Dopo il cervello, si sfalda anche il fegato!
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shinycage,
4 messaggi in questa discussione
Accordo di Mer da ed a quasi tutto vantaggio della Cina. La quale Cina non è una democrazia !! E non ha alcuna intenzione di diventarlo. È una dittatura che si è aperta al mercato globale al fine di esercitare su di esso la propria influenza (preferibilmente dominio) in forza della potenza demografica ed economica che è in grado di dispiegare.
Si chiama Repubblica Popolare, ma a governarla è una ristretta cerchia di potere denominata Partito Comunista Cinese. Non esiste ovviamente alcuna elezione propriamente detta. Non esiste alcun processo democratico.
La Cina impedisce a Taiwan di venire riconosciuto come stato democratico, calpesta sistematicamente i diritti dei tibetani e perseguita il Dalai Lama. La Cina non riconosce i diritti umani, né ha alcuna intenzione di fare passi avanti in questa direzione. Nella sfera privata come in quella lavorativa è il governo a decidere ciò che è lecito e ciò che non lo è, esercitando un controllo assoluto su cittadini che sono, nei fatti, sudditi. Le condizioni ed i salari dei lavoratori cinesi sono imbarazzanti. Insomma , più o meno , un regime che piace molto al Cazzaro di Napoli Fosforo 41 ...volte idio ta !!
L’apertura della Cina al mercato ha permesso a milioni di ex contadini di uscire dallo stato di povertà assoluta. Ma nulla è cambiato dal punto di vista della gestione politica. E nulla , quasi certamente , cambierà. La Cina è una super potenza demografica, industriale, commerciale e tecnologica che da qualche anno si sta espandendo in Africa (comprando, letteralmente, pezzi di continente) per accrescere la propria influenza e la propria ricchezza ed impedire a quelle che in prospettiva potrebbero risultare a loro volta super potenze demografiche (visti i tassi di natalità di alcuni paesi africani) di alzare la testa. Mentre noi discutiamo di come aiutarli a casa loro , ci dividiamo, litighiamo, chiudiamo i porti , la Cina li sta letteralmente comprando. Così che, anche volendo, sarà impossibile aiutarli a casa loro. Perché non ci sarà più casa “loro”. La Cina ha cominciato a espandersi anche in Europa, acquistando infrastrutture strategiche. Va detto che l’Italia non è il primo Paese europeo che accetta una trattativa bilaterale con la Cina riguardo questi temi. Prima di noi lo hanno fatto altri. Lo hanno fatto in troppi.
Ma è evidente che l’Italia oggi è il tallone d’Achille tra i paesi fondatori: enormemente indebitata, governata da pseudo-nazionalisti incompetenti, in preda alla seconda recessione in dieci anni e alla vigilia di una nuova crisi occupazionale (in 10 mesi sono andati perduti 90mila posti di lavoro).
Firmare oggi quell’accordo significa semplicemente aver accettato di perdere un bel po’ di libertà in cambio di un gruzzolo di soldi. Può essere che ci vada bene. Ma è giusto saperlo.
Noi siamo una democrazia, siamo un Paese del G7, siamo l’Italia.
Oggi abbiamo avviato l’iter per diventare una provincia cinese. Il Presidente Xi Jinping non è qui perché gli siamo simpatici, né perché è tifoso dell’Inter (che è solo una delle migliaia di società italiane che i cinesi si sono già comprati). È qui perché siamo la porta d’Europa. Perché siamo la porta dell’Occidente. Perché il suo impero per essere globale ha bisogno di espandersi e dominare anche qui. È questa la “nuova via della seta”: un progetto di espansione commerciale globale fondato sulla posizione dominante della Cina rispetto ai paesi coi quali firma “accordi”. Accettarlo significa accettare di essere subalterni. Grazie a Lega e Cinque Stelle sta accadendo questo. E non sappiamo praticamente nulla di quello che hanno venduto in cambio di qualche soldo per “tirare a campare”. Non si tratta di scegliere tra USA e Cina. Si tratta di scegliere tra sottomissione e libertà. E sarebbe meglio chiedere ai cittadini italiani cosa ne pensano, magari informandoli adeguatamente, prima di firmare“memorandum”. Non abbiamo al governo soltanto cialtroni incompetenti.
