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Ora possiamo dirlo, ma solo ora. Il 4 maggio 2023, alle 22:37, con un pareggio 1-1 sul campo dell'Udinese 🇮🇪il Napoli è campione d'Italia🇮🇪 È il terzo scudetto della squadra della mia città e del dio del calcio. Arriva 33 anni dopo il secondo, che fu anche il secondo dell'era Maradona. Un'attesa lunghissima, tra alti e bassi, più dolori e delusioni che gioie, invero. 4 secondi posti e 3 coppe Italia ma anche 2 retrocessioni in B e una addirittura in C per fallimento societario. Restammo 2 stagioni nel limbo della terza serie, da cui ci tirò fuori l'attuale presidente Aurelio De Laurentiis. Produttore cinematografico romano, famiglia da Torre Annunziata, ai piedi del Vesuvio, incluso il famoso zio Dino, gigante della storia del cinema. Testardo, impulsivo, poco competente di calcio sul piano tecnico ma non presuntuoso come molti suoi colleghi, ed eccellente capo ma non padrone, oggi Aurelio ha nel Calcio Napoli il suo principale business. Va ringraziato per il coraggio dimostrato agli inizi e per la grande oculatezza nella gestione economica e nella scelta dei collaboratori. I due fattori principali del trionfo di quest'anno. Il ds Giuntoli, capace di portare il Carpi dalla D alla A, e l'allenatore Spalletti, (ex) eterno secondo, hanno fatto due capolavori. Il primo con un'incredibile campagna acquisti, andando a pescare fuoriclasse a basso costo in Corea e in Georgia (ma aveva già portato a Napoli Oshimen e Lobotka); il secondo, dopo un'annata di ambientamento (era fermo da due anni, qualcuno lo dava per pensionato) ha conferito alla squadra una personalità e soprattutto un gioco all'altezza dei grandi club europei. Sebbene sia emersa ancora una volta quella strana caratteristica della partenza sparata e della frenata finale delle squadre di Spalletti. La stagione scorsa ci costò lo scudetto, ma questa volta la squadra, dopo un inizio non brillantissimo, si è alzata sui pedali, è scattata e ha fatto il vuoto alle spalle, come il mitico grimpeur Josè Manuel Fuente sulla salita del Faito, e non ce n'è stato più per nessuno. Per oltre metà di questo campionato si è lottato solo per il secondo posto. Vincendolo con 5 giornate di anticipo, il Napoli eguaglia il record del Grande Torino (1948), della Fiorentina di Fulvio Bernardini (1956), dell'Inter di Mancini e Ibra (2007) e della Juve di Cristiano Ronaldo (2019). Senza il vistoso calo finale (dopo la maledetta sosta per le nazionali, con tanti giocatori rientrati infortunati, stanchi o sfasati) si poteva vincere facile con 7 giornate di anticipo. Il rimpianto vero è per la Champions. Avevamo brillantemente raggiunto i quarti (record nella storia del club) ma siamo stati eliminati da una squadra, il Milan campione d'Italia uscente, che ci sta 22 punti dietro. Certo hanno inciso anche gli arbitraggi e la sfortuna. Ma ci rifaremo in futuro. Attenzione, però: il Milan è più discontinuo ma non meno forte di quello di un anno fa. Più in generale, è goffo e ridicolo il tentativo di chi vorrebbe svalutare l'inatteso trionfo partenopeo (alla vigilia del campionato ci pronosticavano tra il 4º e il 7º posto) parlando di un torneo di livello mediocre. 5 semifinaliste su 12 nelle tre coppe europee (record storico per il calcio italiano) e gli organici di Juve, Inter, Milan, Roma e Lazio, ricchi di top player, senza trascurare la sempre ottima Atalanta, indicano che in questa serie A ci sono più top club e più concorrenza che nella stessa Premier League. Il Liverpool a settembre, 3 mesi dopo la finale di Champions col Real, venne a prendersi 4 pappine e una lezione di calcio al Maradona. E se uno squadrone come l'Inter, semifinalista di Champions, perde finora 11 partite in campionato, vuol dire che quest'anno anche le "provinciali" sono ossi duri per tutti. La Cremonese, penultima in classifica, 2 giorni fa stava per vincere al Meazza sul Milan senza rubare nulla, e ha eliminato Napoli e Roma dalla Coppa Italia giocandole ambedue in trasferta. E che dire del Monza di Berlusconi, che strappa 6 punti su 6 alla Juve e viola due volte il Meazza? Signori, questo che il Napoli ha già vinto è il più forte campionato per lo meno, dico per lo meno, degli ultimi 20 anni. Onore dunque agli azzurri e al grande pubblico del Maradona. Anche se una parte degli ultras, in rotta col presidente, aveva creato seri e spiacevoli problemi, ma poi c'è stata un'intelligente ricomposizione tra le parti. Un pensiero doveroso va al mitico Diego, che sorride da lassù. A lui i primi cori dopo il trionfo. Posso assicurare che in questi lunghi e difficili 33 anni di attesa dello scudetto il dolore più grande per i tifosi del Napoli non sono state le tre retrocessioni ma la prematura scomparsa del nostro immenso e indimenticabile campione. Confidando che si apra un ciclo (il presidente esige altri scudetti e almeno una Champions, e ci sono tutte le premesse), concludo allegando gli highlights estesi di una delle partite più belle e il coro finale sugli spalti del Maradona:
Modificato da fosforo311Ho apprezzato il tuo lungo post dedicato ai nuovi campioni d'italia, condividendo anche alcuni passaggi (tranne la solita lagna sugli arbitri o sui giocatori tornati dai mondiali stanchi o sfasati, cosa comune anche ad altri club).
De Laurentiis é stato bravissimo, vincendo e tenuto pure i conti in ordine. L'unica cosa che mi perplime é che non ha impedito lunghi anni di serie C e serie B e neanche il fatto che alla Snai nel palinsesto delle gare il Napoli si chiamasse Napoli Soccer.
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Non bisogna avere fretta nella vita, e in particolare nello sport. Non è bello esultare in anticipo. È poco serio e poco rispettoso degli avversari. Te lo dice un napoletano che conserva tra i suoi ricordi più preziosi gli autografi di Antonio Juliano e Ruud Krol.
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