Scienziato/a o filosofo/a?

Dovendo scegliere in quale categoria collocarvi, in base alla vostre conoscenze, esperienze o per l'opinione che avete di voi stessi in quale categoria vi collochereste? E per quale ragione?

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17 messaggi in questa discussione

Tu domande semplici no, eh? Le categorie sono solo le due che hai citato o si può spaziare oltre?

No, aspetta che ci arrivo da me... è solo una scelta tra una collocazione logico-scientifica e una umanistico-filosofica, giusto?

Ok, allora... per quanto mi riguarda potrei dire che dipende in genere dalle situazioni, ma riflettendoci  devo ammettere che non è vero. Ho da sempre questa particolare abitudine di analizzare ogni cosa per cercare una logica e un senso nel tutto, di notare dei particolari che spesso sfuggono agli altri, ignorando a volte - sigh - l'ovvio visibile a tutti, anche se col tempo ho realizzato che è solo per avere una visione d'insieme più completa, che può guidare meglio il mio ingovernabile istinto. Quindi, nonostante alla fine le mie decisioni e le mie scelte non vengano prese quasi mai in base a un criterio razionale (escludendo situazioni prettamente pratiche) dovrei ritrovarmi comunque nella prima categoria... tuttavia credo che questa collocazione non mi soddisfi pienamente: c'è qualcosa che manca, in quel modo di vedere le cose, che invece è una parte essenziale di ciò che sono. Magari perderò un sacco di tempo a osservare e analizzare e a cercare una logica e un perchè in tutto quello e tutti quelli che mi circondano, ma la convinzione che esista qualcosa di grande e non misurabile nell'animo umano, qualcosa che va oltre la logica e il senso pratico e che rende l'umanità degna di esistere è per me qualcosa di vitale e irrinunciabile.

Perciò, non me ne vogliano i veri filosofi, credo mio malgrado (e contro la mia volontà) di appartenere alla seconda categoria. Come diceva la volpe al Piccolo Principe, "non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibilie agli occhi".

 

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2 ore fa, wade.harper ha scritto:

Tu domande semplici no, eh? Le categorie sono solo le due che hai citato o si può spaziare oltre?

No, aspetta che ci arrivo da me... è solo una scelta tra una collocazione logico-scientifica e una umanistico-filosofica, giusto?

Ok, allora... per quanto mi riguarda potrei dire che dipende in genere dalle situazioni, ma riflettendoci  devo ammettere che non è vero. Ho da sempre questa particolare abitudine di analizzare ogni cosa per cercare una logica e un senso nel tutto, di notare dei particolari che spesso sfuggono agli altri, ignorando a volte - sigh - l'ovvio visibile a tutti, anche se col tempo ho realizzato che è solo per avere una visione d'insieme più completa, che può guidare meglio il mio ingovernabile istinto. Quindi, nonostante alla fine le mie decisioni e le mie scelte non vengano prese quasi mai in base a un criterio razionale (escludendo situazioni prettamente pratiche) dovrei ritrovarmi comunque nella prima categoria... tuttavia credo che questa collocazione non mi soddisfi pienamente: c'è qualcosa che manca, in quel modo di vedere le cose, che invece è una parte essenziale di ciò che sono. Magari perderò un sacco di tempo a osservare e analizzare e a cercare una logica e un perchè in tutto quello e tutti quelli che mi circondano, ma la convinzione che esista qualcosa di grande e non misurabile nell'animo umano, qualcosa che va oltre la logica e il senso pratico e che rende l'umanità degna di esistere è per me qualcosa di vitale e irrinunciabile.

Perciò, non me ne vogliano i veri filosofi, credo mio malgrado (e contro la mia volontà) di appartenere alla seconda categoria. Come diceva la volpe al Piccolo Principe, "non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibilie agli occhi".

 

Sapevo che prima o poi qualcuno avrebbe risposto, uno a caso :D, ecco avrei detto che ti saresti collocato nell'altra categoria e comunque considero la scelta orrimamente giustificata.  Anche in decisamente non posso che collocarmi in quella anche se con diverse, e quasi opposte motivazioni, motivazioni.

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In questo momento, refusi ha scritto:

Sapevo che prima o poi qualcuno avrebbe risposto, uno a caso :D, ecco avrei detto che ti saresti collocato nell'altra categoria e comunque considero la scelta orrimamente giustificata.  Anche in decisamente non posso che collocarmi in quella anche se con diverse, e quasi opposte motivazioni, motivazioni.

