diceva il signor caruso il 26 ott. 2006

Historia se repetit

Pur essendomi ripromesso di non farlo più, a forza di leggere sul forum le ardite "soluzioni finali" poste dai nostri cispadani al problema dell'immigrazione devo tornare sull'argomento, purtroppo con alcune citazioni storiche che spero non disturberanno i nostrani orfani della battaglia di Legnano.

Perchè ancora una volta si dimentica ciò che Giovanbattista Vico affermava già tre secoli fa: l'uomo riesce a raggiungere i propri fini e realizzare le proprie idee, ma l'effetto delle sue azioni va sempre oltre i suoi propositi realizzando quelli e qualcosa di più che non è alcunché di nuovo, ma la ripetizione di realtà storiche già prodotte in passato.

Ogni volta che una cultura ha cercato di arginare con strumenti di difesa attiva i propri confini, ogni volta che ha eretto mura, scavato fossati e proclamato editti che sancissero la purezza della razza, ogni volta insomma che si è cercato di fermare il mare con un cucchiaino si è andati fatalmente incontro ad un fallimento.

Il vallo di Adriano, che correva lungo centinaia di chilometri al confine nord dell'impero romano, non mi sembra abbia impedito le invasioni delle popolazioni nordiche (non li chiamo barbari per non offendere i neocelti) e la dissoluzione dell'impero stesso; la grande muraglia eretta dalla dinastia Qin non  ha certo impedito che il celeste impero fosse colonizzato dai mongoli, nè l'esercito di terracotta dell'imperatore Qin Shi Huang ha impedito che la sua tomba fosse saccheggiata dagli stessi "barbari".

Le ferree regole razziali bizantine non portarono che all'indebolimento e al successivo annientamento della loro popolazione, culminate con la caduta di Costantinopoli ad opera dei "terribili" saraceni (che allora erano di gran lunga più civili dei crociati cristiani); nè miglior sorte, in era recente, mi sembra sia toccata ai deliri hitleriani (oggi la società più multietnica dell'europa continentale, al pari della Francia) e alla normativa Smuts in Sudafrica (generalmente note come apartheid). E' solo questione di tempo, prima o poi la società si riallinea ai nuovi assetti diventando qualcos'altro, sintetizzando il nuovo con il vecchio con l'emersione di una diversa forma di civiltà....noi stessi siamo al tempo stesso meticci, con tutte le stratificazioni che si sono succedute da Romolo Augustolo in poi: un po' longobardi, un po' arabi e un po' normanni, un po' spagnoli e un po' tedeschi...

Quando la storia preme, quando i divari economici e sociali diventano eccessivi e - soprattutto - percepibili da chi sta sotto in maniera intollerabile, quando ciò che si ha da perdere non è nient'altro che le proprie catene (mi scuserete la citazione vetero-com...) QUALUNQUE ostacolo, QUALUNQUE legge, QUALUNQUE pistola diventa inutile.

La Bossi-Fini, al di là delle considerazioni culturali, sociali e politiche di razzismo, è semplicemente INUTILE, l'unico risultato è riempire le galere di "colpevoli di povertà" facendo scoppiare le nostre fatiscenti strutture di reclusione.

Può piacere o non piacere, ma la guerra all'emigrazione ricorda tanto la carica contro i mulini a vento di cervantesca memoria....

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