concessioni balneari
Mi spiegate una cosa?
Iniziata da
etrusco1900,
6 messaggi in questa discussione
4 minuti fa, mark222220 ha scritto:E’ molto semplice : perché nei paesi che hai evidenziato non esiste l’dea di stabilimento balneare così come esiste in Italia. Anzi , non ce ne sono proprio di analoghi. Comunque leggi questo articolo e il tutto apparirà più semplice
Le spiagge. d’oro regalate alla lobby del mare. Affitti ridicoli allo Stato, e la nuova legge non passa
Nell’ultimo anno lo Stato ha incassato da questa voce appena 103 milioni di euro. Nulla. In Sicilia gli stabilimenti pagano 100 euro al mese, e canoni da mance ci sono anche in Toscana, in Liguria, in Campania. Praticamente ovunque.
DI REDAZIONE POSTED ON 10.06.2018316CONDIVISIONI3166CONCESSIONI DEMANIALI DELLE SPIAGGE
Finora la potente lobby del mare ha sempre vinto. E ci ritroviamo con circa 30mila concessioni di stabilimenti balneari (che si trovano su suoli demaniali) date a prezzi stracciati, con un enorme spreco di denaro pubblico. Eppure sarebbe un ottimo rubinetto dal quale partire per recuperare soldi che servono a realizzare i vari obiettivi del governo.L’ultima legislatura si è conclusa con un ennesimo nulla di fatto: la legge di riordino del settore è stata congelata in commissione, e poi è arrivato lo scioglimento delle Camere. E il buco nelle casse pubbliche resta.
LEGGI ANCHE: Spiagge inquinate dai mozziconi di sigarette, siete pronti a non gettare cicche nella sabbia?
Stiamo parlando, tanto per capirci, di un’entrata per la casse pubbliche, quelle dove i soldi sono sempre pochi e anche per questo le tasse sono sempre altissime, che dovrebbe valere come una miniera d’oro e invece è l’equivalente di una mancia collettiva. Pensate: nel 2016 sono stati incassati in tutto 103,2 milioni di euro per concessioni demaniali delle spiagge, in pratica affitti a favore dello Stato, pari a una cifra media di 6.106 euro a chilometro quadrato. Sì, chilometri e non metri, come dovrebbe avvenire secondo diversi esperti.
CONCESSIONI SPIAGGE DEMANIALI
La truffa ai danni di cittadini, mi assumo la responsabilità del peso di questa parola, si riconosce anche da un altro dato. I canoni di concessione di tutte le spiagge italiane rappresentano appena il 2 per cento del fatturato di tutti gli stabilimenti balneari del Paese. Praticamente le stiamo regalando queste spiagge a persone che, legittimamente, fanno la loro attività turistica, ricreativa e di ristorazione. Fanno soldi e affari, insomma. Mentre lo Stato li spreca e li getta dalla finestra.
REGOLE CONCESSIONI DELLE SPIAGGE
Se poi dai numeri ci trasferiamo nel mondo reale, delle storie con persone in carne ed ossa, lo scandalo è ancora più evidente. In tutte le regioni italiane, nessuna esclusa, anche se la forchetta dello spreco è molto ampia. A Stromboli, per esempio, per le spiagge più belle del mondo i concessionari pagano la stratosferica cifra di 100 euro al mese. Il conto di un paio di persone al ristorante di uno di questi stabilimenti e\o chioschi. E la regione Sicilia, sempre generosa quando si tratta di sprecare soldi pubblici, porta a casa, complessivamente, dalle concessioni demaniali delle sue meravigliose spiagge, disseminate in tutta l’isola, la bellezza di 81mila euro l’anno, a fronte, giusto per restare nel Sud, dei 452mila euro incassati dalla Basilicata, dove certo le spiagge non sono inferiori né di numero né per la bellezza.
