FRASI CELEBRI (2)

"Per me l'immigrazione è un grandissimo problema. 

Nei prossimi 30 anni l'Africa raddoppierà la popolazione.

O l'Europa investe in Africa o siamo... SPACCIATI"

Secondo voi, cari forumisti, chi è che andato in TV, in prima serata, a pronunciare le parole testuali riportate sopra?

1) Salvini

2) Meloni

3) Uno xenofobo

4) Un razzista

5) Un fascista

6) Un comunista

7) Un pessimista

8) Un catastrofista

9) Un moderato con visione equilibrata del problema

10) Sgarbi

11) Berlusconi 

12) Grillo

13) Altra scelta

Per favore, riflettete e non usate motori di ricerca.

Modificato da fosforo311

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17 messaggi in questa discussione

7 ore fa, fosforo311 ha scritto:

"Per me l'immigrazione è un grandissimo problema. 

Nei prossimi 30 anni l'Africa raddoppierà la popolazione.

O l'Europa investe in Africa o siamo... SPACCIATI"

Secondo voi, cari forumisti, chi è che andato in TV, in prima serata, a pronunciare le parole testuali riportate sopra?

1) Salvini

2) Meloni

3) Uno xenofobo

4) Un razzista

5) Un fascista

6) Un comunista

7) Un pessimista

8) Un catastrofista

9) Un moderato con visione equilibrata del problema

10) Sgarbi

11) Berlusconi 

12) Grillo

13) Altra scelta

Per favore, riflettete e non usate motori di ricerca.

Sarà la Cina a salvare l'Africa. Il modello ha funzionato in Cina e funzionerà in Africa. Contemporaneamente la Cina assieme all'Africa si comprerà l'Europa. E così il profeta di Rignano sarà soddisfatto.

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8 ore fa, fosforo311 ha scritto:

"Per me l'immigrazione è un grandissimo problema. 

Nei prossimi 30 anni l'Africa raddoppierà la popolazione.

O l'Europa investe in Africa o siamo... SPACCIATI"

Secondo voi, cari forumisti, chi è che andato in TV, in prima serata, a pronunciare le parole testuali riportate sopra?

1) Salvini

2) Meloni

3) Uno xenofobo

4) Un razzista

5) Un fascista

6) Un comunista

7) Un pessimista

8) Un catastrofista

9) Un moderato con visione equilibrata del problema

10) Sgarbi

11) Berlusconi 

12) Grillo

13) Altra scelta

Per favore, riflettete e non usate motori di ricerca.

mi perdoni sig fosforo ma io in queste dichiarazioni, chiunque le abbia pronunciate, non ci trovo nulla di male.

Lei invece?

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14 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

mi perdoni sig fosforo ma io in queste dichiarazioni, chiunque le abbia pronunciate, non ci trovo nulla di male.

Lei invece?

Glielo dico io chi le ha pronunciate . Le ha pronunciate l’archibugiato nel settembre di quest’anno e rivolte alla Meloni . E’ la risposta del Cazzaro di Napoli al mio post qua sotto di ieri . 

 

“Abbiamo risolto la questione dell’Ilva in 3 mesi quando gli altri non ci sono riusciti in 6 anni “.  Chi l’ha detto meno di un anno fa ??         1) Un ubriaco.  2) un creti no   3) uno sotto effetti allucinogeni     4) uno che parlava a vanvera .    5) Luigi Di Maio .                                 Vorrei dare un piccolo aiuto : era un tizio che il Cazzaro di Napoli definì un “enfant prodige” della politica italiana . Un piccolo fuoriclasse come mai vi erano stati in Italia . Insomma un talento naturale paragonabile a colui che ebbe le stesse capacità nel gioco degli scacchi : Bobby Fischer da cui lo pseudonimo con cui viene chiamato in Campania : .....O’Fischer !! 

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ma cosa mi dice sig mark.......le ha dette Leopoldino? Ma chi l'avrebbe detto?

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Eh si . Le ha pronunciate proprio lui e cosa ci sia di tanto strano lo può sapere solo un Cazzaro di Napoli . Ecco qua : 

Non risolvi il problema dei migranti bloccando una nave con 50 disperati, dice Renzi

Intervistando da Massimo Giletti a 'Non è l'arena', il leader di Italia viva ha dichiarato: "Nei prossimi 30 anni gli africani raddoppieranno, da un miliardo e due diventeranno quasi due e mezzo: o l'Europa investe in Africa o noi siamo spacciati"

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1 ora fa, ahaha.ha ha scritto:

mi perdoni sig fosforo ma io in queste dichiarazioni, chiunque le abbia pronunciate, non ci trovo nulla di male.

Lei invece?

Ogni giudizio è soggettivo. Però non mi risulta che l'Africa oggi sia popolata, nemmeno in piccola parte, dagli Unni di Attila o dai Mongoli di Gengis Khan. E se anche lo fosse, e se io fossi un politico, non andrei in TV in prima serata a spargere fobie e allarmismi, e nemmeno ipocrisia. Aiutiamoli a casa loro non lo dice e non lo ripete solo la destra. Prova a leggere quella frase mettendoti nei panni di un africano. Oppure prova a modificarla sostituendo l'Africa con la Campania e immagina che a dirla sia un politico del centro nord. Che effetto ti farebbe?

Saluti

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3 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Ogni giudizio è soggettivo. Però non mi risulta che l'Africa oggi sia popolata, nemmeno in piccola parte, dagli Unni di Attila o dai Mongoli di Gengis Khan. E se anche lo fosse, e se io fossi un politico, non andrei in TV in prima serata a spargere fobie e allarmismi, e nemmeno ipocrisia. Aiutiamoli a casa loro non lo dice e non lo ripete solo la destra. Prova a leggere quella frase mettendoti nei panni di un africano. Oppure prova a modificarla sostituendo l'Africa con la Campania e immagina che a dirla sia un politico del centro nord. Che effetto ti farebbe?

