Reddito di cittadinanza . Notizie dalla Campania

La faccia a Kulo del Cazzaro di Napoli 
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ROMA. All'8 ottobre 1,5 milioni di nuclei hanno presentato una domanda di reddito/pensione di Cittadinanza all'Inps: 982 mila sono state accolte, 126 mila sono in lavorazione e 415 mila sono state respinte o cancellate. E' quanto emerge dall'Osservatorio statistico sul reddito/pensione di Cittadinanza diffuso oggi dall'Inps e che si basano sulle domande trasmesse all'Istituto dai Caf, dai Patronati e dalle Poste Italiane. 

 Dall'istituzione del beneficio risultano 982 mila nuclei le cui domande sono state accolte; di questi, 39 mila sono decaduti dal diritto. I 943 mila nuclei restanti sono costituiti per 825 mila da percettori di Redditodi Cittadinanza, con 2,2 milioni di persone coinvolte, e per 118 mila da percettori di Pensione di Cittadinanza, con 134 mila persone coinvolte. La percentuale di composizione tra le due prestazioni erogate varia in virtù della zona geografica: i nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza passano dal 90% nelle regioni del Sud e delle Isole, all'85% nelle regioni del Centro per poi diminuire ulteriormente di due punti percentuali nelle regioni del Nord. I nuclei percettori si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 61% del totale delle prestazioni erogate, seguono le regioni del Nord con il 24% ed infine quelle del Centro con il 15%.

A fronte di 943 mila nuclei percettori sono state coinvolte 2,3 milioni di persone, di cui 1,5 milioni nelle regioni del Sud e nelle Isole, 493 mila nelle regioni del Nord e 315 mila in quelle del Centro. La regione con il maggior numero di nuclei percettori di Reddito/Pensione di Cittadinanza è la Campania (19% delle prestazioni erogate), seguita dalla Sicilia (17%), dal Lazio e dalla Puglia (9%); nelle quattro regioni citate risiede il 54% dei nuclei beneficiari. Ad oggi risulta che 39 mila nuclei, di cui 36 mila beneficiari di Reddito di Cittadinanza e 3 mila di Pensione di Cittadinanza, hanno perso il diritto al beneficio. I motivi di decadenza sono: rinuncia del beneficiario (5% dei nuclei), variazione della situazione reddituale del nucleo (10%), variazione della composizione del nucleo ad eccezione di nascita e morte (37%) e infine variazione congiunta della composizione e della situazione economica del nucleo (48%). 

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74 messaggi in questa discussione

Devo andare avanti Cazzaro di Napoli ?? Vediamo se smentisci che la Campania , da sola , si “aggiudica “ ben il 20% del totale del reddito di cittadinanza . E siccome ti sei “azzardato “ a fare un paragone con la Toscana , goditi la differenza . In Toscana solo il 5%.  Capito , Cazzaro !!  Non sei autorizzato a fare paragoni cervellotici ...!! Chiarooo ??

Reddito di cittadinanza, niente corsa In Toscana 35 mila domande

di Giorgio Bernardini

 

Poche domande, concentrate al Sud e sulla costa, là dove effettivamente i redditi medi e i tassi d’occupazione sono i più bassi di tutta la Toscana. Nei dati sulle richieste di reddito di cittadinanza, resi noti nei giorni scorsi dall’Inps ad un mese dall’inizio della procedura, le città dove si è registrata la densità maggiore di richieste in rapporto alla popolazione sono Grosseto e Livorno: nella prima sono arrivate ad oggi circa duemila domande, nella seconda ne sono state presentate da 2.675 cittadini. In rapporto alla popolazione delle due realtà locali sono certamente le cifre più rappresentative nella corsa toscana alla misura simbolo dei Cinque Stelle al governo, che sta muovendo i suoi primi passi prima della verifica e dell’erogazione delle somme mensili, che vengono stabilite in base a vari indicatori e saranno accompagnate — secondo i piani — da una serie di offerte di lavoro per i cittadini che ne usufruiscono. Nell’ottica del rapporto fra abitanti e richieste pervenute sono dunque esigue le tremila ottocento domande di reddito di cittadinanza raccolte a Firenze, così come le circa 2 mila presentate rispettivamente a Prato e Pistoia. Tra i non capoluoghi di provincia, invece, fanno registrare un boom inatteso Viareggio ed Empoli, che si attestano attorno alle mille e cinquecento domande per ciascuna città. Anche Lucca sfonda quota duemila domande, come Massa. Quote significative anche a Arezzo (2.400) e a Pisa (2.700).

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10 ore fa, ilsauro24ore ha scritto:

Ovviamente il panzanaro fosforo31 la butta in caciara, come consolidata consuetudine.

Non ho scritto che il buon Pannone si è allontanato peccaminosamente dalla retta via. Questo lo ha scritto il panzanaro seriale fosforo31.

Ho scritto che la sintesi neoclassica ha ben poco a che vedere con il pensiero di Keynes, come è possibile verificare leggendo un manuale di storia del pensiero economico oppure leggendo Hyman Minsky, il quale Keynes lo aveva letto e lo aveva capito

https://www.palgrave.com/gp/book/9781349026791

Detto questo, il buon Pannone non può avere avuto Keynes come maestro.

Leggiamo cosa ha scritto Keynes nella "Teoria generale dell'occupazione dell'interesse e della moneta" :

... assumiamo come legge psicologica fondamentale di qualsiasi comunità moderna che, quando il suo reddito reale aumenta, essa non aumenterà il suo consumo per un eguale ammontare assoluto, cosicché sarà risparmiato un ammontare assoluto maggiore, salvo che nello stesso tempo si verifichi una variazione ampia e inconsueta in altri fattori. Come vedremo in seguito, la stabilità del sistema economico dipende essenzialmente dal verificarsi di questa regola nella realtà.

Nella sintesi neoclassica questo concetto è stato formalizzato come segue:

Y = C* + c Ydisponibile

C* è il consumo autonomo, c è la propensione marginale al consumo (vedere allegato) 

Nella sintesi neoclassica, coerentemente con il pensiero del grande Keynes, la propensione marginale al consumo è COSTANTE.

Se la propensione marginale al consumo dipendesse dal reddito disponibile allora nel modello richiamato dal buon Pannone troveremmo scritto, per il consumo non autonomo, 

"c( Y disponibile ) Y disponibile"

e non "c Ydisponibile".

Vale appena il caso di sottolineare che l'analisi di Keynes è a livello macroeconomico. Quindi non ha senso alcuno scomodare il grande Keynes e dividere la popolazione tra percettori di reddito di cittadinanza e beneficiari del cd. bonus Renzi. Questo lo fa solo chi non ha letto e non ha capito Keynes, come appunto il panzanaro fosforo31. 

In conclusione:

1 - il panzanaro fosforo31 dimostra di NON AVERE LETTO nemmeno la quarta di copertina della "Teoria generale"

2 - il panzanaro fosforo31 dimostra di NON SAPERE che la sintesi neoclassica è piuttosto lontana dal pensiero di Keynes (per i relativi dettagli chiedere al barbiere di fiducia)

3 - il buon Pannone NON HA LETTO Keynes e pertanto non può averlo avuto come maestro se non nel contenitore vuoto che il panzanaro fosforo31 usa per separare le orecchie;

4 - il buon Pannone ha preso un modello che presuppone la propensione marginale al consumo COSTANTE RISPETTO AL REDDITO e ha stravolto il modello stesso a compiacimento della tesi che vuole dimostrare.