Beh, lo sai che le domande difficili mi affascinano, ahahahah :D E forse mi mancano i bei tempi in cui mi cimentavo a dibattere le affermazioni di Socrate e Platone. Una volta ho contraddetto persino un santo, credo, ahahahah

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ahahahah beh diciamo che per principio in filosofia si può contraddire tutto, difficile farlo a livello scentifico, speravo di ricevere altre risposte, ma-- il vuoto, forse è colpa mia cche ho posto la questione di venerdì e un po' sul tardi :D, ma la domante mi è venuta a causa di un vecchio aforisma che mi è tornato alla mente il quale chiedeva quale differenza esistesse fra scienziati e filosifi.

 

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9 minuti fa, refusi ha scritto:

ahahahah beh diciamo che per principio in filosofia si può contraddire tutto, difficile farlo a livello scentifico, speravo di ricevere altre risposte, ma-- il vuoto, forse è colpa mia cche ho posto la questione di venerdì e un po' sul tardi :D, ma la domante mi è venuta a causa di un vecchio aforisma che mi è tornato alla mente il quale chiedeva quale differenza esistesse fra scienziati e filosifi.

in effetti leggendo il tuo post il mio primo dubbio è stato proprio riuscire a definire con esattezza la differenza tra l'uno e l'altro. E' una differenza che comprendi istintivamente ma che fatichi a mettere in parole e mentre ci provi cominci a dubitare che esista realmente.

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5 minuti fa, wade.harper ha scritto:

in effetti leggendo il tuo post il mio primo dubbio è stato proprio riuscire a definire con esattezza la differenza tra l'uno e l'altro. E' una differenza che comprendi istintivamente ma che fatichi a mettere in parole e mentre ci provi cominci a dubitare che esista realmente.

beh l'aforisma praticamente li riduceva realisticamente allo stesso livello... citava più o meno così.

"Lo scienziato e colui che restringe sempre di più il suo campo di ricerca e finisce per sapere tutto di niente, il filosofo invece è quello che allarga sempre di più il suo campo di conoscenze finendo per sapere niente su tutto.

 

Modificato da refusi

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1 minuto fa, refusi ha scritto:

beh l'aforisma praticamente li riduceva realisticamente allo stesso livello... citava più o meno così.

"Lo scienziato e colui che restringe sempre di più il suo campo di ricerca e finisce per sapere tutto di niente, il filosofo invece è quello che allarga sempre di più il suo campo di conoscenze finendo per sapere niente su tutto.

mi stavo giusto chiedendo cosa ci fosse al posto degli asterischi, per fortuna sei passato a correggere, ahahahah :D

In effetti quello che afferma l'aforisma ha perfettamente senso. Quindi la domanda è: serve davvero porsi delle domande e cercare le risposte?

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il quesito resta irrisolto, considerando che comunque tutto alla fine ha "una fine" l'utilità del porsi domende potrebbe essere solo quella di gtrovare soluzioini per farci trascorre meglio (in alcuni casi peggio) il tempo in cui ci è concesso di esistere.

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3 minuti fa, refusi ha scritto:

il quesito resta irrisolto, considerando che comunque tutto alla fine ha "una fine" l'utilità del porsi domende potrebbe essere solo quella di gtrovare soluzioini per farci trascorre meglio (in alcuni casi peggio) il tempo in cui ci è concesso di esistere.

Allora l'unica soluzione sembra essere quella di prendere le cose con... filosofia :D

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7 minuti fa, wade.harper ha scritto:

Allora l'unica soluzione sembra essere quella di prendere le cose con... filosofia :D

 

beh no credo che l sola cosa da fare sia di lasciarle prendere agli altri :D

 

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Il ‎28‎/‎04‎/‎2017 in 16:33 , refusi ha scritto:

Dovendo scegliere in quale categoria collocarvi, in base alla vostre conoscenze, esperienze o per l'opinione che avete di voi stessi in quale categoria vi collochereste? E per quale ragione?