Saluti

mi spiace signor fosforo, ma non riesco proprio a mettermi nei suoi panni e non trovo nulla di male in quella dichiarazione.

Credo che il problema africano sia vero. Per il momento la maggioranza degli abitanti dell'Africa  emigra all'interno dei suoi stessi stati, ma già una buona parte emigra verso l'Europa.

Per contenere questa emigrazione non resta che aiutarli proprio a casa loro, ma tra quelli che dicono queste cose, c'è sempre quello che poi si lamenta se i loro prodotti vengono esportati in europa in generale e in Italia in particolare, facendo concorrenza ai nostri prodotti.

Comunque nei prossimi 30 anni l'esplosione demografica sarà un problema per tutto il globo. Salvo non ci pensi la natura ad equilibrare le cose.

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3 minuti fa, ahaha.ha ha scritto:

mi spiace signor fosforo, ma non riesco proprio a mettermi nei suoi panni e non trovo nulla di male in quella dichiarazione.

Credo che il problema africano sia vero. Per il momento la maggioranza degli abitanti dell'Africa  emigra all'interno dei suoi stessi stati, ma già una buona parte emigra verso l'Europa.

Per contenere questa emigrazione non resta che aiutarli proprio a casa loro, ma tra quelli che dicono queste cose, c'è sempre quello che poi si lamenta se i loro prodotti vengono esportati in europa in generale e in Italia in particolare, facendo concorrenza ai nostri prodotti.

Comunque nei prossimi 30 anni l'esplosione demografica sarà un problema per tutto il globo. Salvo non ci pensi la natura ad equilibrare le cose.

Quindi tu pensi che se l'Europa non "investe" una parte del suo PIL in Africa (magari anche per un tornaconto economico) allora siamo SPACCIATI?  

Sono i nostri prodotti a non avere concorrenza in Africa e a danneggiare la loro economia. Ti sei mai chiesto perché  i produttori  europei aprono  fabbriche di automobili e altro in Turchia, in India, in Brasile, etc. ma non  in Africa? Quando Di Battista lanciò la polemica sul franco CFA, la moneta corrente in 14 stati africani poverissimi ma incredibilmente agganciata a cambio fisso all'euro forte di Francia e Germania, un documentario mostrò che un barattolo di Nutella nei supermercati di quei paesi costa 10 euro. Eppure il cacao si coltiva in Africa. 

Saluti

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7 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Quindi tu pensi che se l'Europa non "investe" una parte del suo PIL in Africa (magari anche per un tornaconto economico) allora siamo SPACCIATI?  

Sono i nostri prodotti a non avere concorrenza in Africa e a danneggiare la loro economia. Ti sei mai chiesto perché  i produttori  europei aprono  fabbriche di automobili e altro in Turchia, in India, in Brasile, etc. ma non  in Africa? Quando Di Battista lanciò la polemica sul franco CFA, la moneta corrente in 14 stati africani poverissimi ma incredibilmente agganciata a cambio fisso all'euro forte di Francia e Germania, un documentario mostrò che un barattolo di Nutella nei supermercati di quei paesi costa 10 euro. Eppure il cacao si coltiva in Africa. 

Saluti

Ahahahahaha , invece a Cuba e nel Venezuela di Maduro costa 10 centesimi ...!! Lascia perdere Dibba . L’unica cosa che ci ricordiamo  di lui e’ quando insieme a O’Fischer sono andati a pubblicizzare ed a portare solidarietà ai fascisti nonché gilet gialli di Malenchon . Ahahahahaha 

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55 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Quindi tu pensi che se l'Europa non "investe" una parte del suo PIL in Africa (magari anche per un tornaconto economico) allora siamo SPACCIATI?  

Sono i nostri prodotti a non avere concorrenza in Africa e a danneggiare la loro economia. Ti sei mai chiesto perché  i produttori  europei aprono  fabbriche di automobili e altro in Turchia, in India, in Brasile, etc. ma non  in Africa? Quando Di Battista lanciò la polemica sul franco CFA, la moneta corrente in 14 stati africani poverissimi ma incredibilmente agganciata a cambio fisso all'euro forte di Francia e Germania, un documentario mostrò che un barattolo di Nutella nei supermercati di quei paesi costa 10 euro. Eppure il cacao si coltiva in Africa. 

Saluti

Quindi sig fosforo la sua proposta quale sarebbe?

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5 ore fa, ahaha.ha ha scritto:

Quindi sig fosforo la sua proposta quale sarebbe?

Bella domanda, il tema è importante e complesso, ti dico fin da subito che non sarò breve.

A mio modesto parere ci sono prima di tutto 3 cose da fare immediatamente:

1) Smetterla una volta per sempre di corrompere i politici e i governanti africani (vale anche per il nostro ENI). 2) Smetterla di esportare armi in quei paesi. 3) Cancellare il debito estero, almeno quello dei paesi più in difficoltà. È stato già ampiamente pagato con lo sfruttamento economico che subiscono da decenni o da secoli. 

Subito dopo propongo di 4) Concedere a quei paesi prestiti a tassi europei, ma con alcune severe clausole (es. divieto di usare quei soldi per comprare armi, leggi severe contro la corruzione interna, libere elezioni e redistribuzione del reddito per abbattere le disuguaglianze tra le classi sociali cioè il coefficiente di Gini). 