Il dibattito avviato dal panzanaro seriale fosforo31 è al livello delle discussioni che si tengono nel suo babershop di fiducia. La cosa non mi stupisce minimamente, dal momento che il panzanaro seriale fonda le sue competenze economiche sulla lettura di Infosannio e sugli sketch di Crozza.

Il panzanaro seriale presti ascolto al saggio docgalileo: l'economia non è materia per tutti e a maggior ragione non è materia per te.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

A quanto pare lo studio comparativo di Pannone o non l'hai letto o non ci hai capito una mazza (propendo per la seconda). Il quale Pannone è un economista keynesiano serio e rivendica più volte (es. a pag.2 e pag.4) la sua fedeltà al modello classico e la sua distanza dal modello di Hansen descritto in appendice. Fai una cosa, invece di sparare sentenze e di riempirti la bocca citando i neoclassici e banali formulette e grafici pescati qua e là, attieniti esplicitamente ai passaggi, pochi, semplici, chiari, presenti nella trattazione in oggetto e indica e correggi gli eventuali errori se ne sei capace. È FALSO che nel pensiero di Keynes la propensione marginale al consumo sia costante. Essa, as a rule, diminuisce al crescere del livello di reddito, come è obvious, e come specifica lo stesso autore della Teoria Generale nel PASSAGGIO DA ME TESTUALMENTE CITATO (libro III, cap.8, par.III). A proposito, mi avevi a lungo rotto gli zebedei, prima chiedendomi dove avessi letto che la MPC dei percettori di rdc è MAGGIORE di quella dei beneficiari del bonus Renzi, e poi chiedendomi di dimostrarlo, infine accusando Pannone di avere assunto arbitrariamente questa ipotesi. Ora finalmente lo sai anche tu: l'ipotesi si basa sul pensiero di Keynes stesso e sulla banale osservazione che gli 80 euro sono destinati a una fascia di reddito sensibilmente più alta di quella degli aventi diritto al rdc. È vero che nel suo modello semplificato (non nel suo pensiero) Keynes assume una MPC costante con il reddito. Ed è vero che la sua è un'analisi macroeconomica, e con ciò? Come ben sanno gli economisti seri, i consumi nazionali possono variare sensibilmente, anche se non varia il reddito nazionale, semplicemente per una redistribuzione del reddito. Per esempio alzando le tasse ai ricchi e abbassandole ai poveri e ai ceti medi (le famose politiche di equità sociale che, attenzione, non sono fini a se stesse!). Avendo i poveri e i ceti medi MPC maggiore di quella dei ricchi ed essendo di solito assai più numerosi, l'effetto netto è un aumento dei consumi nazionali.  Probabilmente ti sfugge che la MPC costante usata nei modelli semplificati (e nell'espressione più semplice del moltiplicatore, quella usata sia da Keynes sia da Pannone) è una propensione MEDIA nella popolazione dei consumatori. Pannone non divide affatto la popolazione tra percettori di rdc e percettori di bonus Renzi. Tratta separatamente e indipendentemente i due casi per stimare gli incrementi della domanda aggregata, e quindi della produzione e del reddito nazionale, conseguenti alle due diverse forme di sussidio. Ti faccio notare che nel primo caso Pannone osserva correttamente che l'incremento di consumi e di domanda derivante dal rdc si configura come  aumento di spesa AUTONOMA, ovvero analoga al caso dell'investimento pubblico. E lo valuta correttamente (pag.8) moltiplicando l'incremento di reddito dei beneficiari per 0,9, che è per l'appunto il valore della MPS (che tu chiami c) assunto (per fissare le idee) IN FUNZIONE cioè in corrispondenza del LORO livello reddito. Questa spesa AUTONOMA entra in circolo nel sistema economico, dunque viene correttamente moltiplicata per il moltiplicatore keynesiano, dove ovviamente al denominatore non c'è 0,9 ma 0,8, cioè il valore assunto (per fissare le idee) come MPC media nazionale e usato da Pannone anche negli altri due casi trattati, l'investimento pubblico e gli 80 euro. Un altro punto che probabilmente ti sfugge è che TUTTI i modelli macroeconomici, incluso quello dello studio in oggetto, sono approssimazioni più o meno grossolane della realtà. Lo ammette implicitamente Pannone stesso (vedasi nota 10 a pag.8). Quello che più conta per noi in questa discussione non sono le conclusioni numeriche ma quelle qualitative (che ho sintetizzato in un precedente post). Le prime dipendono dai numeretti scelti tanto per fissare le idee (es. 0.9 e 0.8 per la MPC nei due casi), le seconde dipendono da ipotesi concettuali e del tutto verosimili, logiche, ovvie. Come il fatto, riconosciuto da Keynes stesso, che la MPC cresce per i livelli di reddito più bassi. Concetti ovvi per me e per gli economisti seri, ma non per te a quanto pare. 

 

Modificato da fosforo311

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3 ore fa, mark222220 ha scritto:

Devo andare avanti Cazzaro di Napoli ?? Vediamo se smentisci che la Campania , da sola , si “aggiudica “ ben il 20% del totale del reddito di cittadinanza . E siccome ti sei “azzardato “ a fare un paragone con la Toscana , goditi la differenza . In Toscana solo il 5%.  Capito , Cazzaro !!  Non sei autorizzato a fare paragoni cervellotici ...!! Chiarooo ??

 

ma scusi che problemi ha con i cittadini campani in difficolta'? e' anche un razzista discriminatore territoriale? fino a prova contraria e' Italia da nord a sud isole comprese

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18 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Fai una cosa, invece di sparare sentenze e di riempirti la bocca citando i neoclassici e banali formulette e grafici pescati qua e là

Il panzanaro seriale fosforo31 non sa più che panzane inventare. Faccio sommessamene presente al panzanaro seriale fosforo31 che

NON SONO IO AD AVERE SCOMODATO I NEOCLASSICI, LE FORMULETTE E I GRAFICHETTI.

Chi ha scomodato la sintesi neoclassica è

IL BUON

ANDREA

PANNONE

https://keynesblog.files.wordpress.com/2016/10/andrea_pannone_keynesblog.pdf

Come ho già detto, nella sintesi neoclassica la propensione marginale al consumo è COSTANTE

al variare del reddito disponibile, come viene insegnato in TUTTE le aule di TUTTE le facoltà di economia di TUTTO il mondo (vedere allegato 1).

E non potrebbe essere diversamente dal momento che lo stesso Keynes ha scritto testualmente

... assumiamo come legge psicologica fondamentale di qualsiasi comunità moderna che, quando il suo reddito reale aumenta, essa non aumenterà il suo consumo per un eguale ammontare assoluto, cosicché sarà risparmiato un ammontare assoluto maggiore, salvo che nello stesso tempo si verifichi una variazione ampia e inconsueta in altri fattori. Come vedremo in seguito, la stabilità del sistema economico dipende essenzialmente dal verificarsi di questa regola nella realtà.

