Aglio, Travaglio , Malocchio e ... Maloox ...

Inviata (modificato)

 

 .La vulgata diffusa dai cori adoranti il M5S e’ piena di falsità e bugie . È falso anzitutto che la rottura sia stata determinata dall’intervista di Matteo Renzi da Fazio nella serata di domenica. Quello stesso giorno, infatti, il Corriere della Sera aveva pubblicato una lettera aperta di Luigi Di Maio che per il PD era “irricevibile” per la semplice ragione che, preceduta dalla rivendicazione di Palazzo Chigi per Giggino fatta dal fido scudiero Toninelli, era la richiesta al Pd di sottoscrivere il loro programma e le loro proposte più demagogiche e irrealizzabili come reddito e pensione di cittadinanza. La conferma che si trattasse di una falsa apertura  l’hanno fornita subito dopo la rottura gli ideologi pentastellati, da Calandrino Travaglio (Marco per il Cazzaro ) a Gomez ( Peter per il Cazzaro ), passando per Paragone in scena l’altra  sera su La7. Essi, infatti, che avevano osannato Maurizio Martina come un Eroe pronto a resistere al Tiranno ora lo indicano come un debole nel migliore dei casi, oppure un bugiardo che avrebbe mentito, paventando una disponibilità che non c’era. Ora, a parte il fatto che tale ricostruzione è smentita dalla semplice cronologia degli eventi testé richiamata, sono le loro motivazioni a scoprire l’inganno, poiché secondo loro Martina avrebbe perso l’occasione di una vera “autocritica” di stampo alquanto staliniano che avrebbe dovuto pubblicamente esercitare, abolendo Jobs act, buona scuola,  Rei e accettando le proposte del M5S e la guida del caro leader (Giggino O’Scacchista). La colpa grave di Martina è aver perduto l’occasione di rigenerarsi attraverso il salvifico abbraccio con il Movimento. Il no del Pd, di tutto il Pd, a quella che era una non trattativa,  come il gatto di Alice, sia pure giunto al termine di eccessivi contorcimenti tattici, ha invece di colpo reso nitida la scena e messo in mostra un giovane aspirante leader, Giggino Di Maio, piuttosto incline alla prepotenza ( ue’ guaglio’ so Napoletano furbo ), invece che alla persuasione. La minaccia (rivolta al Quirinale, del quale fino a ieri aveva tessuti le lodi) di utilizzare i suoi oltre 300 parlamentari come kamikaze da lanciare contro ogni ipotesi istituzionale, il fatto di passare in poche ore dall’elogio di Matteo Salvini quale partner affidabile che “mantiene” la parola all’accusa di essere un “mantenuto” (politicamente s’intende) di Berlusconi, e la trasformazione di Martina da audace interlocutore a traditore, rivelano la natura di una leadership avventurosa e avventurista. E la natura autoritaria emerge quando, al pari dell’odiato Berlusconi, Giggino emette l’editto di Pomigliano i TG Rai colpevoli di aver raccontato le sue difficoltà ( di inchiodatore che non inchioda nessuno ma che invece rimane inchiodato).  Dietro tutti ciò vi è anche la comprensibile disperazione umana di chi, avendo giocato malissimo tutte le sue pedine ( maronna so raccomandato dal Cazzaro , nda)  al primo giro sa che, per la ferrea regola del divieto dei due mandati consecutivi vigente al momento nel M5S, al secondo non ci sarà. Dopo essere stato virtualmente Capo Politico, Presidente del Consiglio, Caro Leader, non è facile abituarsi all’idea di tornare al rispettabilissimo mestiere di steward al San Paolo. Ma Giggino è giovane e avrà tempo per rifarsi. E poi , semmai , ha una carriera luminosa come giocatore di scacchi . Parola di Cazzaro !! Saluti . 

Modificato da mark222220

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