Dopodiché, sempre a mio modesto avviso, noi NON dobbiamo andare in Africa a investire, cioè a continuare a sfruttare gli africani, il loro lavoro e le loro risorse naturali. Anzi penso che in linea generale noi europei, noi occidentali, e pure i cinesi, faremmo meglio a 5) Andarcene dall'Africa! Restituendo l'Africa e le sue risorse agli africani (cacao, caffè, banane, legnami pregiati, uranio, diamanti, oro e altri minerali preziosi e strategici per l'economia mondiale). Il controllo di queste risorse deve essere lasciato totalmente in mani africane, anche 6) Incentivando con tutti i mezzi da parte dell'UE politiche di nazionalizzazione delle risorse negli Stati africani. I prezzi di quei prodotti andrebbero fissati in Africa dai governi africani e nell'interesse dei loro popoli, anche eventualmente riducendone la produzione, e non più nelle piazze di mercato europee (Londra, Anversa, etc.) 7) Ridurre le esportazioni di prodotti europei in Africa (almeno fino a quando quelle economie non si espanderanno) e aumentare le importazioni in modo da incentivare le produzioni locali.  8) Esportare in Africa soprattutto tecnologie e know how (professori e tecnici, soprattutto in agraria) e cedere i brevetti o le licenze di prodotti quasi senza mercato in Europa ma utilissimi laggiù, es. piccoli motori a biocarburanti, depuratori e dissalatori. 9) L'unico grande investimento europeo in Africa dovrebbe essere una nuova versione, perfino maggiorata e più estesa nel continente, del DESERTEC, il piano tedesco ed europeo da 400 miliardi di euro nato 10 anni fa e purtroppo arenato per i costi ma soprattutto per le instabilità politiche nel Nordafrica nonché le minacce del terrorismo. Il piano prevedeva la costruzione di numerose e immense centrali solari (impianti fotovoltaici e a concentrazione) ed eoliche nel deserto del Sahara (dove l'insolazione, il vento e i capacity factors sono favorevolissimi per questi impianti). Il DESERTEC originale prevedeva di soddisfare con queste fonti rinnovabili e pulite l'intero fabbisogno elettrico dei paesi del Nordafrica e almeno il 15% di quello dell'Europa, dove l'energia sarebbe arrivata mediante grandi elettrodotti sottomarini ad altissima tensione e in corrente continua (HVDC). Ma le potenzialità sono enormemente più grandi. Si stima che l'intero fabbisogno energetico mondiale pari a 13,9 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (di cui l'elettricità rappresenta il 16%, dati BP per il 2018) potrebbe essere coperto ricoprendo di pannelli solari un quadrato di 350 km di lato (aree di servizio incluse) nel deserto del Sahara (cioè appena l'1,3% della sua superficie). Si stima che l'opera costerebbe circa un decimo del PIL mondiale o un terzo del debito pubblico degli Stati Uniti. Tornando al DESERTEC, esso avrebbe un impatto enorme e molto positivo sia sull'economia europea che su quella del Nordafrica. Il progetto iniziale prevedeva la creazione di 240.000 nuovi posti di lavoro in Germania, almeno altrettanti nell'insieme dei vari paesi europei aderenti al consorzio (tra i quali l'Italia) e almeno 1,5 milioni nei paesi del Nordafrica. Che diventerebbero paesi esportatori di energia elettrica. Inoltre l'abbattimento del costo dell'energia (all'epoca stimato in 30 euro per MWh) stimolerebbe sul lungo periodo le economie di ambedue i continenti e allevierebbe non di poco il problema delle migrazioni. Da considerare poi gli effetti benefici sul clima del pianeta conseguenti alle minori emissioni di gas serra (per centinaia di milioni di tonnellate annue), e dulcis in fundo i benefici sul clima del deserto del Sahara stesso! Infatti, come prevedono gli scienziati e come già si inizia a vedere in alcune zone desertiche dove sono sorti impianti del genere, i moti dell'aria prodotti dalle pale eoliche e la riduzione dell'albedo (cioè del coefficiente di riflessione della luce solare) del suolo ricoperto dai pannelli solari, incrementano la piovosità. In sostanza, grazie a questo curioso effetto climatico dei grandi impianti solari ed eolici, e grazie al basso costo dell'elettricità per alimentare pompe e irrigatori (e dissalatori lungo la costa), diminuirebbe la siccità e aumenterebbero notevolmente le oasi verdi e le aree coltivabili nel Sahara, a tutto beneficio dell'agricoltura, dell'economia e del benessere sociale in regioni come il Sahel oggi aride e poverissime. Propongo infine 10) di incentivare in tutti i modi (inclusa una lotta senza quartiere al terrorismo) il turismo degli europei in Africa, continente ricchissimo di bellezze naturali (che vanno valorizzate e protette). Insomma, dobbiamo abbandonare l'Africa come sfruttatori e tornarci come turisti, turisti ecologici rispettosi dell'ambiente e dei popoli del continente nel quale nacque la nostra specie e dal quale 70.000 anni fa partirono i nostri antenati per popolare l'Europa e il mondo. 

Saluti

 

 

Modificato da fosforo311

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Errata corrige al mio post precedente:

prestiti a tassi europei  --->  prestiti a tassi agevolati;

depuratori e dissalatori ---> potabilizzatori dell'acqua e dissalatori

Modificato da fosforo311

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A mio modesto parere ci sono prima di tutto 3 cose da fare immediatamente:

1) Smetterla una volta per sempre di corrompere i politici e i governanti africani (vale anche per il nostro ENI). Più facile dirlo che ottenerlo, il mondo tutto è sempre andato avanti oliando gli ingranaggi.

