Napoli mille colori

Non sono mai stato un sostenitore sfegatato di Saviano. Pur riconoscendogli i tanti meriti acquisti con la denuncia tramite Gomorra di aver scoperchiato i tanti e nefasti legami tra la Camorra ed i politici del luogo , cosa che non gli consente di vivere da uomo libero ma sempre e soltanto circondato da uomini della scorta, credo che da un certo momento in poi , Saviano , abbia un po' lucrato su questo aspetto "pretendendo" attenzioni e meriti un po' troppo acquisiti . Va bene la denuncia , certo . Ma alla denuncia deve seguire anche la proposta , il rimedio . Lui non è uno qualunque e da un personaggio di tale portata , da un opinion leader di quel livello non solo me l'aspetto , la pretendo .  Detto ciò sono rimasto disgustato dall'attacco subito da parte del Sindaco di Napoli, un certo De Magistris. Un attacco verbale di portata gigantesca ai limiti del trolleggio webete che manco a De Mejo sarebbe potuto venire in mente , conclusosi con l'affermazione che Saviano dice certe cose per speculazione economica , per guadagnarsi un po' di vil pecunia quando e' intervistato , quando partecipa a qualche trasmissione televisiva , quando interviene sui social. Il cazzaro napoletano ex giudice con una percentuale di vittorie del 17%, c'è rimasto male perché Saviano lo ha sputtanato dicendo che Napoli è sempre la stessa , che con lui alla guida non è cambiato niente . Per me è stato fin troppo buono : Napoli e' cambiata ...peggio !! Eppure è al secondo mandato e quindi non possiamo concedergli il beneficio della scarsità di tempo. Il bugiardo ex giudice giuro' nel riscatto di Napoli agli occhi del mondo , promise una città diversa , più sicura , più giusta , più pulita , più aperta . A distanza di diversi anni , il venditore di pentole partenopeo , ci mostra una città agli ultimi posti di tutte le classifiche della qualità della vita , a Napoli si spara e si uccide più di prima , le periferie , la cui riqualificazione fu il cavallo di battaglia del Caudillo di noialtri , versano nel solito stato pietoso di sempre , pizzo ,taglieggiamenti e contrabbando sono ancora la prima "economia" cittadina . Adesso uno si chiederà se l'altro cavallo di battaglia del venditore di pentole napoletano , il risanamento economico dell'ente , sia avvenuto . Manco pe un cazxo !! La situazione economica e' peggiorata ed i debiti aumentati. Per la verità mi aspettavo che qualche napoletano del blog ci illuminasse  dettagliatamente su qualche voce di bilancio visto un suo recente post dove evidenziava l'intervento della Corte dei Conti su quello di un altro cazzaro. Invece sì e' dimenticato di "illuminarci " sullo stesso intervento della Corte dei Conti sul bilancio del comune di Napoli ( lo deve aver votato , NSA), che ha bocciato il bilancio per 360 milioni . Concludo con una nota di colore : Il tappetaro partenopeo , scagliatosi contro i Voucher, ne fa larghissimo uso per il pagamento di assunti di stagionali e precari della sua amministrazione . Chiedo e mi chiedo : ma uno così , un pericoloso " abusivo " di cervelli , non divfebbe dimettersi ?? Aggiungo , non dovrebbe abbandonare la politica e tornare, se lo vogliono , in magistratura ? Invece mi sa che si ricandiderà . Mah !   Saluti

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19 messaggi in questa discussione

Caro Mark, permettimi di consigliarti qualche giorno di pausa, di serena e rilassante vacanza. A quanto pare non hai ancora smaltito la tremenda, inattesa scoppola del referendum. Travisi la realtà, travisi le parole, la faziosità ti acceca. De Magistris non ha affatto detto che Saviano lucra sulla camorra e sulle sparatorie, bensì ha sollevato un dubbio, ha posto un punto di domanda e ha ripetutamente aggiunto: "non posso crederci", rivolgendosi a un personaggio famoso e stimato che pochi mesi fa paragonava Napoli alla striscia di Gaza, che accusava il sindaco di essere sostenuto dalle "avanguardie di Hamas", e che ora dice che a Napoli non è cambiato nulla. Conoscendo De Magistris, mi sarei aspettato da lui una risposta molto, ma molto più dura a questi ripetuti, ingenerosi, incredibili attacchi di Roberto Saviano. Ma, più che fazioso e ingeneroso, è semplicemente ridicolo dire che a Napoli dal 2011 non è cambiato nulla. Era una città sommersa dai rifiuti, nelle mani della criminalità, ma soprattutto sommersa dalla corruzione. Evidentemente Saviano (che non è napoletano) conosce poco la città, anche perché, per le note ragioni, è impossibilitato a viverla in mezzo alla gente. Da quanto scrivi deduco che tu, caro Mark, non la conosci per nulla, eppure straparli. Ma pensi davvero che i napoletani siano così fessi da confermare con un secondo plebiscito, a distanza di 5 anni, un sindaco incapace? Di certo de Magistris è incapace di procacciarsi voti a suon di raccomandazioni e di clientele, alla De Luca per capirci, e come hanno fatto TUTTI i i suoi predecessori che ho conosciuto, con l'eccezione del compianto comunista ed eroe della Resistenza Maurizio Valenzi. Ti allego qualche link, scoprirai che a Napoli qualcosina è cambiata, in meglio, anche sul fronte dell'ordine pubblico

