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6 minuti fa, shinycage ha scritto:Non abbeverarti sempre sull'INUTILITA' somaro acciambellato.
LEGGI, STUDIA, E SPALMA
Attualmente in Italia esistono scuole statali e scuole paritarie private. Con la legge 62/2000 è stata istituita la parità scolastica, consentendo alle scuole private che soddisfino determinati requisiti di essere equiparate a quelle statali.
Come ci spiegherà il costituzionalista, il quesito su cui sarete chiamati a votare non vuole impedire che siano istituite scuole private. La nostra Costituzione prevede espressamente la libertà per chiunque di istituire strutture d'istruzione private. Il quesito investe soltanto il tema della parità scolastica come definita dalla legge 62 del 2000.
di Massimo Villone (professore emerito di diritto Costituzionale Università Napoli)
Parliamo di scuola e ve ne parlo io, costituzionalista, perché per la scuola il richiamo alla Costituzione è particolarmente importante. Cominciamo dall'articolo 33 che dice: “la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. Questo significa che c'è un obbligo, della Repubblica, di avere scuole e non è casuale la formula "su tutti gli ordini e gradi". Se tutti gli italiani e le italiane in età scolastica volessero andare in una scuola pubblica, dovrebbe esserci una scuola pubblica pronta ad accoglierli. Successivamente, dice lo stesso articolo, "gli enti privati hanno diritto ad istituire scuole, ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". Questa è la libertà della scuola, cioè la libertà di istituire scuole da parte dei privati.Una differenza fondamentale, che dobbiamo cogliere, tra scuola pubblica e scuola privata, è che la scuola privata può essere una scuola definita di tendenza, cioè orientata. Per intenderci, orientata filosoficamente, dal punto di vista religioso, etc. Mentre la scuola pubblica non può e non deve esserlo. Deve essere, da questo punto di vista, indifferente per tutti quelli che vi entrano.
Il fatto che la scuola privata possa essere orientata, poi spiega la formula di chiusura "senza oneri per lo Stato". Perché, potendo essere orientata, se ottiene fondi sulla fiscalità generale, ovviamente anche io cittadino, che magari non sono di quell'orientamento, sarò chiamato a contribuire. E questo è fondamentalmente ingiusto, dal punto di vista del cittadino che è chiamato a concorrere alla spesa pubblica. Ora, questo quadro è preciso e direi abbastanza netto nei suoi contorni.
Accade che si inserisce un articolo 1 della legge 62 del 2000 per il quale la scuola paritaria privata è parte del sistema scolastico nazionale. La scuola paritaria è una scuola privata che risponde a determinati requisiti di organizzazione, di qualità, di erogazione del servizio, mettiamola in questo modo. E questa scuola paritaria viene definita come un soggetto che può ricevere il finanziamento pubblico. Il punto qual è: che la scuola paritaria è pur sempre una scuola privata. Può sempre essere una scuola orientata o di tendenza, quindi non c'è una scuola paritaria, come tale, uguale alla scuola pubblica.
La scuola paritaria privata non sarà, per definizione, geneticamente, uguale alla scuola pubblica. E tuttavia, sulla base di questo articolo 1, è stato in sostanza aggirato quello che è il chiaro dettato costituzionale per cui non si può avere l'onere per lo Stato come abbiamo visto in precedenza.
Questo ci conduce al quesito che è diretto alla legge 62 del 2000. Badate è un quesito che non vuole impedire che siano istituite scuole private, non viene toccata la libertà della scuola, cioè la libertà di creare istituti di istruzione ad opera dei privati, orientati o di tendenza ci siano non importa. Ma che tocca soltanto il punto della paritarietà come definita dalla legge 62 del 2000.
Quindi è un obiettivo molto più limitato, da questo punto di vista, che trova la sua ragione nel fatto che, ovviamente, la destinazione di risorse pubbliche alla scuola paritaria, in un contesto storico caratterizzato da una forte restrizione della disponibilità delle risorse pubbliche, significa minori risorse alla scuola pubblica e quindi un venir meno all'obbligo di avere, per tutte le scuole, di tutti gli ordini e di tutti i gradi, la piena risposta alla domanda di istruzione dei cittadini e delle cittadine italiane in età scolare. Queste le ragioni del quesito.
