palloncini,drappi e fiaccolate'?? seeeeee

Una storia che fa rabbrividire quella che vede protagonista una ragazza di orgini pakistane residente a Verona. Ora la ventenne è stata liberata dalla polizia a Islamabad. È al sicuro e si trova in compagnia di rappresentanti delle autorità italiane. A febbraio Farah aveva detto agli amici: "Ci vediamo tra una settimana". Ma da quei giorni, però, nessuno l'aveva più vista.

La studentessa - iscritta all'ultimo anno dell'istituto professionale Sanmicheli della città veneta - era rimasta incinta di un ragazzo, anche lui pakistano, con il quale stava avendo una storia. Un fatto che avrebbe fatto infuriare il genitore fino a spingerlo a costringere la figlia a interrompere la gravidanza. "Mi hanno fatto una puntura e hanno ucciso il mio bambino. Mio padre vuole che mi sposi qui", ha scritto Farah alle amiche su Whatsaap. E poi in una nota audio ha raccontato: "Mi hanno sedato, legato a un letto e costretto ad abortire". La Farnesina era intervenuta chiedendo all'ambasciata d'Italia nella capitale pakistana di verificare con urgenza le notizie relative alla studentessa.

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1 messaggio in questa discussione

Come per Sana Cheema, la venticinquenne di Brescia strangolata dal padre perché voleva sposare un italiano, anche qui l’unica cosa certa erano i messaggi arrivati agli amici. Ed è partendo da essi, che la Farnesina ha chiesto all’ambasciata d’Italia ad Islamabad di attivarsi per le opportune (e urgenti) verifiche. «Si nascondeva dai genitori», racconta Anais, una delle sue migliori amiche. «La mamma e il papà non volevano che uscisse di casa tranne che per andare a scuola. Dicevano che le sue coetanee avrebbero potuto influenzarla, spingendola a fare cose “non giuste”, come fumare o bere......'

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