http://www.repubblica.it/cronaca/2015/09/21/news/l_atlante_del_crimine-123362914/

https://diarionapoletano.wordpress.com/2016/03/15/che-ha-fatto-de-magistris-in-cinque-anni-da-sindaco-ce-anche-un-solo-motivo-per-votarlo-a-giugno/

Riporto poi quanto scrissi in un post del 25 aprile scorso nel vecchio forum:

- Luigi de Magistris, napoletano verace, ex magistrato d'assalto, altro eroe scomodo, scomodissimo per la Casta partitocratica e altri poteri forti, incluse certe frange minoritarie della magistratura. Eletto a sorpresa e a furor di popolo sindaco di Napoli nel 2011, sindaco di strada come lui ama definirsi in contrapposizione ai sindaci di palazzo, ora si candida per un secondo mandato. Il suo primo atto fu la trasformazione dell'Arin, il gestore del servizio idrico, che era una s.p.a., in una società di diritto pubblico denominata Abc. Con ciò Napoli diventò la prima città a dare concreta attuazione alla volontà espressa dal popolo sovrano nel referendum del 2011. Abc significa per l'appunto Acqua bene comune. Una cosa di sinistra, direbbe Nanni Moretti. Poi impedì la realizzazione del megainceneritore previsto da B&B (Berlusconi e Bertolaso) nel popoloso quartiere di Ponticelli. Nel complesso, pur tra incertezze ed errori in buona fede, inevitabile scotto dell'inesperienza, possiamo già dire che quella di de Magistris è stata un'impresa storica, peraltro da completare. Napoli è una delle città più problematiche d'Europa, forse del mondo. Disoccupazione cronica, ma dilagante con la crisi di questi anni, camorra e microcriminalità (problemi correlati al primo), il peso di secoli, ripeto secoli, di malgoverno (problema all'origine di tutti gli altri). Per giunta de Magistris si vide consegnare la città in uno stato pietoso: letteralmente sommersa dai rifiuti. Oggi le cose vanno meglio, le strade sono pulite, quelle del centro affollate da turisti, anche se resta moltissimo da fare. Ciò che rende singolare, direi quasi eroica l'impresa del sindaco, è che lui non solo ha vinto le elezioni e ha governato senza partiti alle spalle e con scarsi fondi dal governo centrale, cercando di compensare con gli ideali e le idee (queste ultime non sempre condivisibili), ma ha anche dovuto scontrarsi per 5 anni, dentro e fuori le istituzioni, nei centri di potere e sui media, a livello locale e nazionale, con una partitocrazia che, vistasi tagliata fuori dal governo di una grande città, gli ha scatenato contro una guerra senza quartiere e senza tregua, e ha cercato in tutti i modi di buttarlo giù. Ma de Magistris è un osso duro.  Anche nelle sue battaglie giudiziarie contro coloro che gli sottrassero alcune scottanti inchieste l'ex magistrato non demorde: non lo fermerà certo una sentenza sfavorevole di primo grado. Tra gli avversari non poteva mancare il maggiore quotidiano cittadino, controllato dal gruppo Caltagirone che ha grossi interessi anche nel settore dei servizi idrici e che certo non ama i sindaci che amano l'acqua pubblica. Ebbene, il 27 marzo scorso il Mattino pubblicava a pag. 33 una lunga intervista a Valeria Valente, fresca vincitrice della primarie del Pd nel modo che sappiamo (definito dall'ex sindaco e governatore Bassolino: un "disgustoso mercimonio" di voti). L'intervista è una sequela di accuse e di critiche a De Magistris e al suo operato, che la candidata sindaca del Pd descrive come una sequela di disastri e di fallimenti. Alla fine l'intervistatore azzarda:

Ci sarà qualcosa di positivo fatto da de Magistris, o ha sbagliato tutto?

Risposta della Valente:

Ha governato con onestà.