Ah siiii , solo la disunita ?? Ahahah
M5S: le materne paritarie possono ottenere finanziamenti statali
Reginaldo Palermo Sabato, 20 Maggio 2017
Lo slogan "neanche un euro alle scuole private" che è stato finora un punto fermo, fermissimo, del programma del M5S incomincia a vacillare.
Non si sa se per l'approssimarsi del voto politico o se per più nobili motivi, ma la strategia del Movimento 5 stelle in materia di politica scolastica sta subendo qualche prima importante modifica.
LA COERENZA GRULLINA STA PARI A ZERO e sono pure dis onesti ora aspettiamo cosa avrà da dire la Sindaca Raggi ante al processo Marra...
Solo la disunita ?? Ahahahaha
Il voltafaccia del M5S sulle scuole private
L'opinione dei vescovi conta sempre di più per i grillini
Il Movimento 5 Stelle non intende più togliere i finanziamenti alle scuole private, almeno in larga parte. Dopo l’attacco di Avvenire al M5S sulla sua politica scolastica contraria agli istituti non statali, sul blog di Beppe Grillo gli attivisti voteranno un punto programmatico significativamente diverso rispetto alla posizione storica dei 5 Stelle, da sempre contrari ai finanziamenti alle scuole private in ragione del rispetto della lettera della Costituzione e per la bassa dotazione erogata agli istituti pubblici.
Oggi i fondi delle scuole pubbliche statali sono insufficienti e le famiglie italiane sono costrette a pagare un contributo “volontario” all’atto dell’iscrizione a scuola. In questo modo viene minato il principio di gratuità della scuola dell’obbligo previsto dalla nostra Costituzione. Con il primo quesito vi chiediamo se siete d’accordo che i finanziamenti pubblici vadano prioritariamente alle scuole pubbliche statali. Il quesito non riguarda le scuole dell’infanzia e i nidi, perché per questa fascia d’età (0-6 anni) le scuole private paritarie nella maggior parte dei casi suppliscono alla mancanza di scuole pubbliche statali sul territorio e rappresentano dunque una scelta obbligata per le famiglie.
Il quesito posto agli iscritti del M5S accoglie in larga parte la posizione di chi sostiene il finanziamento alle scuole private, come rimarca un articolo di Annalisa Cuzzocrea suRepubblica di oggi.
M5S svolta sulle scuole private
Nel pezzo sono riportate anche le dichiarazioni di un deputato pentastellato, Gianluca Vacca, che nega che ci sia una contraddizione con la linea seguita dai 5 Stelle in passato, pur ammettendo una parziale svolta. Vacca rimarca come il finanziamento alle scuole dell’infanzia garantisce un essenziale servizio sociale che lo Stato potrebbe non esser in grado di effettuare. La gran parte dei fondi pubblici erogati alle scuole private però va proprio agli istituti frequentati dai bambini, e quindi il M5S difficilmente potrebbe mantenere una coerenza con le posizioni precedenti. Nei giorni scorsi il quotidiano Avvenire aveva preso posizione contro le proposte del M5S sulle scuole paritarie, lamentando la forte penalizzazioni di questi istituti. Un richiamo che evidentemente è stato ascoltato dai 5 Stelle, da tempo molto sensibili alle gerarchie ecclesiastiche. In passato formazione schiettamente laica, da ormai diverso tempo M5S sembra non voler rinunciare a un dialogo con il mondo cattolico, come mostra anche questa svolta sulle scuole private, in larga parte istituti religiosi
Giravolta spaziale come in tutto.
Mi ricordo che a Bologna hanno messo a ferro e fuoco l'amministrazione del tempo quando fu fatto il referendum su un piccolo finanziamento alle scuole paritarie con i 5 Stelle in prima linea con posizioni talebane: "MAI UN SOLO EURO AI PRIVATI.
Adesso hanno cambiato idea anche su questo.
A Bologna il sistema integrato pubblico-privato funziona a meraviglia adesso i 5 Stelle chiedano scusa per le offese e gli attacchi del tempo.
Come si cambia per non morire....diceva una canzone....ha detto anche che non tutti gli avvisi di garanzia sono uguali....se lo diceva uno del P.D.....