 2) Smetterla di esportare armi in quei paesi. Per far questo bisogna che il mondo intero smetta di fabbricare armi e demolisca quelle esistenti. Lo ritiene possibile?

3) Cancellare il debito estero, almeno quello dei paesi più in difficoltà. È stato già ampiamente pagato con lo sfruttamento economico che subiscono da decenni o da secoli. Sfruttamento! Questa pratica è sempre esistita e continuerà nei secoli

Subito dopo propongo di 4) Concedere a quei paesi prestiti a tassi europei, ma con alcune severe clausole (es. divieto di usare quei soldi per comprare armi, leggi severe contro la corruzione interna, libere elezioni e redistribuzione del reddito per abbattere le disuguaglianze tra le classi sociali cioè il coefficiente di Gini). Anche questa è una proposta piena di buone intenzioni. Solo intenzioni però.

Dopodiché, sempre a mio modesto avviso, noi NON dobbiamo andare in Africa a investire, cioè a continuare a sfruttare gli africani, il loro lavoro e le loro risorse naturali. Anzi penso che in linea generale noi europei, noi occidentali, e pure i cinesi, faremmo meglio a 5) Andarcene dall'Africa! Restituendo l'Africa e le sue risorse agli africani (cacao, caffè, banane, legnami pregiati, uranio, diamanti, oro e altri minerali preziosi e strategici per l'economia mondiale). Il controllo di queste risorse deve essere lasciato totalmente in mani africane, anche 6) Incentivando con tutti i mezzi da parte dell'UE politiche di nazionalizzazione delle risorse negli Stati africani. I prezzi di quei prodotti andrebbero fissati in Africa dai governi africani e nell'interesse dei loro popoli, anche eventualmente riducendone la produzione, e non più nelle piazze di mercato europee (Londra, Anversa, etc.) 7) Ridurre le esportazioni di prodotti europei in Africa (almeno fino a quando quelle economie non si espanderanno) e aumentare le importazioni in modo da incentivare le produzioni locali.  8) Esportare in Africa soprattutto tecnologie e know how (professori e tecnici, soprattutto in agraria) e cedere i brevetti o le licenze di prodotti quasi senza mercato in Europa ma utilissimi laggiù, es. piccoli motori a biocarburanti, depuratori e dissalatori. 9) L'unico grande investimento europeo in Africa dovrebbe essere una nuova versione, perfino maggiorata e più estesa nel continente, del DESERTEC, il piano tedesco ed europeo da 400 miliardi di euro nato 10 anni fa e purtroppo arenato per i costi ma soprattutto per le instabilità politiche nel Nordafrica nonché le minacce del terrorismo. Il piano prevedeva la costruzione di numerose e immense centrali solari (impianti fotovoltaici e a concentrazione) ed eoliche nel deserto del Sahara (dove l'insolazione, il vento e i capacity factors sono favorevolissimi per questi impianti). Il DESERTEC originale prevedeva di soddisfare con queste fonti rinnovabili e pulite l'intero fabbisogno elettrico dei paesi del Nordafrica e almeno il 15% di quello dell'Europa, dove l'energia sarebbe arrivata mediante grandi elettrodotti sottomarini ad altissima tensione e in corrente continua (HVDC). Ma le potenzialità sono enormemente più grandi. Si stima che l'intero fabbisogno energetico mondiale pari a 13,9 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (di cui l'elettricità rappresenta il 16%, dati BP per il 2018) potrebbe essere coperto ricoprendo di pannelli solari un quadrato di 350 km di lato (aree di servizio incluse) nel deserto del Sahara (cioè appena l'1,3% della sua superficie). Si stima che l'opera costerebbe circa un decimo del PIL mondiale o un terzo del debito pubblico degli Stati Uniti. Tornando al DESERTEC, esso avrebbe un impatto enorme e molto positivo sia sull'economia europea che su quella del Nordafrica. Il progetto iniziale prevedeva la creazione di 240.000 nuovi posti di lavoro in Germania, almeno altrettanti nell'insieme dei vari paesi europei aderenti al consorzio (tra i quali l'Italia) e almeno 1,5 milioni nei paesi del Nordafrica. Che diventerebbero paesi esportatori di energia elettrica. Inoltre l'abbattimento del costo dell'energia (all'epoca stimato in 30 euro per MWh) stimolerebbe sul lungo periodo le economie di ambedue i continenti e allevierebbe non di poco il problema delle migrazioni. Da considerare poi gli effetti benefici sul clima del pianeta conseguenti alle minori emissioni di gas serra (per centinaia di milioni di tonnellate annue), e dulcis in fundo i benefici sul clima del deserto del Sahara stesso! Infatti, come prevedono gli scienziati e come già si inizia a vedere in alcune zone desertiche dove sono sorti impianti del genere, i moti dell'aria prodotti dalle pale eoliche e la riduzione dell'albedo (cioè del coefficiente di riflessione della luce solare) del suolo ricoperto dai pannelli solari, incrementano la piovosità. In sostanza, grazie a questo curioso effetto climatico dei grandi impianti solari ed eolici, e grazie al basso costo dell'elettricità per alimentare pompe e irrigatori (e dissalatori lungo la costa), diminuirebbe la siccità e aumenterebbero notevolmente le oasi verdi e le aree coltivabili nel Sahara, a tutto beneficio dell'agricoltura, dell'economia e del benessere sociale in regioni come il Sahel oggi aride e poverissime. Propongo infine 10) di incentivare in tutti i modi (inclusa una lotta senza quartiere al terrorismo) il turismo degli europei in Africa, continente ricchissimo di bellezze naturali (che vanno valorizzate e protette). Insomma, dobbiamo abbandonare l'Africa come sfruttatori e tornarci come turisti, turisti ecologici rispettosi dell'ambiente e dei popoli del continente nel quale nacque la nostra specie e dal quale 70.000 anni fa partirono i nostri antenati per popolare l'Europa e il mondo. 

