Per le me.r.de che non chiedono nemmeno scusa !!

Tempa Rossa, Federica Guidi dopo la richiesta di archiviazione per il compagno Gianluca Gemelli: “Con la politica ho chiuso”

 4 ore fa

Corriere della Sera

ANSA

Dopo la richiesta di archiviazione per Gianluca Gemelli, accusato di “traffico di influenze illecite” nell’inchiesta Tempa Rossa, la sua compagna ed ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi si sfoga: “Sono stata fatta a pezzi. Con la politica ho chiuso”, racconta in un colloquio col Corriere della Sera.

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“Sono stata fatta a pezzi e costretta alle dimissioni — si sfoga in privato —. E per cosa? Non c’era nulla in quella intercettazione. Non ero nemmeno indagata. E infatti, è finito tutto in una bolla di sapone”.

Correva l’aprile 2016 quando il pm Roberto Felici aprì l’inchiesta che vedeva il compagno dell’ex ministro “soggetto intraprendente, interessato alle opportunità derivanti da Tempa Rossa“, per cui Guidi venne costretta a lasciare l’incarico, dopo l’accusa di conflitto d’interessi.

Un tipo apparso ai giudici spregiudicato e millantatore, che però, “al di là di censurabili atteggiamenti, non emerge abbia mai richiesto compensi per interagire con esponenti del governo”. E allora? La telefonata incriminata tra Guidi e Gemelli, l’emendamento alla legge di Stabilità che la ministra si impegnava a far approvare per sbloccare un impianto nel potentino, il nome della Boschi che spuntava nell’intercettazione? Niente di penalmente rilevante.

Eppure Guidi nel frattempo ha dovuto lasciare l’incarico, travolta dall’onda mediatica, dalle accuse dell’opposizione, dalla mozione di sfiducia presentata dal Moviento 5 stelle e dall’ostilità del suo stesso partito, poco disposto a passare sopra alla vicenda. “Guidi è indifendibile. Chi sbaglia, paga”, erano state le parole di Matteo Renzi.

“Ho sofferto troppo. E adesso che mi sono ripresa la mia vita, mi interessano solo mio figlio, la famiglia e l’azienda. È stata dura, non voglio parlare di questa esperienza incredibile, non voglio saperne più nulla e non leggerò una riga che parli di me”. (...) Per tranquillizzare gli amici l’imprenditrice nata a Modena nel 1969 si dice “felice di aver riconquistato l’anonimato”. E a chi le suggerisce di parlare per recuperare immagine e dignità, risponde che non ha motivo «di essere riabilitata». Con la politica ha chiuso. “È stata una cosa brutale, ma è andata”.

Adesso si torna alla vita fuori dalla politica: Guidi è tornata a lavorare per la Ducati Energia insieme al padre Guidalberto (ex presidente di Confindustria) e, soprattutto, stare vicina al figlio Gianguido.

“Faccio soprattutto la mamma. Sono serena, ma non so se questa ferita potrà mai rimarginarsi. Non nego che a livello umano le conseguenze sono state profonde e nemmeno una bella notizia come l’archiviazione può farmi piacere”. Per questo evita con cura di incrociare il suo nome stampato sui giornali: “Quando si parla di me non li apro. Ho sviluppato una sorta di ipersensibilità per quella vicenda, una tale idiosincrasia che non mi interessa nemmeno chiuderla. Servirà ancora tempo, perché tutto questo possa decantare”.

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