Screenshot_2019-11-25 Microsoft Word - asd rtf - generaltheory pdf.png

Secondo il grande economista John Maynard Keynes la stabilità del sistema economico dipende ESSENZIALMENTE dal fatto che la propensione marginale al consumo non varia al variare del reddito.

Esattamente come viene formalizzato nel modello di Hicks-Hansen che il buon Pannone di pregia di usare, stravolgendolo.

Consiglio amichevole per il panzanaro fosforo31: invece di ridurre Keynes ad argomento degno del tuo barbershop di fiducia, leggi la "Teoria Generale" .

Non le tre righe che hai copiaincollato. Intendo l'intera opera.

Se non capisci la "Teoria Generale" non disperare: puoi sempre fartela spiegare dal Master Barber che frequenti assiduamente.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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Scusa, insisti, ma ci sei o ci fai? Ma non ti rendi conto di essere un caso clinico? Pardon, ora fai scimunire anche me: se te ne rendessi conto, ti cureresti!  Non riesci a confutare razionalmente una sola sillaba di Pannone e del sottoscritto, procedi per enunciati, in modo dogmatico, facendo appello all'autorità altrui, ma in modo a dir poco maldestro. La frase di Keynes che continui a riportare, la sua ben nota Legge Psicologica Fondamentale, NON IMPLICA IN NESSUN MODO che la propensione marginale al consumo sia costante al variare del reddito disponibile. Da essa segue, logicamente e semplicemente, solo che la propensione marginale al consumo è sempre minore di 1. Come capisce chiunque possieda la nozione di MPC e come puoi  leggere anche qui:

It simply means that Marginal Propensity to consume is positive but less than unity. 

https://en.m.wikipedia.org/wiki/Fundamental_psychological_law

Mentre nel passo che ho citato io, e che ti invito a rileggere con molta attenzione, Keynes conclude: "These reasons will lead, as a rule, to a greater proportion of income being saved as real income increases. Cioè la frazione di reddito che finisce in risparmio di regola cresce con il reddito, ovvero cresce la propensione marginale al risparmio e di conseguenza diminuisce la propensione marginale al consumo. Puoi leggerlo anche qui:https://en.m.wikipedia.org/wiki/Consumption_function  

Dove si afferma che la forma lineare (propensione marginale costante) è solo la forma più semplice di funzione del consumo, quella che viene usata nei modelli semplificati. Più avanti si afferma che Keynes stesso annotò che la MPC tende a diminuire al crescere del reddito, ovvero la derivata seconda della funzione del consumo è negativa e la funzione del consumo è in generale una curva con la concavità rivolta verso il basso (pendenza decrescente e minore di 1). Non ripeterò più questo concetto elementare. Se non lo afferri, mi spiace ma è perfettamente inutile proseguire in questa discussione. 

 

 

 

 

 

 

 

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scusate se mi permetto ragazzi, rispetto tutti i vostri punti di vista ma quella gente viveva in un era dove ancora doveva prevalere il consumistico capitalistico liberale, e quindi ormai le loro teorie sarebbero tutte da rivedere! Detto in parole semplici secondo me se c'e' piu' ricchezza e occupazione per tutti ( piena occupazione) e sai che avrai sempre un lavoro e non che da un giorno all'altro potresti perderlo i consumi aumenterebbero perche' saresti propenso sempre a spendere, tanto saprai sempre che il mese dopo avrai altra moneta da spendere! ma se hai un futuro incerto e non sai cosa ti attendera' domani ,sempre secondo me, sarai piu' propenso al risparmio e quindi l'economia andrebbe in recessione ( cosa che sta accadendo) e la ricchezza economica e procapite diminuera' proporzionalmente

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Ovviamente siamo arrivati a wikipedia, che insieme a Infosannio e Crozza non può mancare nella formazione di ogni frequentatore di barbershop.

Il buon Pannone e il panzanaro fosforo31 farebbero meglio a riunirsi presso il più vicino babershop per discettare di altre cose.

Ripeto: il modello di Hicks-Hansen non può essere utilizzato per dimostrare la tesi del cacciaballe fosforo31 per il semplice motivo che nel modello la propensione marginale al consumo è

COSTANTE

al variare del reddito disponibile, come viene insegnato in TUTTE le aule di TUTTE le facoltà di economia di TUTTO il mondo.

E sommessamente ricordo al panzanaro fosforo31 che è lo stesso Keynes ad avere scritto 

... assumiamo come legge psicologica fondamentale di qualsiasi comunità moderna che, quando il suo reddito reale aumenta, essa non aumenterà il suo consumo per un eguale ammontare assoluto, cosicché sarà risparmiato un ammontare assoluto maggiore, salvo che nello stesso tempo si verifichi una variazione ampia e inconsueta in altri fattori. Come vedremo in seguito, la stabilità del sistema economico dipende essenzialmente dal verificarsi di questa regola nella realtà.

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E infatti nel modello tirato in ballo dal panzanaro fosforo31 la propensione marginale al consumo è

COSTANTE

al variare del reddito disponibile, come viene insegnato in TUTTE le aule di TUTTE le facoltà di economia di TUTTO il mondo.

Invito nuovamente il panzanaro fosforo31 a dedicarsi ad altri argomenti a lui maggiormente consoni.

A mero titolo di esempio suggerisco la crisi tra giocatori e Napoli Calcio.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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Modificato da ilsauro24ore

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15 minuti fa, ilsauro24ore ha scritto:

.

 

scusi sauro lei di questa mia semplice teoria che cosa ne pensa? solo per avere un idea non per dare giudizi, solo una mia informazione personale:

 

cusate se mi permetto ragazzi, rispetto tutti i vostri punti di vista ma quella gente viveva in un era dove ancora doveva prevalere il consumistico capitalistico liberale, e quindi ormai le loro teorie sarebbero tutte da rivedere! Detto in parole semplici secondo me se c'e' piu' ricchezza e occupazione per tutti ( piena occupazione) e sai che avrai sempre un lavoro e non che da un giorno all'altro potresti perderlo i consumi aumenterebbero perche' saresti propenso sempre a spendere, tanto saprai sempre che il mese dopo avrai altra moneta da spendere! ma se hai un futuro incerto e non sai cosa ti attendera' domani ,sempre secondo me, sarai piu' propenso al risparmio e quindi l'economia andrebbe in recessione ( cosa che sta accadendo) e la ricchezza economica e procapite diminuera' proporzionalmente

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1 ora fa, gioprando ha scritto:

scusi sauro lei di questa mia semplice teoria che cosa ne pensa? solo per avere un idea non per dare giudizi, solo una mia informazione personale:

 

cusate se mi permetto ragazzi, rispetto tutti i vostri punti di vista ma quella gente viveva in un era dove ancora doveva prevalere il consumistico capitalistico liberale, e quindi ormai le loro teorie sarebbero tutte da rivedere! Detto in parole semplici secondo me se c'e' piu' ricchezza e occupazione per tutti ( piena occupazione) e sai che avrai sempre un lavoro e non che da un giorno all'altro potresti perderlo i consumi aumenterebbero perche' saresti propenso sempre a spendere, tanto saprai sempre che il mese dopo avrai altra moneta da spendere! ma se hai un futuro incerto e non sai cosa ti attendera' domani ,sempre secondo me, sarai piu' propenso al risparmio e quindi l'economia andrebbe in recessione ( cosa che sta accadendo) e la ricchezza economica e procapite diminuera' proporzionalmente

Caro Gioprando, io non sono credente ma ammiro Gesù e i suoi insegnamenti. Una delle sue frasi più belle, che in realtà era un monito, io trovo che sia questa: Non di solo pane vivrà l'uomo... Oggi forse Gesù ci ammonirebbe così: Cercate di vivere di più e di consumare di meno perché mi state distruggendo questo paradiso terrestre che vi ho regalato. In effetti, se ci pensi, a causa dei meccanismi perversi del capitalismo liberista, come la pubblicità e l'obsolescenza programmata, ma forse anche a causa di una ingordigia in noi innata, siamo arrivati all'assurdo che oggi viviamo per consumare e consumiamo per produrre. Cioè in definitiva viviamo per produrre, viviamo cioè per fare arricchire a dismisura i capitalisti produttori di telefonini, di acciaio, di automobili, di nutella, etc. Dovrebbe essere il contrario, come è logico e come è stato per millenni prima della Rivoluzione Industriale: produrre per consumare e consumare (il giusto) per vivere. E vivere in definitiva per noi stessi, per i nostri cari e per i nostri simili in generale. Amatevi come io vi ho amati, diceva sempre Gesù. Ma oggi il consumismo ci distrae dall'amore, cioè ci fa vivere poco e male benché la vita biologica si sia mediamente allungata e siano maggiori i conforti materiali. Il liberismo consumista ci distrae e ci illude, in un certo senso ci addormenta. La sensazione dello scorrere del tempo è soggettiva, un giorno è un tempo lungo per un bambino anche se i bambini dormono molto, breve per un anziano, brevissimo per un anziano che è stanco di vivere e soffre di insonnia. Chi si farà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel Regno dei cieli. Dobbiamo farci piccoli, piccoli nei consumi e nei desideri per essere grandi e felici nella vita. La società consumista e il libero mercato stimolano in modo ossessivo i nostri desideri per indurci a consumare in modo compulsivo. È una sorta di droga. Ci riempiamo di comodità, di piaceri, di cibo, per non andare in crisi di astinenza, ma il nostro spirito è sempre più spesso digiuno. Abbondiamo nel superfluo, spesso scarseggiamo nel necessario. Il nostro bene più prezioso è il tempo, spesso lo sprechiamo come se fossimo immortali o come chi dorme e non può misurarlo. E allora guadagniamo il tempo prima dei soldi, rinunciamo al superfluo, viviamo di ciò che non è pane, mandiamo noi i capitalisti in crisi di astinenza! Consumare meno, produrre meno per vivere di più, per far vivere meglio anche questo generoso pianeta e tutte le sue creature. È la casa di tutti, abbiamone cura. Lavorare meno, lavorare tutti, affinché ciascuno abbia il suo tempo per vivere e per amare e nessuno incertezza per il futuro. Decrescere per crescere, diventare bambini per essere grandi, per vincere tutte le paure, affinché questa vita, nata con un pianto, possiamo chiuderla con un sorriso.

Saluti

 

 

 

Modificato da fosforo311

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3 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Caro Gioprando, io non sono credente ma ammiro Gesù e i suoi insegnamenti. Una delle sue frasi più belle, che in realtà era un monito, io trovo che sia questa: Non di solo pane vivrà l'uomo... Oggi forse Gesù ci ammonirebbe così: Cercate di vivere di più e di consumare di meno perché mi state distruggendo questo paradiso terrestre che vi ho regalato. In effetti, se ci pensi, a causa dei meccanismi perversi del capitalismo liberista, come la pubblicità e l'obsolescenza programmata, ma forse anche a causa di una ingordigia in noi innata, siamo arrivati all'assurdo che oggi viviamo per consumare e consumiamo per produrre. Cioè in definitiva viviamo per produrre, viviamo cioè per fare arricchire a dismisura i capitalisti produttori di telefonini, di acciaio, di automobili, di nutella, etc. Dovrebbe essere il contrario, come è logico e come è stato per millenni prima della Rivoluzione Industriale: produrre per consumare e consumare per vivere. E vivere in definitiva per noi stessi, per i nostri cari e per i nostri simili in generale. Amatevi come io vi ho amati, diceva sempre Gesù. Ma oggi il consumismo ci distrae dall'amore, cioè ci fa vivere poco e male benché la vita biologica si sia mediamente allungata e siano maggiori i conforti materiali. Il liberismo consumista ci distrae e ci illude, in un certo senso ci addormenta. La sensazione dello scorrere del tempo è soggettiva, un giorno è un tempo lungo per un bambino anche se i bambini dormono molto, breve per un anziano, brevissimo per un anziano che è stanco di vivere e soffre di insonnia. Chi si farà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel Regno dei cieli. Dobbiamo farci piccoli, piccoli nei consumi e nei desideri per essere grandi e felici nella vita. La società consumista e il libero mercato stimolano in modo ossessivo i nostri desideri per indurci a consumare in modo compulsivo. È una sorta di droga. Ci riempiamo di comodità, di piaceri, di cibo, per non andare in crisi di astinenza, ma il nostro spirito è sempre più spesso digiuno. Abbondiamo nel superfluo, spesso scarseggiamo nel necessario. Il nostro bene più prezioso è il tempo, spesso lo sprechiamo come se fossimo immortali o come chi dorme e non può misurarlo. E allora guadagniamo il tempo prima dei soldi, rinunciamo al superfluo, viviamo di ciò che non è pane, mandiamo noi i capitalisti in crisi di astinenza! Consumare meno, produrre meno per vivere di più, per far vivere meglio anche questo generoso pianeta e tutte le sue creature. È la casa di tutti, abbiamone cura. Lavorare meno, lavorare tutti, affinché ciascuno abbia il suo tempo per vivere e per amare e nessuno incertezza per il futuro. Decrescere per crescere, diventare bambini per essere grandi, per vincere tutte le paure, affinché questa vita, nata con un pianto, possiamo chiuderla con un sorriso.