Le sue proposte  sono accettabili e degne di nota signor fosforo, ora che le ha enunciate sarebbe interessante che lei stesso, vista la sua predisposizione alla prolissitudine, spiegasse punto per punto perchè, pur essendo utopisticamente percorribili, non saranno mai percorse, o al massimo percorse solo in parte.

 

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4 ore fa, ahaha.ha ha scritto:

A mio modesto parere ci sono prima di tutto 3 cose da fare immediatamente:

1) Smetterla una volta per sempre di corrompere i politici e i governanti africani (vale anche per il nostro ENI). Più facile dirlo che ottenerlo, il mondo tutto è sempre andato avanti oliando gli ingranaggi.

 2) Smetterla di esportare armi in quei paesi. Per far questo bisogna che il mondo intero smetta di fabbricare armi e demolisca quelle esistenti. Lo ritiene possibile?

3) Cancellare il debito estero, almeno quello dei paesi più in difficoltà. È stato già ampiamente pagato con lo sfruttamento economico che subiscono da decenni o da secoli. Sfruttamento! Questa pratica è sempre esistita e continuerà nei secoli

Subito dopo propongo di 4) Concedere a quei paesi prestiti a tassi europei, ma con alcune severe clausole (es. divieto di usare quei soldi per comprare armi, leggi severe contro la corruzione interna, libere elezioni e redistribuzione del reddito per abbattere le disuguaglianze tra le classi sociali cioè il coefficiente di Gini). Anche questa è una proposta piena di buone intenzioni. Solo intenzioni però.

Dopodiché, sempre a mio modesto avviso, noi NON dobbiamo andare in Africa a investire, cioè a continuare a sfruttare gli africani, il loro lavoro e le loro risorse naturali. Anzi penso che in linea generale noi europei, noi occidentali, e pure i cinesi, faremmo meglio a 5) Andarcene dall'Africa! Restituendo l'Africa e le sue risorse agli africani (cacao, caffè, banane, legnami pregiati, uranio, diamanti, oro e altri minerali preziosi e strategici per l'economia mondiale). Il controllo di queste risorse deve essere lasciato totalmente in mani africane, anche 6) Incentivando con tutti i mezzi da parte dell'UE politiche di nazionalizzazione delle risorse negli Stati africani. I prezzi di quei prodotti andrebbero fissati in Africa dai governi africani e nell'interesse dei loro popoli, anche eventualmente riducendone la produzione, e non più nelle piazze di mercato europee (Londra, Anversa, etc.) 7) Ridurre le esportazioni di prodotti europei in Africa (almeno fino a quando quelle economie non si espanderanno) e aumentare le importazioni in modo da incentivare le produzioni locali.  8) Esportare in Africa soprattutto tecnologie e know how (professori e tecnici, soprattutto in agraria) e cedere i brevetti o le licenze di prodotti quasi senza mercato in Europa ma utilissimi laggiù, es. piccoli motori a biocarburanti, depuratori e dissalatori. 9) L'unico grande investimento europeo in Africa dovrebbe essere una nuova versione, perfino maggiorata e più estesa nel continente, del DESERTEC, il piano tedesco ed europeo da 400 miliardi di euro nato 10 anni fa e purtroppo arenato per i costi ma soprattutto per le instabilità politiche nel Nordafrica nonché le minacce del terrorismo. Il piano prevedeva la costruzione di numerose e immense centrali solari (impianti fotovoltaici e a concentrazione) ed eoliche nel deserto del Sahara (dove l'insolazione, il vento e i capacity factors sono favorevolissimi per questi impianti). Il DESERTEC originale prevedeva di soddisfare con queste fonti rinnovabili e pulite l'intero fabbisogno elettrico dei paesi del Nordafrica e almeno il 15% di quello dell'Europa, dove l'energia sarebbe arrivata mediante grandi elettrodotti sottomarini ad altissima tensione e in corrente continua (HVDC). Ma le potenzialità sono enormemente più grandi. Si stima che l'intero fabbisogno energetico mondiale pari a 13,9 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (di cui l'elettricità rappresenta il 16%, dati BP per il 2018) potrebbe essere coperto ricoprendo di pannelli solari un quadrato di 350 km di lato (aree di servizio incluse) nel deserto del Sahara (cioè appena l'1,3% della sua superficie). Si stima che l'opera costerebbe circa un decimo del PIL mondiale o un terzo del debito pubblico degli Stati Uniti. Tornando al DESERTEC, esso avrebbe un impatto enorme e molto positivo sia sull'economia europea che su quella del Nordafrica. Il progetto iniziale prevedeva la creazione di 240.000 nuovi posti di lavoro in Germania, almeno altrettanti nell'insieme dei vari paesi europei aderenti al consorzio (tra i quali l'Italia) e almeno 1,5 milioni nei paesi del Nordafrica. Che diventerebbero paesi esportatori di energia elettrica. Inoltre l'abbattimento del costo dell'energia (all'epoca stimato in 30 euro per MWh) stimolerebbe sul lungo periodo le economie di ambedue i continenti e allevierebbe non di poco il problema delle migrazioni. Da considerare poi gli effetti benefici sul clima del pianeta conseguenti alle minori emissioni di gas serra (per centinaia di milioni di tonnellate annue), e dulcis in fundo i benefici sul clima del deserto del Sahara stesso! Infatti, come prevedono gli scienziati e come già si inizia a vedere in alcune zone desertiche dove sono sorti impianti del genere, i moti dell'aria prodotti dalle pale eoliche e la riduzione dell'albedo (cioè del coefficiente di riflessione della luce solare) del suolo ricoperto dai pannelli solari, incrementano la piovosità. In sostanza, grazie a questo curioso effetto climatico dei grandi impianti solari ed eolici, e grazie al basso costo dell'elettricità per alimentare pompe e irrigatori (e dissalatori lungo la costa), diminuirebbe la siccità e aumenterebbero notevolmente le oasi verdi e le aree coltivabili nel Sahara, a tutto beneficio dell'agricoltura, dell'economia e del benessere sociale in regioni come il Sahel oggi aride e poverissime. Propongo infine 10) di incentivare in tutti i modi (inclusa una lotta senza quartiere al terrorismo) il turismo degli europei in Africa, continente ricchissimo di bellezze naturali (che vanno valorizzate e protette). Insomma, dobbiamo abbandonare l'Africa come sfruttatori e tornarci come turisti, turisti ecologici rispettosi dell'ambiente e dei popoli del continente nel quale nacque la nostra specie e dal quale 70.000 anni fa partirono i nostri antenati per popolare l'Europa e il mondo. 

