SALVINI CUOR DI CONIGLIO MOLA E COME MOLA ... AIUTO
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pm610,
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Autore originale del testo: Pietro Grasso
Salvini ha bluffato, ma ormai le carte sono sul tavolo: è disperato, e la sua proposta di ieri lo dimostra. In ogni caso continua a pensare di poter piegare le regole a suo piacimento, come se avesse quei “pieni poteri” che sogna (e che non avrà, mai); l’altra ipotesi è che abbia giurato da Ministro sulla Costituzione senza averla mai letta.
Ieri in Senato ha proposto una cosa ridicola: tagliare i parlamentari e andare subito al voto. Ma cosa significa subito? Ad ottobre? Ammesso che vada così, voteremmo ancora per 945 parlamentari, come ora. E perché? Perché esiste la Costituzione, che, evidentemente, dà molto fastidio al leader della Lega.
Se venisse approvata in quarta lettura (l’ultima del Parlamento) la legge costituzionale di taglio dei parlamentari non sarebbe immediatamente applicabile. In assenza di una approvazione in Parlamento con una grande maggioranza (e la terza lettura in Senato è stata al di sotto della soglia necessaria dei due terzi) si deve infatti consentire ai cittadini di poter eventualmente raccogliere le firme e proporre il Referendum. E l’articolo 138 della Costituzione fissa questo tempo in 3 mesi. L’ennesima bufala insomma, l’ennesima pretesa di calpestare le regole democratiche della Repubblica.
E’ evidente che quando provi un blitz o una guerra lampo e questa fallisce, sei destinato a perdere.
E Salvini perderà.
Nel frattempo, però, non ha ancora ritirato i ministri e non ha dato le sue dimissioni. Con quale dignità continuano a occupare quei ministeri in nome di un Governo in cui non ripongono più fiducia?
Se solo avesse un centesimo del coraggio che dice, lo farebbe al più presto.
Sarà un bene per il Paese: mentre lui continua a girare per le spiagge qualcuno si occuperà al meglio della sicurezza dei cittadini.
Oggi Salvini, fra le altre infime ”amenità” (per esser buoni, eh) urlate in Senato, ha detto anche:
“Sterilizziamo gli aumenti dell'IVA che avete inventato voi con i governi del PD.
Abbiate un pò di memoria storica", ha terminato poi, fra un rutto contenuto e un bacione mandato alla ca**o di cane.
Bene.
Sono qui mestamente a ricordarvi - senza rutti malcelati e crocefissi umiliati- che le clausole di salvaguardia (tra cui appunto il meccanismo dell'aumento dell'iva) a garanzia dei parametri di bilancio sono state introdotte con il decreto 138 del 2011.
Il decreto 138 del 2011.
Quarto governo Berlusconi, sostenuto dalla Lega di Salvini.
Ripeto. Sostenuto dalla Lega di Salvini. E da Giorgia Giorgetta Meloni.
Bacioni.
E buonanotte.
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Inviata
PRIMA GLI ITAgLIANI ?
L'Italia? Ma l'Italia ieri in quell'aula era solo un boccone da sbranare, uno scalpo da esibire, un terreno su cui spadroneggiare,non certo scopo ma spudoratamente mezzo, mezzo di estensione del sé, del “comandare che è meglio che è ***”, un Paese sacrificato al testosterone di anziani machos in cui libido e potere si mescolano fino a diventare una cosa sola.
Già, l'Italia. L'Italia uscita a pezzi da vent'anni di berlusconismo e da trent'anni di lotta di classe mondiale dall'alto verso il basso, l'Italia derubata e colpita al cuore ma che dimentica tutto. E per dimenticare ancora di più, si droga di slogan e promesse, di capi da adulare e innalzare sempre più in alto per il *** gusto di vederli poi precipitare, il tutto rivestito da un'estetica trash gabellata per popolare (ma perché il popolo non dovrebbe avere diritto al bello, invece? Perché si falsifica per "popolare" ciò che è pattumiera? Quanto c'è di profondamente classista e di destra in questa identificazione del popolare col brutto?).
L'Italia, appunto.
L'Italia a cui uno spera siano almeno rimaste le istituzioni, le alte cariche dello Stato, quelle personalità che se non altro per ruolo non dovrebbero pensare più solo a sé e alla propria tribù di appartenenza ma al Paese fuori, insomma quelli da cui ti aspetti ingenuo un colpo d'ala.
E poi invece vedi Casellati, il primo frutto avvelenato di questa legislatura, Casellati che strillava già eversiva sulle scale del tribunale di Milano, Casellati che giurava su Ruby nipote di Mubarak - e diventare la seconda carica dello Stato purtroppo non l'ha per nulla cambiata, anzi.
Ed eccola lì, sullo scranno più alto, a chiamare Salvini "Presidente" (ma presidente di cosa, santo Dio?), a fingere di fare l'arbitro quando ogni suo tono gesto e parola tradiva gli ordini ricevuti dall'alto, il centrodestra unito, la vecchia e nuova coalizione in cui magari lei farà il ministro della Giustizia, la vita è lunga, non sia mai che si corra il rischio di finire in penombra.
Casellati, che imbarazzo per lei, assai più imbarazzo che rabbia, imbarazzo per quanto enormemente e visibilmente è “unfit” al ruolo che copre. Casellati seconda carica dello Stato, e poi abbiamo il coraggio a parlare ai ragazzi di meritocrazia, chissà perché non ci crede nessuno.
E , l'io assai più spaventoso di Salvini in Senato, postura e ghigno da gangster, in piedi a mandar baci di scherno a chi lo contesta, ad allargare le braccia fingendo umiltà, a simulare cortesie per poter subito dopo azzannare meglio, a chiamare beffardamente "amici" tutti quelli che vorrebbe veder morti - «l'amico Di Maio», «gli amici 5 Stelle», perfino «gli amici del Pd» , e poi ancora altre infinite derisioni, «vi vedo belli frizzantelli», tutto circondato da maschi sessantenni in cravatta che ridono servili, che ridono esageratamente per mostrare la propria fedeltà, tutti della stessa pasta del Capo e quindi probabilmente pronti domani a tradirlo se le cose andassero male, del resto sono entrati in politica sventolando l'indipendenza della Padania e adesso eccoli ad applaudire come patrioti da sempre, quando dal boss parte l'urlo «Viva l'Italia!».
Un urlo incredibile, per quello che c'era dentro.
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