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Il 5/1/2023 in 13:06 , dune-buggi ha scritto:Il vostro sport preferito quale è … il mio … (sono timido e lo dico dopo) … -
Il mio sport preferito è l'atletica leggera. Che non a caso è definita "la regina di tutti gli sport". È uno sport antichissimo e multidisciplinare, il programma olimpico oggi consta di quasi 50 specialità tra competizioni maschili e femminili, ma ce ne sono ulteriori come le varie corse su strada (in pianura e in montagna) e le corse campestri. Tutte sono riconducibili a uno o più dei tre gesti fondamentali: correre, saltare, lanciare. Le gare di decathlon ed eptathlon li comprendono tutti e tre. L'atletica mi piace per l'essenzialità e la purezza di questi gesti, ma anche perché è una costante sfida non solo con gli avversari ma con se stessi e i propri limiti. In gioventù ho praticato il getto del peso e il lancio del giavellotto, ma solo a livello amatoriale. Mentre all'età di 15 anni mi tesserai con la Fidal e gareggiai per una stagione nella categoria cadetti del salto in alto. Disputai una decina di gare a livello regionale e provinciale, vincendone una con il mio primato personale: 1 metro e 76. Oggi può sembrare una misura molto modesta ma bisogna considerare che all'epoca le gare di quel livello si vincevano intorno a 1,80 e quasi tutti i miei avversari adottavano ancora la tecnica dello scavalcamento ventrale (straddle), oggi completamente soppiantata dallo stile Fosbury (o salto del gambero). Il mio allenatore, che era il mio professore di educazione fisica, mi fece provare diversi stili, ma per saltare solo 1,50 con il Fosbury per poco non mi ruppi l'osso del collo, mentre il ventrale è piuttosto difficile e non mi veniva naturale (arrivai a 1,65). Ma ancora prima di iniziare ad allenarmi seriamente io superavo già 1,60 con il mio stile naturale, che poi seppi dal mio allenatore chiamarsi eastern cut-off, in pratica una leggera evoluzione della classica "sforbiciata". Lo avevo visto in un documentario tv sulle vecchie olimpiadi del primo '900. Ecco un video più recente: attenzione, questi saltano più di 2 metri!
L'atletica di quegli anni era ricca di grandi campioni, i miei idoli erano tre: Marcello Fiasconaro, che fu primatista mondiale degli 800 metri, Pietro Mennea e il suo grande rivale, il sovietico Valery Borzov. Il barlettano e l'ucraino mi piacevano anche perché erano ambedue capaci di battere i velocisti USA. Oggi abbiamo trovato un altro grandissimo velocista in Marcello Jacobs, due volte campione olimpico: anche lui le suona agli americani.
A 16 anni cominciò a rallentare la mia crescita in altezza ma la palestra mi irrobustiva, decisamente troppo per il salto in alto. E così passai a un'altra disciplina, e a un'altra sfida alla forza di gravità: il sollevamento pesi. Ottenni discreti risultati e disputai alcune gare a livello nazionale (sempre nelle categorie giovanili). Il mio idolo era il formidabile olimpionico e primatista mondiale della categoria supermassimi Vassili Alexeiev. Abbandonai l'agonismo in seguito a un paio di infortuni ma soprattutto a causa degli studi universitari e per la delusione provata nel sapere che diversi campioni dell'epoca (non Alexeiev) erano dopati. Ma tuttora amo molto questo sport, anche se sono costretto a seguirlo su YouTube perché in tv gli danno poco o nessuno spazio.
Seguo con piacere, talora anche su riviste specializzate, il tennis e il basket, ambedue praticati in gioventù a livello amatoriale. In tv e su YouTube non disdegno vedere qualche bella partita di biliardo, specialità 5 birilli. Una disciplina mai praticata ma che trovo molto geometrica e "scientifica". Il calcio non l'ho mai praticato, se non per la classica partitella quando c'era sciopero a scuola o all'università. Ma mi facevano giocare sempre in porta e non mi piaceva. Negli ultimi anni lo seguo poco, degli ultimi mondiali avrò visto tre o quattro partite per intere. Però sono da sempre tifoso del Napoli (passione che ho ereditato da mio padre) e quest'anno mi sto divertendo. Quasi come ai tempi di Maradona. Ma tocchiamo ferro.
Il 12/1/2023 in 04:10 , fosforo311 ha scritto:Il mio sport preferito è l'atletica leggera. Che non a caso è definita "la regina di tutti gli sport". È uno sport antichissimo e multidisciplinare, il programma olimpico oggi consta di quasi 50 specialità tra competizioni maschili e femminili, ma ce ne sono ulteriori come le varie corse su strada (in pianura e in montagna) e le corse campestri. Tutte sono riconducibili a uno o più dei tre gesti fondamentali: correre, saltare, lanciare. Le gare di decathlon ed eptathlon li comprendono tutti e tre. L'atletica mi piace per l'essenzialità e la purezza di questi gesti, ma anche perché è una costante sfida non solo con gli avversari ma con se stessi e i propri limiti. In gioventù ho praticato il getto del peso e il lancio del giavellotto, ma solo a livello amatoriale. Mentre all'età di 15 anni mi tesserai con la Fidal e gareggiai per una stagione nella categoria cadetti del salto in alto. Disputai una decina di gare a livello regionale e provinciale, vincendone una con il mio primato personale: 1 metro e 76. Oggi può sembrare una misura molto modesta ma bisogna considerare che all'epoca le gare di quel livello si vincevano intorno a 1,80 e quasi tutti i miei avversari adottavano ancora la tecnica dello scavalcamento ventrale (straddle), oggi completamente soppiantata dallo stile Fosbury (o salto del gambero). Il mio allenatore, che era il mio professore di educazione fisica, mi fece provare diversi stili, ma per saltare solo 1,50 con il Fosbury per poco non mi ruppi l'osso del collo, mentre il ventrale è piuttosto difficile e non mi veniva naturale (arrivai a 1,65). Ma ancora prima di iniziare ad allenarmi seriamente io superavo già 1,60 con il mio stile naturale, che poi seppi dal mio allenatore chiamarsi eastern cut-off, in pratica una leggera evoluzione della classica "sforbiciata". Lo avevo visto in un documentario tv sulle vecchie olimpiadi del primo '900. Ecco un video più recente: attenzione, questi saltano più di 2 metri!
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Rileggendo il mio precedente post mi sono accorto di avere un poco pasticciato con i numeri e con la memoria. Si tenga conto che scrivevo nel cuore della notte di cose di quasi 50 anni fa. E allora, per correttezza e precisione, mi correggo.
Il mio primato del salto in alto nella categoria cadetti non era 1,76 ma 1,66. Misura modesta ma che all'epoca consentiva già di vincere una gara regionale neIla categoria. Il mio primato personale di 1,76 in realtà lo realizzai qualche anno dopo, quando ero più alto e più forte, in una gara non ufficiale nella palestra del liceo.
Volevo anche far notare che nel video allegato gli atleti che superano i 2 metri con lo stile a sforbiciata lo fanno saltando a piedi nudi su un terreno accidentato!
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