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Non perde un occasione per alimentare odio e razzismo da fascista qual'è, sfrutta notizie che dovrebbero solo unire nel cordoglio. Ma così è sono beceri individui senza coscienza UMANA hanno usato Genova , usano dei poveracci che affrontano la morte pur di uscire da situazioni insostenibili e rendendo così ancor più insostenibile la loro vita lasciandoli senza aver alcun pensiero o rimorso a morire in mare e oggi ma non ultimo sfruttano l'incidente in quella discoteca... ma chi è che ha sdoganato l'uso del peperoncino e che sdoganerà l'uso delle armi se non questa destra becera e inumana ! Perché questo è anche il governo giallo verde che si è etichettato da solo con la legge sulla sicurezza.
PERCHÉ CI SIAMO DIMENTICATI CHE CHI OGGI FA IL PATRIOTA IERI SPUTAVA SUL TRICOLORE?
Qui entra in gioco Salvini, con tutta la sua arguzia da mistificatore. La sua ragion d’essere politica, negli ultimi anni è stata quello di far credere che lui non c’entrasse nulla con quel losco passato, che fosse uscito con lo smoking bianco dal fango e dalla congrega dei suoi compari abbonati alle accuse di vilipendio. Creare una distinzione tra “lui” e “gli altri”, tra colui che nelle interviste si è sempre premurato di nominare Catanzaro, Foggia o Avellino – parole che suonavano straniere nella sua bocca – e quelli che invece quelle città le avrebbero volentieri annesse all’Africa.
Avendo individuato un pertugio nell’elettorato di centrodestra, ovvero lo spazio lasciato scoperto dal declino di Berlusconi e dall’inconsistenza dei partiti neofascisti, ci si è tuffato attingendo da quei temi che non gli erano mai appartenuti, a partire da un concetto di Patria vagamente mussoliniano su cui basare la sua nuova propaganda. Eppure, Matteo Salvini non è diverso dagli “altri”, dai figli di Pontida che hanno fatto dell’oltraggio alla nazione il loro vanto. La sua storia parla da sé.
Nel 2011 Salvini, ai microfoni della “Zanzara” di Radio24, dichiarò: “Il tricolore non mi rappresenta, non la sento come la mia bandiera. Il tricolore è solo la nazionale di calcio, per cui io non tifo”. Ma già nel 2015 indossava, con tronfia teatralità, il tricolore in tv, e diventare un tifoso della nazionale, almeno a parole e più per convenienza elettorale che per una conversione fuori tempo massimo.
Questo apparente bipolarismo non è altro che un’occasione politica, una furbizia da annoverarsi tra i contorsionismi in bilico tra un ideale e il suo opposto. Perché secessionismo e nazionalismo sono evidentemente due contrari, incompatibili per definizione e per natura. ....
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SCIACALLI GIALLO VERDI
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Inviata
Si lamentano se vengono descritti come beceri razzisti, ma è essere buoni a definirli solo così...
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