PRIMA GLI ITALIANI ? QUANDO ?

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Roma. Il governo gialloverde sta avendo per l’Italia impatti analoghi a quelli di una guerra civile o di un regime alla Mugabe o alla Maduro. Non è un’accusa polemica o una profezia distopica, ma il mero dato che si ricava dalle previsioni Onu sulla crescita mondiale per il 2019. Il governo italiano ha fatto una previsione di crescita dell’uno per cento, che secondo Banca d’Italia e Fmi andrebbe ridimensionata allo 0,6, e la Commissione europea ha poi portato addirittura allo 0,2. Prendiamo per buona la previsione del governo: significherebbe stare al sestultimo posto mondiale, a pari merito con uno Zimbabwe che è appena riuscito a liberarsi di Mugabe, ma non delle conseguenze di una politica economica che dopo aver stabilito record mondiali di inflazione ha comunque semplicemente costretto il paese a rinunciare alla propria moneta. Chi sta peggio? Ultima la Siria. Penultimo lo Yemen. Terzultima la Repubblica democratica del Congo. Quartultimo il Venezuela. Quintultima la Guinea equatoriale, altro regime personalista e corrotto, per di più fortemente dipendente dal petrolio.

 

“Ma cos’è questa crisi?”, si interrogava Rodolfo de Angelis. Vero è che con Italia e Zimbabwe sull'uno per cento ci sarebbe anche il Giappone, altro paese del G7 che però ha problemi gravi di invecchiamento. Il fatto è che nel caso del governo di Tokyo la previsione dell’uno per cento è da considerarsi più affidabile, e quindi l’Italia sta ancora più in basso. Da rilevare che comunque il Senegal sta al più 6,4 e il Burkina Faso al più 6,3 (a proposito del franco Cfa che frenerebbe le economie). Da ricordare che l’Ocse ha appena abbassato la media mondiale di crescita attesa per il 2019 dal 3,5 al 3,3.  

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