Saluti

 

 

 

quoto per tutto le tue sante parole, io non sono un sostenitore di questo capitalismo sfrenato dove il ricco vive sempre meglio e accumula ricchezza che non riuscira' mai a spendere ne lui e ne tutte le sue generazioni a venire, ed il povero diventera' sempre piu' povero e non avra' neanche i beni necessari! su questo sono e saro' sempre chiaro

per quanto concerne la mia piccola teoria, lo so di non essere nessuno nel campo economico, ma cosa ne pensa e' giusta o illogica ?

grazie , cordiali saluti

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14 minuti fa, gioprando ha scritto:

quoto per tutto le tue sante parole, io non sono un sostenitore di questo capitalismo sfrenato dove il ricco vive sempre meglio e accumula ricchezza che non riuscira' mai a spendere ne lui e ne tutte le sue generazioni a venire, ed il povero diventera' sempre piu' povero e non avra' neanche i beni necessari! su questo sono e saro' sempre chiaro

per quanto concerne la mia piccola teoria, lo so di non essere nessuno nel campo economico, ma cosa ne pensa e' giusta o illogica ?

grazie , cordiali saluti

Se leggi attentamente il mio post precedente troverai la risposta. Che in breve è questa. Illogico e illusorio, per giunta pericoloso per il pianeta, quindi per tutti noi, aspirare alla crescita continua della ricchezza, cioè del PIL, della produzione e dei consumi (e di conseguenza dell'inquinamento e dei mutamenti climatici). Logico, giusto, necessario, direi sul lungo periodo obbligatorio, aspirare a un punto di equilibrio di piena occupazione nel rispetto dell'ambiente e della dignità delle persone. Ciò può ottenersi a mio avviso solo applicando il vecchio motto comunista lavorare meno lavorare tutti, e riducendo la produzione e i consumi in modo che l'impronta ecologica dell'umanità torni a essere più piccola del pianeta in cui viviamo. Il che è come dire: teniamo pulita la casa senza buttare via nulla e concimando e innaffiando l'orto affinché possa sfamarci anche l'anno venturo, e poi i nostri figli, nipoti, etc. Infatti non abbiamo un'altra Terra, un'altra casa dove buttare i rifiuti e attingere risorse. 

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8 minuti fa, fosforo311 ha scritto:

Se leggi attentamente il mio post precedente troverai la risposta. Che in breve è questa. Illogico e illusorio, per giunta pericoloso per il pianeta, quindi per tutti noi, aspirare alla crescita continua della ricchezza, cioè del PIL, della produzione e dei consumi (e di conseguenza dell'inquinamento e dei mutamenti climatici). Logico, giusto, necessario, direi sul lungo periodo obbligatorio, aspirare a un punto di equilibrio di piena occupazione nel rispetto dell'ambiente e della dignità delle persone. Ciò può ottenersi a mio avviso solo applicando il vecchio motto comunista lavorare meno lavorare tutti, e riducendo la produzione e i consumi in modo che l'impronta ecologica dell'umanità torni a essere più piccola del pianeta in cui viviamo. Il che è come dire: teniamo pulita la casa senza buttare via nulla e concimando e innaffiando l'orto affinché possa sfamarci anche l'anno venturo, e poi i nostri figli, nipoti, etc. Infatti non abbiamo un'altra Terra, un'altra casa dove buttare i rifiuti e attingere risorse. 

guarda sull'economia green ovvero che si inquini quasi pari a zero e sull'utilizzo di materiali che una volta smaltiti vengano riciclati e rilavorati per creare zero rifiuti sono sempre stato favorevole.

pero' per il lavorare meno e lavorare tutti ormai e' solo un'idea fuori da ogni tempo! guarda l'ultimo che lo disse fu prodi quando ci presento' l'euro! puoi vedere come e' andata a finire! 

se il sistema ormai e' questo, possiamo provare ad apportare modifiche per renderlo sostenibile e di utilita' per tutti, e quindi io avevo tirato giu' una semplice idea dove se con la piena occupazione si creava piu' ricchezza e benessere economico, poi a dir la verita' se si creasse nuova ricchezza ma questa ricchezza venisse distribuita meglio non ci troverei nulla di male, anzi potrebbe far stare meglio molte piu' persone di ora, costrette ad arrangiarsi solo per campare e non per avere dei lussi, non trovi o sbaglio? magari mi sbaglio e' solo per chiedere

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20 ore fa, gioprando ha scritto:

guarda sull'economia green ovvero che si inquini quasi pari a zero e sull'utilizzo di materiali che una volta smaltiti vengano riciclati e rilavorati per creare zero rifiuti sono sempre stato favorevole.

pero' per il lavorare meno e lavorare tutti ormai e' solo un'idea fuori da ogni tempo! guarda l'ultimo che lo disse fu prodi quando ci presento' l'euro! puoi vedere come e' andata a finire! 

se il sistema ormai e' questo, possiamo provare ad apportare modifiche per renderlo sostenibile e di utilita' per tutti, e quindi io avevo tirato giu' una semplice idea dove se con la piena occupazione si creava piu' ricchezza e benessere economico, poi a dir la verita' se si creasse nuova ricchezza ma questa ricchezza venisse distribuita meglio non ci troverei nulla di male, anzi potrebbe far stare meglio molte piu' persone di ora, costrette ad arrangiarsi solo per campare e non per avere dei lussi, non trovi o sbaglio? magari mi sbaglio e' solo per chiedere

Sulla redistribuzione della ricchezza sono pienamente d'accordo. Secondo me il sistema economico ideale è quello in cui trova compimento il diritto di TUTTI ad avere un posto di lavoro stabile e orari di lavoro che lascino sufficienti spazi di libertà a TUTTI. E dove ci sia una quasi perfetta uguaglianza: il cittadino più ricco avrà diritto a disporre di un reddito e di un patrimonio non superiori al triplo di quelli del cittadino più povero. Un eventuale e temporaneo surplus sarà condiviso in gestione con lo Stato e usato per i fini della comunità. In questo sistema non esistono grandi imprese private. Tutte le aziende sopra i 100 dipendenti devono essere pubbliche, in tutte le altre la proprietà e i profitti sono condivisi tra gli addetti (non esistono padroni né dipendenti). Lo Stato interviene per aiutare le aziende in difficoltà o per rilevarle accorpandole in aziende pubbliche più grandi. Saluti

