Per Fosforo

6 messaggi in questa discussione

Ma andate a caga re , idio ti !! 

 

Premessa : Ho troppo rispetto per la Resistenza . Per quella vera !! Quella dove migliaia e migliaia di cittadini inermi e di partigiani dettero la vita per una idea , per la demicrazia . Quella dove si metteva a rischio la vita affinché anche chi non la pensavao stesso modo potesse esercitare un suo diritto . Sono invece contrario e mi incaxxo di brutto verso chi tramite una "finta " Resistenza , fa il bufalaro , appropriandosi di valori inesistenti , raccontando bufale ad uso e consumo Partenopeo , a chi tende a instillare nella mente dei meno fortunati false notizie accreditando Napoli ed i Napoletani di atti eroici che non si sono mai verificati se non in minimissimissimi e saltuarissimi episodi . A chi dice che e' stato fatto anche un grande film documentario su quelle giornate , e' bene che si sappia che chi fu chi lo volle ( Luigi Longo all'epoca n.2 del PCI) che era amico intimo di un regista ( Nanni Loy), al quale " commissiono' un film in cui bisognava esaltare ed enfatizzate la Resistenza pure al Sud , visto che questa parte d'Italia non aveva contribuito affatto se non in piccolissima parte alla Luberazione dell'Italia. Fu quindi una specie di propaganda post liberazione che bisognava in tutti i modi presentare . Il Sud non doveva e poteva rimanere fuori al contesto liberatorio dell'Italia. Il film e' un capolavoro che valse la nomination all'Oscar ma e' bene che si sappia che il 90% di quel che venne rappresentato erano episodi di fantasia , di molti si dice , di racconti non verificati ed inveruficabili , di testimonianze mai provate . Le stesse sceneggiature furono effettuate al 70% a Roma e pochissimo fu girato a Napoli . Mi scuso quindi di nuovo con chi la Resistenza l'ha fatta davvero e con i familiari di dette persone ,  soprattutto perché la mia "ricostruzione" sarà in chiave ironica , atta a smascherare bufalari e menzogneri che fanno propaganda spicciola verso i contro qualcosa che non gli appartiene : 

 

 

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E poi lo sappiamo , i tedeschi stettero da subito sulle palle ai napoletani. Innanzitutto i krukki, si sa, per natura sono: 

Tosten 

Kattiven 

Disciplinaten 

Guerrieren 

Kran lavoratoren 

Rompicazzen 

Tutto il contrario dei napoletani, che dalla vita vogliono solo la tranquillità, il sugo sulla pasta, il Napoli in Champions League, un ambo al lot to ogni tanto, e che si prendono una pausa caffè ogni dieci minuti. In quanto al punto "guerrieren", basta dire che il tipico soldato napoletano si alza dalla branda minimo a mezzogiorno, giusto in tempo per il pranzo, se gli ufficiali gli chiedono di marciare esibisce un falso certificato di invalidità, e se gli chiedono se è pronto a morire per la patria risponde "Ma comm'?! A me nisciun' m'era informat'!"[5], per dire quanto la realtà della guerra c'azzecchi con questo popolo. 

Da dire poi che la guerra in sé ormai li aveva stufati, perché buttava in giro bombe dappertutto e neanche si fermava a pulire il ces so combinato dop

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I krukki sono in città solo da pochi giorni e ci sono già i primi attriti: 

Un vigile urbano prova a fare una multa ad un camion di soldati tedeschi perché in divieto di sosta. Rifiutandosi questi di conciliare, si incazza e li sbatte dentro, perché se è vero che i napoletani non rispettano il codice della strada[6], almeno i turisti in visita lo devono fare! Il suddetto vigile verrà poi frustato e legato a una colonna dai fascisti collaborazionisti che stavano dalla parte degli occupanti. 

Un paio di krukki, con la scusa che sono brutten und kattiven, fanno la spesa dal verduraio senza pagare; un carabiniere li mette in fuga con un battipanni. 

I nazisti, adducendo come motivazione il fatto che l'ospitalità è scadente[7] danno fuoco alla biblioteca di Napoli e, già che ci sono, pure a un paio di pizzerie perché si erano rifiutate di fare la pizza coi crauti[8]. 

Il "capocchien" Scholl 

Il super-krukko al comando degli occupanti è un tale Water Scholl[9], che è enormemente deluso della sua sistemazione. 

Hitler infatti gli aveva promesso, mettendolo ad occupare Napoli, tanto sole, tanto mare, gente simpatica e cordiale, buona cucina e buona musica. 

Proprio non riusciva a capire perché quella gente a cui stavano togliendo la libertà, arrestando gli ex-soldati, sequestrando beni, violentando donne, uccidendo parenti, e che stavano seviziando in mille modi insieme ai compagni di bevute fascisti li stessero trattando tanto male! Infuriato, decise di bandire un duro proclama, e quella fu la sua condanna... 

Il proclama di Scholl 

Statemi a sentiren, maledetten terronen!
Visto che state facendo, come dite voi, i "cazzimmosen", ora vi detto un paio di regoletten!" 