Non ho altro da aggiungere, se non che il 5 giugno e all'eventuale ballottaggio io voterò ancora per Luigi de Magistris, pur non condividendo parte del suo operato, perché per Emanuele Kant (e per me)

L'ONESTA' E' MIGLIORE DI OGNI POLITICA.

Certo de Magistris ha commesso i suoi errori (ti ricordo che il suo mestiere non era il politico né il pubblico amministratore) ma non si possono imputare a lui i problemi cronici di Napoli, in primis un tasso di disoccupazione giovanile da terzo mondo. Sarei proprio curioso di vedere un altro al posto suo, di vedere cosa sarebbe capace di fare a Napoli un Sala, un Pisapia, un Renzi. Il quale Renzi, ti rammento, io non ho mai criticato come sindaco di Firenze (se non per la faccenda degli scontrini, a me tuttora poco chiara) anzi mi ricordo che lo difesi quando Marchionne lo attaccò definendolo "il sindaco di una piccola, povera città" (poi tra i due è scoccata la scintilla...). Tuttora penso che Renzi sia stato un ottimo sindaco e penso che sarebbe stato molto meglio per lui, per Firenze e per l'Italia se avesse continuato a fare il primo cittadino. Tu invece ho la vaga sensazione che attacchi de Magistris anche per attaccare personalmente il sottoscritto. Pazienza: è finita un'amicizia, e non certo per colpa mia. Hanno ragione mia moglie e le mie figlie che non credono alle amicizie "virtuali", o on line che dir si voglia.

  Saluti

 

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Prima di lasciarti ti inviterei a rileggere con calma e attenzione la risposta di de Magistris a Saviano. I grassetti sono miei.

Un saluto

Caro Saviano, mi occupo di mafie, criminalità organizzata e corruzione da circa 25 anni, inizialmente come pubblico ministero in prima linea, oggi da sindaco di Napoli. Ed ho pagato prezzi alti, altissimi. Non faccio più il magistrato per aver contrastato mafie e corruzioni fino ai vertici dello Stato. Non ti ho visto al nostro fianco. Caro Saviano, ogni volta che a Napoli succede un fatto di cronaca nera, più o meno grave, arriva, come un orologio, il tuo verbo, il tuo pensiero, la tua invettiva: a Napoli nulla cambia, sempre inferno e nulla più. Sembra quasi che tu non aspetti altro che il fatto di cronaca nera per godere delle tue verità. Più si spara, più cresce la tua impresa. Opinioni legittime, ma non posso credere che il tuo successo cresca con gli spari della camorra. Se utilizzassi le tue categorie mentali dovrei pensare che tu auspichi l'invincibilità della camorra per non perdere il ruolo che ti hanno e ti sei costruito. E probabilmente non accumulare tanti denari. Ed allora, caro Saviano, mi chiedo: premesso che a Napoli i problemi sono ancora tanti, nonostante i numerosi risultati raggiunti senza soldi e contro il Sistema, come fai a non sapere, a non renderti conto di quanto sia cambiata Napoli ? Ce lo dicono in tantissimi. Tutti riconoscono quanto stia cambiando la Città. Napoli ricca di umanità, di vitalità, di cultura, di turisti come mai nella sua storia, di commercio, di creatività, di movimenti giovanili, di processi di liberazione quotidiani. Prima città in Italia per crescita culturale e turistica. Napoli che ha rotto il rapporto tra mafia e politica. Napoli dei beni comuni. Napoli del riscatto morale con i fatti. Napoli autonoma. Napoli