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Onestamente sorprende che un forumista che al di là degli insulti gratuiti manifesta una buona proprietà di linguaggio, dote associata al livello culturale ma anche, come insegna Noam Chomsky, all'intelligenza innata, si perda poi nel bicchiere d'acqua di pochi concetti molto semplici ma essenziali per la nostra discussione. La quale, lo ricordo per i forumisti che non l'avessero seguita, verte sull'interessante confronto tra il reddito di cittadinanza e il bonus renziano degli 80 euro, intesi, al di là della valenza sociale, come misure di stimolo all'economia. Un primo banale concetto cui la mente del signor Sauro24 sembra impermeabile, nonostante i miei sforzi, è quello conseguente a una semplice osservazione di Keynes su comportamenti umani razionali e collettivi. Gli uomini - scrive il grande economista - di regola danno priorità al soddisfacimento dei loro bisogni primari e delle loro famiglie (cibo, vestiario, etc.) rispetto alle ragioni che inducono al risparmio. Queste ultime diventano influenti solo una volta raggiunto un certo margine di agiatezza. Di conseguenza - conclude - al crescere del reddito, di regola, una frazione o percentuale (proportion) maggiore diventa risparmio. In altre parole Keynes sostiene che la propensione marginale al risparmio non è costante ma in genere cresce con il reddito. Quindi anche la propensione marginale al consumo che, per definizione, è il complemento a 1 di quella al risparmio e che nel seguito per brevità indicherò con c, non è costante ma decresce al crescere del reddito.  Per inciso, se fosse sempre costante, l'aggettivo "marginale" sarebbe superfluo perché la propensione marginale sarebbe sempre pari alla propensione media, cioè al rapporto tra il consumo (decurtato del consumo autonomo) e il reddito.  Nel problema che trattiamo questa logica conclusione per noi è essenziale perché giustifica l'ipotesi (adottata dall'economista Andrea Pannone nel suo studio comparativo) che tra i percettori di rdc c è maggiore di quella dei percettori del bonus Renzi dato che questi ultimi appartengono a una ben diversa e più alta fascia di reddito. Ma Sauro24 respinge questa ipotesi o la giudica incompatibile con il modello macroeconomico adottato da Pannone, e mi ripete come un disco rotto un'altra frase dello stesso Keynes, in cui, secondo lui, l'economista propenderebbe per la costanza del parametro c. Cita la cd. Legge Psicologica Fondamentale di Keynes che ci dice una cosa semplicissima: per una data crescita del reddito reale, il consumo non cresce mai dello stesso ammontare in quanto cresce anche il risparmio. Orbene, se non tutto l'incremento di reddito diventa consumo, ma un po' dell'incremento viene messo da parte facendo crescere anche il risparmio, ciò vuol dire banalmente che c non è uguale a 1 ma è minore di 1 (e la propensione marginale al risparmio, s=1-c, è maggiore di zero). Semplicissimo, ma incredibilmente Sauro24 interpreta la legge psicologica come un vincolo sulla costanza di c rispetto al reddito. Il vincolo nascerebbe da una postilla aggiunta da Keynes:  se nella comunità non prevalesse questa regola definita dalla legge psicologica il sistema economico potrebbe risultare instabile. Cosa abbastanza intuitiva: una popolazione di spendaccioni dove tutto l'incremento di reddito (o addirittura più dell'incremento) va in consumi senza mettere da parte una lira, si comporta in modo analogo alla cicala della famosa favola di Esopo. Ma il punto è che nell'enunciare la sua legge psicologica Keynes non dice affatto che per diversi incrementi di reddito si hanno proporzionali incrementi dei consumi. Dice solo che i secondi sono di ammontare minore dei primi. Dunque la deduzione di Sauro24 della costanza di c per i sistemi economici stabili al variare del livello di reddito disponibile è logicamente scorretta, è un evidentissimo e banalissimo NON SEQUITUR. Che il testardo non riconosce, anzi amplifica perché sembra proprio ricavarne l'estrema e strampalata conseguenza che in TUTTI i modelli macroeconomici più o meno riconducibili all'alveo del pensiero keynesiano, inclusa la cd. sintesi neoclassica, sia NECESSARIO ipotizzare la costanza di c e dunque una dipendenza necessariamente LINEARE del livello di consumo dal livello di reddito. Roba da matti! Nei miei studi di ingegneria mi feci una pancia così di modelli lineari. Dalla legge di Ohm alla legge di Hooke. Il 98% del corso di Teoria dei Sistemi era dedicato ai sistemi lineari e al vasto apparato matematico sottostante: algebra lineare, serie e trasformata di Fourier, trasformata di Laplace, Zeta-trasformata. E il restante 2% trattava il problema della linearizzazione dei sistemi non lineari. Ma non ho mai dimenticato che i modelli lineari sono sempre e solo approssimazioni più o meno accettabili rispetto alla realtà fisica. Questo vale anche in economia. I modelli lineari sono adottati essenzialmente per la loro semplicità, nonché per ragioni di chiarezza e immediatezza espositiva. Cui si oppone l'estrema complessità dei modelli non lineari, trattabili in genere solo al calcolatore (ma talora ostici pure per i supercomputer). Peraltro in moltissimi casi pratici l'errore legato alla linearizzazione può essere ritenuto accettabile. Per es. in un'analisi di breve periodo, in cui le variazioni relative del consumo aggregato e del reddito aggregato sono piccole (es. dell'ordine del percento sull'anno), un modello lineare di funzione del consumo può andare più che bene. Ma non dimentichiamo che la "vera" funzione del consumo è non lineare perché, come osservava Keynes stesso nel passaggio ricordato in precedenza, c generalmente varia con il reddito. Orbene, il nostro Sauro24 dice per l'appunto che nel modello di Hicks-Hansen usato da Pannone (modello che io studiai quasi 40 anni fa sugli Appunti di Macroeconomia del prof. Gandolfo come modello IS-LM) si fa l'ipotesi di funzione del consumo lineare cioè c costante al variare del reddito disponibile. Vero, ma è un modello risalente agli anni '30 e '40, quando i computer neppure esistevano. Oggi nulla osta che si possa adottare un modello più complicato ma anche più aderente alla realtà. Ma non è questo il punto. Il punto dove Sauro va ancora una volta in TOTALE CONFUSIONE (come nell'interpretazione della Legge psicologica) è che la suddetta ipotesi di linearità NON È AFFATTO INCOMPATIBILE con l'ipotesi di lavoro di Pannone di adottare per l'insieme dei percettori di rdc un valore di c (nel suo esempio c=0,9) un po' diverso e un po' maggiore di quello scelto (sempre a titolo esemplificativo) per il modello macroeconomico (c=0,8). Il mio interlocutore forse dimentica che sulle ascisse e sulle ordinate del grafico lineare della funzione del consumo ci sono grandezze aggregate e che la grandezza c è una propensione marginale MEDIA al consumo su tutto l'insieme dei percettori di reddito nel sistema macroeconomico. Tra occupati, pensionati, cassintegrati e assistiti vari, questi saranno circa 40 milioni di persone. All'interno di questa popolazione c non sarà certo costante (non esiste ancora una società di CLONI che spendono TUTTI in modo esattamente proporzionale al loro reddito) ma varierà tra le diverse fasce di reddito. Per es. anche prima dell'introduzione del rdc c'erano persone che vivevano o sopravvivevano con circa 500 euro al mese e queste non avevano  certo una propensione al consumo e una propensione al risparmio uguali a quelle di chi ne guadagnava 5000 e poteva magari permettersi di investirne la metà (s=c=0,5) in titoli e obbligazioni. In questa popolazione di circa 40 milioni nel secondo caso discusso da Pannone si inserisce, nella fascia più bassa di consumatori, un piccolo sottoinsieme di circa 1 milione di percettori di rdc. PERTANTO, è chiaro che in prima approssimazione, ovvero in approssimazione rientrante per valore assoluto dell'errore in quella già discussa sulla linearizzazione della funzione del consumo cui vanno aggiunte tutte le altre inevitabili cause d'errore presenti nel modello, possiamo ritenere che resti INVARIATO il parametro c del modello (SEMPRE INTESO COME VALORE MEDIO NELLA POPOLAZIONE E COSTANTE RISPETTO AL REDDITO) ovvero il valore c=0,8 usato da Pannone negli altri due casi da lui discussi. Infatti correttamente nel valutare gli effetti del rdc sull'economia egli inserisce nell'espressione del moltiplicatore keynesiano il valore 0,8 dato che l'effetto moltiplicatore dipende dalla popolazione complessiva (e dato che l'ipotesi di costanza di c è usata, per es. da Keynes stesso, per ottenere quella espressione). E altrettanto correttamente usa il valore 0,9, cioè la propensione al consumo dei percettori di rdc, per valutare l'impulso iniziale, cioè la spesa (da intendersi come spesa AUTONOMA) degli stessi percettori di rdc. A me tutto il discorso e tutto il procedimento di Pannone appaiono SEMPLICI E LINEARI, e le sue CONCLUSIONI QUALITATIVE INECCEPIBILI e in accordo con quanto il sottoscritto come chiunque possieda elementari CONCETTI di macroeconomia poteva prevedere su base intuitiva. Spero che ora sia tutto più chiaro anche per Sauro24 (spero ma ho seri dubbi). 

