subito se il suo cliente ha torto o ragione, ma anche se ha torto qualche avvocato "azzeccagarbugli" gli dirà:   si cerca di mettergli paura, si minaccia di farlo stare in tribunale per anni, si cerca di arrivare a un compromesso anche se ha ragione e così i tribunali sono pieni di cause civili inutili che intasano la giustizia; d'altronde se ci sono più avvocati a Roma che in tutta la Francia un motivo ci sarà....

La mia lunga e tribolata esperienza di vita mi induce a evitare per quanto possibile, il più possibile, principalmente tre categorie di persone: gli avvocati, i notai e i mestieranti della politica che spadroneggiano nella PA. Gli imbrogli che sono capaci di fare sono inenarrabili. A volte capita che un amico meno esperto mi chieda consiglio se rivolgersi o meno all'avvocato X o al notaio Y o all'assessore regionale Z. Premesso che perfino in queste categorie ci può essere qualche onesto (rara avis), non di rado sono costretto a rispondere all'amico, per il suo bene: "Non ti ci avvicinare proprio a quello lì, fai conto che sia un portatore sano di Ebola".

Saluti 

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Ho seguito udienze dal vivo. Non mi è capitato mai di sentire un avvocato contestare una data fissata dal giudice. 

Certo che un avvocato può contestare una testimonianza o l'opportunità di una perizia (ci mancherebbe) ma questo fa parte dello svolgimento di un processo o di una udienza preliminare. Durante l'udienza l'avvocato interviene e dice quello che ritiene più opportuno dire. Solo durante l'udienza però.  Subito dopo tuttavia, quello che decide su eventuali rinvii o sulla opportunità o meno di altre udienze, di prove documentali e quant'altro, é esclusivamente il giudice, a sua discrezione e sulla base della prima data disponibile.

E sulle date non chiede mai niente a nessuno. Di solito guarda un'agenda, stabilisce la nuova data e ne da comunicazione.

Terrà conto del pericolo di prescrizione? Terrà conto delle osservazioni dell'avvocato? Può essere  o non essere, ma non v'è certezza. Il criterio, da quello che so io, è legato piuttosto "alla prima data utile" che non è detto sia funzionale alle esigenze del pericolo di prescrizione.

 

 

 

 

 

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7 ore fa, fosforo311 ha scritto:

... forse ti sarà capitato di vedere un avvocato difensore o di parte civile o il pm chiedere espressamente al giudice di respingere la richiesta della controparte di escutere un testimone o di far effettuare una perizia e simili. La motivazione più frequentemente addotta è che quella testimonianza o quella perizia sarebbe una perdita di tempo, un intralcio alla giustizia.

Qualcuno dei miei 25 lettori necessita della prova che fosforo31 è un panzanaro seriale con seri problemi psichiatrici?

Quanto sopra è la prova definitiva.

Invito il cialtronissimo panzanaro fosforo31 a telefonare senza ulteriori indugi al numero

0815666503

oppure recarsi personalmente in Largo Madonna delle Grazie n.1

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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11 ore fa, ildi_vino ha scritto:

Ho seguito udienze dal vivo. Non mi è capitato mai di sentire un avvocato contestare una data fissata dal giudice. 

Certo che un avvocato può contestare una testimonianza o l'opportunità di una perizia (ci mancherebbe) ma questo fa parte dello svolgimento di un processo o di una udienza preliminare. Durante l'udienza l'avvocato interviene e dice quello che ritiene più opportuno dire. Solo durante l'udienza però.  Subito dopo tuttavia, quello che decide su eventuali rinvii o sulla opportunità o meno di altre udienze, di prove documentali e quant'altro, é esclusivamente il giudice, a sua discrezione e sulla base della prima data disponibile.

E sulle date non chiede mai niente a nessuno. Di solito guarda un'agenda, stabilisce la nuova data e ne da comunicazione.

Terrà conto del pericolo di prescrizione? Terrà conto delle osservazioni dell'avvocato? Può essere  o non essere, ma non v'è certezza. Il criterio, da quello che so io, è legato piuttosto "alla prima data utile" che non è detto sia funzionale alle esigenze del pericolo di prescrizione.