che rompe il sistema di rifiuti ed ecomafie. E potrei continuare. Caro Saviano, come fai a non sapere, come fai a non conoscere tutto questo ? Allora Saviano non sa i fatti, non conosce Napoli e i napoletani, allora Saviano è ignorante, nel senso che ignora i fatti, letteralmente: mancata conoscenza dei fatti. Non credo a questo. Sei stato da tanto tempo stimolato ad informarti, a conoscere, ad apprendere, a venire a Napoli. Saviano non puoi non sapere. Non è credibile che tu non abbia avuto contezza del cambiamento. La verità è che non vuoi raccontarlo. Ed allora Saviano è in malafede ? Fa politica ? È un avversario politico ? Non ci credo, non ci voglio credere, non ne vedrei un motivo plausibile. Ed allora, caro Saviano, vuoi vedere che sei nulla di più che un personaggio divenuto suscettibile di valutazione economica e commerciale? Un brand che tira se tira una certa narrazione. Vuoi vedere che Saviano è, alla fin fine, un grande produttore economico? Se Napoli e i napoletani cambiano la storia, la pseudo-storia di Saviano perde di valore economico. Vuoi vedere, caro Saviano, che ti stai costruendo un impero sulla pelle di Napoli e dei napoletani ? Stai facendo ricchezza sulle nostre fatiche, sulle nostre sofferenze, sulle nostre lotte. Che tristezza. Non voglio crederci. Voglio ancora pensare che, in fondo, non conosci Napoli, forse non l'hai mai conosciuta, mi sembra evidente che non la ami. La giudichi, la detesti tanto, ma davvero non la conosci. Un intellettuale vero ed onesto conosce, apprende, studia, prima di parlare e di scrivere. Ed allora, caro Saviano, vivila una volta per tutte Napoli, non avere paura. Abbi coraggio. Mescolati nei vicoli insieme alla gente, come cantava Pino Daniele. Nella mia vita mi sono ispirato al magistrato Paolo Borsellino al quale chiesero perché fosse rimasto a Palermo, ed egli pur sapendo di essere in pericolo rispose che Palermo non gli piaceva e per questo era rimasto, per cambiarla. Chi davvero - e non a chiacchiere - lotta contro mafie e corruzione viene dal Sistema fatto fuori professionalmente ed in alcuni casi anche fisicamente. Caro Saviano tu sei un caso all'incontrario. Più racconti che la camorra è invincibile e che Napoli è senza speranza e più hai successo e acquisisci ricchezza. Caro Saviano ti devi rassegnare: Napoli è cambiata, fortissimo è l'orgoglio partenopeo. La voglia di riscatto contagia ormai quasi tutti. Caro Saviano non speculare più sulla nostra pelle. Sporcati le mani di fatica vera. Vieni qui, mischiati insieme a noi. Ai tanti napoletani che ogni giorno lottano per cambiare, che soffrono, che sono minacciati, che muoiono, che sperano, che sorridono anche. Caro Saviano, cerca il contatto umano, immergiti tra la folla immensa, trova il gusto di sorridere, saggia le emozioni profonde di questa città. Saviano pensala come vuoi, le tue idee contrarie saranno sempre legittime e le racconteremo, ma per noi non sei il depositario della verità. Ma solo una voce come altre, nulla più. E credimi, preferisco di gran lunga le opinioni dei nostri concittadini che ogni giorno mi criticano anche, ma vivono e amano la nostra amata Napoli. Ciao Saviano, senza rancore, ma con infinita passione ed infinito amore per la città in cui ho scelto di vivere e lottare.