 

 

 

 

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Repetita iuvant ma non per il panzanaro napoletano fosforo31.

Questo è quanto scrive

John Maynard Keynes

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Questo è quello che viene insegnato nelle

aule universitarie di tutto il mondo 

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Segue necessariamente che il buon Pannone sta prendendo un modello economico e LO STRAVOLGE a beneficio della tesi che vuole sostenere.

Il buon Pannone

VERREBBE PRESO A CALCI NEL SEDERE IN QUALSIASI AULA UNIVERSITARIA

Nel modello economico richiamato dal buon Pannone la propensione marginale al consumo è

COSTANTE AL VARIARE DEL REDDITO

Il panzanaro seriale fosforo31 lasci stare Keynes e le questioni economiche e si dedichi ad argomenti a lui maggiormente consoni .

A mero titolo di esempio: la crisi dei rappori tra la società Napoli Calcio e Lorenzo Insigne.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Modificato da ilsauro24ore

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2 ore fa, ilsauro24ore ha scritto:

Repetita iuvant ma non per il panzanaro napoletano fosforo31.

Questo è quanto scrive

John Maynard Keynes

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Questo è quello che viene insegnato nelle

aule universitarie di tutto il mondo 

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Segue necessariamente che il buon Pannone sta prendendo un modello economico e LO STRAVOLGE a beneficio della tesi che vuole sostenere.

Il buon Pannone

VERREBBE PRESO A CALCI NEL SEDERE IN QUALSIASI AULA UNIVERSITARIA

Nel modello economico richiamato dal buon Pannone la propensione marginale al consumo è

COSTANTE AL VARIARE DEL REDDITO

Il panzanaro seriale fosforo31 lasci stare Keynes e le questioni economiche e si dedichi ad argomenti a lui maggiormente consoni .

A mero titolo di esempio: la crisi dei rappori tra la società Napoli Calcio e Lorenzo Insigne.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

Come prevedevo, non ci hai capito una mazza nemmeno nelle pazienti e dettagliate ripetizioni che gratuitamente ti ho dato. 

Quanto deduci o credi di poter dedurre da quel passo di Keynes che ripeti come un disco rotto è, come ti ho dimostrato, un palese NON SEQUITUR che mi lascia seri dubbi sulle tue capacità di connessione logica.

Una funzione del consumo lineare esiste SOLO sulle lavagne e sulle pagine dei libri. NON ESISTE, non può esistere nei sistemi economici REALI, eccetto quello banale costituito da un singolo individuo che gira con una calcolatrice ultrapiatta nel portafoglio in modo che alla fine di ogni periodo di riferimento le somme da lui spese siano rigorosamente proporzionali alle sue entrate in quei periodi. Nella realtà, e anche sulle lavagne dei corsi universitari seri, esistono funzioni del consumo simili a questa (notare il verso della concavità):

https://slideplayer.com/slide/7679938/25/images/9/Nonlinear+Consumption+function.jpg

Nel modello macroeconomico adottato da Pannone la funzione del consumo è lineare. Le due variabili cartesiane sono grandezze aggregate, il coefficiente di proporzionalità tra le due è la PROPENSIONE MARGINALE AL CONSUMO MEDIATA SULL'INTERA POPOLAZIONE DI PERCETTORI DI REDDITO. Essa è assunta COSTANTE al variare del livello di reddito aggregato e pari a 0,8. All'interno di quella popolazione di circa 40 milioni di individui, in un dato istante o in un dato periodo di riferimento la propensione marginale al consumo VARIA ampiamente da individuo a individuo, da fascia di reddito a fascia di reddito. Un soggetto che deve vivere con 1000 euro al mese MOLTO DIFFICILMENTE avrà la stessa propensione marginale al RISPARMIO di uno che intasca 50.000 euro al mese. MOLTO PROBABILMENTE la propensione al risparmio del primo sarà MINORE di quella del secondo. Il contrario dunque accadrà per le propensioni al consumo. Analogamente, all'interno della popolazione complessiva la fascia di reddito dei percettori di rdc (circa 1 milione di soggetti) essendo la più bassa di tutte avrà una propensione marginale al consumo MAGGIORE DI QUELLA MEDIA (per es. 0,9). Ma CIÒ È DEL TUTTO FISIOLOGICO, NATURALE, OVVIO. E NON È MINIMAMENTE INCOMPATIBILE CON L'IPOTESI CHE LA PROPENSIONE MEDIA SULL'INTERA POPOLAZIONE SIA COSTANTE AL VARIARE DEL LIVELLO DI REDDITO AGGREGATO. Chiaro?

Se non afferri questi concetti semplici, evidenti, solari, vuol dire che hai una elevata propensione non per lo studio dell'economia bensì per la pulizia della spiagge.

 

 

Modificato da fosforo311

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16 ore fa, fosforo311 ha scritto:

Una funzione del consumo lineare esiste SOLO sulle lavagne e sulle pagine dei libri.

Pertanto nessuno capisce perché il cialtronissimo panzanaro napoletano fosforo31 abbia scomodato un elementare modello economico nel quale la propensione marginale al consumo è

COSTANTE AL VARIARE DEL

REDDITO

Detto questo, faccio sommessamente presente al cialtronissimo panzanaro napoletano che è stato John Hicks , insignito nel 1972 con il premio Nobel per l'economia

https://it.wikipedia.org/wiki/John_Hicks_(economista)

che, partendo da quanto scritto da John Maynard Keynes

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ha formalizzato il sullodato modello economico di base nel quale la propensione marginale al consumo è

COSTANTE AL VARIARE DEL

REDDITO

Capito, caro il mio cialtronissimo panzanaro seriale?

Con le tue sconclusionate argomentazioni barbershop oriented pretendi di fare la lezioncina ad un premio Nobel per l'economia .

Tornatene dal tuo barbiere e lascia perdere l'economia a favore di argomenti maggiormente alla tua portata: il modo migliore per preparare la pepata di cozze, come risolvere la crisi tra Lorenzo Insigne e la società Napoli Calcio, il nuovo disco di Mahmood ...

