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CONTINUA A PRENDERSI MERITI NON SUOI E ANCHE A FARE ANNUNCI NON CERTO ISTITUZIONALI...
Iniziata da
pm610,
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Inviata
Ma la giornata, per il ministro dell'Interno, non è proseguita altrettanto bene. La reazione di Spataro non si è fatta attendere, ed è arrivata sotto forma di un duro comunicato stampa: "All’inizio della mattinata odierna - scrive il procuratore - il Ministro dell’Interno ha diffuso un tweet in cui, facendo seguito ad altro precedente, afferma: '..non solo, anche a Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia', facendo seguire riferimenti ad arresti avvenuti altrove". Spataro non fornisce ulteriori elementi sull’indagine in corso: si tratta, secondo indiscrezioni, di un’inchiesta su traffico di prostituzione e spaccio di droga che arriva a distanza di anni da una precedente prima tranche sulla mafia nigeriana e in particolare sul gruppo criminale degli “Eiye”, che si era conclusa con 21 condanne fino a dieci anni di carcere.
"In relazione ai soli fatti di Torino - prosegue Spataro - il Procuratore della Repubblica osserva che, al di là delle modalità di diffusione, la notizia in questione: è intervenuta mentre l’operazione era (ed è) ancora in corso con conseguenti rischi di danni al buon esito della stessa; la polizia giudiziaria non ha fermato “15 mafiosi nigeriani”, ma sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa, su richiesta della Dda di questo Ufficio, dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Torino. Il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione dell’art. 416 bis c.p.; coloro nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15 e le ricerche di coloro che non sono stati arrestati è ancora in corso".
La diffusione della notizia, aggunge Spataro, "contraddice prassi e direttive vigenti nel Circondario di Torino secondo cui gli organi di polizia giudiziaria che vi operano concordano contenuti, modalità e tempi della diffusione della notizie di interesse pubblico, allo scopo di fornire *** ispirate a criteri di sobrietà e di rispetto dei diritti e delle garanzie spettanti agli indagati per qualsiasi reato. Ci si augura che, per il futuro, il Ministro dell’Interno eviti comunicazioni simili a quella sopra richiamata o voglia quanto meno informarsi sulla relativa tempistica al fine di evitare rischi di danni alle indagini in corso, così rispettando le prerogative dei titolari dell’azione penale in ordine alla diffusione delle relative notizie. Allo stato non si ritiene di poter fornire altre *** sulle indagini in corso".
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