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ENEL ed ENI sono due grandi aziende tuttora controllate dallo Stato, il che vuol dire che sono un pochino anche nostre, sebbene non intaschiamo dividendi. A differenza di quei privati, tra i quali molti stranieri, ai quali uno Stato inefficiente e autolesionista (leggasi politici inefficienti e incapaci) ha voluto fare beneficenza cedendo larghe fette del capitale azionario. A me non dispiace che un'azienda di Stato sia in salute e che dia lavoro a decine di migliaia di persone. Però ritengo che queste aziende non dovrebbero mai realizzare profitti, figuriamici gli extraprofitti. Dovrebbero pagare gli stipendi e tradurre il valore aggiunto dal lavoro in investimenti per creare nuovo lavoro, possibilmente in Italia (es. investendo in ricerca e sviluppo, pagando borse di studio, sponsorizzando la cultura e iniziative sociali). Mi manda in bestia il solo pensiero che un ricco redditiere di New York, o di Zurigo o di Dubai, si compri la Mercedes, o la cocaina o la prostituta d'alto bordo, con i frutti del lavoro di un'azienda pubblica italiana. Un'assurdità perfino più grande è il fatto che il mercato dell'energia, un tempo monopolio di Stato, sia finito nelle mani di centinaia di "operatori". Una giungla. Sono per lo più famelici parassiti a caccia di profitti. L'energia, come l'acqua, l'istruzione, la salute, è un bene comune, non può essere gestita dai privati. Siamo ormai alla fine del percorso scellerato avviato purtroppo da Bersani, su input dell'Europa, di liberalizzazione del mercato nazionale dell'energia. Il governaccio Meloni non ha concesso proroghe, nonostante l'instabilità del mercato internazionale. 5 milioni di famiglie saranno obbligate a passare dal servizio di maggior tutela al cosiddetto mercato libero. Una botta di cu.lo per gli speculatori. Ora i parassiti non avranno più motivo per farsi una vera concorrenza e si trasformeranno in sanguisughe. Come già fanno da decenni le assicurazioni auto speculando sull'obbligo della Rca, faranno blocco, faranno cartello per imporre prezzi salati per tutti. Nel paese di Pulcinella il libero mercato fa salire i prezzi, arricchisce i parassiti e impoverisce i consumatori che vivono del loro onesto lavoro.
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