Andiamo avanti? Concessioni a prezzi stracciati si registrano a Capri, Positano, Ischia (Campania), ma anche in Versilia (Toscana), nella riviera ligure (Liguria) e nelle spiagge super esclusive della Maremma (ancora Toscana). Di fatto, ovunque. Di fronte al regalo-spreco concesso alla potente lobby (che controlla tanti voti sul territorio) dei gestori delle spiagge, il consumatore-cittadino è beffato due volte. La prima, in quanto con gli incassi che non arrivano, lo Stato è costretto o ad aumentare le tasse oppure a diminuire i servizi (scuole, ospedali, pensioni). La seconda volta, quando paga il conto della sua giornata sulla spiaggia, dove un semplice lettino non costa meno di 10-15 euro e può arrivare fino a 40-50 euro al giorno. In più c’è tutto il resto ad arrotondare il conto di una giornata in spiaggia, magari con famiglia al seguito.
PER APPROFONDIRE: Quando il souvenir è un reato contro l’ambiente, i furti di sabbia in Sardegna
RIORDINO CONCESSIONI DEMANIALI DELLE SPIAGGE
Stranamente, in Parlamento più di un deputato e di un senatore si sono accorti di questa vergognosa regalia ai “signori delle spiagge” e hanno avuto lo straordinario coraggio (magari sono eletti in qualche zona delle Dolomiti…) dichiedere una revisione dei prezzi, fermi al lontano 1989, e perfino una maggiore trasparenza nel denunciarli. Il parlamentare Andrea Mazziotti, per esempio, ha chiesto di prevedere l’obbligo, per ciascuno stabilimento, di esporre con un cartello il valore del canone pagato allo Stato. Buona idea, ma respinta nel silenzio tombale del nostro Parlamento, anche perché se fosse applicata, diversi gestori degli stabilimenti dovrebbero chiudere per la protesta rabbiosa dei ***. Piuttosto il Parlamento dovrebbe approvare, in tempi rapidi e senza fare trascorrere un’altra stagione estiva con questo scandalo ancora in piedi, una semplice leggina (pochi ed essenziali articoli) che preveda un banale adeguamento dei canoni di locazione. Sarebbe una rivoluzione e la fine di una vergogna, ma in Italia la prima cosa ci piace solo annunciarla, mentre a proposito della seconda, è noto che spesso non abbiamo alcun ritegno.
Ma se le cose stanno cos' allora in questo caso ha ragione l'Europa e la posizione dell'Italia è indifendibile
41 minuti fa, etrusco1900 ha scritto:Ma se le cose stanno cos' allora in questo caso ha ragione l'Europa e la posizione dell'Italia è indifendibile
La posizione indifendibile è di completo predominio dei governi precedenti.
Se il mezzoscemo pisano, pubblica il suo sermone senza leggerlo, non capisce neanche l’autogol che si infligge.
una semplice leggina (pochi ed essenziali articoli) che preveda un banale adeguamento dei canoni di locazione. Sarebbe una rivoluzione e la fine di una vergogna.....
Una vergogna fatta dall’alternanza trentennale di dx e sx senza aver mai considerato l’aspetto del demanio di stato.
BrS
Buon rosicamento Somari
15 minuti fa, shinycage ha scritto:La posizione indifendibile è di completo predominio dei governi precedenti.
Se il mezzoscemo pisano, pubblica il suo sermone senza leggerlo, non capisce neanche l’autogol che si infligge.
una semplice leggina (pochi ed essenziali articoli) che preveda un banale adeguamento dei canoni di locazione. Sarebbe una rivoluzione e la fine di una vergogna.....
Una vergogna fatta dall’alternanza trentennale di dx e sx senza aver mai considerato l’aspetto del demanio di stato.
BrS
Buon rosicamento Somari
Che Shinycaghetta e’ cecato lo sappiamo. Che sia cecato anche nel cervello lo abbiamo visto in tutti questi anni . Ha difficoltà quando si tratta di passare dalle parole ai fatti concreti . E quindi , l’ebe te cecato , parla di autogol quando a farne uno al giorno ( quando va bene , nda) , e’ l’idio ta marchigiano ...
