Un pezzodimmerda da del Vile a Napolitano ...

In Italia si può arrivare fino a questo . Ci può essere qualcuno , un fascista , che da del Vile ad un personaggio come Giorgio Napolitano senza che ciò possa scalfire nulladeche’ , senza che nessuno si indigni per le vergognose parole che ha profferito . In questi caso sono state pronunciate da Dibba che qualche ebe te , di Napoli, lo vorrebbe a capo di un movimento  (di Fascisti ..., nda).  Ed allora , caro Di Battista, ti spiego chi è Giorgio Napolitano e perché dargli del vile è una follia oltre che essere un pezzodimmerda !!  Io ti auguro non solo di arrivare all’età di Giorgio Napolitano, ma di arrivarci avendo alle spalle una biografia solida e apprezzabile come la sua. Sarà perche’ sono stato iscritto al Pci tanti anni. Quando ero giovane, anch’io,  combattevo per rompere la “cappa” che ci veniva imposta dalla generazione precedente, che era chiusa, era abbastanza stalinista. Sai: era la generazione della  Resistenza, ed era molto robusta, non era facile da scalfire . Allora esistevano le correnti nei partiti. Anche nel Pci, sebbene il Pci le nascondesse. Erano luoghi di lotta politica e anche di pensiero. Napolitano era uno dei leader della corrente riformista, moderata, governista. Era il numero due di quella corrente. Il numero 1 era Giorgio Amendola, vecchio leader della Resistenza, figlio di Giovanni, un liberale che morì negli anni trenta sotto le bastonate dei fascisti. Io ero un ragazzo che faceva parte dell’altra corrente, qualle di Ingrao, ribelle, sessantottina. Che si opponeva aspramente a Napolitano e ad Amendola. Però, egregio pezzodimmerda , una cosa è la lotta politica, o il dissenso, o la critica. Altra cosa sono l’insolenza e le offese . Vorrei dirti chi è Giorgio Napolitano : Un ragazzo , della borghesia, che a 19 anni si unì ad altri ragazzi nella cospirazione antifascista. Li guidava Maurizio Valenzi che poi fu sindaco, molto amato, di Napoli negli anni settanta. A vent’anni Napolitano si iscrisse al Pci e da quel momento, per oltre 70 anni, la politica è stata la sua vita. Tu forse sei convinto che la politica sia potere, potere, potere. Non è così, caro il mio pezzodimmerda !! Napolitano, ad esempio, ha fatto politica senza mai sfiorare il potere per mezzo secolo filato. Capisci che vuol dire mezzo secolo? Non è stato ministro, né Presidente, né sindaco, né capo di qualche ente pubblico. Zero: militante e dirigente del Pci. Faceva i comizi, andava davanti alle fabbriche, nelle campagne, nelle sezioni del partito. A discutere, a parlare, a convincere. Fino a notte fonda. Allora la politica era un'attività di massa. Il partito comunista aveva 1 milione e mezzo di iscritti, e quasi tutti partecipavano all’attività del partito, si riunivano, la sera, dopo il lavoro, in sezione ( il Pci aveva migliaia e migliaia di sezioni), stampavano i volantini, facevano le assemblee, andavano nelle scuole, vendevano l’Unità. Pensa che l’Unità, la domenica, vendeva anche un milione e mezzo di copie. Si chiamava democrazia politica quella roba lì. Era un impasto di democrazia diretta e di democrazia delegata. I dirigenti del partito prendevano stipendi modesti, anche quelli che erano deputati lasciavano i quattro quinti della paga al partito. Anche Napolitano lo faceva. Guidò il Pci in anni molto difficili. Le lotte dei braccianti, soprattutto al Sud, e Napolitano era un dirigente del Sud, e poi degli edili a Roma, e degli operai nelle fabbriche del nord, dove i comunisti erano discriminati, pagavano un prezzo durissimo, tutti i giorni, alla loro scelta di essere comunisti. Napolitano non stava dalla parte delle banche, o della grande aziende, stava dalla parte dei poveri, degli