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Inviata
Ah , per chi non volesse credere che il Cazzaro si nutre di *** e relativo vopiaincollaggio , ecco qua :
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Basi Nato e Usa: quanto ci costano?
In Italia - secondo le stime più recenti - sarebbero 59 le basi militari americane. Il Defense Manpower Data Center stima che, alla data del 31 luglio 2013, ospitavano 11.963 soldati Usa e 5.631 civili in servizio. Il nostro Paese oggi è il quinto avamposto statunitense nel mondo per numero d'installazioni e il secondo in Europa (dopo la Germania), dove siamo l'unico caso in cui il personale delle stesse basi è aumentato negli ultimi anni. Ma quanto ci costano? Lo abbiamo chiesto in un'interrogazione rivolta al ministro Pinotti in commissione Difesa.
Il dubbio ci è venuto dopo aver letto qualche giorno fa lo studio "Overseas Basing of U.S. Military Forces - An Assessment of Relative Costs and Strategic Benefits", realizzato nel 2013 dalla RAND Corporation per conto del Dipartimento della difesa statunitense. Un'analisi che confronta, tra l'altro, i contributi diretti e indiretti di alcuni Stati a fronte dei costi di stazionamento delle forze armate Usa. Ma se per Germania, Corea del Sud e Giappone la ricerca fornisce dati quantitativi piuttosto precisi e analitici (ad esempio il contributo tedesco agli Stati Uniti è stimato in 830,6 milioni di dollari l'anno), per l'Italia non viene data alcuna informazione in termini monetari per mancanza di dati aggiornati.
Le ultime *** relative ai costi di mantenimento delle basi americane per il nostro Paese si riferiscono infatti all'anno 2002 e sono riportate nel documento del Dipartimento della Difesa americano "Allied Contributions to the Common Defense".
Al governo abbiamo dunque chiesto quali siano le tipologie di contributi diretti e indiretti dell'Italia allo stazionamento delle forze armate statunitensi presenti sul nostro territorio e in quali capitoli di spesa del bilancio dello Stato siano inseriti. Ma, soprattutto: in virtù di quali disposizioni o accordi questi contributi o facilitazioni vengano concessi.
La risposta ovviamente è stata vaga e approssimativa, ma qualche dubbio lo solleva. In sostanza le aree territoriali per le basi Usa sono offerte gratuitamente dall'Italia nel quadro degli accordi Nato; di tasca nostra gli garantiamo la sicurezza esterna alle installazioni, tutto il resto - ha spiegato il ministro - non è riconducibile alla dizione "contributo italiani agli Usa" perché in realtà i nostri soldi sono diretti alla Nato, che a sua volta li investe nelle sue basi di competenza.
Il MoVimento 5 Stelle si domanda quale sia il fondamento giuridico delle basi Usa e se questo sia conforme all'ordinamento italiano ma, soprattutto, se la presenza di armi nucleari o altri tipi di armi nelle suddette basi contravvenga agli obblighi internazionali gravanti sull'Italia. Al riguardo è di preminente importanza l'influenza dell'articolo 11 della Costituzione.
Sull'argomento continueremo a batterci fino a quando le istituzioni non comprenderanno che le tasse pagate dai cittadini italiani non possono essere investite nel mantenimento di un'organizzazione come la Nato, ormai concettualmente superata per fini e modi o, ad esempio, nel pagamento degli inutili F35 (un altro favore agli Usa). Dobbiamo trovare una nostra dimensione come Italia e abbandonare una rincorsa agli armamenti che più somiglia a un'emulazione dei cosiddetti Paesi forti.
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