Mi ritengo uno scienziato o un filosofo? Purtroppo nessuno dei due. Anche se sono un appassionato di logica e di logica matematica (che è lo studio matematico della logica), materie insegnate anche nei corsi di laurea in Filosofia. Mi piacciono anche l'astronomia e la cosmologia, ma sono un semplice amatore. Direi che in generale oggi la parola scienziato è per lo più usata impropriamente. Scienziati erano certamente Galilei e Newton, probabilmente anche Einstein e Feynman, ma oggi la scienza è così vasta e specializzata che anche i premi Nobel andrebbero definiti "ricercatori" più che scienziati. Per quanto ne so, oggi sono solo due i giganti che, per l'ampiezza e la profondità della loro visione del mondo, che si spinge ben al di là della fisica pura, meritano di essere considerati "scienziati" in senso classico. Sono due famosi fisici matematici inglesi, tra l'altro legati da uno stretto rapporto di amicizia personale e di collaborazione-rivalità professionale e teorica: Stephen Hawking e Roger Penrose. Ma, forse non a caso, nessuno dei due ha vinto il Nobel, impresa che oggi richiede troppa specializzazione e troppa tecnicalità per i loro gusti. Non dimentichiamo che lo stesso Einstein vinse il Nobel per un lavoro piuttosto tecnico sull'effetto fotoelettrico e non per la geniale e rivoluzionaria intuizione con cui pervenne a formulare la Relatività Ristretta né per la titanica elaborazione teorica della Relatività Generale. Per quanto riguarda i filosofi, oggi a mio avviso esistono ancora, benché Hawking abbia scritto che "la filosofia è morta e non ci resta che la fisica". D'altra parte proprio i due colossi britannici, essendo scienziati in senso classico, sono anche filosofi, proprio come lo erano Aristotele e Galilei.  Hawking dice di essere un positivista mentre definisce "platonico" il suo collega-rivale Penrose. Naturalmente la filosofia si occupa di tante cose, inclusa la scienza e i suoi fondamenti, e anche i filosofi oggi sono molto specializzati, ma sempre meno degli scienziati (o dei ricercatori) perché ogni filosofia ha una base comune: il pensiero razionale. In un certo senso, chiunque di noi si sforzi di usare sistematicamente la propria testa e le leggi della logica (che sono in sostanza le leggi secondo le quali la verità si trasmette dalle premesse alle conclusioni) per riflettere su cose che non hanno una immediata utilità materiale (es. l'origine o lo scopo dell'esistenza) può nel suo piccolo fare filosofia.

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Inviata (modificato)

21 ore fa, fosforo31 ha scritto:

Mi ritengo uno scienziato o un filosofo? Purtroppo nessuno dei due. Anche se sono un appassionato di logica e di logica matematica (che è lo studio matematico della logica), materie insegnate anche nei corsi di laurea in Filosofia. Mi piacciono anche l'astronomia e la cosmologia, ma sono un semplice amatore...........

emoticono-gigante-emoticono.gif

 

a me sarebbero bastate delle considerazioni personali, non mi aspettavo una tesi di laurea

Modificato da refusi

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1 ora fa, refusi ha scritto:

a me sarebbero bastate delle considerazioni personali, non mi aspettavo una tesi di laurea

Non mi pareva di avere scritto una tesi di laurea, cmq diciamo che come mentalità non mi sento né scienziato né filosofo, ma forse una via di mezzo: un matematico. Nella vita sono un ingegnere che però da anni fa un lavoro molto prosaico (settore commerciale) e allora mi diletto a leggere qualche testo scientifico, per lo più a livello divulgativo. Sono un grande ammiratore dei Greci e della loro Logica Classica. Secondo me Aristotele è stato, di gran lunga, il più grande cervello di sempre. Però mi è piaciuto molto l'aforisma postato da Wade Harper.

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2 ore fa, fosforo31 ha scritto:

Non mi pareva di avere scritto una tesi di laurea, cmq diciamo che come mentalità non mi sento né scienziato né filosofo, ma forse una via di mezzo: un matematico. Nella vita sono un ingegnere che però da anni fa un lavoro molto prosaico (settore commerciale) e allora mi diletto a leggere qualche testo scientifico, per lo più a livello divulgativo. Sono un grande ammiratore dei Greci e della loro Logica Classica. Secondo me Aristotele è stato, di gran lunga, il più grande cervello di sempre. Però mi è piaciuto molto l'aforisma postato da Wade Harper.

Bhe diciamo che poco ci mancava, io ho svolto per tutta una vita quel "lavoro prosaico" a cui tu fai cenno, lavoro che comunque ti consente di interagire e di conosvere un sacco di gente, mentalità e luoghi, il che non poco.

ps. non per voler essere pignoli, ma l'aforisma lo avevo postato io , considerandolo il punto di arrivo della questione.

 

 

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2 ore fa, refusi ha scritto:

Bhe diciamo che poco ci mancava, io ho svolto per tutta una vita quel "lavoro prosaico" a cui tu fai cenno, lavoro che comunque ti consente di interagire e di conosvere un sacco di gente, mentalità e luoghi, il che non poco.

ps. non per voler essere pignoli, ma l'aforisma lo avevo postato io , considerandolo il punto di arrivo della questione.

 

 

Per la verità per il lavoro che faccio ultimamente viaggio molto poco. A parte qualche fiera 3 o 4 volte l'anno, faccio viaggiare soprattutto le merci e le ***. Questo grazie a internet o per colpa di internet (secondo i punti di vista).

Scusami e complimenti a te per il bellissimo aforisma (che ho già trascritto in un mio apposito quaderno). Grazie.

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