Le sue proposte  sono accettabili e degne di nota signor fosforo, ora che le ha enunciate sarebbe interessante che lei stesso, vista la sua predisposizione alla prolissitudine, spiegasse punto per punto perchè, pur essendo utopisticamente percorribili, non saranno mai percorse, o al massimo percorse solo in parte.

 

Perdonami egregio ma penso di poterti rispondere solo domani. L'argomento è serio e impegnativo e forse merita un po' più di spazio e di riflessione del normale. Nel frattempo ti sottopongo due articoli dell'ottimo Massimo Fini, un grosso esperto della materia, con i quali il mio punto (5) sembra abbastanza allineato.

Saluti

http://www.massimofini.it/archivio-storico/1999/282-cento-anni-di-numeri-uno

http://www.massimofini.it/articoli-recenti/1807-aiutiamo-l-africa-andandocene-via

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li avevo già letti sig fosforo.

Tutti bei discorsi, condivisibili fin che si vuole, ma che non saranno mai realizzati.

Secoli e secoli di storia ci insegnano che pesce grande mangia quello piccolo.

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Il 27/11/2019 in 11:30 , ahaha.ha ha scritto:

A mio modesto parere ci sono prima di tutto 3 cose da fare immediatamente:

1) Smetterla una volta per sempre di corrompere i politici e i governanti africani (vale anche per il nostro ENI). Più facile dirlo che ottenerlo, il mondo tutto è sempre andato avanti oliando gli ingranaggi.

 2) Smetterla di esportare armi in quei paesi. Per far questo bisogna che il mondo intero smetta di fabbricare armi e demolisca quelle esistenti. Lo ritiene possibile?

3) Cancellare il debito estero, almeno quello dei paesi più in difficoltà. È stato già ampiamente pagato con lo sfruttamento economico che subiscono da decenni o da secoli. Sfruttamento! Questa pratica è sempre esistita e continuerà nei secoli

Subito dopo propongo di 4) Concedere a quei paesi prestiti a tassi europei, ma con alcune severe clausole (es. divieto di usare quei soldi per comprare armi, leggi severe contro la corruzione interna, libere elezioni e redistribuzione del reddito per abbattere le disuguaglianze tra le classi sociali cioè il coefficiente di Gini). Anche questa è una proposta piena di buone intenzioni. Solo intenzioni però.