Il governo M5S/Lega salva gli stabilimenti balneari. 15 anni di proroga per le concessioni La *** di Capodanno ha già dei vincitori, i balneari. Senza aspettare l’estrazione si sono trovati 15 anni di proroga delle loro concessioni. Lo hanno annunciato con una nota congiunta i capigruppo della Lega di Camera e Senato: le concessioni balneari escono dalla Bolkestein grazie all’impegno della Lega, scrive Antonino Pane su Il Mattino di Napoli . Diamo così una risposta importante che offre un po’ di certezza alla categoria. Dopo mesi e mesi di preoccupazioni, dunque, i gestori degli stabilimenti balneari possono guardare al futuro con maggiore serenità. «Era una mia priorità su cui ho messo la faccia e mi sono battuto – dice il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio -. Oggi posso finalmente dire che per il mondo balneare siamo riusciti a muovere qualcosa ed a portare a casa la prima vittoria perché per i prossimi 15 anni il comparto è escluso dalla direttiva Bolkestein».
Diamo una speranza al povero Mezzoscemo pisano.
Il pisano non farà certo fatica a trovare in rete spiegazioni sulla direttiva Bolkestein.
Dopo aver trangugiato il paninazzo, torni liberamente a esporre le sue controdeduzioni.
BrM
Buon rosicamento Mezzoscemo
51 minuti fa, shinycage ha scritto:Diamo una speranza al povero Mezzoscemo pisano.
Il pisano non farà certo fatica a trovare in rete spiegazioni sulla direttiva Bolkestein.
Dopo aver trangugiato il paninazzo, torni liberamente a esporre le sue controdeduzioni.
BrM
Buon rosicamento Mezzoscemo
Sienti a me , ebe te cecato . Io cosa e’ la Bolkestein e cosa ne penso , lo so benissimo . Chi dimostra di non saperlo sono i tuoi sfanculati rappresentanti . Chiaro , idio ta ?? Ahahahaha “Come la pensa il Movimento 5 Stelle sulle concessioni balneari? Tra frasi generiche e impegni ambigui, ecco tutte le posizioni espresse dagli esponenti del partito negli ultimi cinque anni.” Autore: A Fonte: MondoBalneare.com
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E’ molto semplice : perché nei paesi che hai evidenziato non esiste l’dea di stabilimento balneare così come esiste in Italia. Anzi , non ce ne sono proprio di analoghi. Comunque leggi questo articolo e il tutto apparirà più semplice
Le spiagge. d’oro regalate alla lobby del mare. Affitti ridicoli allo Stato, e la nuova legge non passa
Nell’ultimo anno lo Stato ha incassato da questa voce appena 103 milioni di euro. Nulla. In Sicilia gli stabilimenti pagano 100 euro al mese, e canoni da mance ci sono anche in Toscana, in Liguria, in Campania. Praticamente ovunque.
CONCESSIONI DEMANIALI DELLE SPIAGGE
Finora la potente lobby del mare ha sempre vinto. E ci ritroviamo con circa 30mila concessioni di stabilimenti balneari (che si trovano su suoli demaniali) date a prezzi stracciati, con un enorme spreco di denaro pubblico. Eppure sarebbe un ottimo rubinetto dal quale partire per recuperare soldi che servono a realizzare i vari obiettivi del governo.L’ultima legislatura si è conclusa con un ennesimo nulla di fatto: la legge di riordino del settore è stata congelata in commissione, e poi è arrivato lo scioglimento delle Camere. E il buco nelle casse pubbliche resta.
LEGGI ANCHE: Spiagge inquinate dai mozziconi di sigarette, siete pronti a non gettare cicche nella sabbia?
Stiamo parlando, tanto per capirci, di un’entrata per la casse pubbliche, quelle dove i soldi sono sempre pochi e anche per questo le tasse sono sempre altissime, che dovrebbe valere come una miniera d’oro e invece è l’equivalente di una mancia collettiva. Pensate: nel 2016 sono stati incassati in tutto 103,2 milioni di euro per concessioni demaniali delle spiagge, in pratica affitti a favore dello Stato, pari a una cifra media di 6.106 euro a chilometro quadrato. Sì, chilometri e non metri, come dovrebbe avvenire secondo diversi esperti.