Il capo di Napolen ora zono io, perché kosì dice Hitler e ci dovete staren zennò viene qui e vi stermina 

Da oggi dovete fare i braven: non si gioca più a pallonen per strada o nei condominien, altrimenti ve lo skiattiamo 

Non dovete più suonare il mandolinen mentre facciamo il nostro pisolinen pomeridianen 

Se uno fa il cattiven, distruggiamo tutto il suo quartiere 

Perché? Perché ci va! 

Coprifuochen: dovete tornaren a casa alle 20,30, e se il Napoli gioca allo stadio alle 20,45 non me ne frega ein cazzen! 

Dovete consegnaren tutte le vostre armi, kozì non potrete ribellarvi, per favoren... 

Le fionde und i cornetti rossen portafortunen valgono come armi 

Spero non siate incacchiaten: noi soldati stiamo facendo solo il nostro doveren 
 

Kon autorità und cattiveria
Colonnellen Scholl, vostro signoren und padronen

 

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Così, mentre ancora gli americani stavano facendosi la manicure per non sfigurare quando sarebbero giunti come "liberatori", i cittadini si preparavano a dare una lezione agli invasori, alla maniera napoletana. 

Perché nessuno, figuriamoci un krukko scarparo può venire a Napoli e dire alla gente di lavorare![11] Il 27 settembreiniziano gli scontri. I tedeschi si portano subito avanti sul lavoro arrestando 8000 napoletani, che però poi rilasciano perché non sanno dove metterli e mangiano tanto. 

Al Vomero viene catturato un *** tedesco che prega Sant'Antonio per la sua salvezza; sfortunatamente per lui era quel polentone Sant'Antonio da Padova, non Sant'Antonio Abate (di quelle parti) e viene perciò finito a testate. 

La lotta è subito dura per i cittadini, ma per i tedeschi lo è ancora di più: se provano ad arrestare qualcuno, scendono la madre, le zie, le nonne di lui, con tutte le relative comari di quartiere, armate di pentole, scope e mattarelli, perché i figli "Sò piezz' e core'" e comunque alla fine sono tutti "Buoni uaglioni", a detta loro...[12]. 

I napoletani, abili nella truffa, si fingono collaborazionisti per dare indicazioni sbagliate ai guidatori di tank, facendone finire un paio giù dal molo; i più abili riescono a sostituire di nascosto i mitra nemici con dei salami locali, sicché le esecuzioni sommarie finiscono spesso a tarallucci e vino... letteralmente... 

Inoltre, i napoletani hanno dalla loro il proprio dialetto, incommensurabile miniera di sfottò e spernacchi, coi quali riescono a fiaccare il morale dei nemici.

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Questa E' la verità, bufalari  !! E la verità fa male anche se viene narrata in senso ironico che , credo , non apprezzerete nonostante il mio tentativo di edulcorate per cercare,  almeno, di rendervi più dolce e meno fastidiosa l'evacuazione dell'onore  , sulla dignità , sulla fierezza di Napoli e dei Napoletani che non vi fu affatto checche' tu ne diciate !! Napoli con la Resistenza ed i partigiani non c'entra un cazxo , quindi e' inutile che cerchiate di spacciare virtù che non fanno proprio parte dei tuoi conterranei in quel periodo storico . La Resistenza fu fatta solo al Centro- Nord . Solo in quelle zone di contrastarono ferocemente i nazifascisti. Solo in quelle zone di scrissero le pagine più belle della Lotta partigiana ed antifascista . Non a Napoli e nemmeno nei paraggi di Napoli . Chiarooo ?? Qualche imboscata, attentati nell’ombra, occupazioni di località sgombrate dal nemico, (un caso molto frequente) ripiegamenti in montagna, ecc., non possono costituire un serio elemento per dare a questi episodi il carattere di una resistenza armata ai “nazifascisti”. Gli idealisti antifascisti, comunisti e non, erano una presenza veramente minimale, qualcosa ci fu e spesso furono proprio quei pochi a pagare con la vita. Ma evocare il termine di 
“liberazione”, di sollevazione popolare è un falso storico provato per limiti oggettivi comprensibili. Questa minoranza di antifascisti “attivi”, idealisti, renitenti alla macchia o clandestini nelle città, frange dell’Esercito monarchico, ecc., non compirono mai alcun atto bellico di rilievo. Quindi io potrò anche andare a pulire le spiagge , del resto lavoro dignitoso e di cui non ci sarebbe da vergognarsi , ma te rimarrai sempre un cittadino di una città che si è sempre venduta , storicamente , a chi ha " offerto di più , che si chiamassero Arabi, Borboni , CecchiBeppe, Re e Monarchici, Lauro, Gava ....ecc

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12 minuti fa, fosforo41 ha scritto:

E l'ignorante, puntualmente, è intervenuto. 

Intervengo per sputtanare gli idio ti come te che ci “ordini”, addirittura , di alzarci in piedi con le lacrime agli occhi per glorificare una bufala inenarrabile ...!! 

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