POCHI GIORNI AL GOVERNO

Non possono  proprio star  zitti e  poi  si  lamentano  che  la reazione  è spropositata  ma  il capitandeimieistivali non poteva starsene   un momento  in  silenzio  anzichè  gloriarsi  di  cose in cui lui nulla centra,  già  ma  quando   si parla  di  rifugiati ops  per  lui  sono  solo clandestini mangiapane  a  tradimento lui  ci va a   nozze   ma  incamera  solo  BRUTTE  FIGURE per  non dire  di peggio.  La  reazione  della Francia  mi  si   sembra  più  che   dovuta  ed  ora  vediamo  cosa  fanno in Europa.  Meloni  & Co  avranno  come  unici  alleati  quelli  di  visegrad ovvero  quelli  che    di  ridistribuzione  non  ne  vogliono  proprio  parlare.

 

Modificato da barbablu16

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4 messaggi in questa discussione

Due conseguenze della politica antiimmigrazione del nuovo governo

- 231 migranti, che invece di sbarcare in Italia approderanno in Francia

+ 3500 immigrati che dovevano essere ridistribuiti in Francia e invece rimarranno in Italia (eh sì, quella storia che "ce li prendiamo tutti noi e l'Europa non fa niente" era l'ennesima vaccata. Strano neh?)

Non male come carico residuale

E ancora una volta abbiamo spiegato alla pancia del Paese che l'applicazione di "prima gli italiani", "è finita la pacchia" e slogan simili porta esattamente ai risultati sperati

O forse no?

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“Tanti nemici, tanto onore”, disse Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno del governo Conte I per rispondere alle critiche europee sulla sua politica dei porti chiusi. Era una citazione di Benito Mussolini, oggi il leader leghista non la ripete (almeno finora), ma i ‘nemici’ ormai non si contano nelle tentate relazioni del nuovo governo Meloni con l’Europa.

A soli 20 giorni dal giuramento, è già ‘caso Italia’ in Europa. Anche se Bruxelles non avrebbe voluto. Anche se nemmeno Emmanuel Macron avrebbe voluto. E invece la propaganda sovranista italiana sui migranti, quel cantare vittoria dopo aver ottenuto la disponibilità di Parigi ad accogliere i profughi della Ocean Viking, non lasciano alternative né al presidente francese, né alla Commissione Europea.

La Francia prova a fare dietrofront, Bruxelles intima di aprire un “porto vicino e sicuro” quando la nave si sta già muovendo verso le coste francesi ma è ancora in acque italiane. Non si fa in tempo, Parigi decide di far sbarcare la nave “in via eccezionale”, ma il resto sono attacchi, rotture di accordi, promesse di farla pagare cara a Roma. Un capolavoro.

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