uppata :)

“Da Democratica 16/3/2018.”              La storia non si fa con i se, lo sappiamo tutti. Ma è proprio dentro la storia che esistono le svolte e le conseguenze di quelle svolte, le strade che si biforcano, quello che avrebbe potuto essere e invece no. La storia  non si fa con i se, lo sappiamo tutti. Ma è proprio dentro la storia che esistono le svolte e le conseguenze di quelle svolte, le strade che si biforcano, quello che avrebbe potuto essere e invece no. E allora facciamo un gioco. Proviamo ad immaginare quale sarebbe stata oggi l’agenda politica se al referendum del 4 dicembre 2016 avessero vinto i sostenitori delle riforme costituzionali. Scegliamo solo tre aspetti legati a quelle riforme, tre opzioni che avrebbero potuto determinare scenari del tutto diversi quantomeno nel funzionamento delle istituzioni. Innanzitutto la legge elettorale, non direttamente contenuta nelle riforme sottoposte a referendum ma collegata a quelle nell’impianto previsto dall’Italicum (poi bocciato dalla Corte costituzionale anche come conseguenza della vittoria dei No). Con ogni probabilità, il ballottaggio previsto dall’Italicum avrebbe dato agli italiani la possibilità di scegliere al secondo turno tra una coalizione guidata da Paolo Gentiloni e una guidata da Matteo Salvini (o da Luigi Di Maio). Avremmo avuto un esito diverso da quello della vittoria delle forze sovraniste registrata il 4 marzo? Ognuno immagini quello che preferisce, ma non c’è dubbio che avremmo avuto una maggioranza di governo chiara fin da subito (“la sera delle elezioni”) diversamente dal quadro frastagliato e incerto che osserviamo in questi giorni. D’altra parte quella maggioranza avrebbe avuto una sola Camera (quella dei deputati) chiamata a dare la fiducia al nuovo governo, invece delle due diverse Camere ognuna con diversi confini tra le dimensioni dei *** parlamentari. Con la conseguenza di rendere particolarmente veloce il processo di formazione del nuovo esecutivo. Tanto da poter immaginare che oggi, a distanza di due settimane dal voto, gli italiani avrebbero potuto già conoscere e commentare la lista dei ministri e i primi provvedimenti del nuovo governo. Invece di assistere alle contorsioni di un sistema che ha prodotto (anche in conseguenza dell’esito del Referendum) due non vincitori che annunciano la Terza Repubblica mentre sono ancora alle prese con i rituali della Prima. 

 

 

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