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pm610 penso che tu abbia messo il dito nella piaga; se una volta prima del 68 le scuole Italiane promuovevano i meritevoli e bocciavano gli asini dopo il 68 un malinteso livellamento (verso il basso) ha fatto si che nelle scuole Italiane non si bocciasse più nessuno e questo non perché gli alunni fossero diventati improvvisamente tutti bravi ma per il semplice motivo che alunni che in passato sarebbero stati bocciati venivano invece promossi e così avveniva che alunni con gravissime lacune arrivassero all'università dove venivano laureati con gli esami di gruppo.... siamo sicuri che gli insegnanti che oggi insegnano nelle nostre scuole siano tutti perfettamente preparati?
Comunque gli esempi di persone che sono arrivate ai vertici senza avere un adeguato titolo di studio non mancano, basti pensare all'attuale ministro dell'agricoltura https://video.lastampa.it/politica/bellanova-il-titolo-di-studio-un-pezzo-di-carta-lo-dice-chi-manda-i-figli-nelle-scuole-d-eccellenza/103609/103624
Il ministro dell'agricoltura non è laureato?
Eppure si esprime meglio di qualche laureato.
Cosa centra il 68 con la celodura IGNORANTE lo sa solo etrusco abbiamo avuto riforme ed in specie quelle della dx non ultima quella della gelmini-moratti che sicuramente ha fatto più danni ma nessuno ne parla ah già scordavo la buona scuola...per il mantra maldestro...
Picciotti d' Italia
Modificato da pm610
20 ore fa, pm610 ha scritto:Cosa centra il 68 con ...
Il 68 (inteso come movimento di quel tempo) è stato all'origine del decadimento della scuola Italiana; ti faccio un esempio: fino al 1969 agli esami di stato si portavano TUTTE le materie e in tutta italia c'erano sette o otto alunni che avevano la media del dieci e ricevevano un telegramma di congratulazione dl presidente della repubblica; nel 1970 gli esami di stato cambiarono, si portavano solo poche materie e iniziarono migliaia e migliaia di sessanta sessantesimi, non è che improvvisamente tutti erano diventati più bravi, semplicemente si cambio il "termometro" di valutazione e gente impreparata che prima sarebbe stata bocciata veniva invece promossa; le varie riforme (tu parli della Germini) non hanno fatto altro che aggravare una situazione che è stat ben fotografata dai test invalsi che hanno mostrato l'impreparazione di molti studenti Italiani; è ovvio che se non si boccia più nessuno vanno avanti sino alle soglie dell'università persone che non sanno con quali regioni confina l'Emilia o che magari non sanno nemmeno le tabelline (quelle che una volta si insegnavano in terza elementare).
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Inviata
Massimo Gramellini) Ha destato un certo scalpore tra i lettori più anziani come il sottoscritto la scoperta che qualcuno in Emilia-Romagna non sa con quali regioni confina quella in cui abita. Lo scalpore è aumentato quando si è appreso che quel qualcuno è colei che si candida a governarla. La leghista Lucia Borgonzoni, già sottosegretaria alla Cultura per meriti salutistici: aveva dichiarato con un certo orgoglio di essersi astenuta per ben tre anni dalla lettura di un libro. Evidentemente la cura disintossicante comprendeva anche i sussidiari.
Interrogata da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari alla radio, la potenziale governatrice Borgonzoni ha sostenuto che l’Emilia-Romagna confina con il Trentino e con l’Umbria. A voler essere fiscali e radical chic (fiscal chic), l’Umbria è un po’ troppo in basso e il Trentino, anche se privato proditoriamente dell’Alto Adige, un po’ troppo in alto. Ma il nozionismo è chincaglieria passatista, i nuovi politici prediligono un approccio emotivo alla geografia. L’unico confine da ricordarsi sempre e comunque è il mare, per chiuderlo a doppia mandata. La terraferma non conosce barriere e idealmente l’Emilia leghista confina non solo con il Trentino, ma con la madre Russia e l’Austria-Ungheria. Tanti anni fa Berlusconi teorizzava che l’elettore medio aveva la terza media e non era neanche tra i primi della classe. Ora invece è l’eletto a non essere tra i primi della classe. Ma non in terza media. In terza elementare. ("Emilia-Alto Adige", Il Caffè del 4 ottobre.
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