GOVERNANO CON TWEET E BUFALE ECCO IL CAMBIAMENTO

Certo  il  borioso  , il  bugiardo era   quello  di Rignano  ma  questi lo  battono e  di  gran  lunga...e ciliegina   sono molto arruffapopolo

ANTIBUFALA

Stavolta smascheriamo una bufala che non viene da profili falsi o poco noti, ma dai profili super verificati dei due vice premier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Ormai sono diventati la riedizione de il Gatto e la Volpe, i due banditi che nel racconto di Collodi si arricchiscono approfittando dell’ingenuità di Pinocchio, che pensa esistano soluzioni facili a problemi complessi.
E allora proviamo a non essere ingenui e esaminiamo quel che ci hanno detto:

1) “I migranti della Diciotti sono tutti illegali”
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Posto che non è semplice tradurre dal salvinese all’italiano, se per “illegali” si intende che non hanno diritto d’asilo, questa è una colossale bugia perché sulla Diciotti c’erano migranti eritrei. E gli eritrei hanno diritto d’asilo.

2) “I migranti della Diciotti non resteranno in Italia”. 
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I due terzi dei 150 migranti saranno accolti da una struttura della CEI. Cosa è la CEI? È la Conferenza Episcopale ITALIANA. Sono cioè i vescovi italiani. Quindi naturalmente i migranti resteranno in Italia. In particolare a Rocca di Papa, poco a sud di Roma.

3) “sarà la Chiesa a pagare per l’accoglienza dei migranti”
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I migranti saranno accolti in un CAS a Rocca di Papa, gestito da una cooperativa legata alla Chiesa. Si tratta di un centro accoglienza straordinaria (CAS, appunto) che già ospita 200 migranti. A “pagare” sarà il sistema accoglienza, si useranno cioè sempre gli stessi fondi, che sono come sempre fondi europei, che non potrebbero in ogni caso essere spesi in altro modo.

Insomma: i richiedenti asilo resteranno in Italia a spese dell’Europa (e dell’Italia quindi). 
Dopo 8 giorni di show sulla pelle dei disperati avviene quello che sarebbe avvenuto facendoli sbarcare normalmente.
E il Gatto e la Volpe vi hanno mentito su tutto.
Su tutto.

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2 messaggi in questa discussione

In una esilarante intervista a Il Fatto Quotidiano, il vice-presidente del Consiglio Luigi Di Maio annuncia che nella prossima legge di bilancio il governo sforerà il tetto del 3% per fare investimenti pubblici. Alla domanda del giornalista in cui si chiedono dettagli, risponde che gli “investimenti pubblici” sono flat tax, reddito di cittadinanza e addio alla legge Fornero.

Queste tre misure - come noto anche ad un bambino - non sono investimenti pubblici, ma spesa corrente (o mancate entrate correnti).

Ma il punto è un altro. Dal 2014 ad oggi - sotto i governi Renzi e Gentiloni - il nostro enorme debito pubblico è rimasto costante in rapporto al Pil (131,8% nel 2014, stessa cifra nel 2017). Al contrario di quanto dicono gli webeti, che da anni citano l’aumento assoluto del debito, che aumenta sempre per definizione finché c’è anche solo un euro di deficit.

L’evoluzione del rapporto debito/Pil è dato da una formula matematica, con la quale notoriamente non si discute. E questa formula ci dice che se l’Italia sforerà il 3% del rapporto deficit/Pil, il nostro debito riprenderà a crescere, e di brutto.

E le esperienze internazionali ci dicono che a provocare le crisi non è quasi mai il livello del debito (pubblico o estero), quanto la sua dinamica: se aumenta - tanto più se parte da un livello molto alto - in brevissimo tempo possono essere serissimi guai per tutti.

Luigi Di Maio - e quegli ignoranti come lui - si stanno per cacciare in guaio molto grosso, di cui non sono neanche in grado di comprendere la natura e la profondità. Ma quel che è peggio è che, in quel guaio, stanno per cacciare tutti noi: le famiglie italiane, le imprese, i disoccupati, i poveri.

Fermatevi finché siete in tempo.

Ps. Agli webeti che sotto commenteranno dubitando che la misura corretta sia il rapporto debito/Pil (e non il debito in valore assoluto), rispondo con un esempio. Cial e Trone sono due amici. Cial ha un debito di 100 euro, e Trone di 1.000. Cial quindi prende in giro Trone, perché ha un debito (in valore assoluto) più alto del suo. Ma Cial guadagna 500 euro al mese (=è indebitato per il 20% del suo reddito) , e Trone 10.000 (=solo per il 10%). Quindi ad essere più inguaiato, in realtà, è Cial. Ecco perché si guarda al rapporto debito/reddito, e mai al debito in valore assoluto

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Non  ditelo a  direinreto

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