CONCESSIONI SPIAGGE DEMANIALI
La truffa ai danni di cittadini, mi assumo la responsabilità del peso di questa parola, si riconosce anche da un altro dato. I canoni di concessione di tutte le spiagge italiane rappresentano appena il 2 per cento del fatturato di tutti gli stabilimenti balneari del Paese. Praticamente le stiamo regalando queste spiagge a persone che, legittimamente, fanno la loro attività turistica, ricreativa e di ristorazione. Fanno soldi e affari, insomma. Mentre lo Stato li spreca e li getta dalla finestra.
REGOLE CONCESSIONI DELLE SPIAGGE
Se poi dai numeri ci trasferiamo nel mondo reale, delle storie con persone in carne ed ossa, lo scandalo è ancora più evidente. In tutte le regioni italiane, nessuna esclusa, anche se la forchetta dello spreco è molto ampia. A Stromboli, per esempio, per le spiagge più belle del mondo i concessionari pagano la stratosferica cifra di 100 euro al mese. Il conto di un paio di persone al ristorante di uno di questi stabilimenti e\o chioschi. E la regione Sicilia, sempre generosa quando si tratta di sprecare soldi pubblici, porta a casa, complessivamente, dalle concessioni demaniali delle sue meravigliose spiagge, disseminate in tutta l’isola, la bellezza di 81mila euro l’anno, a fronte, giusto per restare nel Sud, dei 452mila euro incassati dalla Basilicata, dove certo le spiagge non sono inferiori né di numero né per la bellezza.
Andiamo avanti? Concessioni a prezzi stracciati si registrano a Capri, Positano, Ischia (Campania), ma anche in Versilia (Toscana), nella riviera ligure (Liguria) e nelle spiagge super esclusive della Maremma (ancora Toscana). Di fatto, ovunque. Di fronte al regalo-spreco concesso alla potente lobby (che controlla tanti voti sul territorio) dei gestori delle spiagge, il consumatore-cittadino è beffato due volte. La prima, in quanto con gli incassi che non arrivano, lo Stato è costretto o ad aumentare le tasse oppure a diminuire i servizi (scuole, ospedali, pensioni). La seconda volta, quando paga il conto della sua giornata sulla spiaggia, dove un semplice lettino non costa meno di 10-15 euro e può arrivare fino a 40-50 euro al giorno. In più c’è tutto il resto ad arrotondare il conto di una giornata in spiaggia, magari con famiglia al seguito.
PER APPROFONDIRE: Quando il souvenir è un reato contro l’ambiente, i furti di sabbia in Sardegna
RIORDINO CONCESSIONI DEMANIALI DELLE SPIAGGE
Stranamente, in Parlamento più di un deputato e di un senatore si sono accorti di questa vergognosa regalia ai “signori delle spiagge” e hanno avuto lo straordinario coraggio (magari sono eletti in qualche zona delle Dolomiti…) dichiedere una revisione dei prezzi, fermi al lontano 1989, e perfino una maggiore trasparenza nel denunciarli. Il parlamentare Andrea Mazziotti, per esempio, ha chiesto di prevedere l’obbligo, per ciascuno stabilimento, di esporre con un cartello il valore del canone pagato allo Stato. Buona idea, ma respinta nel silenzio tombale del nostro Parlamento, anche perché se fosse applicata, diversi gestori degli stabilimenti dovrebbero chiudere per la protesta rabbiosa dei ***. Piuttosto il Parlamento dovrebbe approvare, in tempi rapidi e senza fare trascorrere un’altra stagione estiva con questo scandalo ancora in piedi, una semplice leggina (pochi ed essenziali articoli) che preveda un banale adeguamento dei canoni di locazione. Sarebbe una rivoluzione e la fine di una vergogna, ma in Italia la prima cosa ci piace solo annunciarla, mentre a proposito della seconda, è noto che spesso non abbiamo alcun ritegno.
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