Un traforo con pochi centimetri in meno

Un traforo con pochi centimetri in meno –

Ambiente e natura –

si ipotizza di eseguire un foro nella montagna per farci passare dentro una ferrovia. Per prima cosa si misurano rotaie, scambi, semafori, ed anche motrice e vagoni, tenendo conto delle distanze di sicurezza della linea elettrica. Vi sono treni in sagoma ed in fuori sagoma. Considerando i costi finali, conviene largheggiare nelle misure pensando che i fuori sagoma possano evolversi e crescere. Sarebbe cosa saggia pre/vedere (vedere prima) cosa si troverà dentro la montagna. Roccia compatta, terreno friabile, sacche d’ acqua, fiumi sotterranei, materiali a rischio tossicità o radioattivi. In modo particolare occorre pre/pensarsi (pensarci prima) su dove e come collocare il materiale dello scavo. Sarebbe triste a lavori conclusi accorgersi che dentro la galleria ci passano solamente i treni in sagoma, mentre i fuori sagoma si bloccano a metà. Quali opere di sicurezza, protezione, prevenzione verranno attivate per la sicura viabilità. Forse si è dimenticato quanto accaduto a Balvano vicino Potenza. Non mi schiero a favore o contro il traforo, ma prima di trapanare occorre sapere e trovare le possibili soluzioni alternative più sicure e meno costose. – (scusate se mi ripeto – il materiale dello scavo dove e come verrà collocato) – cordiali saluti da d/b. … a futura memoria. 

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2 messaggi in questa discussione

Ma non serve a niente che lo vieni a dire a noi che siamo incompetenti in materia. Almeno per quanto mi riguarda, non so niente di cantieristica stradale e ferroviaria. Tantomeno so cos'è un treno "in sagoma" o "fuori sagoma".

Sarebbe invece molto più utile che tu, che conosci la materia, informassi il pool di ingegneri degli errori che stanno facendo in modo che possano risolvere adesso che i lavori sono ancora in corso. E faresti anche risparmiare un sacco di soldi al nostro Paese.

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Vi sono riviste dedicate al trasporto su strada, nei suoi vari aspetti: strade, auto, corriere, camion. La più conosciuta è “quattro ruote” che risale al cinquantasei. Poi vi sono riviste dedicate al settore ferrovia. La più conosciuta è “i treni” editore “E.T.R. – Salò Brescia. – termine della premessa – la necessità di un collegamento ferroviario aggiornato e valido tra Francia Italia era già sentito parecchi anni fa, anzi possiamo parlare di qualche decina di anni fa. In precedenza vi erano delle proposte e dei progetti semplici e logici, di basso costo e di basso impatto ambientale che correvano parecchio più a sud dell’ attuale sulla Dora Riparia. Ovviamente trattandosi di progetti semplici, lineari, logici e di basso costo, potevano essere realizzati rapidamente e da comuni imprese lavorative. Ma certi appalti occorre finiscano nelle mani di pochi privilegiati sia come imprese esecutrici che agenzie “agenzie di governo” di Francia ed Italia di allora. Allo stato attuale delle cose costa troppo abbandonare il progetto e costa troppo terminarlo. Sarebbe come il condannato: se sta fermo si soffoca, se si muove si soffoca. Comunque ringrazio la redazione per avermi permesso di parlare e di scrivere. Cordiali saluti da d/b – il settore ambiente e natura è uno dei miei pilastri fermi. – lunedi undici febbraio.  Dimenticavo – la galleria in tema risulta effettivamente sotto dimensionata - 

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