Dopodiché, sempre a mio modesto avviso, noi NON dobbiamo andare in Africa a investire, cioè a continuare a sfruttare gli africani, il loro lavoro e le loro risorse naturali. Anzi penso che in linea generale noi europei, noi occidentali, e pure i cinesi, faremmo meglio a 5) Andarcene dall'Africa! Restituendo l'Africa e le sue risorse agli africani (cacao, caffè, banane, legnami pregiati, uranio, diamanti, oro e altri minerali preziosi e strategici per l'economia mondiale). Il controllo di queste risorse deve essere lasciato totalmente in mani africane, anche 6) Incentivando con tutti i mezzi da parte dell'UE politiche di nazionalizzazione delle risorse negli Stati africani. I prezzi di quei prodotti andrebbero fissati in Africa dai governi africani e nell'interesse dei loro popoli, anche eventualmente riducendone la produzione, e non più nelle piazze di mercato europee (Londra, Anversa, etc.) 7) Ridurre le esportazioni di prodotti europei in Africa (almeno fino a quando quelle economie non si espanderanno) e aumentare le importazioni in modo da incentivare le produzioni locali.  8) Esportare in Africa soprattutto tecnologie e know how (professori e tecnici, soprattutto in agraria) e cedere i brevetti o le licenze di prodotti quasi senza mercato in Europa ma utilissimi laggiù, es. piccoli motori a biocarburanti, depuratori e dissalatori. 9) L'unico grande investimento europeo in Africa dovrebbe essere una nuova versione, perfino maggiorata e più estesa nel continente, del DESERTEC, il piano tedesco ed europeo da 400 miliardi di euro nato 10 anni fa e purtroppo arenato per i costi ma soprattutto per le instabilità politiche nel Nordafrica nonché le minacce del terrorismo. Il piano prevedeva la costruzione di numerose e immense centrali solari (impianti fotovoltaici e a concentrazione) ed eoliche nel deserto del Sahara (dove l'insolazione, il vento e i capacity factors sono favorevolissimi per questi impianti). Il DESERTEC originale prevedeva di soddisfare con queste fonti rinnovabili e pulite l'intero fabbisogno elettrico dei paesi del Nordafrica e almeno il 15% di quello dell'Europa, dove l'energia sarebbe arrivata mediante grandi elettrodotti sottomarini ad altissima tensione e in corrente continua (HVDC). Ma le potenzialità sono enormemente più grandi. Si stima che l'intero fabbisogno energetico mondiale pari a 13,9 miliardi di tonnellate equivalenti di petrolio (di cui l'elettricità rappresenta il 16%, dati BP per il 2018) potrebbe essere coperto ricoprendo di pannelli solari un quadrato di 350 km di lato (aree di servizio incluse) nel deserto del Sahara (cioè appena l'1,3% della sua superficie). Si stima che l'opera costerebbe circa un decimo del PIL mondiale o un terzo del debito pubblico degli Stati Uniti. Tornando al DESERTEC, esso avrebbe un impatto enorme e molto positivo sia sull'economia europea che su quella del Nordafrica. Il progetto iniziale prevedeva la creazione di 240.000 nuovi posti di lavoro in Germania, almeno altrettanti nell'insieme dei vari paesi europei aderenti al consorzio (tra i quali l'Italia) e almeno 1,5 milioni nei paesi del Nordafrica. Che diventerebbero paesi esportatori di energia elettrica. Inoltre l'abbattimento del costo dell'energia (all'epoca stimato in 30 euro per MWh) stimolerebbe sul lungo periodo le economie di ambedue i continenti e allevierebbe non di poco il problema delle migrazioni. Da considerare poi gli effetti benefici sul clima del pianeta conseguenti alle minori emissioni di gas serra (per centinaia di milioni di tonnellate annue), e dulcis in fundo i benefici sul clima del deserto del Sahara stesso! Infatti, come prevedono gli scienziati e come già si inizia a vedere in alcune zone desertiche dove sono sorti impianti del genere, i moti dell'aria prodotti dalle pale eoliche e la riduzione dell'albedo (cioè del coefficiente di riflessione della luce solare) del suolo ricoperto dai pannelli solari, incrementano la piovosità. In sostanza, grazie a questo curioso effetto climatico dei grandi impianti solari ed eolici, e grazie al basso costo dell'elettricità per alimentare pompe e irrigatori (e dissalatori lungo la costa), diminuirebbe la siccità e aumenterebbero notevolmente le oasi verdi e le aree coltivabili nel Sahara, a tutto beneficio dell'agricoltura, dell'economia e del benessere sociale in regioni come il Sahel oggi aride e poverissime. Propongo infine 10) di incentivare in tutti i modi (inclusa una lotta senza quartiere al terrorismo) il turismo degli europei in Africa, continente ricchissimo di bellezze naturali (che vanno valorizzate e protette). Insomma, dobbiamo abbandonare l'Africa come sfruttatori e tornarci come turisti, turisti ecologici rispettosi dell'ambiente e dei popoli del continente nel quale nacque la nostra specie e dal quale 70.000 anni fa partirono i nostri antenati per popolare l'Europa e il mondo. 

Le sue proposte  sono accettabili e degne di nota signor fosforo, ora che le ha enunciate sarebbe interessante che lei stesso, vista la sua predisposizione alla prolissitudine, spiegasse punto per punto perchè, pur essendo utopisticamente percorribili, non saranno mai percorse, o al massimo percorse solo in parte.

Egregio, ieri verso le 13 ero solo a casa e ne approfittavo per interrompere la severa dieta conseguente ad alcuni seri malanni che mi ha alleggerito di 25 chili (niente paura: partivo da ben oltre il quintale). Mi preparavo un piatto toscano che amo (pur da cultore della cucina napoletana ma ogni regola ha le sue eccezioni): una bella padellata di fagioli all'uccelletto con salcicce (e con qualche mia variante). Ma fin dal primo gustoso assaggio per controllare la cottura mi è venuto un po' di rimorso. Pensavo agli abitanti del Sahel che in quella padella ci avrebbero forse mangiato in 10. E mi sono ricordato di doverti una risposta sull'Africa. In quel momento in TV c'era Nicola Gratteri, valoroso magistrato in prima linea contro la 'ndrangheta, che rispondeva a una bella domanda del pubblico: 

Lei pensa che verrà il giorno in cui l'Italia sarà completamente libera dalle mafie? 

La risposta è stata:

"Se un giorno avremo un governo che avrà libertà, volontà e coraggio, e che, sempre nel rispetto della Costituzione, farà leggi tali da rendere per davvero non conveniente delinquere, allora ci libereremo dalle mafie, ma per l'80%. Resterà un 20% che dipende dalla "mafiosità" che è in noi".  