Modificato da sempre135
Fosfyyy...c e' caghetta in difficolta'
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Attualmente in Italia esistono scuole statali e scuole paritarie private. Con la legge 62/2000 è stata istituita la parità scolastica, consentendo alle scuole private che soddisfino determinati requisiti di essere equiparate a quelle statali.
Come ci spiegherà il costituzionalista, il quesito su cui sarete chiamati a votare non vuole impedire che siano istituite scuole private. La nostra Costituzione prevede espressamente la libertà per chiunque di istituire strutture d'istruzione private. Il quesito investe soltanto il tema della parità scolastica come definita dalla legge 62 del 2000.
di Massimo Villone (professore emerito di diritto Costituzionale Università Napoli)
Parliamo di scuola e ve ne parlo io, costituzionalista, perché per la scuola il richiamo alla Costituzione è particolarmente importante. Cominciamo dall'articolo 33 che dice: “la Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. Questo significa che c'è un obbligo, della Repubblica, di avere scuole e non è casuale la formula "su tutti gli ordini e gradi". Se tutti gli italiani e le italiane in età scolastica volessero andare in una scuola pubblica, dovrebbe esserci una scuola pubblica pronta ad accoglierli. Successivamente, dice lo stesso articolo, "gli enti privati hanno diritto ad istituire scuole, ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". Questa è la libertà della scuola, cioè la libertà di istituire scuole da parte dei privati.
Una differenza fondamentale, che dobbiamo cogliere, tra scuola pubblica e scuola privata, è che la scuola privata può essere una scuola definita di tendenza, cioè orientata. Per intenderci, orientata filosoficamente, dal punto di vista religioso, etc. Mentre la scuola pubblica non può e non deve esserlo. Deve essere, da questo punto di vista, indifferente per tutti quelli che vi entrano.
Il fatto che la scuola privata possa essere orientata, poi spiega la formula di chiusura "senza oneri per lo Stato". Perché, potendo essere orientata, se ottiene fondi sulla fiscalità generale, ovviamente anche io cittadino, che magari non sono di quell'orientamento, sarò chiamato a contribuire. E questo è fondamentalmente ingiusto, dal punto di vista del cittadino che è chiamato a concorrere alla spesa pubblica. Ora, questo quadro è preciso e direi abbastanza netto nei suoi contorni.
Accade che si inserisce un articolo 1 della legge 62 del 2000 per il quale la scuola paritaria privata è parte del sistema scolastico nazionale. La scuola paritaria è una scuola privata che risponde a determinati requisiti di organizzazione, di qualità, di erogazione del servizio, mettiamola in questo modo. E questa scuola paritaria viene definita come un soggetto che può ricevere il finanziamento pubblico. Il punto qual è: che la scuola paritaria è pur sempre una scuola privata. Può sempre essere una scuola orientata o di tendenza, quindi non c'è una scuola paritaria, come tale, uguale alla scuola pubblica.
La scuola paritaria privata non sarà, per definizione, geneticamente, uguale alla scuola pubblica. E tuttavia, sulla base di questo articolo 1, è stato in sostanza aggirato quello che è il chiaro dettato costituzionale per cui non si può avere l'onere per lo Stato come abbiamo visto in precedenza.
Questo ci conduce al quesito che è diretto alla legge 62 del 2000. Badate è un quesito che non vuole impedire che siano istituite scuole private, non viene toccata la libertà della scuola, cioè la libertà di creare istituti di istruzione ad opera dei privati, orientati o di tendenza ci siano non importa. Ma che tocca soltanto il punto della paritarietà come definita dalla legge 62 del 2000.
Quindi è un obiettivo molto più limitato, da questo punto di vista, che trova la sua ragione nel fatto che, ovviamente, la destinazione di risorse pubbliche alla scuola paritaria, in un contesto storico caratterizzato da una forte restrizione della disponibilità delle risorse pubbliche, significa minori risorse alla scuola pubblica e quindi un venir meno all'obbligo di avere, per tutte le scuole, di tutti gli ordini e di tutti i gradi, la piena risposta alla domanda di istruzione dei cittadini e delle cittadine italiane in età scolare. Queste le ragioni del quesito.
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