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Inviata
Sono d'accordo, il discorso di Mattarella ha messo una fifa blu a tutti. Il presidente ha mostrato una fermezza e una lucidità d'analisi encomiabili. Del resto è l'unica figura istituzionale che conserva una certa autorevolezza. Ma è paradossale che in una repubblica (sulla carta) parlamentare, un parlamento eletto e insediato risulti finora non pervenuto, totalmente inerte e silente in una fase delicatissima e cruciale. Parlano e decidono solo i capipartito e qualche fedelissimo o portaborse. Nessun dibattito, nessun confronto in quello che dovrebbe essere il cuore della democrazia: il parlamento. In UK, che è una monarchia, in un frangente del genere (hung parliament) la regina va a fare un discorso in aula e stimola il dibattito. C'è una degenerazione gravissima della nostra democrazia rappresentativa, la cosiddetta personalizzazione della politica, anticipata da Craxi (ladrone decisionista ma almeno statista doc), aperta dal megalomane Berlusconi e culminata nell'egoarca Renzi, uno che da semplice senatore detta la linea al partito dagli studi televisivi. Nella Prima Repubblica avevamo la partitocrazia, oggi la rimpiangiamo perché l'egoarchia è molto peggio, specie quando è incarnata da personaggetti che nei paesi seri andrebbero al massimo ad attaccare i manifesti elettorali. Il fatto stesso che in questa crisi tu mi tiri in ballo il parlamento solo in relazione a stipendi e rimborsi spese che rischiano una fine prematura è sintomatico di questa degenerazione. Però indubbiamente hai ragione: questo è uno dei fattori che spingono tutti a evitare le elezioni anticipate. Ne aggiungo un altro. I partiti sono in rosso. A cominciare dalla Lega, sommersa dai debiti e dalle cause. E probabilmente quello nel bilancio è l'unico rosso che resta nel partito erede (e traditore) del comunismo. I tour elettorali in treno (non di linea ma noleggiato), le lettere di propaganda francobollate a centinaia di migliaia (o milioni?) di elettori, e i sopravvalutati e strapagati spin doctor americani costano bei soldini. Anche il M5S, che non ha MAI preso un euro di finanziamento pubblico e che rinuncia pure al 2 per mille, avrebbe grosse difficoltà nel sostenere una nuova campagna elettorale. Paradossalmente l'unico che non avrebbe questo problema, essendo miliardario, è il più terrorizzato di tutti dalle urne. Teme per le sue aziende, per i suoi antichi privilegi, per la sua "roba". Un caso tipico: i cafoni arricchiti, invecchiando, si attaccano sempre di più allo scrigno.
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