Ebbene, una risposta analoga potrei darla alla tua domanda, se cioè sia pura utopia o possibile realtà la soluzione del problema Africa, o meglio, dei problemi dell'Africa. Precisazione necessaria perché tendiamo un po' tutti, inconsciamente o egoisticamente (vedasi le parole di Renzi a inizio discussione), a considerare nostro, nel senso di una rogna esogena ma che colpisce noi, un problema che al 99,9% è degli africani. E di cui noi, noi ricchi occidentali intendo, siamo molto più causa che vittime. Sono loro, gli africani, a soffrire fame, sete, guerre, persecuzioni, pestilenze, terribili disuguaglianze, arretratezza del sistema economico. Mentre noi continuiamo ad arricchirci alle loro spalle. Un esempio: il budget mondiale del cioccolato supera i 100 miliardi di dollari, di questi ai paesi produttori di cacao va meno del 6% e i contadini africani vivono con un dollaro e mezzo al giorno (40 euro al mese). Con le emissioni di gas serra noi siamo i maggiori responsabili del riscaldamento globale, mentre gli africani, quelli che ne emettono meno, sono i più colpiti dai mutamenti climatici (siccità, carestie). Esattamente 10 anni fa, novembre 2009, due ricercatori americani, Jacobson e Delucchi, pubblicarono su Scientific American un articolo che ebbe vasta eco (io lo citavo spesso nel vecchio forum di politica ed economia). Gli autori sostenevano con solidi argomenti che entro il 2030 il mondo avrebbe potuto a fare a meno del carbone, del petrolio, del gas e del nucleare e che la cosa era tecnicamente fattibile già con la tecnologia del 2009, mentre la convenienza economica si sarebbe consolidata negli anni. Conservo ancora quell'articolo sull'edizione italiana della rivista. L'ultimo paragrafo si intitola: VOLONTÀ POLITICA. Gli autori temevano che gli ostacoli maggiori al loro virtuoso piano sarebbero venute dalla politica e dalla pressione esercitata su questa dalle lobby industriali dell'energia. Così è stato e 10 anni dopo, benché le rinnovabili crescano in doppia cifra, crescono pure le fonti fossili (e di conseguenza le emissioni di gas serra) che continuano a ricevere ingenti sussidi pubblici, e cresce un po' perfino il nucleare (benché in declino in Occidente). Cresce tutto il consumo globale di energia, invece di diminuire con il miglioramento dell'efficienza energetica raccomandato dagli scienziati. La quota della rinnovabili (4% nel 2018) resta lontanissima dall'obbiettivo del 100%. In breve: manca tuttora un chiaro indirizzo politico alla conversione energetica globale e totale alle fonti rinnovabili e pulite. Dalla quale trarrebbe vantaggio soprattutto l'Africa, continente relativamente povero di petrolio, gas e carbone e dove funziona una sola centrale nucleare (in Sudafrica). Ma, come ho scritto, basterebbe poco più dell'1% dell'energia di origine solare ricavabile dal Sahara con le attuali tecnologie per coprire l'intero fabbisogno energetico mondiale. Verrà il giorno in cui finirà lo sfruttamento dell'Africa e delle sue risorse da parte dei paesi ricchi e delle loro multinazionali? Penso che servirà anche qui la VOLONTÀ POLITICA per superare gli ostacoli legati a poteri e interessi economici enormi. Parafrasando Gratteri, direi che per liberare l'Africa in tempi ragionevoli servirebbero governi dotati di volontà, libertà e coraggio. Soprattutto in Africa (governi democratici, liberi dalla corruzione e con il coraggio di far camminare i loro paesi sulle loro gambe) ma anche Occidente (governi disposti a chiedere qualche sacrificio ai contribuenti per restituire all'Africa una parte del maltolto). Ma in ogni caso, così come le energie rinnovabili prima o poi, con o senza volontà politica, manderanno in soffitta tutte le fonti non rinnovabili (che prima o poi si esauriranno), io penso che anche l'Africa si libererà, con o senza volontà politica, con la volontà dei suoi popoli. Non è pensabile che un continente, che nel 2050 avrà 2,5 miliardi di abitanti e 4,5 nel 2100, muoia di povertà e di sfruttamento. L' attuazione dei  piani che ho elencato in 10 punti dipende in parte dai governi africani in parte dai governi dei paesi ricchi. Se non saranno attuati almeno in buona parte quei piani, o piani seri e virtuosi analoghi, verrà sicuramente il giorno in cui la pressione demografica sarà incontenibile. Quel giorno i governanti di tutto il mondo si sentiranno mordere il kulo non da milioni ma da miliardi di disperati. E dovranno agire! Certo non potranno andare a sfoltire quella massa incontenibile bombardando un continente con le bombe atomiche. Io penso che, persistendo o aggravandosi i problemi attuali, i flussi migratori faranno un salto di quantità e di qualità probabilmente fin dal prossimo decennio. I trafficanti di uomini diventeranno più potenti e organizzati. Compreranno piccole e vecchie navi, poi sempre più grandi ed efficienti, in grado di trasportare ben oltre il Mediterraneo, forse perfino in America, diverse migliaia di disperati a ogni viaggio, ammassati nelle stive e sui ponti come gli schiavi sulle navi negriere. Nessun governo civile e democratico, nessun Salvini potrà fermarle, nessuna Meloni potrà affondarle, nessuno, nemmeno un battaglione di marines in assetto di guerra, potrà salire su quelle navi e obbligarle a invertire la rotta. Non basteranno i blocchi navali, altro che motovedette libiche! Io penso tuttavia (o spero) che non arriveremo a tanto, che la volontà politica e il coraggio si troveranno e che sarà finalmente il tenore di vita degli africani a fare un salto di qualità. Certo non verso lo stile di vita di noi opulenti occidentali (sarebbe la fine per il pianeta) ma verso livelli decorosi e dignitosi di sussistenza. Mentre noi prima o poi dovremo attuare politiche di sana ed ecosostenibile decrescita (la cosiddetta crescita sostenibile, ai livelli di consumi e di impronta ecologica raggiunti nella parte ricca del pianeta, è solo uno slogan o una sciocca illusione). Probabilmente però resterà per molte generazioni un gap economico tra noi e gli africani. Dovuto a quel 20% di razzismo e di egoismo che è in noi e che ce li farà guardare sempre dall'alto in basso. 

Saluti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Modificato da fosforo311

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