Insulti terribili alla volontaria rapita in Kenia
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anniblu,
6 messaggi in questa discussione
Gli esseri inutili che regalano insulti a persone come queste sono lo scarto degli umani....se avessero rapito un uomo al più non direbbero nulla, se avessero rapito un prete o una suora si scaglierebbero verso quei "selvaggi" che osano contrastare chi gli vuol far del bene, se rapiscono una donna, in qualsiasi parte, i più insultano la donna perchè era li...
nn é un fatto d'insulti o meno, ognuno usa l'educazione ke ha voluto imparare. gente bisognosa d'aiuto ne abbiamo pure in ItaGlia e sta in ospedali: geriatrici ed infantili, ospizi, anziani soli e motoriamente in difficoltà o bisognosi di una parola di conforto e, xké no, canili; alcune di queste persone credono ke far volontariano in africa sia far meglio la carità; io nn li apprezzo + di quanto apprezzi ki si rende utile in casa propria. un giustificato fastidio nasce quando tutti gli itaGliani son obbligati concorrere al pagam del riscatto quando questi volontari vengono rapiti così andando a finanziare delinquenti o magari terroristi poiké lo scopo dei rapimenti é tutto lì.
Una ragazza giovane che ha il coraggio di lasciare tutto per fare del bene è solo da ammirare!!!
Sono convinta che per andare in Kenya, si debba sentire dentro una specie di missione..
quindi lei ha fatto una scelta consapevole e non è un oca..
purtroppo a quell'età non si ha paura di niente...
e ora ,chi la salverà?
Ringraziamo queste persone che mettono in gioco la propria vita per fare del bene a chi ne ha la necessità. Pertanto rispettiamoli e non insultiamoli!!!
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Inviata
Vorrei precisare che andare in Kenya, da fonti ufficiali http://www.viaggiaresicuri.it/paesi/dettaglio/kenya.html, non risulta assolutamente cosa sicura al 100%, soprattutto in certe zone ed aree. Essendo cosa nota, sarebbe opportuno valutare, se una ragazza di 23 anni deve effettuare "necessariamente" questo viaggio. Più complicata è la questione morale. Non è nella storia il primo caso di giovani che per "scopi umanitari" si mettono in difficoltà. Vorrei però tracciare una linea di demarcazione fra organizzazioni del tipo "Medici Senza Frontiere" ed altre attività. Non tutti siamo "qualificati" per "aiutare" e l'improvvisazione o la "semi-professionalità" è uno dei mali del nostro tempo. Quindi la percezione, forse errata, che si ha da questa vicenda, come da altre simili, è che alcune organizzazioni umanitarie e/o alcuni cittadini privati (anche se non certo sprovveduti!) si comportino comunque un po' troppo da dilettanti, rischiando la vita di altri e la propria, per "aiuti" non professionali e tantomeno "indispensabili". Lode alle ottime intenzioni della volontaria Silvia Romano e all'organizzazione http://www.africamilele.org/ a cui credo appartenga, aiutare i bambini è cosa nobilissima, ma ... la prudenza viste le *** disponibili, forse doveva essere maggiore.
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