EPURAZIONE SILENTE -

Prosegue inesorabile l’epurazione di qualunque traccia di giornalismo degno di essere definito tale nella nuova Rai sovranista.  L’ultima vittima delle “purghe” meloniane in ordine di tempo è Maurizio Mannoni, uno dei giornalisti più seri e preparati del Servizio pubblico. Non un gigante del giornalismo, ma un professionista rigoroso, capace di raccontare i fatti del giorno con equilibrio, garbo, senza mai risparmiare nulla al governo di turno, a prescindere dal colore politico.  Troppo per qualcuno i cui massimi cantori sono porri, urlatori professionisti e leccapiedi di regime.  Il metodo è sempre lo stesso, subdolo e pavido: nessuna cacciata ufficiale, solo un silenzio assordante, unito a un lento logoramento, che porta all’inevitabile ben servito. È successo con Fazio, con Annunziata e ora con Mannoni.   Un’altra voce libera persa in nome di un inesistente pluralismo. Se questo è Servizio pubblico…

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6 messaggi in questa discussione

Una coalizione che non ha idee non ha altri mezzi per mantenere il consenso che impedire la diffusione delle idee degli altri.

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Inviata (modificato)

Scusate se intervengo compagni ma Maurizio Mannoni non e’ stato affatto cacciato ma collocato in pensione . 6 mesi prima del compimento dei 67 anni in quanti aveva accumulato ben 200 giorni di ferie arretrate  ( che le verranno pagate insieme al TFR). Quindi nessuna voce libera persa in nome del pluralismo ma giusta applicazione del Contratto Collettivo di Lavoro . 

Modificato da mark222220

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1 ora fa, mark222220 ha scritto:

Quindi nessuna voce libera persa in nome del pluralismo ma giusta applicazione del Contratto Collettivo di Lavoro

Il cialtronissimo asino psicolabile fosforo31 contabilizza l'ennesima figura da peracottaro di una ultradecennale carriera.

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"È il Governo della ‘cattiveria sociale’, quello per cui i salari bassi e la povertà non sono priorità.

Tagliano il rdc, dicono no al salario minimo, sono immobili su rincaro benzina, rialzo mutui e caro vita. La destra è lontana dai problemi reali del Paese" -

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Salta il tetto di
240.000 euro ai manager del ponte sullo stretto
Per il RdC non c'era copertura

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