Italiano in cella negli Emirati. "Mi torturano"

 "Dopo il mio arresto, con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti, per soli 10 grammi di cocaina, senza nessuna prova oggettiva, hanno fatto di tutto per farmi confessare. Ho subito ricatti e botte atroci", denuncia Sacco. "Hanno costretto anche la mia compagna a spogliarsi nuda davanti a 10 agenti, tutti uomini e ad andare con loro in carcere per una intera notte", aggiunge. Pressioni alle quali l’imprenditore racconta di aver ceduto in cambio "dell’immediato rilascio della sua compagna", confessando il falso e dichiarando di aver importato la droga dall’Italia. Ammissione non banale: negli Emirati il traffico di stupefacenti è punito con la pena capitale.

Affetto da microcitemia (una forma di anemia), Sacco afferma che, in mancanza di cure, le sue condizioni nell’ultimo anno si sono aggravate tanto da mettere a serio rischio la sua vita. Ma non è tutto. Dopo la lettera aperta inviata, lo scorso dicembre, dalla sua compagna alle autorità italiane Sacco nel suo recente audio messaggio è tornato a raccontare delle condizioni disumane in cui è detenuto e delle torture subite dalle guardie carcerarie. Racconta di essere stato legato e tenuto nudo per giorni al freddo, di avere le costole incrinate e aver subìto scosse elettriche ai genitali. Un grido di aiuto che Sacco rivolge anche al Papa in vista della sua visita negli Emirati a febbraio.

Con queste torture si confessa qualsiasi cosa, questa persona sta rischiando la vita!

https://www.quotidiano.net/esteri/massimo-sacco-dubai-1.4404763

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