 

Modificato da fosforo31
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Saviano: "Per il sindaco di Napoli il problema non sono i killer che sparano, ma io che ne parlo"

 
 
 
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141254291-7647ad28-39c9-4c0f-a8fd-3a6802 Roberto Saviano
Lo scrittore risponde all'attacco su Facebook di Luigi de Magistris e lo definisce "populista"
06 Gennaio 2017
 
  • 2' di lettura
"Il sindaco de Magistris si rivolge a me in un lungo post su Facebook, ma come sempre non dice nulla sul merito delle questioni, è per questo che è un populista, definizione politica nella quale credo che tutto sommato si riconosca". Roberto Saviano risponde all'attacco del sindaco di Napoli, che lo accusa di speculare sulla pelle della città". E lo scrittore parte dai fatti. "Napoli 4 gennaio 2017: due sparatorie in pieno centro e una bambina di 10 anni ferita in un luogo affollatissimo della città. Ma il sindaco è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà, a lui interessa l'idea, quell'idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli. Ma di tutto ciò lui non ama parlare e detesta che lo facciano altri: pare che la città sia ridotta al salotto di casa sua, a polvere da nascondere sotto al divano".

Per poi passare al contro attacco diretto: "Basta pensare alla superficialità (per non dire al fastidio) con cui il sindaco parla di periferie annegate nel degrado: al sindaco fa schifo Soccavo, fa schifo Pianura, si vergogna del rione Conocal, se ne frega del rione Traiano. Il sindaco è del Vomero, gli piacciono le cose ordinate, pulite. E così succede che sulla gestione del patrimonio immobiliare comunale, nelle periferie controllate dalla camorra, difficilmente spenda una parola, nonostante inchieste giornalistiche serissime inchiodino l'amministrazione comunale a responsabilità enormi. E chissà che su questa, come su altre vicende, anche la Procura della Repubblica prima o poi non intervenga. Ma che importa, dirà il sindaco: la realtà di Napoli sono le strade affollate e non i killer pronti a sparare nel mucchio, magari per un regolamento di conti, per poche centinaia di euro. E il problema non sono i killer, per carità, ma Saviano che poi ne parlerà". "Distoglierei lo sguardo da Napoli se le organizzazioni criminali smettessero di tenere sotto giogo l'intera città, che è tutta una periferia, tranne qualche quartiere collinare ricco dei reinvestimenti della camorra - continua Saviano - Mi piace meno il commento sulla mia pericolosità, quello è da webete: de Magistris, lei è un ex magistrato, dovrebbe sapere che la scorta si dà per proteggere e non per mandare a morire. A Falcone, gente ingenua e priva di riferimenti, diceva che gli attentati se li organizzava da solo, almeno lei non ha detto che la situazione in cui vivo me la sono inventata io, è già qualcosa. Ma lei ha bisogno di me, ha bisogno di contrapporsi a qualcuno: lei ha bisogno delle contrapposizioni perché senza quelle dovrebbe affrontare la realtà dei tanti soprusi che la sua amministrazione tollera. Ma non è l'unico: quando criticavo Berlusconi ero da strozzare, con Renzi sono diventato un gufo, se parlo di infiltrazioni mafiose al Nord diffamo. Lei mi definisce uno "zelluso" (traduzione italiana: calvo) anemozionale e la cosa, in fondo, mi fa anche un po' ridere".

E conclude: "Quel che è certo, sindaco de Magistris, è che quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per mistificare la realtà, unico modo per evitare di affrontarla".

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Sig Ahaha.ha , nel caso non se ne fosse accorto, la informo che il video che ci ha inviato e' stato ideato , commissionato e prodotto dal ....Comune di Napoli .

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Comincio a sospettare che, se Roberto Saviano fosse nato negli anni '50 come il sottoscritto, dopo la strage di piazza Fontana avrebbe attaccato il sindaco di Milano e dopo la bomba alla stazione di Bologna avrebbe attaccato il sindaco di Bologna. Ma che poteri ha un sindaco per contrastare la camorra, organizzazione criminale ramificata che ha almeno due secoli di storia e che è molto più pericolosa e molto più difficile da debellare del terrorismo politico degli anni di piombo? Informo il disinformato Saviano, eccellente intrattenitore televisivo, bravo (ma sopravvalutato) scrittore, distratto giornalista, che pochi mesi fa il sindaco de Magistris era al rione Conocal di Ponticelli, in mezzo agli studenti e ai cittadini, alla Marcia della Pace.

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signor mark

ho visto in ritardo la sua replica, in quanto ero alla ricerca dei tocchi di campana pro e contro la città di Napoli e la sua amministrazione.

E' una mia abitudine non soffermarmi mai alla prima impressione. Solo valutando i pro e i contro ci si può fare una opinione.

Per quanto riguarda il signor Saviano, che è una persona che  stimo e se possibile seguo nei suoi racconti e valutazioni sulla mafia, mi pare, ma forse ricordo male, non abbia mai indicato una soluzione radicale per sconfiggerla.

Mi sembra però, che nonostante l'impegno dell'anticrimine, (quindi persone che impiegano la vita a questo scopo), la mafia non sia ancora stata sconfitta, nonostante le indicazioni del signor Saviano, su come  essa agisca e si  evolva.

Presumo quindi che anche il signor De Magistris, in qualità di sindaco, possa fare ben poco al riguardo.

Mi spiace quindi che i due signori si contrastino a vicenda mentre dovrebbero unirsi per parlare e per combattere il fenomeno mafioso.

Cordiali saluti.

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Solo una cosa, chi combatteva aspramente la mafia (Falcone e Borsellino) sono stati uccisi dalla stessa gli altri sono ancora tutti vivi !

Modificato da monello.07

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Il 6/1/2017 in 17:58 , ahaha.ha ha scritto:

signor mark

ho visto in ritardo la sua replica, in quanto ero alla ricerca dei tocchi di campana pro e contro la città di Napoli e la sua amministrazione.

E' una mia abitudine non soffermarmi mai alla prima impressione. Solo valutando i pro e i contro ci si può fare una opinione.

Per quanto riguarda il signor Saviano, che è una persona che  stimo e se possibile seguo nei suoi racconti e valutazioni sulla mafia, mi pare, ma forse ricordo male, non abbia mai indicato una soluzione radicale per sconfiggerla.

Mi sembra però, che nonostante l'impegno dell'anticrimine, (quindi persone che impiegano la vita a questo scopo), la mafia non sia ancora stata sconfitta, nonostante le indicazioni del signor Saviano, su come  essa agisca e si  evolva.

Presumo quindi che anche il signor De Magistris, in qualità di sindaco, possa fare ben poco al riguardo.

Mi spiace quindi che i due signori si contrastino a vicenda mentre dovrebbero unirsi per parlare e per combattere il fenomeno mafioso.

