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Ecco a voi un populista di destra: così Harvard accoglie Di Maio
Di Maio ospite alla scuola di specializzazione per i laureati di Harvard ha dovuto rispondere alle domande degli studenti e ricercatori, non senza qualche difficoltà
Prima di tutto la presentazione: il professore Archon Fung, che introdotto il candidato in pectore del M5, ha definito il MoVimento come “populista di destra”. Una definizione che in Italia avrebbe creato un caso diplomatico per giorni, con probabili ( e consueti) attacchi ai media. Ma poi il professore di Democrazia e cittadinanza, ha voluto precisare: “Abbiamo ricevuto tante lamentele perché invitavamo qui Luigi Di Maio. Per questo voglio spiegare lo spirito con cui lo riceviamo: è importante coinvolgere anche chi ha punti di vista molti diversi dai nostri. Abbiamo spesso speaker dal centro-sinistra, qualche volta anche dal centro-destra, ma un populista considerato di destra, non lo abbiamo mai avuto”. Per non far sembrare la cosa troppo brutta si è lanciato anche in un parallelo con l’attuale presidenza Usa a guida Trump ricordando che, per gli stessi motivi che lo hanno portato a vincere, anche Di Maio “potrebbe essere il prossimo primo ministro in Italia”. Chissà se il leader pentastellato avrà gradito.
Poi è stata la volta del discorso di Di Maio, letto parola per parola da un foglio, a cui sono seguite una serie di domande, alcune molto ficcanti.
Jacopo Iacoboni su La Stampa riporta quelle di un classico caso di cervello in fuga: “Il punto più imbarazzante è stato quando un ricercatore italiano che ha studiato ad Harvard, Mario Fittipaldi (caso ha voluto che venisse anche lui da Napoli – s’è concesso una battuta sul fatto che a tutti, anche a lui, piace la pizza e la mozzarella, e avrebbe preferito restare a fare ricerca in Italia anziché doversene andare così lontano) gli ha domandato: “Vi siete presentati sulla scena anche parlando di competenze. Ma io non accetto che questo partito sia fatto da persone con un’istruzione molto bassa, come anche lei, bisogna dire, che non ha finito l’università ma che parla di eccellenze universitarie. Paola Taverna, che faceva l’assistente di laboratorio, deve venire a spiegare a me, che studio queste cose da anni, come funzionano i vaccini?”.
Domande che in America è lecito fare ma che in Italia sono quasi diventate un tabù; basta vedere come ha reagito Marco Travaglio all’articolo del New York Times proprio sul rapporto M5S e morbillo additando il quotidiano “come giornale umoristico” e di essere “sedicenti cacciatori di fake news”.
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Inviata
Di Maio è stato infatti 'torchiato' dal pubblico presente all'incontro, che ha rivolto all'ospite domande su temi spinosi come il rapporto tra il Movimento 5 Stelle e l'euro, i vaccini e la Nato. Il benvenuto non è stato certo dei più calorosi. Il moderatore, Archon Fung, ha spiegato che la prestigiosa Università "ha ricevuto proteste" perché "finora non era mai stato invitato un populista di destra...".
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