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

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3 ore fa, ilsauro24ore ha scritto:

Detto questo, faccio sommessamente presente al cialtronissimo panzanaro napoletano che è stato John Hicks , insignito nel 1972 con il premio Nobel per l'economia

https://it.wikipedia.org/wiki/John_Hicks_(economista)

che, partendo da quanto scritto da John Maynard Keynes

5ddc1484a3b3b_Screenshot_2019-11-25MicrosoftWord-asdrtf-generaltheorypdf.thumb.png.fdea62bbe16609c2b5e7c3ae5576f5c1.png.c17a1c64cc40f37d81bafa5effc22ebd.png

ha formalizzato il sullodato modello economico di base nel quale la propensione marginale al consumo è

COSTANTE AL VARIARE DEL

REDDITO

 

Non c'è NESSUNA, NESSUNISSIMA RELAZIONE DI IMPLICAZIONE LOGICA tra le osservazioni di Keynes che hai riportato e l'ipotesi di costanza della propensione marginale al consumo c al variare del reddito. Ti sfido a dimostrare il contrario (cioè l'impossibile!). Quelle osservazioni implicano solo che c deve essere minore di 1 (ma non necessariamente costante) e che in caso contrario il sistema economico può risultare instabile. Punto. 

Dovresti poi apportare una "lieve" correzione alle tue allucinazioni in caratteri cubitali, come segue:

3 ore fa, ilsauro24ore ha scritto:

Pertanto nessuno capisce perché il cialtronissimo panzanaro napoletano fosforo31 abbia scomodato un elementare modello economico nel quale la propensione marginale al consumo è

IPOTIZZATA PER SEMPLICITÀ COSTANTE AL VARIARE DEL

REDDITO

Essendo quello in oggetto un modello economico "elementare" come tu stesso scrivi, la propensione marginale al consumo è ipotizzata per semplicità costante rispetto al reddito.

Chiaro?

Modificato da fosforo311

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Ammetterò che mi sto divertendo molto nel leggere la diatriba fatta a colpi di copia incolla da due ebe ti del forum su di un argomento sul quale  non sanno un caz.z.o ma che essendo due idio ti narcisisti vogliono primeggiare l’uno sull’altro. Su continuate ancora un po’ . Almeno per il tempo che impiegherò ad acquistare i pop corn ...!! Ahahahahaha 

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Ripeto a beneficio del barbierato analfabeta napoletano fosforo31:

nel modello economico richiamato dal buon Pannone, che dobbiamo al nobel per l'economia John Hicks, la propensione marginale al consumo è

COSTANTE RISPETTO AL REDDITO

coerentemente con quanto scritto da John Maynard Keynes

General theory.png

Traduco nel caso in cui il barbierato analfabeta napoletano fosforo31 fosse diversamente anglofono:

... assumiamo come legge psicologica fondamentale di qualsiasi comunità moderna che, quando il suo reddito reale aumenta, essa non aumenterà il suo consumo per un eguale ammontare assoluto, cosicché sarà risparmiato un ammontare assoluto maggiore, salvo che nello stesso tempo si verifichi una variazione ampia e inconsueta in altri fattori. Come vedremo in seguito, la stabilità del sistema economico dipende essenzialmente dal verificarsi di questa regola nella realtà.

Se il barbierato analfabeta napoletano nutrisse ancora dei dubbi in merito non deve fare altro che leggere quello che troviamo scritto in manuali di macroeconomia come

https://books.google.it/books/about/Macroeconomics.html?id=c9pPvgAACAAJ&redir_esc=y

oppure

https://www.amazon.it/Macroeconomics-Andrew-B-Abel/dp/0321451406

oppure

https://www.amazon.it/Macroeconomics-Paul-Krugman/dp/1319181953/ref=sr_1_10?qid=1574955181&refinements=p_27%3APaul+Krugman&s=books&sr=1-10

oppure

https://www.amazon.com/Blanchard-Macroeconomics-Global-Olivier-ebook/dp/B00IZ0BBH8

Nei manuali indicati in precedenza il barbierato analfabeta napoletano fosforo31 troverà quello che è possibile ascoltare nelle aule universitarie di tutto il pianeta.

A mero titolo di esempio

http://www.diss.uniroma1.it/moodle2/pluginfile.php/12249/mod_resource/content/3/sal_09-ISLM closed.pdf

Capito? Nel modello economico formalizzato da John Hicks (che viene richiamato dal buon Pannone) la propensione marginale al consumo è

COSTANTE RISPETTO AL REDDITO

Invito nuovamente il barbierato analfabeta napoletano fosforo31 a dedicarsi ad argomenti che siano alla sua portata.

A mero titolo di esempio: come dovrebbe muoversi il Napoli Calcio nel prossimo calciomercato di gennaio.

Buona futura opposizione di inquisiti di sinistra a tutti

P.S. per il quadrupede pisano alto metri 1,83 per 80 chili di pura ignoranza: il Pisa può aspirare a qualcosa di più di una tranquilla permanenza in serie B?

 

Modificato da ilsauro24ore

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Lo sapevo che la testadiminkia Saurata avrebbe continuato . Ora attendiamo pure l’altro dai ...!! Ahahahahaha 

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Il 22/11/2019 in 19:14 , mark222220 ha scritto:

In Italia ci sono 982.000 etc etc....  Con 100.416 domande accolte su 142.764 presentate, la provincia di Napoli è quella con più persone coinvolte. A Pomigliano d' Arco, il paese natale di Giggino O’Fischer etc etc..... Ora mi chiedo : ma al netto dei minorenni e degli anziani , a Pomigliano , chi lavora ?? 

ha lavorato solo giggino partorendo sta bella trovata.

i compaesani anziani aspettano sforni qualcosa x loro anke se, a sentire il vekkio comico amico di giggino ke l'ha messo in ridicolo dandogli dell'incapace dicendo a tutta ItaGlia " adesso gli starò vicino io", nn li farebbe votare dimenticando ke potrebbe non avere un cambio di votanti giovani.

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Non voglio certamente avere l'ultima parola in questa patetica e sterile discussione. Nata con la colossale bufala di un falsario pisano su dati relativi al rdc, e continuata con le frottole, forse perfino più gravi perché di natura logica e concettuale, della versione moscia di docgalileo. Come i forumisti seri hanno potuto constatare, sono intervenuto solo per amore di verità e di chiarezza, con argomenti seri, dati, ragionamenti.  Ne ho ricevuto solo insulti e tentativi di prendermi in giro. In questi miei tre mesi di assenza il forum non è migliorato. Intervengo solo per ribadire tutto quello che ho scritto e ripetuto, e che nessuno è riuscito a smentire nel merito, con argomenti, dati, ragionamenti. Non lo ripeterò più eccetto, per la sua importanza, la conclusione dell'economista Andrea Pannone, che il sottoscritto aveva anticipato (non da oggi ma da anni): 

il reddito di cittadinanza non è solo un provvedimento di civiltà e di alto valore sociale, ma una misura di stimolo all'intera economia nazionale, decisamente più efficace, a parità di costi per lo Stato, del bonus degli 80 euro. 

E intervengo per dire che lascio questa sterile e ormai noiosa discussione. Di fronte alla falsità, alla faccia tosta, alla mancanza di serietà e di educazione, e alla desolante pigrizia o incapacità nel ragionare di certi personaggi, non posso che arrendermi. 

Modificato da fosforo311

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Sig fosforo

 

Dio, il padre di Gesù e Gesù lui stesso, disse anche: andate e moltiplicatevi (nel paradiso che vi ho donato in terra, e non distruggetelo).

Non si ricordava di aver istillato nell'uomo l'ingordigia e l'egoismo.

 

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