Cordiali saluti.

Sono d'accordo ......!!gli argomenti come questo usati per la replica confermano l'accusa: De Magistris è un populista. Usa espedienti retorici grotteschi per non rispondere nel merito (perchè la municipale, che dipende dal sindaco, è come se non esistesse?), solletica l'orgoglio del "popolo" contro ogni evidenza di realtà (illegalità diffusa e tollerata), incentra ogni suo discorso sull'accusa personale e su categorie a-politiche come "amore", "paura" ... è un masaniello, nei tratti demagogici molto simile a suoi colleghi recenti di ogni colore politico, e purtroppo si era già ampiamente capito.gli argomenti come questo usati per la replica confermano l'accusa: De Magistris è un populista. Usa espedienti retorici grotteschi per non rispondere nel merito (perchè la municipale, che dipende dal sindaco, è come se non esistesse?), solletica l'orgoglio del "popolo" contro ogni evidenza di realtà (illegalità diffusa e tollerata), incentra ogni suo discorso sull'accusa personale e su categorie a-politiche come "amore", "paura" ... è un masaniello, nei tratti demagogici molto simile a suoi colleghi recenti di ogni colore politico, e purtroppo si era già ampiamente

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Quando sento dire da qualcuno :videntemente Saviano (che non è napoletano) conosce poco la città, anche perché, per le note ragioni, è impossibilitato a viverla in mezzo alla gente. Da quanto scrivi deduco che tu, caro Mark, non la conosci per nulla, eppure straparli.                              Mi cascano le braccia . Ma di cosa stiamo a parlare ?? Saviano non è di Napoli ?? E di dove e' ?? Di  Bolzano ?? Di Perugia ?? Di Catania ?

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Saviano è nato Napoli, figlio di un medico di Frattamaggiore e di una ligure di origini straniere. Per quanto ne so, a Napoli ha vissuto poco, a parte gli anni dell'università. Posso sbagliarmi, ma non mi risulta che viva a Napoli, forse vive all'estero. Certo è che la conosce molto poco, conosce meglio la realtà della provincia (Caserta, Terra dei Fuochi, etc.). Altrimenti non direbbe la balla colossale che a Napoli dal 2011 non è cambiato nulla.  

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Sono desolato te hai detto proprio che Saviano non è napoletano ed a niente servono le giravolte dialettiche per coprire la bufala pronunciata . Non solo Saviano è nato a Napoli , ma ci ha sempre vissuto fino a che , per ovvi motivi di sicurezza e' stato preso in carico dai servizi speciali e costretto a vivere sotto scorta ed in altre città . Io mi sarei scusato per la bufala emessa invece di giustificarla con scarso profitto. 

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Ohibò, per il fazioso Mark525 non è il suo pifferaio Renzi che deve scusarsi per avere mentito (innumerevoli  volte) alla Nazione (se perdo lascio la politica, etc.) bensì il suo (ex) amico fosforo31, napoletano verace ma nato per combinazione fuori Napoli, per aver scritto che Roberto Saviano, nato Napoli, non è napoletano. La bufala la dice invero il signor Mark, scrivendo che Saviano a Napoli ci ha sempre vissuto prima di essere costretto a vivere sotto scorta in altre città (a me risulta che vive addirittura all'estero, ma non è questo il punto). Ora io so di tantissime rispettabili mamme della provincia e della regione che vengono a partorire a Napoli in uno dei vari ospedali o cliniche del capoluogo, mentre non conosco nessun padre, ma proprio nessuno, che vive a Napoli e manda il figlio a frequentare il liceo a Caserta. A meno che il figlio non sia un ciuccio ripetente,  bocciato nei prestigiosi e selettivi licei statali del capoluogo, ma ciò per il grande Saviano è da escludersi. Ripeto: Roberto Saviano non è napoletano. Anche se fosse vero ciò che scrive Mark525, e che gli serve solo per supportare i suoi attacchi al sindaco de Magistris servendosi delle parole del grande ma disinformato e prevenuto scrittore, Saviano di Napoli non ha la cultura, non ha la mentalità, non ha il cuore. Mentre, come si evince dai suoi scritti, conosce profondamente, come solo uno che ci ha vissuto a lungo, la realtà dell'hinterland, di quella casertana e della Terra dei Fuochi. Intendiamoci, la mia non è una forma di discriminazione verso i provinciali. Non essere napoletani veraci non è una colpa né un limite. Peraltro conosco tanti nati e vissuti a Napoli che di partenopeo non hanno quasi nulla, nemmeno l'accento: se vergognavano e l'hanno rimosso. Chi ha mai sentito Roberto Saviano pronunciare un discorso in napoletano? Scommetto che l'autore di Gomorra conosce la lingua inglese meglio della lingua napoletana: cosa che sarebbe del tutto singolare per un grande scrittore napoletano.  In verità nel suo ultimo libro, il best seller natalizio La paranza dei bambini, che ho appena acquistato, Saviano è costretto, suo malgrado, a usare un dialetto napoletano stretto: i protagonisti, i guaglioni di strada di Forcella, non potevano certo toscaneggiare. E allora il provinciale Saviano (absit iniuria verbis) che i bassi di Napoli li bazzica poco, cosa fa: si rivolge -  beato lui che può permettersi certe consulenze - a due professori universitari che ringrazia nella postfazione al suo romanzo, dove scrive: "Una delle sfide di questo romanzo è l'uso del dialetto. La scelta è venuta naturalmente, l'elaborazione ha chiesto lavoro, verifiche, ascolto". Uno scrittore bergamasco molto coscienzioso non si sarebbe regolato diversamente: anche per lui scrivere in dialetto napoletano sarebbe stato un lavoro duro, una sfida. L'autore continua: "Non volevo il dialetto classico che è tuttora quello che, anche in termini di trascrizione, vige nelle opere dei poeti e degli scrittori dialettali". Piccola correzione, esimio Saviano: quella dei classici napoletani, da Basile a Di Giacomo, da Viviani a Eduardo, non è un dialetto, è una lingua avente piena dignità letteraria. Lo sa perfino Wiki che distingue tra i poeti in dialetto milanese, dialetto ligure, dialetto emiliano, romanesco etc. e i poeti in lingua napoletana, lingua veneta, etc.: https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Poeti_dialettali_italiani 

