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Il 17/8/2019 in 21:20 , pm610 ha scritto:Ma Conte ha il potere di togliere la delega al capitan fracassa perché non lo fa ?
non mi pare che il primo ministro abbia questo potere se il ministro non viene sfiduciato dal parlamento.
Ministri del governo: nomina e revoca, la prassi in Italia
Dopo Lanzetta, Mogherini e Lupi, quelle di Federica Guidi sono le quarte dimissioni presentate da un ministro del governo Renzi. Il processo che porta alla nomina di un ministro è chiaro, ed è regolato dall’ articolo 92 della costituzione:
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri.
Quello su cui però la nostra carta costituente fa poca chiarezza è come si possa revocare un ministro. Perché se da un lato è evidente che è il primo ministro a individuare le figure a capo dei singoli dicasteri, non c’è traccia del potere di “dimissionarli”. Si tratta un punto su cui si sono soffermati in molti, sia del mondo politico che del mondo accademico, ma che formalmente rimane irrisolto, anche perché non è mai successo che un premier revocasse un ministro. La cosa che più ci si avvicina sono i rimpasti di governo, con dimissioni “forzose” da parte dei ministri uscenti.
Ma se un ministro costituzionalmente non può essere revocato dal premier, come può essere costretto a terminare anticipatamente il suo incarico? Com’è noto esiste nel nostro ordinamento lo strumento delle sfiducia.
Articolo 94 – costituzione italiana – Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.
Ancora una volta la nostra costituzione non è chiara sull’ammissibilità dei voti di sfiducia nei confronti dei singoli ministri, ma in pratica esistono per la responsabilità che li lega individualmente agli atti dei loro dicasteri (art. 95). Una possibilità confermata dalla sentenza numero 7 della corte costituzionale del 1997; il pronunciamento era stato invocato da Filippo Mancuso, ministro della giustizia sotto il governo Dini, sfiduciato dalla maggioranza nel 1995 (primo caso della storia repubblicana). Inoltre è utile ricordare che in seguito alla prima mozione di sfiducia presentata (nel 1984 contro l’allora ministro degli esteri Andreotti), nel 1986 il regolamento della camera nell’articolo 115 fu modificato per includere quest’eventualità. La riforma precisò che la disciplina di sfiducia al governo “si applica alle mozioni con le quali si richiedono le dimissioni di un Ministro“.
Dopo anni quindi, lo strumento è stato riconosciuto e istituzionalizzato, ma quanto spesso è stato utilizzato?
Quando il parlamento sfiducia un ministro, o almeno ci prova
Per anni si era discusso se fosse costituzionale o meno sfiduciare un singolo ministro, e dopo il caso Andreotti nel 1984 si è dato il via libera alla fantasia dei nostri eletti. Con l’introduzione di questo strumento nei regolamenti di camera e senato, il suo utilizzo da parte dei membri del parlamento ha avuto un’impennata.
Nelle prime 15 legislature deputati e senatori hanno votato una dozzina di mozioni di sfiducia nei confronti di singoli ministri, di cui solo una è andata a buon fine. Ma nella XVI e XVII il ricorso allo strumento è aumentato. Nella scorsa legislatura i voti sono stati quattro: nel dicembre nel 2010 l’opposizione (Partito democratico) presentò una mozione contro il governo; pochi mesi dopo, nel gennaio del 2011, fu la volta del ministro dei beni culturali Sandro Bondi; nel settembre dello stesso anno la “vittima” fu Francesco Saverio Romano, a capo del dicastero delle politiche agricole; e infine, con il cambio di governo, Lega nord e Italia dei valori presentarono una mozione contro il ministro del lavoro Elsa Fornero. Nessuna delle azioni citate è andata a buon fine.
Ok allora domani prima di far parlare Conte si voti la sfiducia a capitan fracassa . Anche su questo mi chiedo perché non l' hanno calendarizzata è stata richiesta ben prima di quella chiesta da capitan fracassa contro il governo conte ovvero contro se stesso...
Modificato da pm610Capitan fracassa bacioni e la benedizione della madonna buona opposizione
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Inviata
Salvini: “non mi dimetto da ministro dell’Interno. Non la do vinta”.
Tranquillo ministraccio, ci pensiamo noi a cacciarti. 😁
La pacchia è finita! Capito capitan fracassa
#RUSPA
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