 

Forse non mi sono spiegato, e allora mi ripeto. Le date delle udienze le fissa il giudice, in modo insindacabile. Ma l'avvocato, DURANTE L'UDIENZA, può manifestare al giudice, con il dovuto rispetto ma anche con la dovuta enfasi, l'incombenza della prescrizione. E il giudice ha il DOVERE etico, deontologico, di condividere questa preoccupazione e di fare TUTTO il possibile affinché la giustizia faccia il suo corso, siano tutelati i diritti delle parti lese e sia scongiurata quella minaccia incombente. E quando dico TUTTO il possibile penso, per esempio, al giudice Antonio Esposito che condannò a ferragosto, con sentenza definitiva, un noto frodatore che era già convinto di farla franca con l'ennesima prescrizione. Questo esempio ci riporta anche all'altro caso che ho considerato: un procedimento a rischio prescrizione che passa da un collegio giudicante all'altro. Qui è il nuovo collegio a fissare la data dell'udienza. Se esso tarda in modo anomalo o incomprensibile nel fissare questa data, incrementando oggettivamente quel rischio, gli avvocati di parte civile hanno il diritto/dovere di inviare al collegio giudicante una doglianza scritta o un sollecito in cui sottolineano l'incombenza della prescrizione. Tutto qui, con buona pace del Sauro24 che, preso com'è nel postare provolonate nel forum, non ha mai avuto il tempo di seguire dal vivo un processo penale. Meglio per lui.

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17 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Qui è il nuovo collegio a fissare la data dell'udienza. Se esso tarda in modo anomalo o incomprensibile nel fissare questa data, incrementando oggettivamente quel rischio, gli avvocati di parte civile hanno il diritto/dovere di inviare al collegio giudicante una doglianza scritta o un sollecito in cui sottolineano l'incombenza della prescrizione.

Il panzanaro seriale continua imperterrito a scrivere i di o zie senza senso alcuno.

Nel suo prorpio interesse invito il cialtronissimo panzanaro fosforo31 a telefonare senza ulteriori indugi

al numero

081 5666503

oppure recarsi personalmente in

Largo Madonna delle Grazie n.1 , NAPOLI

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

 

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E basta Cazzaro di Napoli !! Ci stai sfrucugliando i ko@lioni !! Un avvocato non solo non fa quello che “vorresti” facesse . Non ci pensa nemmeno a farlo  !! Perché se solo “osasse “ ,  alla seconda parola sarebbe portato via dalla Forza Pubblica sempre presente nei Tribunali . E se reiterasse potrebbe essere passibile di essere depennato dall’ordine degli Avvocati.  Chiaro idio ta ??  Ed un Avvocato non può farlo neppure se lo fa educatamente , eticamente e con il rispetto dovuto che si deve ad un Giudice che opera nel pieno delle proprie funzioni in virtù di un potere che e’ la Costituzione ed il Diritto che gli concede .  Non ci sono ragioni ne di opportunità ne di buonsenso che lo prevedono se non nella tua testa oramai spappolata e pronta per la rottamazione . Il giudice non ha , ripeto il Non , nessun dovere deontologico verso gli avvocati che accettano , in doveroso silenzio, quel che decide . Mi avessero detto che almeno una volta avrei dovuto dare ragione alla formidabile testadiminkia il Sauro non ci avrei creduto . Questa volta non posso farne a meno ed unirmi a lui ad invitarti a tornare al negozio di Carmine Petruzziello per terminare l’acconciatura alla “Mascagna”. 

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Niente e Nessuno vieta ad un giudice ed un avvocato di essere amici.

Ergo, quello che non si può fare o dire in tribunale, si può fare durante una cena fra amici.

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1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:

Niente e Nessuno vieta ad un giudice ed un avvocato di essere amici.

Ergo, quello che non si può fare o dire in tribunale, si può fare durante una cena fra amici.

Ullalla’ , vedo che anche per oggi la buona azione del servitore nei confronti del condottiero si e’ perpetrata .  Guardi che se solo venisse messa in pratica l’azione che lei prefigura , a prescindere tra l’amicizia invero possibile , tra un avvocato ed un Giudice , se quest’ultimo ottempera fedelmente al ruolo che la Costituzione ed il Diritto gli assegna , dopo minuti 1 e secondi 15 , detta amicizia cessa all’istante . Non solo , l’avvocato incorre in un reato penale che il nostro ordinamento prevede e che , per sua opportuna conoscenza , le vado a citare :                
 