operai. Lottava e anche pensava. La politica era strategia, pensiero, tattica. A metà degli anni settanta il Pci si divise. Pietro Ingrao voleva che il partito restasse coi movimenti in una posizione di opposizione intransigente. Amendola e Napolitano volevano una apertura ai socialisti. Questa divisione durò molti anni, fino ai tempi di Craxi, ma non comportò mai una rottura. Napolitano e’ sempre stato in prima linea nelle lotte contro la legge truffa ( era una legge elettorale che favoriva la maggioranza, cioè la Dc), e poi per lo statuto dei lavoratori, e poi per il divorzio e l’aborto, e poi per la riforma sanitaria, per l’equo canone, per la riforma Basaglia. Qualche anno dopo, anche se non era pienamente d’accordo con il suo partito ( cioè con Berlinguer), si batté fino allo stremo, accanto a Berlinguer, per impedire che fosse colpita la scala mobile. E Perse !! Napolitano ha vinto e ha perso molte battaglie. Ha dissentito con il suo partito, talvolta, e talvolta no. Si è scontrato con Berlinguer, ad esempio, quando Berlinguer voleva fare della questione morale la ragion d’essere del Pci, e Napolitano non era d’accordo. Si è battuto contro Ingrao quando Ingrao voleva mantenere il nome del Pci e Napolitano non voleva. Si è battuto contro le dittature in America latina ( che ora anche tu dovresti conoscere bene, dopo il tuo viaggio pagato da chissachi ), contro gli agrari e contro l’arroganza padronale in Italia. Ha spinto per la trasformazione del Pci e per l’avvicinamento alle grandi socialdemocrazie europee. Poi negli anni novanta ha iniziato la sua nuova vita, da statista. Prima presiedendo la Camera, poi facendo il ministro dell’Interno, poi il Presidente della Repubblica. Ha avuto un ruolo importante di statista, ha raggiunto il potere, ma tutta la sua vita ci racconta che non era quello l'essenziale del suo impegno. Napolitano ha considerato il potere una variabile della politica, ma lui ama la politica, non la sua variabile. Ha fatto degli errori, in questi settant'anni? Beh, vorrei vedere che uno riesce a non sbagliare niente in settant’anni. Di sicuro ha sbagliato qualcosa da ministro dell’Interno, e anche quando non si è opposto all'attacco alla Libia. Ma questo, Dibba il fascista , non ti autorizza a dargli del vile. Io spero che tu capisci che questa cosa che hai detto su di lui è orrenda, e non ti fa onore e dovresti implorarlo che ti scusi e ti perdoni .  Napolitano è stato uno degli uomini più coraggiosi nella politica italiana. Ha sfidato il fascismo, l’arroganza padronale, la polizia, la magistratura. Insieme a tanti suoi amici, dirigenti come lui del Pci. Penso proprio ad Amendola, e a Chiaromonte e a Macaluso e a Luciano Lama. Vedi, tu fai parte di un movimento giovane privo di radici, di storia. Non avete maestri, non avete teorie. Benissimo, può essere un vantaggio. Però dovete avere l’umiltà di capire che oggi l’Italia è uno dei paesi più civili del mondo perché dal 1945 in avanti c’è stata una classe politica che ha dato l’anima. E di questa classe, Dibba,  Giorgio Napolitano è stato uno dei migliori . E la storia lo certificherà !! Cosa che a te , invece , non capiterà . Senza se e senza ma !! Saluti 

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1 messaggio in questa discussione

Uno mantenuto perchè stia fuori dalle scatole...uno che dice che la mangiatoia è finita mentre lui stesso ne comincia una assai grassa...uno che dall'aspetto non può sperare meglio di gasparri, può pretendere solo di essere mantenuto sulle direttive che gli vengono imposte...se tenta qualcosa da solo fà più pena\danni della raggi....questo per me è il dibba....

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