LAZZI E LEZZI

TRE PALLE, UN SOLDO

Chiacchiere e distintivo: da questo governo non esce altro. Montagne di parole per non dire nulla o per fare danni, anche gravi. La rivolta degli industriali veneti, che se la prendono anche con Salvini.

di GIUSEPPE TURANI | 25/07/2018

 

Confesso di aver guardato, ieri sera, per due-tre minuti, l’intervista al ministro per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi. Poi ho prima tolto l’audio e infine cambiato decisamente canale. Meglio Netflix. E questo per un paio di motivi.

1- E’ abbastanza evidente che la signora Lezzi nulla sa e nulla può. Quindi perché insistere?

2- E’ altrettanto evidente che, non sapendo nulla, procede come un treno a alta velocità a dire cose senza alcun senso comune, come assumere l’impegno di distribuire comunque un reddito di cittadinanza (ma con quali denari, signora mia? Quelli che stamperà Borghi Aquilini di notte?) e come affermare che il gasdotto pugliese è cancerogeno.

In realtà, la Lezzi sa benissimo che probabilmente tanto la Tap quanto la Tav non potranno essere fermate, come mille altre cose, allora imbonisce cose senza senso per guadagnare tempo. Da lontano le fa eco il suo boss, Giggetto o’ bibitaro, il quale ribadisce che bisogna sentire le comunità interessate. Ovviamente anche Di Maio, mena il can per l’aia: Tap e Tav sono progetti di portata continentale: quale comunità si deve pronunciare? Quella di un comunello pugliese? Siamo sicuri che questa gente abbia tutti i neuroni al posto giusto? Se in passato in Europa avessimo seguito questi stessi criteri probabilmente si andrebbe ancora da Roma a Parigi in carrozza o forse a piedi attraverso campi incolti. L’Europa è quello che è (tutto sommato uno dei posti migliori al mondo, dove si viene curati e assistiti) perché dei nostri antenati, saggi, hanno allegramente violentato la natura, scavando gallerie, sistemando binari, gasdotti e elettrodotti.

La civiltà moderna, spiace per la Lezzi, Grillo, Di Maio e compagnia cantando, è fatta di ferro e di cemento. Se non se ne sono accorti, escano di casa e si guardino intorno. Anche la loro  civiltà del clic non sarebbe possibile senza un Enel da qualche parte che porta silenziosamente l’energia elettrica e la fibra Internet a casa loro.

E, già che siamo in argomento, a civiltà moderna è fatta anche di banche (qualunque cosa dicano i populisti moderni): senza le banche nulla di quello che Grillo e la Lezzi vedono dalle finestre di casa propria potrebbe esistere. Siamo una civiltà costruita sull’indebitamento. Ripeto: basta che si affaccino alla finestra per capirlo. Non serve nemmeno studiare, leggere, basta guardare dritto in avanti. Oppure basta andare in cucina e accendere il gas: da dove arriva? Lo manda lo spirito santo, Grillo? Passerà mica attraverso un gasdotto? Vergogna, come si sono permessi? Via tutto e si torni ai bracieri, si taglino boschi e si dia fuoco alle fiamme. Dei dementi, via.

Dotati però di potenti poteri distruttivi. Di Maio minaccia di mettere la fiducia al suo decreto dignità, un provvedimento di nessuna urgenza e di cui il paese si pentirà per decenni (sempre che passi). Già stanno fioccando i primi licenziamenti in vista della normativa che Giggino vuole a tutti i costi introdurre. Ieri 600 industriali veneti (che sono le nostre truppe d’assalto, riescono a vendere serramenti anche in Mongolia) gli hanno dato del *** e del rovina-aziende. Ma lui tira dritto. Mai visto un’ideologia (per di più sgangherata, anti-industriale) fare più danni. Persino il comunismo staliniano almeno faceva le acciaierie.

Se la sono presa anche con l’invasato Salvini: per un barcone in meno ti stai svendendo l’Italia.

Questi vorrebbero radere al suolo tutto per tornare a un’epoca bucolica e di pace. Non avendo mai letto niente, ignorano che la civiltà contadina era povera, violenta, si moriva giovani, aveva pochissima morale. Per fortuna ce ne siamo liberati, e adesso abbiamo il welfare (bene o male) e qualcuno gira addirittura in Mercedes. Persino un tot di grillini stanno al parlamento, a dodici mila euro al mese, perché il paese è ricco e se lo può permettere. Altrimenti, nella civiltà che sognano, quella della decrescita verso il mondo silvo-pastorale, sarebbero a fare gli stregoni nelle campagne salentine e a vendere pozioni magiche contro il mal d’amore. Barbara Lezzi forse gestirebbe nelle fiere di paese un baraccone “tre palle un soldo”.

Quelli di questo governo, insomma, sono come dischi registrati cento anni fa, che ancora suonano. La loro incapacità di fare i conti con la realtà è impressionante. Usano disinvoltamente (fin troppo) iPhone e iPad, ma non riescono a capire che nel mondo che sognano sarebbero ancora lì a fare segnali di fumo.

Il loro (e nostro) schianto è inevitabile. I soldi non ci sono e loro sono pazzi. Il famoso contratto su cui è nato questo governo vale qualcosa nella misura in cui verrà stracciato e gettato via. Buono nemmeno per scaldare un bicchiere di cognac nelle fredde sere d’inverno.

Residua testimonianza di un momento di follia collettiva, indotta dal meno divertente dei nostri comici, gran collettore di rancori e di invidie.

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4 messaggi in questa discussione

questa  è  ministro  per  meritocrazia   per  fortuna  senza  portafoglio...

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Si sono fatti eleggere promettendo reddito di cittadinanza, Flat Tax e abolizione delle accise. Per ora discutono solo di nomine Rai, Cdp, Ferrovie e aziende pubbliche. Dei cittadini nemmeno l’ombra. Il fascino delle #poltrone.

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