Nuova uscita di Calandrino Travaglio ...!!

Chi l’ha detto che il Fatto è il giornale delle Procure, l’organo della legalità, l’araldo della giustizia, l’orifiamma della magistratura combattente che argina con coraggio e abnegazione gli intollerabili abusi del Potere? Chi l’ha detto che Marco Travaglio, l’indomito direttore, è un becero giustizialista, un portavoce dei Pm, un passacarte dei tribunali?

Per il nostro giustiziere di bronzo i giudici sono eroi soltanto quando inquisiscono i suoi avversari politici, supereroi quando non hanno neanche uno straccio di prova, divinità olimpiche quando sputtanano senza motivo la vita privata degli innocenti che non gli garbano. Se invece qualche magistrato s’azzarda a dar fastidio alla Casaleggio Associati srl, mette in dubbio la sacra ho-ne-stà dei grillini, e insomma si permette di sollevare un dubbio sugli amichetti di Travaglio, la musica cambia bruscamente.

Oggi nel mirino del giustiziere di bronzo c’è il buon Raffaele Cantone e la sua Autorità anticorruzione. La colpa, gravissima, è quella di aver “denunciato la Raggi alla Procura di Roma per un conflitto d’interessi non suo, ma dei fratelli Marra”, dimenticandosi invece di fare altrettanto con quel noto delinquente di Beppe Sala, “che si faceva progettare una villa in Liguria da architetti impegnati con vari incarichi all’Expo”. Le due vicende naturalmente non hanno nulla in comune, ma per Travaglio non ci possono essere dubbi: l’inchiesta sulla sua amichetta al Campidoglio è un gomblotto dei giudici, la mancata inchiesta su Sala è invece la prova della sua colpevolezza.

All’ottimo Cantone il nostro giustiziere di bronzo rimprovera addirittura di “aver rilasciato interviste a tutti i quotidiani per difendere ed elogiare Sala appena indagato a Milano per falso ideologico e materiale”. E in che costa consisterebbe il vergognoso “elogio” del sindaco-delinquente? Semplice: Cantone si è permesso di dire che “l’iscrizione nel registro degli indagati appare come un atto dovuto e non contiene tecnicamente nessuna valutazione di responsabilità”. Così prevedono e stabiliscono il codice penale, lo Stato di diritto e il buon senso: essere indagati non significa essere colpevoli. Ma il Codice Travaglio stabilisce in altro modo: l’avviso di garanzia equivale alla condanna in Cassazione.
A meno che, naturalmente, non si tratti di Virginia Raggi o di qualche altro grillino amico di Travaglio: in quel caso, l’inchiesta è una manovra dei poteri forti, un complotto, una scia chimica.

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2 messaggi in questa discussione

complotto dei giudici mi ha sempre fatto ridere...

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Buongiorno, Mark. Ormai non mi sorprendo più nel leggere le tue deduzioni, ancora una volta del tutto arbitrarie e campate in aria, sugli scritti di Travaglio. Ho sotto mano l'editoriale di ieri del FQ, in nessun passaggio si rileva una pur flebile traccia di atteggiamento di "condanna" preventiva nei confronti di Sala. Travaglio ha semplicemente stigmatizzato il plateale doppiopesismo, in primis dei media ma anche dell'ANAC, nei riguardi di alcune vicende giudiziarie in corso. Da un lato la gogna mediatica quotidiana per la Raggi, per faccenduole che, se avvenissero in altri Comuni, sarebbero relegate al massimo in quattro righe di cronaca locale (ma Travaglio parla di indagine "doverosa") , dall'altro lato il silenzio pressoché tombale dei giornaloni e dei tg su faccende "un poco" più rilevanti come lo scandalo Consip (appalto da 2,7 miliardi) che vede indagati, tra gli altri, un ministro e il comandante dell'Arma dei Carabinieri. Da un lato Cantone che denuncia la Raggi alla procura di Roma per un conflitto d'interessi non suo ma dei fratelli Marra, dall'altro lo stesso Cantone che non denuncia Sala alla procura di Milano per conflitti di interessi a dir poco più rilevanti e scandalosi. Anzi Cantone difende ed elogia il sindaco di Milano, come nei virgolettati riportati da Travaglio, un giornalista che non vive di fantasie, di illazioni e di calunnie, ma di fatti. Ancora una volta constato, con tristezza, che tendi a deformare e strumentalizzare la realtà semplicemente per gettare fango su uno dei più bravi, più seri e più indipendenti giornalisti italiani. Ancora una volta mi costringi a commentare:

che brutta cosa la faziosità!

Saluti

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