"Ma nel contempo volevo che di quella classicità ci fosse piena consapevolezza. Perciò ho chiesto la collaborazione di... (cita e ringrazia i due professori). A partire da lì ho sentito la malleabilità di quella lingua (finalmente anche Saviano ha scoperto che il napoletano classico non è un dialetto, ma ha avuto bisogno di due accademici che glielo spiegassero, nda), ho sentito che potevo, qui e là, forzare verso un'oralità viva, ma ricostruita dentro l'esercizio della scrittura. Dove questa deliberata manipolazione si discosta dai codici, è perché sono intervenuto come autore a modellare,a filtrare la realtà sonora dell'ascolto dentro la resa del dettato, complice dei personaggi che si agitavano con il loro dialetto "imbastardito" nella mia immaginazione.  

Questo ampolloso giro di parole per dire, o meglio per non dire, che cosa? Che l'autore del romanzo non conosce né il napoletano classico né quello vivo (o ne ha una vaga conoscenza) e allora ha lavorato un po' con gli accademici un po' con l'immaginazione. Insomma, qualche lettore napoletano verace che trovasse da ridire sul linguaggio dei personaggi del romanzo, scoprirà nelle note a fine volume che la "manipolazione"  del dialetto "imbastardito" non è che una ingegnosa trovata dell'autore, che non è napoletano, e che si è brillantemente arrangiato per farla passare come licenza letteraria.

 

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17 ore fa, fosforo31 ha scritto:

Ohibò, per il fazioso Mark525 non è il suo pifferaio Renzi che deve scusarsi per avere mentito (innumerevoli  volte) alla Nazione (se perdo lascio la politica, etc.) bensì il suo (ex) amico fosforo31, napoletano verace ma nato per combinazione fuori Napoli, per aver scritto che Roberto Saviano, nato Napoli, non è napoletano. La bufala la dice invero il signor Mark, scrivendo che Saviano a Napoli ci ha sempre vissuto prima di essere costretto a vivere sotto scorta in altre città (a me risulta che vive addirittura all'estero, ma non è questo il punto). Ora io so di tantissime rispettabili mamme della provincia e della regione che vengono a partorire a Napoli in uno dei vari ospedali o cliniche del capoluogo, mentre non conosco nessun padre, ma proprio nessuno, che vive a Napoli e manda il figlio a frequentare il liceo a Caserta. A meno che il figlio non sia un ciuccio ripetente,  bocciato nei prestigiosi e selettivi licei statali del capoluogo, ma ciò per il grande Saviano è da escludersi. Ripeto: Roberto Saviano non è napoletano. Anche se fosse vero ciò che scrive Mark525, e che gli serve solo per supportare i suoi attacchi al sindaco de Magistris servendosi delle parole del grande ma disinformato e prevenuto scrittore, Saviano di Napoli non ha la cultura, non ha la mentalità, non ha il cuore. Mentre, come si evince dai suoi scritti, conosce profondamente, come solo uno che ci ha vissuto a lungo, la realtà dell'hinterland, di quella casertana e della Terra dei Fuochi. Intendiamoci, la mia non è una forma di discriminazione verso i provinciali. Non essere napoletani veraci non è una colpa né un limite. Peraltro conosco tanti nati e vissuti a Napoli che di partenopeo non hanno quasi nulla, nemmeno l'accento: se vergognavano e l'hanno rimosso. Chi ha mai sentito Roberto Saviano pronunciare un discorso in napoletano? Scommetto che l'autore di Gomorra conosce la lingua inglese meglio della lingua napoletana: cosa che sarebbe del tutto singolare per un grande scrittore napoletano.  In verità nel suo ultimo libro, il best seller natalizio La paranza dei bambini, che ho appena acquistato, Saviano è costretto, suo malgrado, a usare un dialetto napoletano stretto: i protagonisti, i guaglioni di strada di Forcella, non potevano certo toscaneggiare. E allora il provinciale Saviano (absit iniuria verbis) che i bassi di Napoli li bazzica poco, cosa fa: si rivolge -  beato lui che può permettersi certe consulenze - a due professori universitari che ringrazia nella postfazione al suo romanzo, dove scrive: "Una delle sfide di questo romanzo è l'uso del dialetto. La scelta è venuta naturalmente, l'elaborazione ha chiesto lavoro, verifiche, ascolto". Uno scrittore bergamasco molto coscienzioso non si sarebbe regolato diversamente: anche per lui scrivere in dialetto napoletano sarebbe stato un lavoro duro, una sfida. L'autore continua: "Non volevo il dialetto classico che è tuttora quello che, anche in termini di trascrizione, vige nelle opere dei poeti e degli scrittori dialettali". Piccola correzione, esimio Saviano: quella dei classici napoletani, da Basile a Di Giacomo, da Viviani a Eduardo, non è un dialetto, è una lingua avente piena dignità letteraria. Lo sa perfino Wiki che distingue tra i poeti in dialetto milanese, dialetto ligure, dialetto emiliano, romanesco etc. e i poeti in lingua napoletana, lingua veneta, etc.: https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Poeti_dialettali_italiani 

"Ma nel contempo volevo che di quella classicità ci fosse piena consapevolezza. Perciò ho chiesto la collaborazione di... (cita e ringrazia i due professori). A partire da lì ho sentito la malleabilità di quella lingua (finalmente anche Saviano ha scoperto che il napoletano classico non è un dialetto, ma ha avuto bisogno di due accademici che glielo spiegassero, nda), ho sentito che potevo, qui e là, forzare verso un'oralità viva, ma ricostruita dentro l'esercizio della scrittura. Dove questa deliberata manipolazione si discosta dai codici, è perché sono intervenuto come autore a modellare,a filtrare la realtà sonora dell'ascolto dentro la resa del dettato, complice dei personaggi che si agitavano con il loro dialetto "imbastardito" nella mia immaginazione.  

Questo ampolloso giro di parole per dire, o meglio per non dire, che cosa? Che l'autore del romanzo non conosce né il napoletano classico né quello vivo (o ne ha una vaga conoscenza) e allora ha lavorato un po' con gli accademici un po' con l'immaginazione. Insomma, qualche lettore napoletano verace che trovasse da ridire sul linguaggio dei personaggi del romanzo, scoprirà nelle note a fine volume che la "manipolazione"  del dialetto "imbastardito" non è che una ingegnosa trovata dell'autore, che non è napoletano, e che si è brillantemente arrangiato per farla passare come licenza letteraria.

 

Ahahahaha, ma te vedi che razza di pappardella ci presenta Fosforo per giustificare una bufala contro Saviano ed in favore di Di Magistris...!! Addirittura si scomodano le origini del dialetto napoletano ...!! Quando invece bastava dire :" Chiedo scusa , ieri ho detto che Saviano non è napoletano . Mi correggo , non è vero , Saviano e' nato a Napoli e mi sono confuso". D'altra parte Fosforo, pur sfoggiando una veracità partenopea che non voglio mettere in dubbio, dimostra di non conoscere molto bene l'origine e la nascita di altri suoi conosciuti concittadini . Alcune settimane fa si è "meravigliato", non sospettandolo minimamente , che il giornalista della 7, Corrado Formigli, fosse anch'esso Napoletano.                      P.S.   Non ho detto assolutamente che per queste carenze devi vergognarti . No detto solo che dovresti scusarti per aver dato queste false notizie . Soprattutto quando queste false notizie ti servono per costruirci sopra film di avventura e fantasia . Saluti  

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