, Fra le innovazioni introdotte dalla l. 24.4.1990, n. 86 (che ha riformato i delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione) una delle più importanti è sicuramente rappresentata dalla fattispecie della «corruzione in atti giudiziari». Il codice Rocco già prevedeva, fra le circostanze aggravanti contenute nell’art. 319 c.p., «il favore o il danno di una parte in un processo civile, penale o amministrativo» derivante da fatti di corruzione, con aumento della pena in misura autonoma se dal fatto fosse derivata una sentenza di condanna all’ergastolo o alla reclusione. L’elemento oggettivo è costituito da un fatto di corruzione propria (art. 319 c.p.) o impropria (dopo la l. 6.11.2012, n. 190, denominata «per l’esercizio della funzione», art. 318 c.p.), commesso «per favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo». In questa ipotesi rileva la natura dell’atto da compiere, che deve essere funzionale ad un procedimento giudiziario, ponendosi come strumento per arrecare un favore o un danno nei confronti di una delle parti di un processo (Cass. pen., 25.5.2009, n. 36323; Cass. pen., S.U., 21.4.2010, n. 15208, Mills; Cass. pen., 27.1.2012, n. 24349). Si realizza una notevole anticipazione della soglia della tutela rispetto alla precedente formulazione, che legava l’aumento di pena alla effettiva verificazione del danno o del favore della parte: attualmente non si richiede il raggiungimento dell’obiettivo, ma basta che l’accordo corruttivo sia stretto per favorire o danneggiare una parte processuale, per cui il favore o il danno costituiscono il contenuto del dolo specifico dell’agente. La scelta di configurare la corruzione in atti giudiziari come autonoma fattispecie incriminatrice, anziché circostanza aggravante, è dovuta all’esigenza di «evitare, in considerazione della particolare gravità delle fattispecie regolate, che i sensibili aggravamenti di pena già oggi previsti possano essere vanificati dal gioco della comparazione delle circostanze» (Relazione al d.d.l. governativo n. 2844 del 22.4.1985) ed inoltre «la specifica figura della corruzione in atti giudiziari è oggetto di autonoma incriminazione in molte legislazioni» (Relazione al d.d.l. Vassalli n. 1250 del 15.3.1985). Si è notato che l’elevazione della corruzione in atti giudiziari a figura autonoma tende a sottolineare, anche simbolicamente, l’accentuato disvalore dei comportamenti corruttivi commessi nell’esercizio dell’attività giurisdizionale (Fiandaca, G.-Musco, E., Diritto penale, pt. spec., I, Bologna, 2012, 234). Considerando il rapporto che intercorre tra la corruzione in atti giudiziari, caratterizzata da maggiore specificità e autonomia, e i più generici fatti di corruzione propria e impropria, ci si domanda se l’art. 319 ter c.p. si limiti a prevedere figure di corruzione parallele a quelle descritte negli artt. 318 e 319 c.p. (aggravate solo dalla circostanza di avere ad oggetto «atti giudiziari» anziché altri atti pubblici) ovvero se la nuova fattispecie presenti un quid pluris in termini di disvalore, che le conferisce una diversa e più specifica fisionomia criminosa, giustificando il trattamento sanzionatorio più severo (ulteriormente inasprito dalla l. n. 190/2012 e dalla l. 27.5.2015, n. 69; Romano, M., I delitti contro la Pubblica Amministrazione. I delitti dei pubblici ufficiali. Art. 314- 335bis c.p., Milano, 2013, 218). Si ritiene preferibile la seconda ipotesi in quanto il fatto corruttivo richiamato dall’art. 319 ter c.p. deve essere commesso allo scopo di favorire o danneggiare una parte processuale e, sebbene non esplicitamente richiesto, deve trattarsi di un vantaggio o un danno ingiusto.

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Ullalla’ , vedo che anche per oggi la buona azione del servitore nei confronti del condottiero si e’ perpetrata . Prima di scrivere ulteriori kagate, sig mark, rilegga cosa ha scritto il sig fosforo e poi mi spieghi cosa ho detto in difesa del mio padrone e signore fosforo.

Guardi che se solo venisse messa in pratica l’azione che lei prefigura , a prescindere tra l’amicizia invero possibile , tra un avvocato ed un Giudice , se quest’ultimo ottempera fedelmente al ruolo che la Costituzione ed il Diritto gli assegna , dopo minuti 1 e secondi 15 , detta amicizia cessa all’istante . Non solo , l’avvocato incorre in un reato penale che il nostro ordinamento prevede e che , per sua opportuna conoscenza , le vado a citare :   Non serve alcuna citazione sig mark, mi dica solo se lei pensa che la pratica da me prefigurata non sia mai stata esercitata.

Può valere per accorciare il processo e può valere per allungare il processo, onde ottenere l'intervento della prescrizione.

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Le garantisco , e può chiedere in giro non dovesse essere soddisfatto delle mie spiegazioni , che lei , forse in ciò favorito dal periodo natalizio dove addobbi e decorazioni abbondano , che lei sta emettendo quest’ultime in modo esponenziale . La pratica da lei figurata potrebbe pure essere stata esercitata così come può essersi esercitata una rapina in banca senza che l’autore venga scoperto e quindi non punito. Personalmente ritengo che ciò che lei asserisce,  anche se in modo subordinato e carbonaro , ha infinitesimali possibilità che sia successo , rimane comunque il fatto che , un giudice qualsiasi si fosse prestato ad un esercizio di tale portata rischia una incriminazione per corruzione in atti pubblici. Ergo :  lei ha emesso una potente decorazione solo per compiacere al Cazzaro di  Napoli che , come può vedere da solo , non le restituisce nemmeno una formalissima solidarietà . 

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