Ma furbetti pericolosi. Pericolosi.
Oggi più che mai diventa evidente. Oggi più che mai è urgente fermarli. Saluti
8 ore fa, fosforo41 ha scritto:Quando il Delinquente andò a Tripoli, a stringere accordi economici (per noi molto onerosi) e a lekkare il kulo del colonnello Gheddafi, tiranno golpista e sanguinario, definendolo "leader di libertà", i nostri giornali e telegiornali adularono il nostro presidente del Consiglio definendolo "statista" (invece che lekkino). Qualche tempo dopo lo "statista" si inginocchiò letteralmente davanti al colonnello e gli baciò la mano. Quando il Tappetaro andò al Cairo a stringere accordi economici (per noi molto onerosi) e a lekkare il kulo di Al Sisi, tiranno golpista, torturatore e sanguinario, definendolo "a great leader", i nostri giornali e telegiornali adularono il nostro presidente del Consiglio definendolo "statista" (invece che lekkino). Quando il presidente Mattarella e il presidente Conte ricevono il leader di un grande paese socialista, incamminato sulla via delle riforme e assai meno illiberale dei due suddetti, e stringono accordi commerciali per noi a costo zero, i nostri lekkini dello zio Sam dicono che mettono a rischio la democrazia e la stabilità dell'Europa e della NATO. Qualcuno si inventa addirittura che la nostra adesione alla cd. Via della Seta sia una macchinazione del Vaticano e del bolscevico Bergoglio. La verità è che in questo paese il 95% dell'informazione è tuttora controllato direttamente da Washington.
Quando il Delinquente cedette il Milan ai cinesi fece il più grande affare (onesto) della sua vita. L'alternativa era la serie B.
Invece quando da Al Sisi ci va il tuo compaesanello Di Maio , cosa e’ ?? Un Delinquente , un Tappetaro ?? Un lekkino ?? Su su idio ta , facci sapere ...!! Sei uno sporco individuo che riservi offese in base a chi fa le stesse identiche azioni . Luri do essere !!
Oggi Di Maio arriva al Cairo. Domani incontro con al-Sisi
Egitto. Il ministro dello Sviluppo economico esplorerà nuove forme di cooperazione economica. Il nuovo governo segue le orme del precedente: la via è quella della normalizzazione
Oggi il ministro dello Sviluppo economico Di Maio arriverà al Cairo per una visita di tre giorni. Lo rende noto l’ambasciatore egiziano a Roma, Hisham Badr, tramite l’agenzia di Stato egiziana Mena. Il governo italiano conferma la visita e aggiunge: domani alle 11 vedrà il presidente egiziano al-Sisi.
La visita cade a pochi giorni da un brutto anniversario: sono trascorsi 31 mesi dalla scomparsa e l’uccisione al Cairo del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni.
E il nuovo governo non è affatto intenzionato a cambiare la linea dei predecessori: dopo i ministri Salvini e Moavero, tocca a Di Maio mantenere vivi i rapporti economici e commerciali con l’Egitto. Nella tre giorni, scrive Mena, Di Maio esplorerà nuove forme di cooperazione economica con il regime.
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Inviata
...bisogna dire che la dx è anche simpatica in alcuni casi...questo per esempio...lascio stare il fatto di aver venduto il milan ai cinesi, quello che secondo il berlu, era il simbolo di quella che doveva diventare l'Italia, sempre vincente, la dx non osò bafare...quando vinse Fassino a Torino si disse che avesse vinto grazie ai cinese, e giù botte, fino ieri si sparlava degli accordi, voluti tra l'altro dagli imprenditori, anche per le olive da altri paesi per compensare la scarsità delle nostre, e anche li giù botte, adesso che la Cina compie un passo importante per noi sembra essere tutto dorato, come se la Cina dovesse tutto e niente altro figuriamoci.....se ci fosse ancora renzi al Gov. invece si direbbe che ci ha venduti per il tornaconto dei voti e del malaffare....
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